A quale gruppo potevo dedicare il mio post musicale del sabato nella giornata mondiale della barba? La risposta è ovvia: solo ai ZZ Top!
Molto probabilmente avete letto anche voi che il 28 luglio è morto il bassista storico del gruppo Dusty Hill. Questa notizia triste mi ha fatto pensare che la storia del gruppo possa essere considerata chiusa: i componenti rimanenti dei ZZ Top sono ormai troppo anziani per reinventare l’immagine del gruppo, troppo ricchi per necessitare di sfruttare il proprio passato glorioso e, spero, abbastanza intelligenti per fermarsi in tempo. Anche se non escludo che Billy Gibbons – il più attivo di tutti – possa avere abbastanza idee per continuare la propria carriera sotto qualche altro brand. Ma i veri ZZ Top, intanto, vanno ricordati come uno dei gruppi più impostanti – e sicuramente più divertenti – della storia musicale contemporanea.
Inizialmente avevo voluto essere non troppo banale nella scelta delle canzoni dei ZZ Top per il post musicale di oggi. Avevo dunque selezionato, in qualità della prima canzone, la «El diablo» (dall’album «Tejas» del 1977):
Ma poi ho pensato che un post commemorativo non può non contenere qualche grande classico del gruppo tratto da uno dei loro album migliori. Di conseguenza, ho selezionato la canzone «Sharp Dressed Man» (dall’album «Eliminator» del 1983):
Non escludo di tornare ancora ai ZZ Top in futuro. Lo hanno meritato.
L’archivio del 4 settembre 2021
Suppongo che pochi miei lettori abbiano un motivo valido per saperlo o ricordarlo, ma il primo sabato di settembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della barba. L’opportunità e il modo di festeggiare saranno sicuramente descritti dai proprietari e dipendenti dei vari barber shop sparsi per il mondo, mentre io ho una missione ancora più nobile.
Oggi vi informo di alcuni fatti da sapere necessariamente sulla pelosità facciale.
Comincerei dalla questione fondamentale: è normale portare la barba? Beh, direi di sì: la testa – tutta! – è una delle poche zone del corpo dove l’evoluzione millenaria per qualche motivo ci ha lasciato il pelo. Negli anni che rientrano nel periodo della vita di un essere umano o della memoria di una civiltà cambia solo la moda, mentre la presenza della barba sulla faccia di un uomo rimane normale quanto la quantità degli occhi pari a due.
N.B.: nei primi mesi dell’anno scorso mi è capitato più volte di sentire e leggere dei dubbi circa la pericolosità della barba in qualità di un vivaio (o, se preferite, raccoglitore) del coronavirus. Ebbene, ora, come all’epoca, penso che quei dubbi abbiano una fondatezza infinitamente bassa. Se la barba fosse un luogo di residenza delle malattie, la già citata evoluzione non avrebbe permesso ai barbuti di sopravvivere fino ai giorni nostri. In sostanza, la selezione naturale ha già risposto meglio di tutti i testi del mondo.
In secondo luogo, farei notare a tutti i lettori che la presenza della barba sulla faccia fa risparmiare al suo proprietario un sacco di tempo ogni mattina: pettinarla è molto più semplice e veloce che rasarla (ma anche di accorciarla).
In terzo luogo, dovrei sfatare un vecchio mito: la capacità della barba e dei baffi di tenere il caldo è leggermente sopravalutata. La barba tiene il caldo non più dei capelli presenti sulla parte superiore della testa umana. Chi si taglia la barba e/o i baffi dopo averli portati per più anni, sente un po’ di freschezza sulla faccia nelle ore immediatamente successive, ma poi si abitua a essere parzialmente «nudo» e non ci pensa più.
La quarta cosa che vorrei scrivere proprio oggi è un avviso importantissimo: temete le persone che attribuiscono le forme strane (non naturali) alla barba e ai baffi. Nel migliore dei casi si tratta delle persone che soffrono una pluralità di complessi. Nel peggiore dei casi si tratta di pazzi. Ora siete mezzo salvati.
P.S.: un paio di volte nella vita ho dovuto affrontare la strana domanda «posso toccarti la barba?» Ecco, con delle rarissime eccezioni è domanda che fa pensare/sospettare male.