L’archivio del 2024 год

Il sondaggio del mese

Anche quest’anno in Italia certi personaggi un po’ particolari ci proporranno di celebrare la cosiddetta «Giornata mondiale della lentezza» (secondo le mie osservazioni, succede sempre il primo lunedì di maggio). Riconosco il diritto di ognuno di vivere con il ritmo che preferisce tutti i giorni dell’anno, ma di solito non riconosco il diritto di imporre a me i ritmi che non coincidono con i miei standard di efficienza o con le mie necessità del momento. Esistono tante cose che possono o devono essere fatte solo velocemente o solo lentamente; solo il tempo disponibile e l’esperienza accumulata possono influire sul ritmo.
Di conseguenza, questo mese vi propongo un sondaggio che riguarda, tra le altre cose, anche la gestione del tempo (quello proprio e quello altrui).

Quando una automobile vi fa passare sulle strisce pedonali, voi come vi comportate?

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P.S.: la protagonista di un bel romanzo letto qualche anno fa a un certo punto aveva avuto una illuminazione: «Ho capito perché ho lavorato tanto nella vita: per comprarmi la distanza dalle altre persone» (cito l’essenza della frase originale). Ovviamente, il principio si applica anche al ritmo della vita preferito.
P.P.S.: qualche mese fa mi è capitato di leggere che l’alta velocità delle camminate aiuta a prevenire il diabete di tipo 2.
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


Cretini pacifisti

Il Bild scrive che in Germania gli attivisti radicali di sinistra hanno bruciato, nella notte del 30 aprile, la casa estiva (se ho capito bene si tratta di una casetta di quel tipo) di Armin Papperger, capo dell’azienda di armi Rheinmetall. L’edificio si trovava a Hermannsburg, nella Bassa Sassonia, nel nord della Germania. I personaggi che hanno rivendicato la responsabilità dell’incendio hanno pubblicato un messaggio in cui si afferma che «Rheinmetall è uno di quelli che traggono profitto dalla modernizzazione degli armamenti dell’esercito tedesco e dalla fornitura delle armi alla Ucraina».
In sostanza, si tratta di uno di quei fenomeni grazie ai quali vediamo chiaramente: alcune persone (in realtà, purtroppo, tante) hanno in testa solo tanta merda fossilizzata al posto dei cosiddetti «principi». Tanti anni fa hanno sentito o letto da qualche parte che la guerra è un a brutta cosa e va evitata a tutti i costi. Ne hanno fatto un principio di vita senza ragionarci sopra, senza nemmeno tentare di vedere o immaginare tutta la complessità e varietà del mondo in cui vivono. E, di conseguenza, danno del mostro / capitalista pronto a tutto / qualsiasi altra stronzata a chi contribuisce (non importa con quali intenzioni personali) alla difesa del debole da una aggressione barbarica. Pensano che il barbaro possa essere fermato con una bandiera della pace? O che si ferma se accontentiamo qualche sua richiesta? Che l’esistenza stessa del barbaro sia una cosa normale? Boh…
Il fatto che tanti anni di pace in Europa hanno prodotto anche dei fenomeni negativi: per esempio, molte persone non comprendono l’importanza e la necessità della difesa attiva dal male, pensano che il non contrasto del male sia la pace.


Chissà che offese erano

La notizia è reale, non è una mia invenzione: lo zoo della città russa di Lipeck ha inviato – nell’ambito della campagna «Chi altro se non noi» – due pavoni alla compagnia del 252° reggimento di fucilieri motorizzati delle forze armate russe impegnato nella guerra in Ucraina. L’obbiettivo dichiarato di tale dono era quello di alzare la morale dei soldati: secondo lo zoo, «contemplando i due uccelli belli i soldati potranno cogliere un po’ di pace spirituale»…
I soldati hanno ringraziato con un video, pubblicato subito sui social dello zoo:

Tuttavia, dopo un po’ di tempo lo zoo ha dovuto cancellare il post sulla donazione dei pavoni perché nei commenti i visitatori comuni hanno iniziato a deridere il regalo in particolare e lo zoo in generale, e, allo stesso tempo, hanno si sono messi a esprimersi in un modo «poco gentile» nei confronti di Putin (secondo me anche in un modo adeguato al contesto, ma non ho fatto in tempo a vedere quei commenti). L’amministrazione dello zoo, naturalmente, non poteva permettere una cosa del genere…
A questo punto ci tengo a precisare: no, non sono in ritardo di un mese esatto con la pubblicazione di questo post!


