In Russia vengono diffuse le voci in base alle quali il viceministro della «Difesa» russo Timur Ivanov sarebbe in realtà stato arrestato non per corruzione, ma per una sorta di non meglio precisato tradimento dello Stato.
Relativamente a tale arresto, tra gli utenti russi dei social vedo due tipi di reazioni. Alcune persone esprimono il proprio dispiacere per il fatto dell’arresto di un uomo che ha efficacemente rubato – «indebolendolo» – a quell’esercito che sta conducendo una guerra aggressiva (in realtà l’arresto non cambia alcunché: Ivanov non è assolutamente l’unico a rubare, dunque qualche nuovo ladro prenderà sicuramente il suo posto in base alla natura stessa del sistema in cui lavorava). Altre persone si chiedono, poi, quale possa essere quel tradimento dello Stato (avrà dato dell’idiota a Putin?!).
In realtà, non conosciamo ancora il motivo reale per il quale Ivanov sia stato arrestato. Forse, banalmente, si trovava in una posizione così vantaggiosa – finanziariamente e politicamente – che qualcuno dei concorrenti «vicini al Cremlino» lo invidiava molto. In questo caso l’accusa di tradimento è solo quell’elemento che per lo Stato russo odierno non ha bisogno di una definizione giuridica precisa: serve solo per garantire la condanna dell’accusato. Oppure, che ne so, ha voluto scappare all’estero (verso la bella e tranquilla vita in Occidente), ha iniziato a trattare con qualche Istituzione europea per poterlo fare senza problemi legali e finanziari (in sostanza, non essere arrestato come un complice di Putin e poter tenersi almeno una parte dei soldi rubati in Russia), ma è stato beccato e accusato di tradimento. Insomma, per ora non lo sappiamo e non abbiamo dei motivi validi per fidarci ciecamente di quello che comunica lo Stato russo.
Nel frattempo, potete leggere una brevissima relazione – scritta da chi osserva professionalmente e da anni lo Stato russo – su chi era e come lavorava Timur Ivanov.
L’archivio del 26 aprile 2024
26/04/2024 alle 13:25