L’archivio del 4 Novembre 2023

La musica del sabato

Avrei inserito il chitarrista spagnolo Andrés Segovia nella mia rubrica musicale già tempo fa, ma è sempre stato difficile farlo per un motivo puramente tecnico: su internet sono pubblicati troppi pochi video con i quali avrei potuto illustrare il mio post. Ci sono alcuni video nei quali si sente (e si vede) suonare Segovia ormai abbastanza anziano e quindi impossibilitato – per dei motivi comprensibilissimi – di muovere le dita come ai tempi migliori. Si tratta di una grande perdita per coloro che apprendono la cultura da YouTube: per esempio, perché Segovia è l’autore di una delle più famose trascrizioni per la chitarra classica della «Asturias», una composizione per pianoforte del compositore spagnolo Isaac Albéniz ritenuta quasi impossibile da suonare con la chitarra (tra le versioni disponibili su YouTube la mia preferita resta quella di Leszek Rojsza).
Ma con il passare del tempo trovo sempre meno probabile che su YouTube possano finalmente comparire le registrazioni di Andrés Segovia realizzate all’apice della sua lunga carriera. Tecnicamente è quasi normale: quel periodo corrisponde alla metà del XX secolo, quindi le eventuali registrazioni andrebbero anche restaurate.
Allo stesso tempo, sarebbe brutto non scrivere di uno dei padri della moderna chitarra accademica. Segovia fece tantissimo per portare il riconoscimento del suo strumento allo stesso livello del pianoforte o del violino, ha trascritto per la chitarra tante composizioni della musica classica, convinse i compositori a lui contemporanei a comporre la musica appositamente per la chitarra e aggiornò la tecnica di esecuzione delle composizioni musicali in modo da permettere l’ascolto della chitarra anche nelle grandi sale da concerto e non solo nei salotti (suonava utilizzando non solo i cuscinetti delle dita ma anche le unghie, il che rendeva il suono più forte e più nitido; tale tecnica aveva anche portato all’utilizzo dei nuovi materiali per la fabbricazione delle corde).
Insomma, alla fine ho scelto quel video-esempio che possa pubblicizzare la lunga e ricca carriera di Andrés Segovia:

Succederà, prima o poi, il miracolo delle nuove pubblicazioni su YouTube?


Chi ne ha la possibilità tecnica (o è pratico con i metodi non convenzionali ahahaha), può leggere la interessante intervista del Comandante in capo dell’esercito ucraino Valery Zaluzhny alla rivista The Economist pubblicata il 1 novembre.
In sostanza, il senso generale delle cose che dice Zaluzhny consiste in due concetti:
1) una constatazione dei fatti evidente a tutti da mesi, ma mai espressa ufficialmente dalle autorità ucraine per non provocare una ondata di rassegnazione tra il popolo: la guerra rischia di diventare molto lunga e sempre molto difficile da combattere;
2) un avvertimento all’Occidente: se gli aiuti militari materiali e concreti non dovessero essere intensificati a breve, tutti gli aiuti passati (già abbastanza costosi) rischiano di diventare un inutile spreco di risorse (perché nessuno può garantire che l’Ucraina possa vincere una lunga guerra di posizione).
Per ora l’intervista non sembra un segnale di rassegnazione. Sembra, invece, un ultimo avvertimento preciso e pesante.