Non è stata una operazioe spontanea

La polizia ceca ha dichiarato di avere completato le indagini sulle esplosioni nei depositi di munizioni nel villaggio di Vrbětice che, secondo le indagini, sono state effettuate da agenti della Agenzia di spionaggio militare russa (GRU) alla fine del 2014. Lo hanno comunicato la polizia ceca e il Centro nazionale per la lotta alla criminalità organizzata (NCOZ) in una dichiarazione congiunta (potete utilizzare qualche traduttore online per riuscire a leggere tutto il comunicato ufficiale).
Secondo la versione degli investigatori, gli ufficiali del GRU dell’"unità 29155, progettata per effettuare operazioni di sabotaggio all’estero" (probabilmente si fa riferimento all’unità militare del GRU n. 29155) sono stati coinvolti nelle esplosioni ai magazzini militari. I loro nomi non sono stati resi noti nella dichiarazione, ma in precedenza la Repubblica Ceca aveva accusato i presunti ufficiali russi del GRU Alexander Mishkin e Anatoly Chepiga (gli stessi dell’avvelenamento di Salisbury, se ve ne ricordate qualcosa) di essere coinvolti nelle esplosioni di Vrbětice. Le agenzie ritengono che il movente del GRU fosse quello di «impedire la fornitura di armi e munizioni alle regioni in cui l’’esercito russo conduceva le sue operazioni». È stato riferito che le armi immagazzinate nei depositi di Vrbětice dovevano essere inviate in Ucraina.
Cosa possiamo apprendere da questa notizia di livello apparentemente locale? Possiamo apprendere da quanto tempo lo Stato russo preparava una invasione militare seria della Ucraina: immaginava che ci sarebbe stato un sostegno degli Stati europei alla vittima della aggressione e, di conseguenza, cercava di minimizzarne i mezzi. Però, in pratica, in quasi otto anni i lavori di preparazione sono stati abbastanza ridotti in termini quantitativi e, in ogni caso, non hanno permesso di sconfiggere l’Ucraina in pochi giorni.
Ma tutto questo non rende la situazione attuale sul fronte meno difficile.


Un altro dato inutile

Il Ministro della Difesa britannico Leo Docherty ha deciso, per qualche motivo a me poco comprensibile, di unirsi alla squadra di coloro che forniscono le stime delle perdite umane russe nella guerra in Ucraina senza dividere i dati in categorie comprensibili. Circa 450 mila persone uccise e ferite sembrano tante, ma quanti di loro sono in realtà stati feriti X volte e poi rimandati al fronte la stessa quantità di volte? Boh, il ministro non si sforza nemmeno a ipotizzarlo e, di conseguenza, alimenta una brutta illusione tra i lettori occidentali: una illusione del fatto che l’esercito russo (un’altra domanda: solo quello professionale o quello integrato con i civili radunati con la mobilitazione?) sia ormai quasi tutto «perso». Ma, a giudicare da quello che vediamo, non è assolutamente vero. Aggiungo: purtroppo non è vero.
I dati sulle perdite delle macchine belliche riportati sono invece interessanti e, in un certo senso, più importanti.
Ma io continuo a sperare che qualcuno trovi il modo di reperire i dati statistici un po’ più dettagliati e analizzabili.


Come diventare forti

Verso la fine della settimana scorsa si erano delle voci sulle condizioni di salute gravi del governatore ceceno Ramzan Kadyrov: si troverebbe nella fase avanzata di una malattia grave (non dico quale anche perché per il momento si tratta delle voci non confermate in alcun modo) ed è presumibilmente per questo che si assenta spesso dal posto di lavoro, si fa notare nella zona di un ospedale istituzionale a Mosca e ha un aspetto fisico decisamente peggiore rispetto a qualche anno fa.
Per smentire quelle voci, il 22 aprile Kadyrov aveva diffuso un video girato in una palestra:

Cosa ci illustra questo video? Ci illustra che tutti possiamo essere forti come Kadyrov: ci facciamo filmare in una palestra, ma senza inquadrare i pesi che muoviamo (a parte due o tre adesivi applicati ai manubri che in realtà chissà quanto pesano).
Ma non so se qualcuno di voi vuole essere come Kadyrov…


