Per l’ultimo post musicale dell’anno – e per l’ultimo post dell’anno in generale – ho voluto selezionare qualche musica bella, positiva, non particolarmente impegnativa e allo stesso tempo «tipicamente invernale». Si è rivelato un compito non così facile come possa sembrare, ma alla fine ci sono riuscito. Penso…
La prima composizione scelta per oggi è la étude n. 12 in si minore «Chasse-neige» («Tempesta di neve») del compositore ungherese Franz Liszt. È una composizione di semplicità solo apparente: in realtà è considerata una di quelle un po’ più difficili da suonare pure tra gli studi di Liszt. Però corrisponde alla maggioranza dei miei criteri stabiliti in partenza.
La seconda composizione scelta per oggi è il waltz n. 7 in do diesis minore (il cosiddetto «valzer invernale», Op. 64/2, composto tra il 1846 e il 1847) del compositore francese Fryderyk Franciszek Chopin. Si tratta di una di quelle composizioni che lo stesso Chopin non volle mai pubblicare: temette che la loro elevata melodiosità possa essere troppo facilmente banalizzata dagli esecutori dotati delle capacità o del gusto estetico non sufficientemente alti. Non so come lo avrebbe suonato Chopin – che fu considerato dai suoi contemporanei anche un grande pianista –, ma a me piace anche così:
Ecco, per oggi è andata così. Colgo l’occasione per augurarvi ancora una volta un felice anno nuovo: pieno di armonia, sinfonia e tante altre cose belle.
L’archivio del Dicembre 2022
Cari tutti!
Ovunque vi troviate, anche dalle vostre parti sta per finire il 2022. Sta per finire un anno che potrei definire solo con delle parole poco adatte alla pubblicazione anche su un sito personale come il mio. Sta per finire un anno che — penso di capirlo — è stato vissuto dalla maggioranza dei miei lettori con dei sentimenti molto diversi dai miei. Per me è stato un anno pessimo: un anno di disperazione, disorientamento, terrore psicologico etc. etc. È stato anche un anno di odio verso delle persone concrete e di augurio di morte a una persona ben precisa… Insomma, è stato un anno che avrei preferito di non avere nella mia vita. Anche se capisco benissimo che c’è chi da oltre dieci mesi sta molto peggio di me e ha molti più motivi per ricordare male l’anno uscente. Allo stesso tempo spero — e in una certa misura so — che voi stiate molto meglio, che la vostra immagine del 2022 non vada oltre una sana preoccupazione.
Di conseguenza, per il nuovo 2023 auguro a tutti la pace e la serenità. Per la prima volta nella vita vedo un senso in un augurio del genere.
Buon 2023.
Andrà tutto bene.
P.S.: a me auguro di riuscire a tornare a uno dei principi della vita preferiti: non far passare oltre il male.
Quanto è «bello» avere la possibilità di scrivere dell’arte durante la guerra…
Ieri nella città russa di Nizhny Novgorod si è svolta una azione a sostegno della «operazione militare speciale» in Ucraina e della tutela dei valori tradizionali. Circa mille attivisti della «Compagnia Volontaria della Fratellanza Combattente» si sono riuniti a Strelka («la punta», il posto dove confluiscono i fiumi Volga e Oka) e hanno steso un nastro di San Giorgio di 300 metri intorno alla Cattedrale Alexander Nevsky. Il leader della sezione cittadina del movimento, Roman Zykov, ha dichiarato che gli attivisti stanno proteggendo i valori tradizionali russi e non permetteranno mai che questi vengano distorti.
Potreste chiedervi quali valori possano essere protetti in tal modo? Almeno uno è evidente: Continuare la lettura di questo post »
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Dervio del 17 agosto 2022.
Le cose viste questa volta non sembrano particolarmente interessanti, ma so già che ci tornerò per studiare bene alcune zone periferiche di importanza storica-militare.
Non è stato assolutamente uno scherzo, ma io ho riso come un pazzo per circa mezz’ora.
La notizia di ieri è: Vladimir Putin ha regalato a ognuno degli otto leader partecipanti al vertice informale della CSI un anello con i simboli della Comunità. E si è tenuto un altro anello per sé.
Se la vostra reazione è stata almeno parzialmente simile alla mia, prendetevi del tempo per calmarvi e poi leggete pure i dettagli.
Ogni anello, realizzato in un metallo simile all’oro bianco e giallo, reca i simboli della CSI e la scritta «Buon Anno Nuovo 2023». Inoltre, ogni anello porta il nome dello Stato in cui si è tenuto il vertice: la Russia.
I suddetti regali sono stati consegnati a Alexander Lukashenko (il presidente della Bielorussia), Ilham Aliyev (il Presidente dell’Azerbaigian), Kassym-Zhomart Tokayev (il Presidente del Kazakistan), Sadyr Zhaparov (il Presidente del Kirghizistan), Emomali Rakhmon (il Presidente del Tagikistan), Serdar Berdymukhamedov (il Presidente del Turkmenistan), Shavkat Mirziyoyev (il Presidente dell’Uzbekistan) e Nikol Pashinyan (il Primo Ministro della Armenia).
Lukashenko è stato l’unico a infilare immediatamente l’anello sul dito.
