L’archivio del 2021 год

Rivedere le vecchie notizie

A volte è interessantissimo rileggere le vecchie notizie, anche quelle vecchie appena un anno… Perché è veramente strano rileggerne alcune: si ha quasi la sensazione di rivedere la prima pagina di un giallo subito dopo avere finito tutto il libro. E poi, a volte, si percepisce la necessità di nascondersi da qualche parte per ridere in libertà della notizia (oppure di un suo dettaglio) che a qualcuno non sembrerebbe tanto divertente.
Probabilmente mi conviene fare un esempio concreto: quanti di voi si ricordavano che il 2020 era l’anno della cultura e del turismo Italia–Cina? Ebbene, lo era. Qualcuno può dire che non è stato un anno di scambio appassionante?
I lettori moralmente più forti potrebbero provare a selezionare la parola (o l’espressione) più preoccupante di questa citazione:

Anche l’offerta cinese in Italia è variegata e passerà dalla musica, alla danza, alla cucina, all’arte toccando diverse città.

E dopo questa prometto di tornare a essere più serio.


Da non imitare

Molto probabilmente, in questi giorni avremo il primo motivo [serio] per essere contenti del Brexit finalmente avvenuto.
In Inghilterra, infatti, da oggi è vigore un nuovo lockdown: nonostante la campagna di vaccinazione avviata prima degli altri Stati europei e la pericolosità inferiore (per la salute della persona) del nuovo ceppo virale.
Ma, allo stesso tempo, poco prima della fine del 2020 abbiamo visto che proprio quel ceppo – uno di tanti esistenti, apparentemente meno dannoso e, soprattutto, noto già da settembre – era diventato uno strumento politico per «punire» ancora una volta uno Stato che lascia l’UE, per promuovere la firma dell’accordo di Brexit poco favorevole alla Inghilterra. Di conseguenza, possiamo ragionevolmente sperare che l’Inghilterra non possa più fare da esempio per i vertici degli Stati europei.
A volte l’idiozia politica incontra lungo il proprio percorso una rotonda, ci entra, compie il giro completo e arriva in un punto di apparente normalità per il solo fatto di avere invertito il senso di marcia. Spero…


Le sorprese della statistica

Il mio iPhone (in servizio dall’1 gennaio 2017) dice che tra gli ultimi quattro anni proprio il 2020 è stato l’anno in cui ho camminato di più. Non so a quante altre persone nel mondo sia successa una cosa del genere.

Prima del 2017 avevo ancora un telefono «d’epoca» e non uno smartphone, quindi non ero accompagnato nei miei spostamenti da un contapassi sempre attivo. Ma so di certo che nella mia vita erano capitati degli anni decisamente più «impegnativi».
Ora voglio vedere se riuscirò a mantenere la sana abitudine anche in un futuro e inevitabile periodo di maggiore normalità nei rapporti della umanità con le malattie.
Ma, intanto, utilizzo questo post anche per conservare le statistiche degli anni precedenti: Continuare la lettura di questo post »


Gli auguri di Putin per il 2021

Come da tradizione, il primo video domenicale dell’anno è quello del messaggio del presidente russo Vladimir Putin per l’anno nuovo (con i sottotitoli italiani). Non perché voglio sembrare un fan di questo funzionario — non lo sono! —, ma perché il contenuto di un discorso del genere è un importantissimo elemento di analisi politica.
Cosa posso dire di questo nuovo messaggio? Posso dire che è stato più lungo di tutti quelli precedenti e, allo stesso tempo, sempre privo di contenuti concreti. Indipendentemente dal nome di chi parla e dagli eventi della politica interna e internazionale ben noti a tutti, questa volta ogni Capo di Stato avrebbe avuto molto da dire ai propri cittadini. E, invece, abbiamo assistito, nel caso di Putin, a uno spettacolo per certi tratti molto simile a quelli precedenti e, allo stesso tempo, ancora più comico (o, se preferite, ridicolo) di prima. Così, abbiamo potuto osservare che Putin è ancora fissato con la Seconda guerra mondiale (se ha bisogno delle grandi vittorie di cui parlare, poteva ricordare anche la guerra contro Napoleone), parla dell’esempio datoci dai veterani di quella guerra (dobbiamo forse seguire l’esempio morendo tutti?) e non dice nulla di realmente positivo sulla attualità. Non dice nemmeno come pensa di aiutare ad affrontarla…
Ma è inutile riassumere tutto il discorso: potete sentirlo da soli. Avrei tradotto diversamente alcune parole, ma il senso generale si capisce comunque bene:

P.S.: devo dire che questa volta non mi ha entusiasmato nemmeno il discorso di Mattarella, ma questo è un altro argomento: non vorrei mischiare…


La musica del sabato

Ho pensato che pure nella mia rubrica musicale andrebbero rispettate alcune tradizioni musicali internazionalmente riconosciute. Per esempio, tutti (spero) conoscono il tradizionale concerto di Capodanno della Filarmonica di Vienna che si tiene ogni 1 gennaio alla sala Musikverein. Uno dei compositori più rappresentati a quei concerti è Johann Baptist Strauss II, quindi anche questa volta metto due sue brevi composizioni.
La prima sarà la «Tales From The Vienna Wood»:

Mentre la seconda composizione scelta per oggi è la «Tritsch-Tratsch Polka»:

Ancora una volta auguro un felice 2021 a tutti.


Il 2020 in foto

Il periodo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio da anni (o forse decenni) si caratterizza anche per la pubblicazione di raccolte fotografiche del tipo «l’anno passato in immagini».
Tutte le raccolte intitolate «il 2020 in foto» sono, naturalmente, di una tristezza infinita e si differenziano tra loro solo per la qualità tecnica delle immagini selezionate dai redattori. Ma proprio questa volta abbiamo un motivo in più per studiare attentamente quelle raccolte. Infatti, dobbiamo servirci di esse ricordarci che nel corso dell’anno scorso si erano verificati anche altri – rispetto a quello ben noto – eventi importanti e interessanti. Eventi per i quali il 2020 sarebbe comunque rimasto nella nostra memoria.
Quindi vediamone qualcuna – per esempio, quella di The New York Times – e imponiamo un po’ di pluralismo alla nostra memoria.

Foto di Doug Mills (New York Times)
In ogni caso, spero che il 2021 sia un anno un po’ più ricco di eventi.


1 gennaio

Probabilmente non lo sapevate.
Oppure speravate che qualcuno fosse più fortunato di voi.
Ma, in ogni caso, non fa assolutamente male ripeterlo.
Ebbene, ho una notizia triste per voi: in tutto il mondo occidentale – e non solo per voi – il primo gennaio è una giornata inesistente.
La gente si sveglia di pomeriggio, si rende conto di non poter bere o mangiare, non sa di preciso cosa avesse fatto prima di essersi addormentata e cosa dovrebbe fare ora. Nel momento in cui le persone riacquistano una minima parte della capacità di intendere e volere, è già la sera.
Nel frattempo le vie delle città restano vuote, non succede alcunché in giro per il mondo.
In sostanza, sui libri scolastici si potrebbe tranquillamente scrivere che un anno normale ha 364 giorni. E ciò sarà vero.
In conclusione del post illuminante di oggi vorrei esprimere le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che l’1 di gennaio sono costretti ad andare al lavoro. Nella prossima vita verrete premiati generosamente.

P.S.: oh, ma posso vedere il trailer del 2021?!