Su molte carte – non solo quelle bancarie – è presente la scritta del tipo «La carta è di proprietà di NomeAzienda e deve essere restituita su richiesta».
Ecco, mi sembra che le origini di questa frase totalmente inutile si trovino nei tempi antecedenti la nascita dell’internet. Posso immaginare una infinità di motivi per i quali può essere sospeso o annullato il servizio legato a una determinata carta. Altrettanto alta è la quantità di modi in cui la sospensione (o l’annullamento) può essere comunicata al possessore della carta e/o a tutte le aziende con le quali egli interagisce.
Ma a quale erogatore di servizio può realmente servire un vecchio pezzo di plastica? Come può servire? È un grandissimo mistero. Oppure è solo un anacronismo del quale in tanti si sono dimenticati di liberarsi.
In ogni caso, possiamo fare quello che vogliamo delle carte dateci dalle aziende varie.
L’archivio del 2020 год
L’unico aspetto della parata moscovita del 24 giugno che in qualche modo potrebbe essere definito bello (o almeno curioso) sono gli effetti speciali per la trasmissione televisiva:
Nel 2020 non è certo un capolavoro della grafica, ma almeno è un elemento nuovo.
Dai The Beatles sciolti erano usciti, ai tempi, due musicisti-solisti che mi sembrano decisamente più interessanti del gruppo stesso. Avevo già postato qualcosa di Paul McCartney, mentre oggi mi sono finalmente deciso di ricordare anche George Harrison.
La prima canzone scelta è la «My Sweet Lord» (fa parte del primo album da solista «All Things Must Pass» del 1970):
E la seconda canzone scelta è la «Bangla Desh» (dall’album «The Concert for Bangla Desh» del 1971):
È interessantissimo il sito thetruesize.com che permette di confrontare in modalità «visuale» le dimensioni reali di vari Stati del mondo. Infatti, le mappe tradizionali non rispecchiano – a causa delle distorsioni – le vere proporzioni. Il sito citato, invece, permette di selezionare un qualsiasi Stato (tramite la form di ricerca in alto a sinistra) e trascinarlo con il mouse sopra qualsiasi altro Stato.
Prendiamo, per esempio, l’Italia. Sembra minuscola rispetto alla Russia: Continuare la lettura di questo post »
Caro lettore!
Sei un povero ricercatore senza scrupoli?
Se la risposta è «sì», puoi continuare a leggere.
Se, invece, la risposta è «no», abbandona pure questa pagina e vai a leggere il post su… che ne so… il «lorem ipsum».
E ora che siamo rimasti soli, Continuare la lettura di questo post »
Più o meno tutti gli italiani connessi alla vita reale sanno che durante l’attuale «fase 2» post-quarantena l’uso dei mezzi di trasporto pubblico è notevolmente limitato. Dovendo assicurare la distanza sociale tra i passeggeri, le aziende di trasporto hanno infatti ridotto la quantità dei posti utilizzabili su tutte le vetture.
Viaggiando da oltre un mese e mezzo (ho ricominciato l’11 maggio) sulla metro, sono giunto alla conclusione che nonostante tutte le preoccupazioni, questo è il periodo migliore per prendere i mezzi pubblici. Ora provo a spiegare il perché.
A maggio, quindi precedentemente alla seconda grande liberalizzazione del 3 giugno, sulla metropolitana milanese c’erano ancora pochissime persone. Certo, più di quelle di marzo/aprile, ma comunque poche. Quindi ho potuto fotografare serenamente alcuni dettagli utili.
Già il primo passaggio – l’accesso alla metropolitana – è un piccolo gioco di logica. Nella maggioranza dei casi, infatti, una uscita può essere utilizzata solo per uscire e l’altra solo per entrare (evidentemente per evitare che i flussi delle persone si incontrino). Durante le prime due o tre settimane ho visto un po’ di persone disorientate in cerca del varco giusto, mentre ora molti non rispettano la «destinazione» delle scale.
Solo le entrate/uscite più larghe funzionano in entrambi i sensi: Continuare la lettura di questo post »
Più o meno tutti hanno letto o sentito del primo raduno elettorale di Trump nel dopo la quarantena. In seguito a uno scherzo organizzato su TikTok, centinaia di migliaia di teenager si sono registrati come ospiti all’evento senza però avere l’intenzione di andarci. L’incontro di Trump si è quindi svolto in una arena semivuota, mentre gli organizzatori si sono accorti del motivo di tale disguido solo post factum.
Tutta questa storia dovrebbe insegnare – se qualcuno non lo avesse ancora capito – che le nuove reali forze politiche del mondo contemporaneo non sono gli eventuali nuovi partiti, i leader ancora sconosciuti, gli elettori «indecisi» o, in generale, le persone che hanno il diritto di eleggere e/o essere eletti. Nel mondo contemporaneo molto spesso sono le persone che non hanno nemmeno l’idea esplicitamente formulata di volere occuparsi di politica. Nel mondo contemporaneo sono le persone che mentalmente si trovano già in una realtà nuova. In una realtà dove qualsiasi politico di stampo tradizionale può essere mandato affanculo declassato con un semplice click.
Chi saprà convivere fortunatamente con questa nuova realtà, diventerà un politico moderno di successo.
Dubito fortemente che lo possano fare le persone dell’età di Trump.
P.S.: la brutta notizia per gli aspiranti scienziati-politologi consiste nel fatto che sui vostri libri di testo queste cose non sono scritte. Spero, almeno, che non vi facciano ancora studiare sui libri scritti negli anni ’80 del XX secolo (a meno che non si tratti dei corsi di storia).
A volte mi capita di inserire nei contatti del telefono il numero di una persona che mi serve più o meno una volta nella vita. Per esempio, la segretaria o il manager di una azienda dove vado a fare un incontro occasionale. Oppure il contatto di un corriere.
In alcuni casi è tecnicamente impossibile scrivere un messaggio (in uno dei messenger) a una persona non inserita nei contatti. Allo stesso tempo, i contatti temporanei intasano la rubrica, la rendono difficile da utilizzare. E, soprattutto, mi costringono a fare delle periodiche pulizie manuali.
Ecco, dato che mi sono stancato di pensare a chi fossero i vari Mario Rossi ABC S.r.l., ho pensato che debba essere inventata la possibilità tecnica di creare i contatti temporanei. I contatti che si autoeliminano dopo x tempo. Oppure i contatti che si evidenziano in qualche modo particolare dopo y mesi o anni di inutilizzo.
Se avete delle conoscenze alla Apple, trasmettete pure questa proposta a loro.
L’artista moscovita Lazy Square (il nome reale è Aleksej Smirnov) ha realizzato un filmato opening alternativo per i «The Simpsons». I protagonisti del filmato sono i componenti di una tipica famiglia russa.
Anche le persone che non hanno mai avuto un particolare interesse per i Simpsons (come me, per esempio) dovrebbero comunque riuscire a seguire questa opera del tutto autonoma.
Non penso che il compositore Antonio Vivaldi debba essere presentato ai miei lettori. Quindi semplicemente posto le sue composizioni più famose – i quattro concerti per violino «Le quattro stagioni» – che rappresentano una fonte infinita di buon umore.
In questo specifico caso a suonare è la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Muti.