Giacomo Puccini è un compositore talmente famoso che è inutile tentare di raccontarne qualcosa di originale. Mi sembra invece molto più sensato ricordare che oltre alle opere liriche (per le quali è meritatamente noto e apprezzato in tutto il mondo) ha scritto, durante la sua lunga carriera, anche numerose composizioni di altro genere. Vorrei dunque dedicare il mio post musicale odierno proprio a due esempi di queste ultime. La passione professionale di Puccini verso l’opera lo aveva spinto a prevedere almeno una voce umana anche nei pezzi molto più brevi, ma io, almeno per questa volta, limiterei il campo dello studio alle sole composizioni strumentali.
Inizierei con il «Piccolo Valtzer» per pianoforte composto nel 1894:
E poi metterei la «Scossa elettrica», una marcetta brillante per pianoforte, composta presumibilmente nel 1899:
Più è famoso un autore e più è utile conoscere i suoi lati artistici meno pubblicizzati.
P.S.: anche se avrei potuto aggiungere anche una piccola fantasia personale. Chissà quante volte, recandosi al (o tornando dal) Conservatorio di Milano dove aveva studiato, Giacomo Puccini era accompagnato dal suo grande amico e compagno degli studi Pietro Mascagni. Però, una delle vie che molto probabilmente avevano percorso più volte, ora porta il nome meno scontato tra i due possibili. Io, facendo quella via, a volte rifletto su questo aspetto.
L’archivio del novembre 2020
È arrivato il momento di un’altra lettura relativamente attuale: un bel articolo sulla sicurezza del voto per corrispondenza negli USA.
Quel testo, probabilmente, potrebbe avere una certa importanza anche per alcune elezioni future.
Periodicamente mi capita (non solo a me, presumo) di leggere le notizie sulla scoperta dei nuovi sintomi del Covid-19. Alcune di quelle notizie sembrano abbastanza strane o curiose, ma non è di quello che volevo scrivere.
Non volevo scrivere nemmeno del fatto che alcuni sintomi, presi singolarmente, non significano alcunché (quanto spesso vi capitava la stanchezza o il mal di testa pima del 2020?).
Volevo solo constatare che la battuta «qualsiasi malore può essere un sintomo del corona» è sempre meno una battuta. Ma questo dato non deve essere una fonte di depressione, anzi: spero che spinga le persone a non sospettare il peggio dopo ogni piccola percezione di anomalia nel proprio organismo.
Insomma, nell’aumento dei sintomi vedo una fonte di serenità in più.
Stiate sereni!
A volte nei posti distanti del nostro strano mondo capitano degli eventi che sembrano fatti per completarsi a vicenda.
La notizia numero uno: il 12 novembre il ministro della salute belga Frank Vandenbroucke ha scritto una lettera a Père Noël e Sinterklaas, autorizzandoli (nonostante rientrino nel gruppo di rischio a causa dell’età avanzata) a evadere l’isolamento anti-covid per portare i regali ai bambini.
La notizia numero due: la sera del 18 novembre sulla Piazza Rossa, a Mosca, la polizia ha fermato un Babbo Gelo (Ded Moroz, il personaggio che porta i regali per il Capodanno invece che per il Natale) che manifestava contro l’annullamento dei tradizionali festeggiamenti del Capodanno per i bambini.
Dopo alcune ore il Ded Moroz è stato rilasciato. Ma la sanzione amministrativa gli è comunque stata inflitta.
Questo post è solo una piccola triste constatazione del fatto, dettata dalla abitudine di non lasciare la descrizione delle notizie a metà.
Come da voci circolate sin da subito, la possibilità di utilizzare la vecchia icona dall’Instagram è diventata una zucca è finita dopo un mese esatto, con l’aggiornamento di qualche giorno fa. La nuova icona piatta è tornata:
Nella vita succedono delle cose infinitamente più gravi, ma io sono comunque un po’ dispiaciuto anche per questo evento «tecnologico».
Ho saputo solo ieri sera del fallimento della casa editrice UTET Grandi Opere, avvenuto a ottobre.
Di fronte a tale notizia, posso constatare solo due cose.
In primo luogo, ricorderei a tutti che è scorretto affermare che sia fallita la UTET (la casa editrice che io, come molti miei colleghi, apprezzo anche per i libri giuridici di qualità): la sezione «Grandi Opere» è una società separata da oltre sette anni.
In secondo luogo, ammetto di non capire come abbia potuto sopravvivere fino ai giorni nostri una casa editrice specializzata nella pubblicazione di dizionari ed enciclopedie. Non posso certo mettere in discussione la qualità intellettuale e materiale dei rispettivi volumi pubblicati, ma si tratta sempre di due settori «mangiati» oltre un decennio fa dall’internet. Nel solo passaggio globale dalla carta al digitale (o allo schermo, se preferite) non c’è alcunché di male: il secondo è infinitamente più comodo dal punto di vista pratico e, allo stesso tempo, non influisce in alcun modo sui contenuti. Anzi, permette di allargare più facilmente i confini delle informazioni utili ricevute. È invece molto grave non sapersi adeguare alla normale evoluzione del mondo circostante. Perché il valore della conoscenza tende allo zero quando non si è in grado di fornirla al prossimo (in realtà anche di utilizzarla, ma ora parliamo solo di una casa editrice). La conoscenza conservata e/o servita con una modalità obsoleta diventa, purtroppo, solo un peso inutile. Di conseguenza, il fallimento del suo divulgatore che non si adegua alla vita dinamica è solo una questione di tempo.
