L’archivio del luglio 2020

Singerus finalmente pronto

Finalmente è successo! Ho finito e pubblicato uno strumento altamente tecnologico per gli amanti della antichità industriale: «Singerus».
In sostanza, è uno script che determina, in base al numero di serie, l’anno e il luogo di produzione di una antica macchina da cucire Singer. Per macchine antiche intendo quelle prodotte fino al 1963, per esempio simili a questa:

L’idea di creare uno strumento digitale del genere è nata nella mia testa molto tempo fa, verso la metà degli anni 2000, quando mi ero chiesto quanto fosse vecchia la Singer della mia nonna. Ma non potevo certo immaginare che l’idea si rivelasse tanto originale: pure oggi, come al momento della nascita dell’idea, l’internet ci propone di determinare l’anno e il luogo di produzione di una macchina consultando una lunga lista di intervalli dei numeri di serie. In sostanza, ci viene proposto di utilizzare l’internet come una enciclopedia cartacea: guidare il dito sulle celle di una tabella come se fossero dei dorsi dei tomi e tentare di calcolare in quale intervallo di numeri (come se fossero delle lettere dell’alfabeto) è collocata l’informazione che ci interessa.
No, – ho pensato io, – nel XXI secolo l’informazione non può essere servita in questo modo.
Appena trovato abbastanza tempo libero, ho dunque scritto un semplicissimo (e un po’ noioso) script in PHP che ora fa funzionare il mio Singerus. Spero che faciliti la vita a qualche amante dell’antiquariato…
Le informazioni un po’ più complete su «Singerus» sono consultabili sulla pagina apposita del sito.
Spero che gli utenti e i visitatori della mia «invenzione geniale» condividano con me tutte le eventuali idee circa il miglioramento dello strumento. Intendo i miglioramenti di carattere tecnico, informativo e visivo.


Poteva andare peggio

Sicuramente lo avete già letto: è stato raggiunto l’accordo sul Recovery Fund. All’Italia, in particolare, vanno 81,4 miliardi di aiuti «gratuiti» e 217,4 di prestiti. Ma il punto che a noi interessa di più è il momento nel quale dovrebbe iniziare la restituzione del debito: a partire dal 2027.
A questo punto non tutti potrebbero rendersi conto di un aspetto in un certo senso paradossale: alle persone comuni conveniva un debito più grande possibile. Perché? È semplice, cercate di seguire la logica.
I debiti vanno restituiti e per farlo bisogna in qualche modo guadagnare dei soldi.
I Capi di Stato e di Governo che raggiungono gli accordi sui debiti non producono e non guadagnano, quindi pagano i debiti concordati con i soldi dei cittadini (nel linguaggio popolare si chiamano tasse).
Per pagare le tasse il comune cittadino deve lavorare.
Per pagare con le proprie tasse un debito pubblico alto il cittadino comune deve lavorare tanto.
Per lavorare tanto… tutti devono avere la possibilità di lavorare tanto (ma in realtà anche di spendere tanto per fare lavorare gli altri).
Di conseguenza, tenendo in mente il momento della restituzione, ci accorgiamo che ogni miliardo di debito in più verso l’UE riduce ulteriormente il rischio di un nuovo lockdown del cazzo*.
A questo punto potrei anche dire, in merito all’accordo raggiunto, che poteva andare peggio. Ma l’espressione significa che il prestito (= debito) poteva essere ancora più basso.

* Uno Stato del Nord Europa è stato molto criticato dalla gente isterica per non avere introdotto il lockdown. Tantissime persone hanno sottolineato il numero dei contagiati e dei deceduti più alto rispetto agli Stati vicini. Tutti i critici hanno preferito dimenticare che quello Stato – rispetto ai vicini – ha il numero più alto delle case di cura (luoghi di alta concentrazione delle persone altamente a rischio) e dei ghetto per gli immigrati (dove è difficile imporre qualsiasi regola, compreso l’eventuale lockdown). Sempre gli stessi critici isterici si dimenticano di riconoscere che in quello Stato, alla fine, non è alcunché di più grave rispetto alla media mondiale, anzi. E che ora i numeri sono migliori a molti altri Stati europei.


