Ebbene, la Microsoft ha comunicato di voler sostituire — nel 2022 — il font impostato per default nei programmi del pacchetto Office. A partire dal 2007 il font di default era il Calibri, mentre per quello futuro si propone di scegliere tra il Tenorite, il Bierstadt, il Skeena, il Seaford e il Grandview.
Gli esempi dei cinque nuovi font e la raccolta delle opinioni sulla scelta di uno di essi sono disponibili sul twitter ufficiale della Microsoft.
Il font di default che verrà scelto, anche se dovesse essere bello, in realtà mi interessa relativamente poco. Il mio desiderio fondamentale è la Microsoft decida finalmente di «insegnare» al Word di ricordare sempre, in tutte le situazioni, qual è il font che l’utente ha impostato come preferito. Per ora, purtroppo, quella opzione funziona malissimo.
L’archivio del aprile 2021
Nel lontanissimo 2000 avevo realizzato la prima versione del mio «traslitteratore» online: quello strumento aveva la funzione precisa di aiutare me e alcuni miei amici a scrivere al computer in cirillico anche in assenza di una tastiera adatta (sia dal punto di vista meccanico che quello funzionale). La fastidiosa assenza di una tastiera russa era un problema diffusissimo fino ai primi anni del XXI secolo, quindi la maggioranza degli traslitteratori online all’epoca esistenti in internet era destinata proprio alle persone che volevano comunicare tra loro tramite i testi scritti in un russo normale.
Verso la metà degli anni 2000 il progresso tecnologico ha finalmente eliminato del tutto il suddetto problema della tastiera. Il mio vecchio traslitteratore aveva dunque perso ogni ragione di esistere. Di conseguenza, avevo deciso di sostituirlo con una versione più seria: avevo pensato di creare un traslitteratore che segua le regole scientifiche di conversione dei caratteri cirillici in quelli latini. Tali regole si usano, per esempio, per traslitterare i nomi propri o i nomi geografici che si intende poi utilizzare nei vari testi (tradotti dal russo o scritti in una lingua diversa dal russo). L’ultima versione del mio traslitteratore scientifico risale al 2016.
Ma, in fondo, non ero soddisfatto nemmeno di quel traguardo raggiunto. Perché i sistemi ufficiali di traslitterazione del cirillico sono tanti. Tra quelli attualmente utilizzati e quelli ormai abbandonati sono quasi venti. Di conseguenza, già anni fa mi ero promesso di creare un traslitteratore che permetta di eseguire la conversione dei caratteri in base a uno qualsiasi tra i principali sistemi esistenti. Dovevo solo trovare il tempo e la voglia di fare quel lavoro non difficilissimo, ma lungo e soprattutto molto, molto noioso…
Avevo cercato per quasi cinque anni, e alla fine avevo trovato. Ed ecco che, finalmente, posso presentare ai miei carissimi lettori la versione 3.0 del mio traslitteratore. Esso permette di scegliere tra 20 sistemi di traslitterazione (non tutti sanno che in realtà alcuni di loro sono di fatto identici tra loro, ahahaha). È abbastanza probabile che lo strumento abbia qualche piccola imperfezione, ma queste potranno essere scoperte solo nel corso dell’utilizzo più o meno regolare e vario. Le statistiche del mio sito mi suggeriscono che gli utenti regolari del traslitteratore esistono (se non ci fossero, non mi sarei mai dedicato alla grande opera dell’aggiornamento), quindi non dubito che una parte di loro sia disponibile a segnalarmi gli eventuali problemi.
Buon lavoro a tutti.
Probabilmente avete già letto o sentito che il «Time» ha pubblicato, per la prima volta nella storia, una lista di cento aziende più influenti del mondo. Dopo avere letto la lista (in realtà ci vuole meno tempo di quanto potreste immaginare), potreste fare uno dei seguenti giochi:
– calcolare la percentuale delle aziende che conoscete;
– provare a capire perché mancano alcuni sviluppatori dei vaccini anti-Covid;
– proporre qualche azienda che possa meritare un posto nella suddetta lista.
