I droni australiani SYPAQ – quelli con la carcassa fatta di cartone ed elastici – potevano sembrare una idea interessante ma poco funzionante. Ma in realtà pare che siano stati proprio loro a fare dei gravi danni nell’aeroporto militare russo vicino a Kursk.
I volumi di prodizione possibili sono un fattore altrettanto importante.
L’archivio del 2023 год
La Sinfonia n. 8 in Si minore di Franz Schubert viene comunemente chiamata «incompiuta» perché il compositore aveva completato solamente le sue prime due parti (delle tradizionali quattro). Ma a me sembra che possa essere considerata una composizione logicamente intera e compiuta anche nella sua versione esistente.
P.S.: secondo me prima o poi a qualcuno verrà in mente di chiedere a una AI di completare questa sinfonia sulla base delle bozze di Schubert.
La lettura che propongo questo sabato mi aiuta, tra l’altro, a procedere verso la chiusura di un argomento al quale ho già dedicato troppa attenzione: quella della morte e del funerale di Evgeny Prigozhin. L’articolo, in particolare, racconta come è stato organizzato e gestito in termini dell’"ordine pubblico" il funerale semi-segreto di Prigozhin.
Non so quale morale si possa individuare in questa storia: probabilmente, oltre ad avere un semplice valore storico, ci ricorda – banalmente – che lo Stato russo ha ancora paura dei propri cittadini riuniti in grandi folle a causa di un unico motivo. Anche se, al giorno d’oggi, lo stesso Stato appare pronto a utilizzare qualsiasi forma della forza anche contro i propri cittadini.
A volte mi capita di voler prendere una nota di qualche scoperta per poi studiarla meglio in un periodo un po’ più libero dagli impegni quotidiani. Oggi utilizzo il mio sito per una di quelle note. Infatti, è interessante notare che, sebbene Hitler, Mussolini e Stalin abbiano partecipato ai combattimenti in guerra, inizialmente tutti e tre cercarono di sottrarsi al servizio militare.
Nel 1913 in tutta l’Austria-Ungheria fu condotta, al fine di aumentare il numero delle truppe, una ricerca dei coscritti fuggiti. Il 22 agosto la polizia emise, tra l’altro, il seguente avviso di ricerca: «Hittler Adolf, fino a poco fa residente nel dormitorio maschile, Meldemann Strasse, Vienna, luogo attualmente non stabilito, la ricerca continua». La polizia austriaca chiese alla polizia di Monaco di stabilire l’indirizzo di Hitler fuggitivo. Il 19 gennaio 1914 la polizia criminale di Monaco portò Hitler al consolato austriaco. Il 5 febbraio 1914 Hitler si recò a Salisburgo per gli esami medici, al termine dei quali fu dichiarato non idoneo al servizio militare.
Benito Mussolini, per evitare il servizio militare, emigrò in Svizzera nel 1902. Nel 1903 fu condannato in contumacia a un anno di reclusione dal tribunale militare di Bologna per essersi sottratto alla coscrizione e successivamente arrestato dalla polizia svizzera su richiesta dell’Italia. Nel 1904 Mussolini fu tra i beneficiari della amnistia proclamata in occasione della nascita del principe Umberto (diventato poi re Umberto II).
Nel 1916 il governo russo decise di chiamare al servizio militare le persone condannate alla deportazione nelle zone estreme della Russia per i reati amministrativi. A dicembre del 1916 Stalin fu dunque trasferito, ormai in qualità di una recluta, a Krasnoyarsk, ma all’inizio di febbraio del 1917 si sottrasse al servizio per motivi di salute: a causa di un’estensione incompleta del braccio sinistro al gomito (pare che sia stata la conseguenza di una ferita ricevuta durante una «espropriazione proletaria»).