In ogni caso, gli archivi, le opere pubblicate o in lavorazione e i cataloghi costituiscono un enorme cespite che non andrà di certo perso. Dobbiamo solo sperare che finiscano nelle mani di qualcuno che sia più preparato alla vita reale contemporanea.
L’americano Qualcomm, il più grande produttore dei processori per i dispositivi mobili, ha ottenuto l’autorizzazione del governo statunitense per fornire i chip 4G alla Huawei. Tale notizia va letta nel contesto di altre due, più datate: 1) il divieto per le aziende americane, vigente dal maggio 2019, di fornire le tecnologie ai produttori cinesi; 2) la conseguente decisione dei produttori di elettronica cinesi di utilizzare i processori della Samsung.
In sostanza, almeno ora l’amministrazione del presidente uscente ha capito che nel mondo globalizzato una guerra economica contro un altro Stato può facilmente trasformarsi in un suicidio economico. Così, per esempio, la «punizione» della Cina poteva comportare la fine di una grande azienda americana (la Qualcomm, appunto). Ma Trump, probabilmente, non può ammetterlo. Come non può nemmeno ammettere di avere permesso di evadere un proprio divieto.
Non so se e come la guerra economica con la Cina continuerà anche dopo l’insediamento del prossimo presidente. Ma sono sicuro al 99% che seguiranno altre autorizzazioni speciali per le aziende americane. Almeno dal punto di vista tattico sarà una scelta giusta. Allo stesso tempo dubito che qualsiasi presidente futuro sia capace a prendere le decisioni strategiche finalizzate alla creazione di un sistema produttivo nazionale che possa fare la concorrenza a quello cinese. (E nell’Unione Europea non si può nemmeno sognarlo.)
L’ormai famoso colpo di Jon Rahm poteva avere questo risultato solo per puro caso, ma è bello comunque:
La canzone «Good Golly Miss Molly» è stata in origine scritta per Little Richard e, come tante altre canzoni cantate da quest’ultimo, con gli anni è diventata un grande classico del rock. È dunque stata interpretata da moltissimi altri cantanti e gruppi. Lo stesso Little Richard ne aveva registrato due versioni: una veloce e una lenta. Io metterei la versione veloce perché Little Richard è entrato nella storia proprio con le canzoni veloci.
La versione lenta della canzone (interessante e un po’ psicodelica) che merita di essere pubblicata e ascoltata è quella dei Creedence Clearwater Revival (inclusa nel loro album «Bayou Country» del 1969):
Da ritmo apparentemente intermedio è la versione dei The Swinging Blue Jeans (registrata nel 1963):
Tra queste tre versioni c’è anche la mia preferita, ma per ora preferisco di non dire qual è.
Visto che siamo nuovamente finiti ai quasi-domiciliari, ho pensato di proporvi un passatempo utile e interessante per questo finesettimana…
Fino a qualche anno fa pubblicavo periodicamente un post dedicato alla manutenzione straordinaria dei computer portatili: quella finalizzata a renderli meno lenti e meno rumorosi. Gli esempi pratici di quel post parlano, però, del Windows 7 (il sistema operativo che all’epoca utilizzavo e quindi conoscevo bene). Ma dal 14 gennaio 2020 quel sistema non è più supportato, quindi ha senso pubblicare, finalmente, la versione aggiornata del mio post. Ora mi dedicherei al Windows 10, ma non penso che pure gli utenti del Windows 8.1 possano avere una particolare difficoltà nell’applicare le mie istruzioni ai propri computer.
Ecco, possiamo iniziare a vedere cosa è possibile fare con le proprie mani per migliorare le prestazioni di un computer (per me e per molti miei lettori è il principale strumento di lavoro). Si tratta di otto facili operazioni a costo zero. Per alcune delle operazioni elencate serve la connessione a internet.
Parentesi aperta. Chi usa una OS di Apple vada pure a dire una preghiera a Steve Jobs. Chi usa Linux non ha bisogno dei miei consigli. Parentesi chiusa.
Per facilitare la comprensione del mio testo, lo divido in passaggi numerati e illustrati. Seguiteli proprio nell’ordine da me assegnato.
1. Passaggio primo. Pulite le ventole di raffreddamento del processore (e altre se presenti) e gli interni del computer dalla polvere. È una cosa relativamente semplice da fare sui desktop e sui vecchi modelli di portatili. Per i computer portatili più moderni chiedete a me o cercate delle video-istruzioni su YouTube: su alcuni modelli l’accesso alla ventola è un bel gioco di logica. Io, intanto, vi avviso che gli strumenti necessari sono un cacciavite sottile (di precisione), un aspirapolvere e 5 o 6 cotton fioc.
2. Passaggio secondo. Continuare la lettura di questo post »