Un dubbio gastronomico

Che ne sappiate voi, qualche pizzaiolo ha già inventato la pizza «Terra»?
Gli ingredienti non sono della mia competenza, ma posso descrivere il concetto di base che mi è venuto in mente qualche tempo fa.
In sostanza, una pizza solitamente è rotonda ma piatta, ha il bordo che separa il «contenuto» dal resto del mondo, contiene materie provenienti dalla flora e dalla fauna etc etc. Quindi una pizza rappresenta quasi perfettamente quella visione del nostro pianeta che ha in mente una parte numericamente rilevante degli ignoranti. Secondo me un pasto del genere non può non diventare un bestseller alimentare.

Ovviamente, una pizza del genere deve costare almeno cinquanta euro. Perché è un delitto non guadagnare sugli ignoranti.


Sfogarsi in Islanda

Questa volta il video-post domenicale permette ad alcuni miei lettori di 1) sentirsi parte di una grande comunità internazionale e 2) migliorare un po’ il proprio stato psicologico.
Il Ministero del Turismo di Islanda ha constatato che la popolazione dell’intero pianeta ha attraversato (o sta ancora attraversando) un periodo abbastanza stressante. E ha dunque avviato il progetto Lookslikeyouneediceland.com
È sufficiente accendere il microfono, collegarsi al sito, scegliere una roccia, un campo o una spiaggia islandese, cliccare sul buttone e sfogarsi urlando. Il vostro urlo uscirà dalle casse nel luogo prescelto. E poi potete anche ascoltare le urla delle altre persone da tutto il mondo. Per sapere che non siete soli a soffrire.

Se andare da uno psicologo è ancora troppo presto (o troppo tardi), usate pure questo metodo per liberarvi dallo stress covidico.
P.S.
Ho sempre cercato di pianificare i post del blog in base al luogo dove si trova la maggioranza dei lettori il giorno della pubblicazione. Per esempio, i video con l’audio importante sono più comodi da vedere da casa, quindi vanno pubblicati nei finesettimana. Ma in questo periodo tantissime persone continuano a lavorare da casa, quindi alcune «logiche editoriali» sono un po’ mutate… Spero che i vostri vicini non si siano spaventati per il post di oggi.


La musica del sabato

Il compositore Vincenzo Bellini è noto a livello mondiale prevalentemente (o quasi esclusivamente?) come autore delle opere liriche. Tale notorietà è assolutamente meritata ma, allo stesso tempo, è un po’ riduttiva. Quindi oggi tento di proporre qualcosa di un genere diverso: la sua Sinfonia in re minore.
La parte I: Andante maestoso

La parte II: Allegro con spirito

Non so bene il perché, ma questa sinfonia mi da una certa sensazione di giovinezza.


All’inizio di giugno avevo scritto della possibilità di fare una visita virtuale nella tomba del faraone Ramses VI, fotografata un po’ in stile «Google Street View».
Ma in realtà non è l’unico punto archeologico/storico egiziano che piò essere visitato da remoto. Quindi oggi pubblicherei una lista di quei luoghi che potreste vedere mentre siete costretti a stare a casa e a fingere di essere molto impegnati con il computer aziendale:
Catacombe di Kom el-Suqafa
Necropoli di Beni Hasan
Sinagoga Ben Ezra
Moschea Madrassa del sultano Barkuk
Monastero Rosso
Tomba della regina Meresankh III
Tomba Di Menna


Non era uno scherzo puro

Quindi il rapper Kanye West sta realmente tentando – anche se quasi in un totale ritardo – di candidarsi alle elezioni presidenziali statunitensi.
Non so se si tratti solo di una forma di auto-pubblicità o di un improvviso risveglio della passione per le problematiche sociali del Paese (in realtà una delle due opzioni mi sembra decisamente più probabile dell’altra). Ma anche le persone abituate a prendere sul serio ogni promessa o dichiarazione fatta da qualche parte del mondo non dovrebbero preoccuparsi.
Infatti, negli ultimi anni abbiamo visto vincere le varie elezioni politiche e amministrative da personaggi più assurdi. Allo stesso tempo, dobbiamo constatare che il mondo in generale e gli USA in particolare sono sopravvissuti a Donald Trump. Quindi sopravviveranno per forza anche ai vari Kanye West. Se la loro vittoria dovesse essere proprio inevitabile, vediamola come una leggera malattia: i postumi prima o poi si superano.


