Il pianista classico ungherese/britannico András Schiff è internazionalmente noto, tra tante altre cose, per due motivi: 1) è considerato uno dei migliori esecutori delle composizioni di Ludwig van Beethoven; 2) ha registrato delle composizioni di Beethoven con il pianoforte Broadwood della epoca del compositore.
Il secondo motivo, dal punto di vista tecnico, è in realtà solo una piccola curiosità: un pianoforte è uno strumento troppo complesso per essere restaurato con successo (a differenza, per esempio, di un violino), mentre una qualsiasi replica moderna non potrà garantirci il suono autentico (anche perché non sappiamo con la certezza assoluta come era). Di conseguenza, oggi posto – «semplicemente» – due sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven suonate da András Schiff con uno strumento moderno.
Inizio con la sonata n. 15 «Pastorale» (op. 28) del 1801:
E poi aggiungo la sonata n. 30 (op. 109) del 1820:
Due sonate scelte solo in base all’umore degli ultimi giorni…
L’archivio del Aprile 2023
Il 25 aprile 2023 il Google Earth e il Google Maps hanno aggiornato, per la prima volta dal giugno 2021, le immagini satellitari della città di Mariupol. Le immagini comprese nell’aggiornamento sono state scattate in momenti molto diversi della guerra. Per esempio, in alcune aree della città si vedono gli incendi durante i combattimenti, mentre nelle altre si vede il processo della costruzione di nuovi edifici da parte delle autorità di occupazione. Allo stesso tempo, per esempio, le immagini non mostrano il quartiere Nevskij, che sarebbe stato visitato da Putin nel marzo 2023. Di conseguenza, dalle nuove immagini è impossibile capire cosa stia accadendo in città ora, in questo preciso momento. Però è possibile farsi un’idea dell’entità della distruzione a Mariupol. Con l’applicazione Google Earth è possibile confrontare lo stato della città prima e dopo la distruzione bellica.
Ora riporto solo alcuni esempi.
Il centro della città. I quadrati scuri sulla foto della pianta generale della città non sono le tracce dei combattimenti, ma degli inserti Continuare la lettura di questo post »
Alla fine della settimana scorse il Ministero degli Esteri russo aveva promesso che «i giornalisti americani sperimenteranno tutti i disagi e i fastidi» perché ai «giornalisti» statali russi non era stato permesso di seguire il ministro Lavrov a New York. Mi ero chiesto quali disagi fossero stati sottointesi, ed ecco che – ieri pomeriggio – è arrivata la risposta: ai diplomatici statunitensi è stata negata la visita in carcere al giornalista Evan Gershkovich.
Effettivamente, il giornalista arrestato per lo «spionaggio» della riparazione dei vecchi rottami soprannominati «carri armati» stava troppo bene, si sentiva il protagonista di qualche commedia. Bisognava proprio fargli sentire qualche disagio…
Cari visitatori!
Ritengo opportuno avvisarvi che la notte tra il 29 e il 30 aprile (l’ora centrale europea) questo sito sarà sottoposto ai lavori di manutenzione straordinaria. Penso di completare il tutto in due o tre ore, ma in quel breve arco di tempo il sito sarà inagibile o malfunzionante. Chiedo anticipatamente scusa per il disagio temporaneo.
Cosa intendo fare in particolare: Continuare la lettura di questo post »
L’International Business Times ci comunica che ieri il partito di governo sudafricano African National Congress ha deciso di ritirarsi dalla giurisdizione della Corte penale internazionale. Si sostiene che le autorità sudafricane abbiano preso tale decisione a causa del «trattamento ingiusto di alcuni Stati da parte della CPI». La decisione deve ancora essere confermata dal Parlamento sudafricano, e penso che succeda entro i prossimi due o tre mesi. Infatti, devo ricordarvi che nell’agosto 2023 il Sudafrica ospiterà il vertice del BRICS al quale è stato invitato anche Vladimir Putin (come presidente di uno degli Stati partecipanti).
Ma già oggi l’amministrazione presidenziale ha cambiato l’idea e ha comunicato l’intenzione di rimanere sotto la giurisdizione della CPI.
Immaginavo che la decisione della Corte penale internazionale di emettere un mandato di arresto nei confronti di Putin avrebbe messo alcuni Stati di fronte a delle scelte abbastanza difficili, ma sono abbastanza sorpreso della soluzione radicale tentata dal Sudafrica. Poteva continuare a ignorare i mandati emessi dalla CPI (come aveva già fatto nel 2015 con il presidente sudanese Omar al-Bashir), ma evidentemente non riusciva più a farlo «tranquillamente».
Potrei avanzare una idea abbastanza banale – vorrebbe chiedere a Putin qualcosa di realmente grande in cambio – ma non riesco a capire cosa potrebbe offrire Putin. In questo periodo storico è ancora meno capace di prima di aiutare economicamente gli altri Stati. E, in ogni caso, meno capace della Cina che sta colonizzando più o meno tutto il continente africano.
