Come avete già sicuramente letto, alla fine di gennaio il consorzio Unicode ha presentato nuovi 117 emoji, dei quali 62 sono i disegni «di vario genere» e 55 sono delle figure umane «gender-inclusive». Saranno tutti disponibili per l’uso entro il 2020.
Dell’intero elenco pubblicato su una pagina dedicata, alcuni emoji mi sembrano simpatici, alcuni (tanti) inutili, alcuni altri poco simili agli oggetti o fenomeni che dovrebbero raffigurare.
Per la comparsa di alcuni sono positivamente sorpreso, per esempio le matrioska:
Per la comparsa di alcuni altri sarei invece un po’ meno contento dei miei amici e conoscenti italiani. Per esempio, non sono sicurissimo che tutto il mondo conosca l’applicabilità di questo gesto:
Chissà come verrà utilizzato equali significati assumerà grazie all’internet.
L’archivio del febbraio 2020
Il 21 gennaio l’Intesa San Paolo ha pubblicato le immagini della futura sede di Torino delle Gallerie d’Italia (dovrebbe aprire tra due anni). La mia attenzione è stata subito attirata da questo rendering:
Perché? Perché mi ricorda troppo l’Apple Store di Milano (aperto il 27 luglio 2018):
Insomma, ora la Apple detta la moda non solo nella elettronica, ma anche nella architettura. Tim Cook potrebbe trarne le giuste considerazioni.
Mentre noi dobbiamo constatare che la fantasia non si compra con i soldi. Certo, il settore bancario-finanziario si è sempre distinto per un alto livello di conservatorismo, ma per ogni singola azienda il rischio di non essere all’avanguardia può sempre rivelarsi fatale.
I cinema – le strutture commerciali – non hanno saputo adeguarsi alla diffusine dell’internet e all’aumento della lunghezza dei film. Di conseguenza, si stanno estinguendo.
L’estinzione del cinema – quindi dei film e delle serie televisive – mi sembra un evento un po’ più lontano nel tempo: anche perché il cinema si adegua più facilmente al mondo contemporaneo. Ma si potrebbe fare di più.
Per esempio, immaginate quel momento di un film horror (ma anche d’azione) quando improvvisamente si spegne la luce e il protagonista ne rimane negativamente sorpreso. Ma nel XXI secolo la maggioranza degli spettatori inizia a vedere il riflesso del proprio volto sullo schermo nero! Secondo me gli sceneggiatori dovrebbero iniziare a prevedere e sfruttare questa circostanza.
Così diventiamo tutti attori. Ma anche dei propri spettatori.
Nel video di oggi un coro degli studenti indiani canta l’"Africa" dei Toto, ma la parte del video più interessante è quella iniziale: l’imitazione di un temporale.
Per il post musicale di oggi ho scelto la Sinfonia n. 1 (detta «Jeremiah») del compositore statunitense Leonard Bernstein. Non mi importa molto il fatto che essa sia stata scritta su una storia biblica: valuto e apprezzo sempre il solo aspetto artistico dell’opera.
Un certo Lee Steffen di Nashville ha pubblicato su Twitter una interessante classificazione degli schemi utilizzati per la creazione di una notevole parte dei poster cinematografici. È una osservazione curiosa tratta da una storia vera, ahahaha
I film d’azione blu/arancione
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