La popolazione mondiale è talmente stanca delle restrizioni anticovidiche che sta aspettando la prima occasione utile per partire verso una qualsiasi destinazione. Pure la cerimonia degli Oscar si è tenuta, nell’attesa, in una stazione ferroviaria…
Vabbè, in realtà l’assegnazione di un qualsiasi Oscar – ma soprattutto di quelli principali – costituisce troppo spesso un anti-criterio. Le scelte della Accademia, infatti, in molte occasioni dipendono troppo dalla moda del momento e non dai parametri puramente culturali (negli anni passati abbiamo visto premiare certi film solo perché andava di moda l’attenzione verso, per esempio, la Siria o la Corea del Sud). Anche per questo motivo i film premiati e i film rimasti nella memoria degli umani molto spesso appartengono a due insiemi diversi.
Detto ciò, riconosco che tra i premiati principali di quest’anno ho per ora visto solo un film («Mank», il quale secondo me ha preso gli unici premi possibili perché sembra essere un film banalmente descrittivo) e intendo vederne altri due («The Father» e «Nomadland»).
Dei film non premiati ho visto «The Trial of the Chicago 7» (merita di essere visto e rivisto!) e intendo vedere «Sound of Metal».
Gli altri film non mi spirano tanto già da come vengono descritti…
In ogni caso, penso che già con il materiale selezionato si possa confermare o smentire anche quest’anno la mia teoria di cui sopra.
La maggioranza dei diretti interessati dovrebbe saperlo già da tempo: l’ebay ha deciso di semplificare la vita ai venditori e, molto logicamente, dall’1 maggio li costringe ad aspettare di più i soldi per la merce venduta. Infatti, fino a questa grande innovazione i venditori hanno sempre avuto la liberà di scegliere il modo di pagamento preferito e/o indicarne tanti diversi. Il PayPal è sempre stato tra le opzioni disponibili, ma a partire da maggio i pagamenti digitali andranno direttamente sul conto bancario.
Presumo che solo una piccola parte dei miei lettori utilizzi l’ebay [anche] per vendere e, di conseguenza, non tutti potrebbero immaginare come le nuove regole dell’e-commerce in questione possano influire sui loro eventuali acquisti. Ebbene, vi svelo una grande verità: molti (moltissimi) venditori cercano di tutelarsi dalle possibili truffe seguendo la semplice regola «spedisco la merce solo quando vedo arrivare i soldi». Non posso criticare questo modo di fare: lo seguo pure io ogni qualvolta mi trovo di fronte un acquirente con una reputazione sconosciuta o non provata da un numero sufficiente di recensioni… Insomma, avrete già capito: il rallentamento dei pagamenti rallenterà anche le spedizioni.
Gli artefici di questo sistema meriterebbero un bel anti-Nobel per l’economia: sono riusciti a far regredire non solo la propria azienda, ma pure quel fenomeno moderno (l’e-commerce) che è stato appena scoperto e imparato (grazia alla pandemia) pure dai «vecchietti».
P.S.: durante l’indimenticabile lockdown del 2020 avevo pensato di provare a vendere su ebay alcuni prodotti digitali di propria produzione (nel corso degli anni precedenti ne avevo accumulati diversi sul computer; posso spedirli all’acquirente anche senza uscire di casa). La sperimentazione di questa attività sta ancora continuando, ma devo constatare che l’ebay sia più adatto alla vendita dei beni materiali. Meno male che, a differenza dell’Amazon, non chiede dei soldi per la sola presenza sulla piattaforma.
I ricercatori della Università del Saarland hanno creato una webcam che ha l’aspetto e, soprattutto, le funzionalità di un pezzo della testa umana. Quindi la webcam sa muovere l’occhio e il sopracciglio, ammiccare e chiudere la palpebra. Sembra un po’ terrificante:
Un dispositivo del genere dovrebbe essere scomodo anche per la controparte delle conversazioni: vedrebbe diventare lo schermo parzialmente nero in occasione di ogni movimento della suddetta webcam. Ma, per fortuna, gli inventori non hanno l’intenzione di promuovere la produzione di massa.