La musica del sabato

Il cantante-musicista statunitense Hank Ballard – attivo nei generi rock and roll e rhythm and blues tra gli anni ’50 e ’70 – è oggi ricordato prevalentemente per le canzoni considerate ai tempi della pubblicazione quasi indecenti. Anzi, in una certa misura quelle canzoni possono essere definite poco regolari anche oggi, ma noi siamo ormai un po’ più abituati a sentire certe cose…
Assieme al suo gruppo di accompagnamento The Midnighters, Hank Ballard è stato inserito, nel 1990, nella Rock and Roll Hall of Fame per avere contribuito in un modo determinante al suono del rock and roll. Di conseguenza, avevo inizialmente pensato di postare qualche sua canzone da contenuto «decente» per farvi concentrare proprio sui meriti musicali del personaggio. Ma poi, abbastanza velocemente, ho cambiato idea: prima di tutto bisogna mostrare perché un musicista è apprezzato dal proprio pubblico, e solo dopo perché ha avuto dei riconoscimenti più o meno formali. Se non avesse avuto un proprio pubblico, non sarebbe mai finito nella Hall of Fame!
La canzone più nota della formazione Hank Ballard and The Midnighters è la «Work with Me, Annie» (pubblicata a febbraio del 1954):

In qualità della seconda canzone del post odierno ho scelto l’altrettanto famosa «Annie’s Aunt Fannie» (pubblicata a ottobre del 1954):

Bene, per oggi è andata così, mentre in futuro non ancora ben definito pubblicherò qualche canzone più «accademica» dei Hank Ballard and The Midnighters.


Per questo sabato, quasi a metà di un «ponte», non vi carico con una lettura impegnativo. Vi faccio vedere qualcosa di bello, da valori estetici e morali altissimi.
Il Servizio federale per l’esecuzione delle pene (FSIN) della Russia ha sviluppato dei campioni di nuovi indumenti speciali per i detenuti, riferisce il Ministero della Giustizia della Federazione Russa. I campioni di abbigliamento sono stati mostrati durante un incontro tenutosi presso il Ministero della Giustizia il 24 aprile con la partecipazione del FSIN e di attivisti per i diritti umani. I modelli di abbigliamento sono stati mostrati su manichini.
Ora anche voi potete vedere le foto di quei campioni e invidiare un po’ i pericolosissimi criminali russi (tipo quelli che pronunciano la parola guerra parlando di ciò che sta succedendo sul territorio ucraino): ora potrebbero avere i vestiti nuovi!
P.S.: se fossi realmente capace di scherzare senza alcun limite, vi avrei anche raccontato del modo di avere gratis un po’ di quei pezzi di abbigliamento alla moda.


Timur Ivanov

In Russia vengono diffuse le voci in base alle quali il viceministro della «Difesa» russo Timur Ivanov sarebbe in realtà stato arrestato non per corruzione, ma per una sorta di non meglio precisato tradimento dello Stato.
Relativamente a tale arresto, tra gli utenti russi dei social vedo due tipi di reazioni. Alcune persone esprimono il proprio dispiacere per il fatto dell’arresto di un uomo che ha efficacemente rubato – «indebolendolo» – a quell’esercito che sta conducendo una guerra aggressiva (in realtà l’arresto non cambia alcunché: Ivanov non è assolutamente l’unico a rubare, dunque qualche nuovo ladro prenderà sicuramente il suo posto in base alla natura stessa del sistema in cui lavorava). Altre persone si chiedono, poi, quale possa essere quel tradimento dello Stato (avrà dato dell’idiota a Putin?!).
In realtà, non conosciamo ancora il motivo reale per il quale Ivanov sia stato arrestato. Forse, banalmente, si trovava in una posizione così vantaggiosa – finanziariamente e politicamente – che qualcuno dei concorrenti «vicini al Cremlino» lo invidiava molto. In questo caso l’accusa di tradimento è solo quell’elemento che per lo Stato russo odierno non ha bisogno di una definizione giuridica precisa: serve solo per garantire la condanna dell’accusato. Oppure, che ne so, ha voluto scappare all’estero (verso la bella e tranquilla vita in Occidente), ha iniziato a trattare con qualche Istituzione europea per poterlo fare senza problemi legali e finanziari (in sostanza, non essere arrestato come un complice di Putin e poter tenersi almeno una parte dei soldi rubati in Russia), ma è stato beccato e accusato di tradimento. Insomma, per ora non lo sappiamo e non abbiamo dei motivi validi per fidarci ciecamente di quello che comunica lo Stato russo.
Nel frattempo, potete leggere una brevissima relazione – scritta da chi osserva professionalmente e da anni lo Stato russo – su chi era e come lavorava Timur Ivanov.


Cogno, 29 marzo 2024

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Cogno (una frazione di Piancogno) del 29 marzo 2024.
In particolare, il racconto illustra bene una mia vecchia osservazione: anche in un paese minuscolo e deprimente possono essere scoperte alcune briciole di bellezza unica. Questo non significa che tali paesini debbano essere delle mete principali dei vostri viaggi, significa solo che non devono essere necessariamente scartati quando capitano sulla vostra strada nel corso di qualche viaggio più lungo e/o serio.