L’archivio del 2024 год

Le fantasie della Bloomberg

L’agenzia Bloomberg scrive che la NATO avrebbe cambiato la propria strategia sulla Ucraina: ora gli Stati-membri non cercherebbero di assicurare la vittoria della Ucraina nella guerra, ma di darle la posizione più favorevole nei colloqui di pace o di aiutarla a contenere l’offensiva russa. Il cambiamento della strategia, secondo l’agenzia, significa che la NATO sta «raddoppiando gli sforzi» per fornire armi alla Ucraina in considerazione del fatto che l’esercito ucraino sta «perdendo gradualmente terreno», il che aumenta, a sua volta, la probabilità che il conflitto si blocchi con la perdita dei territori occupati dalla Russia.
Ebbene, quanto appena riassunto testimonia per l’ennesima volta il fatto che gli autori della Bloomberg vivono in un mondo alternativo, si inventano le notizie a caso e poi si mettono pure a «interpretarle». Qualcuno di voi si era accorto degli sforzi degli Stati-membri della NATO per garantire la vittoria della Ucraina? È un po’ difficile vincere con i caschi e le tende (nei primi sei mesi della guerra gli «sforzi» erano quelli) o con pochi carri armati e aerei arrivati dopo mesi o addirittura anni di richieste. Qualcuno può immaginare come si possa rafforzare radicalmente la posizione ucraina con il doppio di quegli aiuti minimi? Per me è una cosa un po’ difficile da immaginare.
Vista la tendenza del comportamento dei membri della NATO da una parte e della evoluzione dei discorsi pubblici di Zelensky dall’altra (secondo me è diventato meno radicale nelle proprie descrizioni della fine dei combattimenti), capisco che si arriverà presto a una qualche forma di trattative. Le trattative che faranno contenta una delle due parti della guerra significheranno però la sconfitta della parte opposta: nessuna delle due lo potrà accettare, anche se Putin, in teoria, ha più possibilità nel vendere ai propri elettori qualsiasi risultato come una grande vittoria.
Di conseguenza e purtroppo, siamo quasi costretti a sperare nell’ultima cosa che ci rimane: le abilità di Trump di condurre le trattative commerciali aggressive. Bisogna solo trovare il modo di mettergli in testa l’idea che deve costringere Putin a una qualche forma di resa. Una missione facilissima la nostra, ahahaha


Avviso tutti gli interessati che dopo l’una della notte tra il sabato 7 dicembre e la domenica 8 dicembre farò alcuni aggiornamenti del back-end del mio sito. I lavori dureranno circa trenta minuti, durante i quali il sito potrebbe non funzionare o funzionare molto male. Alla fine, però, tornerà con gli stessi contenuti e la stessa grafica di prima, ma, come spero, più potente e più stabile.
Buona fortuna a me!

Si tratta di un lavoro che avrei dovuto fare prima, ma ora non è neanche troppo tardi…


Il furto dei bambini ucraini

In un nuovo rapporto del Laboratorio di ricerca umanitaria della Yale School of Public Health si dice che le autorità russe stanno conducendo un programma sistematico e su larga scala per la deportazione di bambini dall’Ucraina e la loro successiva adozione forzata e rieducazione in Russia. Questa operazione con l’intento di «russificare» i bambini ucraini è stata avviata, come si sottolinea nella suddetta ricerca, personalmente da Vladimir Putin e dai suoi subordinati. Gli autori della ricerca hanno identificato in modo certo i nomi di 314 bambini che sono stati portati illegalmente dai territori annessi delle regioni di Donetsk e Luhansk in Russia e mandati in adozione forzata. In totale, più di 30 mila bambini ucraini minorenni sono stati portati nel corso della guerra.
La ricerca ha una sua importanza nel contesto del fatto che a marzo 2023 la Corte penale internazionale dell’Aia – ancora non auto-compromessa dalle ben note stronzate successive – ha emesso un mandato d’arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova (la difensore civico russo per i diritti dei bambini). I due sono sospettati di aver deportato illegalmente in Russia bambini provenienti dai territori occupati dell’Ucraina.
Nel contesto di tutto quello che sta combinando Putin almeno negli ultimi anni potrebbe, invece, sembrare una accusa – della Corte e/o della Yale School of Public Health – infinitamente piccola. Ma è una impressione superficiale e scorretta per almeno tre motivi. In primo luogo, non so perché si debba perdonare qualcosa a Putin. In secondo luogo, non so perché la vita dei bambini – non nel senso puramente biologico, ma in quello più ampio – debba contare meno di tutte le altre vite. In terzo luogo, sono contento per ogni mezzo con il quale a Putin verranno creati anche i problemi meno sensibili della sua vita.
Di conseguenza, sarò contento per la comparsa di ogni possibile ricerca sui suoi crimini.