Il compositore greco Nikolaos Mantzaros è oggi noto prevalentemente come l’autore dell’inno nazionale, quindi della musica per la prima parte del poema «L’inno alla libertà» del poeta Dionysios Solomos.
Non è del tutto giusto. Oltre a essere meritatamente considerato il fondatore della scuola musicale classica delle Isole Ionie, ha lasciato anche delle composizioni classiche di un certo valore culturale. Oggi, per esempio, potrei ricordare «Partimenti»: la sua musica per il quartetto d’archi. Ecco alcuni esempi:
P.S.: in alcune fonti biografiche si sostiene che Nikolaos Mantzaros fosse di origini italiane. Si tratta di una affermazione un po’ fantasiosa: il controllo politico da parte dei veneziani della isola Corfù non era secondo me un motivo sufficiente per considerare tutti gli abitanti come italiani.
Il sito dedicato all’elicottero marziano della NASA (qualcuno lo chiama anche drone) è interessante. Merita anche di essere periodicamente controllato per vedere se sono stati pubblicati dei nuovi materiali multimediali trasmessi (ci vuole del tempo per riceverli da Marte, dato il loro peso).
Allo stesso tempo, l’interpretazione e l’uso di alcuni elementi del suo menu potrebbero farvi sentire degli ingegneri della NASA stessa. Tra tutti i siti apparenti a delle compagnie grandi, è veramente raro incontrarne uno così strano e imprevedibile…
Negli anni ho sviluppato alcune idee preziosissime su come rendere il nostro mondo perfetto in tempi brevissimi, anche entro la sera del giorno corrente. Ma non tento nemmeno a raccontarvele tutte in un testo unico: altrimenti rischiate di non sopravvivere fino al futuro radioso che ho in mente. Inizio con una sola – ma importante – idea.
Per esempio, oggi propongo di fucilare tutti coloro che nel loro rapporto diretto con i libri cartacei…
a) leccano il dito per girare la pagina (le scene del genere mi hanno sempre lasciato terrorizzato anche dal solo punto estetico);
b) piegano l’angolo della pagina anziché usare un segnalibro (naturalmente piatto e sottile);
c) appoggiano il libro aperto con il testo rivolto verso il basso anziché usare un segnalibro;
d) apportano dei segni sulle pagine con le penne, pennarelli e tutti gli altri strumenti della cancelleria (tranne la semplice matita).
Per ora mi fermo a questo punto. Ma tra poco mi esprimo anche su altri gravi crimini che stanno trasformando il nostro mondo in un inferno…
Per puro caso ho letto una notizia stranissima: «Nei primi tre mesi del 2021 il vinile, per la prima volta dal 1991, è tornato a superare il cd in Italia».
Non c’è alcunché di strano nelle buone vendite del vinile: in quasi tutto il mondo è tornato meritatamente di moda da oltre dieci anni. Se e quando divento sufficientemente ricco, pure io mi metterò a creare una mia collezione della musica sul vinile. Indipendentemente dal fatto che in quel momento storico sia ancora di moda o meno. Semplicemente, mi piace quel tipo di suono (e sta bene con la musica che solitamente ascolto).
Nella notizia citata all’inizio del post è invece strano il riferimento ai cd… Vuol dire che qualcuno compra ancora la musica in cd?! Potrei capire le persone un po’ avanti con l’età che sono affezionate a quel formato, ma loro dovrebbero avere già quasi tutta la loro musica preferita e/o abituale. Pure io uso ancora i cd (non solo quelli musicali), ma già da un po’ di anni non aumento la loro quantità in casa. Uno dei motivi principali è quello tecnologico: il cd è un supporto fisico spesso poco durevole, c’è sempre il rischio che si rovini praticamene da solo (senza alcun intervento esterno).
Insomma, mi sorprende molto che il sorpasso sia avvenuto solo ora.