Per qualche strano motivo pure i media occidentali hanno iniziato a scrivere che i droni «ucraini» (in realtà non si capisce proprio da chi siano stati inviati) avrebbero «colpito Mosca». Molto probabilmente i loro autori sono rimasti vittime della propaganda russa e non hanno avuto abbastanza pazienza per guardare bene la mappa. Mentre in Russia qualcuno ha fatto lo sforzo di segnare sulla mappa i punti ai quai ieri è arrivata la maggioranza dei famosi droni:
Ebbene, le mappe vanno non solo contemplate, ma anche analizzate: nel caso specifico considerato ora non si tratta di una zona geografica qualsiasi. Si tratta di una delle zone più costose, più «fighe», più prestigiose, più di lusso della periferia moscovita (si trova a sud-ovest della città). Per comprarci un terreno e/o un immobile molto spesso non è nemmeno sufficiente avere tanti soldi: ci vogliono anche le amicizie giuste (altrimenti non avrai la vita tranquilla). In particolare, i droni sono andati nei seguenti punti:
Uno dei droni è caduto nel villaggio di Ilyinskoe, a soli 3 chilometri dalla residenza del presidente Putin a Novo-Ogarevo.
Uno dei droni è caduto nel villaggio di Znamenskoe si trova la tenuta di Gennady Timchenko, un amico di Putin. Accanto c’è la residenza Gorki-9 del Primo Ministro Mikhail Mishustin e la casa di Kirill Shamalov, l’ex genero di Putin. Nelle vicinanze vivono il padre del governatore della Regione di Mosca, il senatore Yury Vorobiev e il ministro della «Difesa» Sergei Shoigu.
Passiamo al punto seguente. Le ville degli amici più stretti di Putin, Arkady e Boris Rotenberg, si trovano una di fronte all’altra nel villaggio di Zhukovka, nel polo di Ilyinskoe. E accanto c’è la casa dell’amante di Shoigu, Elena Shebunova. Nell’insediamento di Landscape, Sergei Kirienko ha una casa. Igor Sechin ha una casa a Barvikha. L’ex dacia del ministro sovietico Mikoyan è di proprietà di Viktor Zolotov, capo del Servizio di Guardia Nazionale.
Un altro punto di caduta. Ad Arkhangelskoye si trova la casa di Valery Zorkin, capo della Corte Costituzionale.
Negli stessi luoghi vivono anche i «principi»: i figli di Igor Sechin (il capo della Rosneft), Inga e Ivan (a Barvikha), il genero di Zolotov (il capo della Guardia Nazionale), Yuri Chechikhin, e il figlio di Zolotov, Roman (a Rechnoye).
Un altro drone, poi, drone era diretto a Vlasikha, il posto di comando centrale delle forze missilistiche strategiche.
Insomma, cosa (chi) e per quale scopo i droni abbiano attaccato non è quella domanda alla quale si possa rispondere con «Mosca, per intimidire».
E non vedo nemmeno alcuna chiara indicazione del fatto che i droni siano stati lanciati dall’esercito ucraino.
L’archivio del 31 maggio 2023
31/05/2023 alle 13:25