Su Kickstarter è stato preannunciato un accessorio abbastanza particolare: la tastiera meccanica Keyboardio Model 100 con la base ergonomica realizzata in legno. Oltre al materiale e al design originale, la tastiera ha pure diversi tipi di interruttori, la retro-illuminazione RGB personalizzabile e i tasti riprogrammabili.
È possibile scegliere tra due tipi di legno: noce o acero. La tastiera è divisa in due sezioni, ciascuna delle quali ha 32 tasti. Secondo gli sviluppatori del dispositivo, la forma fisica speciale dei tasti permetterebbe di digitare per diverse ore senza affaticare le mani.
I diversi tipi di interruttori prevedono la risposta sonora e tattile dei tasti, solo quella tattile o solo quella lineare. L’accessorio viene fornito con un cavo USB, un cavo di collegamento per le due metà della tastiera (sezioni) e i supporti che permettono di scegliere tra otto posizioni delle sezioni (con le viti di fissaggio e un cacciavite).
Il prezzo del Keyboardio Model 100 su preordine è di 289 USD. Il progetto ha già raccolto più di 900 mila dollari contro l’obiettivo iniziale di 100.000 dollari. Le prime consegne della testiera sono previste per il gennaio del 2022.
Esiste pure un video promozionale del progetto:
Boh… Non so se una tastiera del genere riesca a diventare popolare nel lungo termine: essendo troppo diversa dalle altre tastiere – anche da quelle ergonomiche – richiederà del tempo per acquisire le nuove abitudini e, qualora non dovesse più piacere, per tornare alle tastiere più tradizionali. Penso che in molti l’abbiano preordinata per gioco o per curiosità e non so in quanti riescano a usarla costantemente (e quindi consigliarla agli altri).
Io, personalmente, ormai da qualche tempo sto valutando – anche se per ora mo-o-o-lto ipoteticamente – l’opportunità di passare a una tastiera ergonomica, visto che sono costretto a produrre sempre più testi nella stessa quantità di tempo. Ma non so se avrei preso in considerazione una tastiera come quella appena descritta nemmeno se fosse offerta a un prezzo più umano.
L’archivio del agosto 2021
La situazione è un po’ strana: da anni so dell’esistenza dei cioccolatini «Presidente», ma solo nel 2021 ho l’occasione di assaggiarli.
Il Novichok non è indicato tra gli ingredienti, quindi non vi saluto.
P.S.: sì, in teoria andrebbero mangiati bevendo la vodka «Putinka», ma io ultimamente cerco di non esagerare anche con i liquidi meno pesanti.
Sul nostro pianeta un po’ sfortunato c’è un male che non può essere oscurato nemmeno dal f…ssimo covid: la moda del «riscaldamento globale». È un fenomeno ciclico che, a differenza della ecologia, non ha mai mostrato una correlazione con l’attività umana (anche perché i fenomeni ciclici sono iniziati miliardi di anni fa). Però fornisce un lavoro sicuro a una notevole quantità di «esperti» e «attivisti».
Avendo passato molto tempo a casa negli ultimi mesi, sono pure riusciti a scrivere un rapporto di circa mille trecento pagine sul loro argomento preferito.
Ma io, intanto, sto valutando l’opzione di scommettere dei soldi su un evento secondo me inevitabile: entro dieci anni il tema del riscaldamento globale farà la stessa fine dei famosi «buchi nell’ozono». Ve li ricordate? Quando ne avete sentito parlare l’ultima volta? È passata la moda…
Ma, purtroppo, al posto della moda dimenticata ne arriva sempre una nuova.
Più o meno tutti conoscono questa foto utilizzata in tantissime meme:
Solo di recente ho scoperto che l’autore di questa foto – scattata a Barcellona – si chiama Antonio Guillem. È un fotografo professionista che si occupa della realizzazione delle foto per i vari stock fotografici.
Una delle modelle più ritratte da Guillem si chiama Laura (è lei la ragazza «arrabbiata» della famosa foto). Pare che la vera specializzazione di Laura sia in realtà «l’espressione facciale di stupore»: Continuare la lettura di questo post »
Vicino alla stazione ferroviaria di Tokyo «vive» questo piccolo gatto in 3D. Compare in pubblico alle 7:00 e scompare alle 1:00 di tutti i giorni (nonostante la bellezza dell’ide e della realizzazione, non so quanto sia utile vedere una cosa del genere prima di dormire).
In realtà, penso che in molti abbiano già visto questo video. Ma condividere la bellezza è sempre una cosa giusta.