Ora sapete anche voi che i dirigenti della Russia sono pure degli ignoranti in materia di quella cultura mondiale dalla quale vorrebbero «difendere i valori russi». Mentre le persone normali, anche in Russia, spesso non riescono a non ridere.
Nel mondo ci sono tantissime cose apparentemente prive di contenuti particolari, le cose alle quali non pensiamo perdendoci, senza rendercene conto, delle scoperte interessantissime. Per esempio: pensiamo al mezzo di trasporto tradizionale di Babbo Natale.
Sappiamo tutti che la slitta di Babbo Natale (e di alcuni suoi colleghi) viene trainata dalle renne. Se qualcuno dovesse chiederci, per qualche strano motivo, che tipo di renne siano, potremmo logicamente presumere che siano della sottospecie rangifer tarandus (quella più nordica), quindi gli esponenti della larghissima famiglia dei cervidi diffusi in Canada, la parte nord degli USA e una parte della Russia. Nella vita reale tali renne hanno questo aspetto:
E ora andiamo a scoprire un dettaglio interessante: Continuare la lettura di questo post »
Ci sono dei grandi anniversari che capitano al momento storico giusto…
Il 26 dicembre 1882 – esattamente 140 anni fa – l’inventore americano James A. Williams di Fredonia (Texas) ottenne il brevetto per una trappola per topi che nella sua struttura comprendeva una rivoltella (potenzialmente poteva essere utilizzata anche quella del calibro .45LC). In base ai dati contenuti nella descrizione del brevetto, la trappola consisteva in una piattaforma di legno con una molla, un fermo e un cuscinetto per il grilletto.
In base alla semplice idea dell’inventore, il topo premeva il cuscinetto del grilletto, la molla si metteva in movimento spingendo il gancio, il quale, a sua volta, premeva la guardia del grilletto della rivoltella: a questo punto partiva il colpo… Provate ora a immaginare la superficie della casa ricoperta dai frammenti del topo sparato a bruciapelo con una rivoltella!
Probabilmente anche i potenziali acquirenti di questa trappola riuscirono a immaginare l’entità delle conseguenze del suo funzionamento. Noi, al giorno d’oggi, non sappiamo quante trappole di questo tipo furono prodotte. Anzi, non sappiamo se ne fu prodotta o venduta almeno una.
Però sappiamo che Williams anticipò l’idea della trappola per topi di un altro inventore americano: William O. Hooker di Abingdon (Illinois). Quest’ultimo brevettò la propria invenzione dodici anni più tardi, nel 1894. Il dispositivo di sua invenzione è una classica trappola per topi che conosciamo tutti: con un cuscinetto a scatto con esca e una leva per colpire e uccidere l’animale.
Nel 1898 una trappola analoga fu brevettata dall’inventore britannico James Henry Atkinson. Il suo dispositivo fu chiamato Little Nipper; successivamente fu modernizzato con l’introduzione dei cuscinetti a scatto capaci di rispondere alla presenza degli animali con un peso corporeo superiore a quello prestabilito dal meccanismo.
Un altro personaggio riconosciuto come l’inventore della «classica» trappola per topi è l’armaiolo britannico Hiram Stevens Maxim (meglio conosciuto come il creatore della leggendaria mitragliatrice Maxim e dell’inalatore al mentolo per l’asma). Ora potremmo logicamente chiederci: se Maxim fosse stato un texano, la sua trappola per topi sarebbe stata dotata di una mitragliatrice? Nel caso della risposta positiva dobbiamo riconoscere: sarebbe stata molto più efficace di quella con una rivoltella!
Avevo in mente diverse opzioni per il video domenicale di questa settimana, m alla fine ho scelto quello sulla visita di Vladimir Zelensky negli USA. Contiene anche un pezzo del suo discorso al Congresso.
Il video del discorso completo è invece questo: Continuare la lettura di questo post »
Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non ci credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma, comunque sia la vostra categoria di appartenenza, scegliete bene la compagnia per questi giorni di festa: la sostanza delle persone è sempre più importante della forma… Soprattutto in una epoca quando per molto tempo siamo stati costretti a limitare la quantità dei contatti.
Per me il 2022 non è proprio un anno da grandi festeggiamenti, ma spero (spero? boh…) che voi riusciate a essere messi meglio.
Nel settembre del 1960 il cantante Charles Brown aveva registrato una canzone tipicamente natalizia in ogni suo aspetto: la «Please Come Home for Christmas»:
Successivamente, questa canzone era diventata tanto popolare da essere ripresa da moltissimi gruppi e cantanti anche abbastanza famosi. Per la vostra fortuna (?) non tento nemmeno di postare tutte le versioni esistenti: ne seleziono solo due tra le più interessanti.
La prima cover che potrei proporre oggi è quella probabilmente più nota: cantata/suonata dagli Eagles nel 1978 (ma non inclusa in alcun loro album di studio):
La seconda cover pubblicabile è di George Ezra. In questa interpretazione si notano delle leggere tendenze al pop, ma è comunque interessante per il suo carattere più moderno.
Bene, penso che per oggi possa bastare così. Nei prossimi giorni avrete abbastanza tempo (e, probabilmente, le forze) per cercare, volendo, le altre numerose versioni.