Chissà come ho fatto ad arrivare a una scoperta del genere…
A settembre in Italia e in diverso altri Paesi europei ricomincia l’anno scolastico. Di conseguenza, il mio sondaggio di questo mese riguarda una delle vostre esperienze scolastiche più rappresentative (per la comprensione della vostra personalità ahahaha):
Purtroppo, non so se tra i lettori di questo sito ci sia qualcuno che siede ancora dietro un banco scolastico. Ma so che conta il voto di ognuno, indipendentemente dalla età e dal grado di istruzione!
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrati o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.
Nel corso del presente secolo, per quasi due decenni, mi aveva preoccupato la crescente militarizzazione della coscienza collettiva russa: un fenomeno alimentato, senza alcun tentativo di mascherarsi, dallo Stato russo. L’estetica militare stava diventando sempre più di moda, creando dei disagi psicologici alla gente mentalmente resiliente.
A partire dal 24 febbraio 2022, poi, mi preoccupa ancora di più l’approvazione (e ancora più spesso l’indifferenza) manifestata dalle grandi masse – nella società russa – verso la guerra iniziata dalla Russia in uno Stato vicino.
Ma, per fortuna, a volte mi giungono anche delle notizie rasserenanti. Per esempio: nei giorni scorsi la direzione di una scuola di Nižnij Novgorod ha distribuito alle famiglie degli iscritti al primo anno scolastico l’uniforme pseudo-militare che gli alunni avrebbero dovuto indossare il primo giorno della scuola, quindi il giorno in cui nelle scuole russe viene svolta la cerimonia festiva dell’inizio dell’anno scolastico. La maggioranza dei genitori si è però pubblicamente lamentata di tale iniziativa, alcuni hanno pure restituito – con una certa l’aria di sfida – l’uniforme alla scuola. Ora la direzione della scuola tenta di giustificarsi, sostenendo di essere stata fraintesa: ora dice che l’uniforme servirebbe per le attività extrascolastiche e per i festeggiamenti del Giorno della Vittoria (9 maggio) e della Giornata del difensore della patria (23 febbraio).
Non so ancora come possa finire questa storia, ma sento già una notevole gratitudine nei confronti di quei genitori. Ma hanno dato un po’ di ottimismo.
La mattina di ieri, il 29 agosto, Dmitry Peskov – il portavoce di Putin – ha dichiarato che «la presenza del presidente al funerale di Prigozhin non è prevista».
Sempre ieri, di pomeriggio, si è svolto l’"evento" ufficialmente definito «funerale di Prigozhin»: senza Putin e senza il pubblico, senza gli onori militari dovuti per legge a una persona avente lo status di «Eroe della Russia», «segreto» secondo la formula ufficiosa.
La suddetta dichiarazione e la suddetta assenza di Putin insieme fanno una buona occasione per sottolineare un aspetto logico interessante: indipendentemente da quello che è realmente successo a Evgeny Prigozhin (abbattuto, fatto esplodere in aria, arrestato di nascosto sul secondo aereo, lasciato scappare all’estero etc., etc.), a Putin conviene far credere a una determinata categoria dei russi che sia stato proprio lui a ordinare l’eliminazione di Prigozhin. Tale ordine e la sua esecuzione in una data quasi simbolica (due mesi esatti dalla «rivolta») dimostrerebbero – nella sua logica mafiosa – una grande forza e la capacità di eliminare i nemici. Di conseguenza, i collaboratori più stretti e/o potenti dovrebbero spaventarsi e non pensare più ai tentativi di destituire Putin.
Il problema sta nel fatto che il trucco funzionerà fino alla prossima situazione di pericolo più o meno reale, quando Putin apparirà nuovamente in televisione impaurito e incapace di dire alcunché di preciso.
Ma per ora gli conviene far credere che sia stato lui a eliminare Prigozhin. In tale missione sarà sicuramente aiutato dai vari propagandisti ufficiali e non.
