L’archivio del settembre 2024

Interferenza russa nelle elezioni

Ieri il Dipartimento del Tesoro statunitense ha imposto sanzioni contro il canale televisivo russo RT («Russia Today») a causa dei «tentativi di Mosca di influenzare le elezioni presidenziali» statunitensi. Le sanzioni riguardano 10 persone (manager di RT) e due organizzazioni. Le restrizioni sono state imposte al gruppo mediatico Rossiya Segodnya (il nome russo di «Russia Today») e a cinque delle sue filiali: RIA Novosti, RT, TV-Novosti, Ruptly e Sputnik. In una dichiarazione, il Dipartimento del Tesoro ha affermato che:

Russian state-sponsored actors have long used a variety of tools, such as generative artificial intelligence (AI) deep fakes and disinformation, in an attempt to undermine confidence in the United States’ election processes and institutions.

Finalmente qualcosa di concreto! Perché tutti i precedenti discorsi sulla interferenza russa nelle elezioni americane erano talmente generici e privi di fondamento (e a volte pure basati su fake) che quasi mi offendevo per le ingiustizie subite dalla propaganda di Stato russa: secondo me – e secondo tutti i lettori attenti delle notizie – essa si impegna di più e funziona molto più efficacemente di qualsiasi servizio speciale russo. Ma solo nel 2024 i suoi sforzi sono stati notati e apprezzati come si deve.
Faccio, dunque, le mie congratulazioni – anche se di tipi diversi – sia al Dipartimento del Tesoro americano che alla redattrice capo di RT Margarita Simonyan.


La diplomazia militare

In una intervista alla NBC il Presidente Zelenskyy ha dichiarato che l’Ucraina intende continuare a occupare i territori conquistati della regione russa di Kursk per un periodo di tempo indefinito, ma non intende annetterli. Allo stesso tempo, Zelensky si è rifiutato di rispondere alla domanda se l’esercito ucraino intenda occupare altri centri abitati sul territorio della Federazione Russa.
Entrambe le dichiarazioni sono così ovvie nel loro contenuto che non avrebbe nemmeno senso di scriverle. Zelensky avrebbe anche potuto non dirle (e il giornalista chiederle). Parlare dei piani per la conquista di altri centri abitati significherebbe avvisare il nemico. Ritirarsi dai territori già occupati significherebbe tornare alle precedenti posizioni di svantaggio in eventuali negoziati sulla cessazione delle ostilità e liberare l’esercito russo da un ulteriore impegno.
Teoricamente, però, questo argomento avrebbe potuto essere sviluppato in una direzione diplomatica con grande beneficio: trasmettere, attraverso l’intervista, a Putin la proposta di scambiarsi i territori attualmente occupati, smettere di sparare e iniziare a negoziare «pacificamente» su tutto il resto. Ma Zelensky non lo fa, perché sembra che abbia imparato a comprendere pienamente la psicologia di Putin: quello non fa le cose che gli vengono imposte dall’esterno, soprattutto in un modo pubblico. Quindi, è necessario mantenere una certa posizione finché Putin non giunge da solo a una conclusione logica di cui Zelensky ha bisogno.
Sembra che sia una forma della diplomazia militare.


Non sperare inutilmente

Non penso che una notizia di portata simile possa essere largamente discussa in Occidente, ma ieri sera Vladimir Putin è arrivato in Mongolia per una visita ufficiale di due giorni. Oggi, il 3 settembre, Putin dovrebbe incontrare il presidente mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh, firmare una serie di documenti e deporre fiori presso il monumento al maresciallo sovietico Georgy Zhukov (la visita di Putin coincide con l’85° anniversario della vittoria congiunta delle truppe sovietiche e mongole sulle forze giapponesi a Khalkhin-Gol nel 1939).
Ma tra i russi alcuni si sono ricordati che la Mongolia è membro della Corte penale internazionale (CPI) e deve formalmente arrestare Vladimir Putin, che è sulla lista internazionale di ricercati per – formalmente – il trasferimento di bambini dall’Ucraina alla Russia. Questa è la prima visita di Putin in un Paese che ha ratificato lo Statuto di Roma da quando è stato emesso il mandato di arresto. Di conseguenza, c’è chi spera che Putin venga realmente arrestato…
Ebbene, penso che sia fortemente ingiusto alimentare le false speranze: Putin non è un tipo particolarmente coraggioso, quindi non avrebbe mai accettato l’idea di andare in uno Stato del genere senza ricevere delle garanzie potentissime circa la propria sicurezza e libertà. Realisticamente parlando, si potrebbe ipotizzare solo due situazioni in cui Putin possa essere arrestato: se decide di consegnarsi lui (andando lui in qualche Stato europeo) o se le forze militari occidentali (quelle ucraine comprese) decidono di fare una visita al Cremlino. Per ora entrambe le opzioni mi sembrano un po’ troppo teoriche.
E allora perché ci è andato in Mongolia? Sicuramente solo per dimostrare di essere ancora tanto «autorevole e potente» da poter fare le visite internazionali, anche negli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma.


Durov e il terrorismo

Il giornale francese Libération scrive che il fondatore di Telegram Pavel Durov, dopo essere stato arrestato a Parigi, ha dichiarato agli investigatori di aver collaborato con la Direzione generale della sicurezza (DGSI) del Ministero dell’Interno francese. Secondo una fonte vicina alle indagini, Durov avrebbe detto di avere un canale di comunicazione speciale con il controspionaggio francese, grazie al quale è stato possibile prevenire diversi attacchi terroristici. Allo stesso tempo, come scrive Libération, tra il 2013 e il 2024, la polizia francese non ha ricevuto risposte da Telegram a 2460 richieste.
Ecco, non so quanto corrispondano alla realtà tutte queste rivelazioni, ma posso sottolineare che per le forze dell’ordine francesi – e pure per la classe dirigente politica e per la società – la questione del terrorismo islamico è non meno importante (a volte forse anche più) di tutte le questioni che secondo la stampa europea sarebbero state «imputate» a Durov. Un europeo medio è più abituato a sentire spesso del narcotraffico o della pedofilia, mentre un francese medio si ricorda bene pure del rischio degli attentati: semplicemente perché in Francia succedono relativamente spesso.
Di conseguenza, si potrebbe presumere che Durov ha logicamente testimoniato di avere collaborato sulla questione più importante e pericolosa.


Inerario §37

Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 37) è dedicato al modo di visualizzare automaticamente tutti i sondaggi attivi esistenti (ovviamente su un determinato sito) creati con il plugin WP Polls, dando la possibilità votare in ognuno di essi.
Il paragrafo è stato pensato sia per gli sviluppatori «pigri» che per i semplici amministratori o proprietari dei siti web che non si intendono della programmazione per il web: infatti, contiene i codici php delle soluzioni possibili.
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo37/


Le cause del fumo

Questa settimana abbiamo avuto delle nuove conferme del fatto che in Ucraina hanno imparato a costruire i droni militari capaci di colpire a distanze grandi, più di mille chilometri. Dunque, ci sono stati degli incendi ad altre raffinerie di petrolio russe.

Alcuni funzionari dello Stato russo, però, negano tutto dicendo che il fumo che vedete nel filmato sia stato causato dal fatto che qualcuno ha incendiato l’erba secca nei campi. Sarà così?..