Amicizia rinviata

Non ho resistito e ho messo un titolo del post particolarmente del cazius…
Ma il fatto è che Putin ha firmato un decreto presidenziale in base al quale i «Giochi mondiali dell’amicizia» non si terranno, come inizialmente previsto. nel 2024. Le competizioni sono state rinviate «fino a una decisione speciale» di Putin della Federazione russa per garantire «la protezione dei diritti degli atleti e delle organizzazioni sportive al libero accesso alle attività sportive internazionali».
Per coloro che non sanno di cosa si tratti, preciso che nell’ottobre 2023 Putin aveva firmato un decreto per organizzare i «Giochi Mondiali dell’Amicizia»: ciò è avvenuto in seguito alla sospensione degli atleti russi dalle competizioni internazionali a causa dell’invasione della Ucraina da parte dell’esercito russo. I giochi si sarebbero dovuti tenere nel settembre 2024 a Ekaterinburg e Mosca, ma sono stati rinviati. Il Comitato Olimpico Internazionale si era opposto al loro svolgimento, esortando gli atleti a «rifiutare qualsiasi partecipazione e a sostenere qualsiasi iniziativa volta alla completa politicizzazione dello sport internazionale».
Non so se bisogna spiegare l’esclusione degli sportivi che rappresentano lo Stato russo dalle competizioni internazionali (so che esistono delle menti diversamente abili che non lo capiscono, ma presumo che non capiranno nemmeno dopo la mia spiegazione). Ma so che è abbastanza facile spiegare il rinvio dei «Giochi mondiali dell’amicizia»: provate a immaginare quanti – e di quale qualità – sportivi si sarebbero presentati per farsi poi escludere dalle competizioni internazionali serie. Qualcuno è riuscito a spiegarlo a Putin: per me è un successo didattico incredibile!


Le memorie di Merkel

Molto probabilmente lo sapete già: alla fine di novembre è ufficialmente uscito il grande – nel senso di voluminoso – libro di memorie di Angela Merkel «Libertà» (titolo originale «Freiheit»). L’autrice (autrice? non è da escludere) e la protagonista del libro è già una persona abbastanza famosa, ma, logicamente, il libro andava comunque promosso per garantire un buon livello di vendite: anche per questo la pubblicazione è stata preceduta da una certa quantità di interviste concesse da Merkel ai vari media del mondo. A me è capitato di leggerne qualcuna: in tutte quelle interviste Merkel rifiuta, in sostanza, l’idea di avere sbagliato qualcosa nei rapporti con Vladimir Putin con l’Ucraina. Ha dichiarato, per esempio, di aver bloccato il tentativo della Ucraina di entrare nella NATO nel 2008 perché convinta che Putin avrebbe scatenato una guerra mentre era ancora nella fase del piano d’azione per l’adesione alla NATO (in sostanza, è la stessa logica secondo la quale molti leader occidentali di oggi cercano di minimizzare gli aiuti alla Ucraina per non infastidire Putin, anche se avrebbero dovuto imparare dell’esempio della Merkel che si tratta di una logica non funzionante).
Proprio per questo non penso, senza nemmeno averlo letto, che quel libro possa essere considerato interessante da qualche punto di vista (a eccezione, forse, del punto di vista psichiatrico). La Merkel tenta di giustificarsi, ma la realtà quotidiana che stiamo osservando con i propri occhi tutti giorni da quasi tre anni sta smentendo tutte le sue argomentazioni.
La Merkel aveva una enorme influenza politica e l’ha usata, tra le altre cose, per fare in modo che l’Europa nutrisse economicamente e politicamente Putin attuale: un uomo completamente pazzo che minaccia il mondo intero. La Merkel non è l’unica responsabile di tutto questo, ma è una delle principali responsabili di ciò che alla fine è accaduto e sta accadendo ora. Può tentare di giustificarsi quanto vuole nelle sue memorie: ricordiamo bene cosa ha fatto e come lo ha fatto.
Il suo libro può probabilmente essere letto solo con un unico obiettivo: per capire, come non bisogna fare.