Non ci avevo mai pensato prima, ma in realtà quello sottolineato dal Financial Times è un fenomeno abbastanza logico, teoricamente prevedibile: il contingente di militari ucraini arrivati in Germania per l’addestramento offerto dai militari europei è eterogeneo sia in termini di livello di formazione che di età (uno degli «studenti» ha più di settant’anni) ed è dunque facilmente ipotizzabile che alcuni comandanti ucraini preferiscano non sottrarre il personale militare più prezioso (quello più attivo mentalmente) alle missioni di combattimento. Se l’ipotesi dovesse essere corretta, si tratta, purtroppo, di una questione che non può essere risolta senza creare degli ostacoli alla controffensiva ucraina.
Nello stesso articolo, poi, vengono messi in evidenza altri due problemi. In primo luogo, è la mancanza degli interpreti che conoscano la terminologia tecnica militare in tutte le lingue utilizzate durante i corsi.
In secondo luogo, uno dei militari occidentali coinvolti nell’addestramento ha dichiarato, a condizione di anonimato, che i militari europei hanno a che fare con gli ufficiali-studenti ucraini che hanno ricevuto la loro formazione militare durante l’epoca sovietica e sono convinti di «saperne di più» delle materie trattate. Questo sarebbe un problema enorme nel contesto di quello che mi è capitato di sentire in una intervista (fatta in russo) dello studioso della guerra Michael Kaufman: l’esercito ucraino, nonostante tutta la sua evoluzione degli ultimi trent’anni, è comunque un erede della dottrina militare sovietica nella quale la priorità veniva data alla artiglieria e non (a differenza di quella americana) alle forze aeree. Di conseguenza, non è sufficiente – secondo Kaufman – fornire fisicamente gli F16 e le altre armi occidentali più o meno moderne: bisogna anche insegnare, da zero, agli ucraini il modo di usarli in un modo ben coordinato. Ma, aggiungo io, i blocchi mentali degli studenti rendono il compito ancora più difficile.
Tutto questo potrebbe farci giungere alla triste conclusione che l’unica soluzione sarebbe quella di schiacciare il nemico con la massa. Boh, vedremo…
Oggi provo a esercitarmi in una attività a me poco tipica: l’allarmismo.
Probabilmente avete già letto che il 21 agosto l’ambasciata statunitense a Minsk ha chiesto ai cittadini americani di lasciare immediatamente la Bielorussia. Si tratta di un segnale molto preoccupante. La volta scorsa — almeno tra i casi che seguo io — il Dipartimento di Stato statunitense aveva invitato i propri connazionali a lasciare l’Ucraina alla vigilia della guerra iniziata il 24 febbraio 2022. Nonostante il nostro logico scetticismo dell’epoca, gli americani avevano in realtà avuto ragione.
In quale contesto è stato diffuso l’invito a lasciare la Bielorussia? Il 1° settembre 2023 in Bielorussia inizieranno le esercitazioni militari della CSTO (l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva; ne fanno parte appena sei Stati: Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan: indovinate chi comanda). Le cariche nucleari tattiche sono state trasferite in Bielorussia già da mesi. Ci si può aspettare qualsiasi provocazione, da un attacco all’Ucraina a un attacco al corridoio di Suwałki. Una provocazione messa in atto dall’esercito bielorusso, le unità militari russe, le unita della Wagner ancora fisicamente esistenti. È anche possibile che, sotto la copertura delle esercitazioni, Lukashenko venga buttato giù dal trono con la forza e la Bielorussia venga annessa.
Ormai sappiamo che da un certo personaggio ci si può aspettare qualsiasi cosa. Come minimo, non lascerà la maggioranza degli occidentali a far passare la guerra in sottofondo. E pensate a chi vive in quelle zone.
Oggi vediamo il video dell’atterraggio dell’aereo di (ma continuo a non scrivere «con») Evgeny Prigozhin:
«Per sicurezza» potevano fare atterrare anche il secondo, ma è andata come è andata. Vedremo gli sviluppi.