Ho saputo della musicista statunitense Samantha Fish dopo avere visto, quasi per caso, la sua partecipazione a un concerto con delle canzoni in stile blues. Il fatto in sé mi ha incuriosito: nella mia concezione del mondo una blueswomen è un fenomeno abbastanza raro. O, almeno, è relativamente poco frequente. Ho dunque provato ad ascoltare un po’ della musica della Fish…
Ho scoperto che il blues non è l’unico genere suonato da Samantha Fish: spesso dimostra anche delle evidenti tendenze al rock e ad alcune correnti meno note di quest’ultimo. La qualità della musica è in ogni caso spesso a un buon livello, quindi può essere pubblicizzata anche in questa sede. Data la discontinuità stilistica, non tento però di selezionare qualcosa di più rappresentativo e scelgo quasi a caso.
Inizierei con qualcosa del periodo iniziale. Per esempio, con la canzone «Money To Burn» (dall’album «Runaway» del 2011):
E poi metto la «Blood In The Water» (dall’album «Belle Of The West» del 2017):
Ok, ora nella mia collezione personale degli autori da studiare meglio c’è un nome in più.
Bogdan Dziworski è un fotografo polacco che ha iniziato a fotografare sotto l’influenza delle opere di Henri Cartier-Bresson. Nonostante il suo evidente talento e un invito a lavorare con l’agenzia Magnum (ai non esperti comunico che sarebbe uno dei massimi riconoscimenti professionali per un fotografo), Dziworski decise di dedicarsi professionalmente al cinema. Per fortuna, però, non ha abbandonato del tutto la fotografia.
Da giovane Dziworski vagava per strada con una macchina fotografica fino a otto ore al giorno ed era convinto che gli elementi fondamentali nella fotografia siano il caso e la persona. Il secondo elemento è per Dziworski la condizione necessaria realizzare una buona foto.
Quindi riporto alcune illustrazioni di questa tesi realizzati proprio da Bogdan Dziworski:
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Qualcuno dei presenti pensava di avere lasciato nel lontano (e per qualcuno pure terribile) passato anche il solo nome del Libraccio? Allora sarà il Libraccio a venire da voi a ricordare della propria esistenza, ahahaha… E, comunque, la maggioranza degli ex scolari cresciuti prima poi dovrà tornarci per sentire altri tipi di dolori.
In realtà, la scelta della nota catena di vendita dei libri di testo mi sembra più che ovvia in questi tempi particolari. Meno male che gli amministratori sono riusciti a inventare (o copiare da altre attività commerciali) questa mossa poco originale. Oppure, originale per una libreria vera.
P.S.: mi ricordo bene come, oltre dieci anni fa, durante la guerra non dichiarata tra due librerie universitarie una di queste ultime finì allagata con tutta la merce nel magazzino (mentre l’altra, «per un miracolo divino», ebbe in quel momento il magazzino completamente vuoto). E allora io e un mio amico… Ah, no, nonostante tutto non mi conviene raccontare certe cose…
Ho sempre sospettato che la censura sia uno dei mezzi migliori di divulgazione dei materiali in qualche modo interessanti: ogni qualvolta qualcosa o qualcuno viene censurato, tante persone (spesso me compreso) vanno a informarsi sulla nuova vittima della suddetta pratica.
Ma nemmeno io avrei potuto sospettare che l’ente russo Roskomnadzor – teoricamente l’organo esecutivo federale responsabile del controllo e della supervisione dei media, ma in pratica uno dei principali organi di censura – sia capace di regalarmi delle nuove conoscenze con una frequenza così alta. La settimana scorsa mi ha fatto scoprire il più grande sito con i testi delle canzoni. Ieri, invece, mi ha informato dell’esistenza (bloccandolo in Russia) del sito DeviantArt, una galleria commerciale online fondata negli USA nel 2000 e considerata uno dei più grandi portali per artisti, illustratori, fotografi e scrittori.
Il motivo del blocco sarebbe il fatto che il sito «non ha limitato l’accesso a contenuti pericolosi, soprattutto per i bambini» (è inutile chiedersi cosa possa significare), ma non importa. L’importante è che ora lo conoscete anche voi. E, ovviamente, potete iniziare a consultarlo almeno in qualità di spettatori ed eventuali consumatori delle opere moderne interessanti.
Grazie alla censura. Soprattutto quella che si aggira con i VPN, ahahaha
Tra tutti i grandi misteri di questo mondo, ce n’è uno che in questo periodo mi preoccupa particolarmente.
Perché Facebook ha deciso che mi interessi qualcosa del calcio in generale e del Milan in particolare?
Da oltre due settimane sto bloccando le varie fonti di articoli e foto riguardanti quella squadra, ma ogni giorno ne salta fuori qualcuna nuova. Non avrei mai pensato che la selezione dei miei autori «virtuali» scelti con tanta cura potesse essere attaccata da un virus così resistente. Sarà la colpa di qualche cinese che ha postato la foto di un pipistrello sferico…
Io, intanto, sto cercando il modo facile e universale di bloccare la visualizzazione di tutti i contenuti sullo stesso argomento con pochi click. Vi terrò aggiornati.