L’archivio del 17 luglio 2023

Il secondo attacco al ponte

Questa notte sul «Ponte di Crimea» – costruito dalla Russia dopo l’annessione della penisola – ci sono state due esplosioni: alle 3:04 (sulla parte automobilistica, danneggiando una arcata) e alle 3:20 (sulla parte ferroviaria, senza danneggiarla seriamente). L’Ucraina e la Russia sostengono che il ponte sia stato attaccato da droni di superficie ucraini.

Avrei potuto provare a scherzare sulle dichiarazioni del portavoce di Putin che detto «Siamo consapevoli dell’insidiosità del regime di Kiev», ma non è più un passatempo tanto divertente.
Avrei anche potuto constatare che l’Ucraina sta continuando a tagliare le strade alla logistica militare russa, ma lo sapete anche senza di me.
Quindi propongo qualche dichiarazione curiosa, quasi divertente, della stampa pro-governativa russa dedicata al ponte.

Il ponte di Crimea è una struttura strategica di prima categoria, al pari delle centrali nucleari o del centro di comando delle forze missilistiche strategiche. È sorvegliato di conseguenza, quindi gli appelli a «bombardare il ponte di Crimea» testimoniano o l’ignoranza di coloro che li invocano o il loro ottimismo patologico. O, più probabilmente, entrambe le cose.

Il ponte di Crimea è costruito con la tecnologia della cupola di un reattore di una centrale nucleare. Ciò significa che le campate del ponte possono resistere a un colpo diretto di un aereo. L’attraversamento è inoltre protetto dagli attacchi aerei da un sistema di difesa aerea stratificato rappresentato da una gamma completa di sistemi missilistici antiaerei: dai Pantsir alla divisione S-400 schierata a Feodosia.

Oltre alle armi puramente antiaeree in grado di respingere un massiccio attacco missilistico o aereo, sulle rive dello Stretto di Kerch sono schierate anche le più recenti attrezzature per la guerra elettronica. Se necessario, copriranno il ponte con un bozzolo invisibile dai radar e dalle testate di puntamento dei missili da crociera, faranno impazzire le attrezzature di bombardieri e droni.

Il ponte n. 1 è anche ben protetto dagli attacchi dal mare. I suoi sostegni sono protetti da speronamenti con spoiler. Gli accessi al ponte dal mare e dalla terraferma sono monitorati 24 ore su 24 da una brigata separata della Rosgvardia, coadiuvata dalle guardie di frontiera e dalle unità anti-dirottamento della Flotta del Mar Nero: queste ultime si assicurano che gli anfibi con esplosivi non si avvicinino ai supporti.

E poi aggiungo che prima del 24 febbraio 2022 il ponte di Crimea mi sembrava un potenziale bel regalo alla Ucraina del futuro, quella riunitasi con la Crimea e il Donbass e lasciata stare dalla Russia. Ora, invece, non sono contrario alla sua distruzione anche con dei mezzi militari.
E poi, non sono assolutamente dispiaciuto per le vittime russe degli attacchi: sapevano di andare in vacanza a) in un territorio occupato, b) nel corso di una guerra. Hanno subito le conseguenze delle quali erano ben informati e che si erano meritati.