Boh…
Ho letto che nel 2022 la spesa militare dell’Europa occidentale e di quella centrale ha raggiunto i 345 miliardi di euro, stabilendo un record dai tempi della Guerra Fredda. Il fatto emerge da un rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI). In termini reali (aggiustati per l’inflazione), l’ultima spesa per la difesa è stata così alta nel 1989. Rispetto al 2021, sono aumentate del 13%. hanno registrato i maggiori aumenti delle spese militari la Finlandia (36%), la Lituania (27%), la Svezia (12%) e la Polonia (11%).
Ecco, quando si legge dell’aumento medio europeo bisogna ricordare almeno due fattori:
1) Gli Stati geograficamente vicini alla Russia si sentono – non del tutto senza motivo – più in pericolo, quindi è logico che aumentino la spesa militare e influiscano sulla spesa media europea;
2) Molti degli Stati di cui al punto primo, nel corso della Guerra fredda stavano (certo, non del tutto per scelta loro) dall’altra parte del conflitto.
Di conseguenza, prima di reagire in un modo acceso, quasi allarmistico, alle statistiche, ricordiamoci del loro contesto.
Maria Zakharova, la portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che gli USA non hanno rilasciato i visti al personale dei media statali russi che avrebbe dovuto accompagnare il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov nel suo viaggio a New York (dovrebbe partecipare alle riunioni del Consiglio di Sicurezza del 24 e 25 aprile). Una fonte diplomatica russa ha dichiarato ai media statali russi che il trattamento riservato ai giornalisti statunitensi sarà «simile» e non ci dovrebbero essere «dubbi circa il fatto che i giornalisti americani sperimenteranno tutti i disagi e i fastidi».
Il Ministero degli Esteri russo si sarà dimenticato che le redazioni americane ed europee hanno richiamato le proprie redazioni russe sui territori degli Stati più sicuri già mesi fa? E che il caso di Evan Gershkovich ha dimostrato tutta la ragionevolezza di tale scelta? No, non penso proprio che se ne siano dimenticati. Il fatto è che quasi tutte le dichiarazioni del Ministero si sono ormai trasformate in una forma di propaganda: rivolta principalmente verso il pubblico russo, ma spesso anche verso qualche utile idiota occidentale (non mi piace citare Lenin, ma almeno in questo caso ci ha regalato una bella espressione).
Insomma, pare che le autorità statunitensi abbiano ragionevolmente pensato che i «diplomatici» russi siano in grado di fare la propaganda anche senza l’aiuto dei «giornalisti». Si potrebbe vederla come una forma di riconoscimento.
In settimana si era diffusa una nuova «notizia» sulla nuova presunta «visita di Putin in una zona dei combattimenti in Ucraina». In base ai video ufficiali, le zone dei combattimenti avrebbero questo aspetto:
Esatto: filmati girati non si capisce bene dove e quando, ma sicuramente più lontano possibile dal fronte.
Provate a fare un confronto con i video sulle visite di Zelensky che vi è capitato di vedere fino a oggi.
Il Planet P Project è uno dei progetti musicali avviati dal tastierista statunitense Tony Carey (ex membro dei Rainbow) in Germania all’inizio degli anni ’80. Nell’ambito di tale progetto erano stati registrati solo due album moderatamente popolari, dopodiché Carey era tornato alla attività da solista: essa è sempre stata più di successo dal punto di vista commerciale.
La musica del Planet P Project, comunque, mi sembra stilisticamente interessante almeno in qualità di un buon monumento alle tendenze stilistiche della sua epoca. Dunque, oggi posto due canzoni dal primo album «Planet P Project» uscito nel 1983. L’album in generale non è molto lineare nel suo stile, quindi è stato impossibile selezionare due brani più rappresentativi. In più, ho pensato di evitare quei due che hanno avuto il maggior successo alla radio…
La prima canzone selezionata per oggi e la «King For A Day»:
E la seconda canzone selezionata è la «Send It in a Letter»:
La maggior parte della musica delle due canzoni riportate – e dell’album in generale – era stata registrata da Tony Carey in prima persona. Di conseguenza, posso constatare che un musicista così «versatile» avrebbe potuto meritare un po’ più notorietà…
L’articolo consigliato per questo sabato parla di come si manifesta ora, nel contesto della guerra in Ucraina, un fenomeno sociale russo con la storia secolare. Un fenomeno, per il quale non riesco nemmeno a scegliere un termine italiano capace di trasmettere pienamente il suo senso… In poche – e non una – parole, si tratta del denunciare una qualsiasi persona (conosciuta o sconosciuta a chi denuncia) per il suo atteggiamento palesemente o presumibilmente sgradito allo Stato, ma non necessariamente illegale, e con la piena consapevolezza di causare dei problemi anche gravi alla persona denunciata e senza necessariamente sperare di ottenere dei vantaggi in conseguenza allo sporgere stesso della denuncia. Non so qualcuno di voi riesca a suggerirmi un termine italiano adatto…
Ma, intanto, provate a leggere l’articolo: potrebbe esservi interessante.