Chissà se si ricorda…

In settimana ho per caso visto un video storico… Il senatore Joseph Biden si rivolge all’allora Presidente degli USA George H. W. Bush il 25 novembre 1991, chiedendo di disarmare l’Ucraina e togliere a essa le armi nucleari:

Le condizioni mentali di Biden di oggi sono quelle che sono (purtroppo è l’età che le determina), ma spero comunque che si sia ricordato di quella propria esibizione nel contesto della situazione odierna.


La musica del sabato

Qualche tempo fa ho per puro caso sentito la canzone di Tom Waits «November». In un primo momento ho pensato che fosse uno scherzo, un modo di prendere in giro qualcuno o qualcosa del genere… In parte questi miei dubbi sono dovuti anche al fatto che io non sono uno «ascoltatore» di Tom Waits (non so nemmeno dire il perché, è semplicemente capitato così).

Ma poi, un po’ meno per caso, ho scoperto che la suddetta canzone fa parte dell’album «The Black Rider» del 1993, il quale contiene le canzoni scritte per lo spettacolo teatrale omonimo, basato a sua volta sull’opera «The Magic Arrow». Di conseguenza, ora mi devo informare bene su queste due opere… Nel frattempo aggiungo un’altra canzone dallo stesso album: la «The Black Rider».

E non so ancora se recuperare quanto perso e studiare meglio pure il fenomeno di Tom Waits…


Questo sabato vi propongo ben due testi invece del tradizionale uno.
Il primo testo è dedicato a Alexey Gorinov, il primo cittadino russo condannato alla reclusione (in Russia ovviamente) per la «diffusione dei fake sulla attività dell’esercito russo»: perché ha pubblicamente usato la parola guerra relativamente a quello che sta succedendo in Ucraina. Era successo l’8 luglio 2022, mentre ieri Gorinov ha ricevuto una nuova condanna a tre anni (e sta ancora scontando quella a sette) per «giustificazione del terrorismo».
Il secondo testo che segnalo oggi è l’ultima parola di Alexey Gorinov pronunciata prima del verdetto di ieri del giudice. Leggendolo, scoprirete che certi «criminali» russi sono proprio irrecuperabili. Per fortuna, direi. Anche c’è una forte preoccupazione per le condizioni di salute attuali di Alexey Gorinov.


L’accoglienza kazaka

L’altro ieri, il 27 novembre, Putin è arrivato con una visita di Stato in Kazakistan. Quel giorno aveva avuto un colloquio con il presidente kazako Kasym-Jomart Tokayev ad Astana, mentre ieri ha partecipato al vertice della OTSC (Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva) ad Astana.
Ebbene, il 27 novembre su uno schermo pubblicitario del centro di Astana (vicino al Teatro dell’Opera) è stata proiettata la bandiera della Ucraina al posto di quella russa. Il Ministero degli Interni del Kazakistan ha annunciato l’apertura di un procedimento penale per l’«incidente», lo schermo è stato presto spento e nella mattinata di giovedì 28 novembre non era ancora stato rimesso in funzione.

Io non so e non posso indovinare se l’«incidente» sia stato l’azione di una persona singola e indipendente oppure inventata da qualche funzionario: in una zona del genere di una città del genere sono possibili entrambe le opzioni. Ma, in ogni caso, il fatto mi diverte molto. Da una parte, il Presidente kazako Takayev non si è mai mostrato infinitamente grato a Putin per l’aiuto militare a gennaio 2022 durante le proteste di massa locali e non ha fretta di sostenerlo nella guerra contro l’Ucraina (politicamente è molto più vicino alla Cina). Dall’altra parte, in Kazakistan, oltre ai cittadini locali non proprio contenti per l’esistenza di un vicino come la Russia di oggi, vivono e lavorano tantissimi russi che per motivi politici si sono trasferiti dopo l’inizio della guerra.
Insomma, Putin ha fatto una delle proprie rare visite internazionali in un ambiente che difficilmente poteva dimostrarsi particolarmente amichevole nei suoi confronti. Non mi dispiace assolutamente che sia successo proprio così.


Codera, 7 agosto 2024

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita al villaggio Codera (in Val Codera) del 7 agosto 2024.
Si tratta di una località piccola, ma bella e rasserenante. Come tutti gli altri villaggi della Val Codera, pure essa può essere raggiunta solamente a piedi o in elicottero, e non penso che qualcuno si sia mai pentito per avere faticato a raggiungerla. Spero che le foto riescano a trasmettere almeno una parte dell’atmosfera del posto!