Una notizia positiva

Come avrete già letto, il Tribunale UE ha annullato la decisione della Commessione europea del 2016 in base alla quale la Apple avrebbe dovuto pagare ulteriori 13 miliardi di euro di tasse in Irlanda. Secondo la Commissione, il regime fiscale agevolato irlandese avrebbe messo la Apple in una situazione di vantaggio ingiustificato rispetto agli altri attori del mercato. L’Irlanda, da parte sua, continuava a difendere la propria politica fiscale che le permette da anni di essere una meta europea preferita delle aziende-produttrici di alte tecnologie.
Cosa possiamo constatare grazie a questa notizia? Possiamo constatare che il peggio del populismo politico mondiale sarà sconfitto nei tribunali: anche se i giudici non potrebbero (e forse non dovrebbero) dichiarare di avere una missione del genere. Ma il dato di fatto rimane. Ci ricordiamo ancora bene come gli USA erano stati salvati dai numerosi decreti «strani» di Donald Trump nei primi mesi della sua presidenza. Ora, invece, vediamo come l’Europa può essere salvata dal socialismo parassitario caro a certi membri della Commissione. Se uno Stato facente parte dell’UE vuole esercitare la propria sovranità attraverso la creazione delle condizioni per lo sviluppo (e non limitarsi a tosare le pecore che non sono ancora scappate all’estero), deve avere il diritto di farlo. Deve avere la possibilità di difendere questo diritto. Altrimenti, prima o poi, vedremo concretizzarsi delle analogie del Brexit.


Le nuove osservazioni metropolitane

Non vedevate l’ora di leggere le ultime novità sulla metropolitana milanese?
Ahahaha, lo so. Ne ho una anche oggi.
Alcuni giorni fa mi sono accorto di non avere ancora visto, da quando ho ricominciato a viaggiare quotidianamente (l’11 maggio), dei mendicanti di vario genere sulle carrozze della metro. Niente «zoppi», «piccoli imprenditori falliti» o raccoglitori di soldi «per il biglietto del treno».
Ma che fine avranno fatto tutti? Mangiati dal virus? Oppure qualcuno ha imparato a bloccarli all’ingresso? Se la seconda opzione dovesse essere vera, potremmo ipotizzare che era possibile farlo anche prima della emergenza sanitaria. Boh…
Avrei anche potuto continuare a sviluppare questa mia ipotesi, ma i miei cari amici C.C. e C.P. mi hanno consigliato di non insistere. Di conseguenza, non mi resta altro che fidarmi della vostra buona fantasia.


L’adattamento

Sono molto frequenti gli adattamenti cinematografici delle opere letterarie. Alcuni libri sono stati adattati decine di volte (per esempio, «I tre moschettieri» o alcuni racconti su Sherlock Holmes), altri una volta sola (per esempio, «Il padrino»).
Nella natura esistono delle creature da aspetto umano convinte che diversi liberi (compresi quelli citati tra gli esempi) siano stati scritti sulla base dei film. Molto probabilmente è capitato anche a voi di vedere gli screenshot dei loro post su internet: purtroppo non scherzano.
Ma il fenomeno sociale appena indicato non influisce in alcun modo su un mio semplice pensiero: perché non si fanno gli adattamenti letterari dei film?
Il cinema e la letteratura, come tutte le altre forme d’arte, hanno dei loro limiti nel rappresentare i pensieri, le storie e le immagini. Il cinema può, come sappiamo bene tutti, aggiungere qualcosa non esprimibile con le parole. La letteratura, da parte sua, è assolutamente in grado di recuperare tutto ciò che non è in grado di fare il cinema. Quindi non c’è alcunché di male nel riprendere e raccontare con i mezzi propri qualcosa di visto o letto.