Ho scoperto un interessante progetto che permette di vedere, su un grafico dinamico, il mutamento della spartizione del mercato dei telefoni mobili dal 1992 al 2017. Senza vederlo non è sempre facile rendersi conto della velocità dei cambiamenti. Appena dieci anni fa c’erano il predominio assoluto della Nokia e della Motorola e l’assenza di fatto della Samsung. Inoltre, la Nokia è passata dall’essere un gigante all’essere un nulla in appena due anni.
Qualche anno fa un mio amico russo aveva lanciato un appello su facebook, chiedendo se qualcuno avesse ancora delle foto (o video) scattate nelle aule universitarie nei primi 2000. Incredibilmente, si è dimenticato quanto erano rari (e scarsi) i telefoni dotati delle fotocamere in quegli anni.
L’archivio del 2019 год
Tutti coloro che avessero già letto dei passaporti russi in regalo – per decreto presidenziale – ai cittadini ucraini devono sapere che si tratta di una ennesima scelta politica più tattica che politica. E, soprattutto, provocatoria: si fa solo perché si può farlo.
Infatti, trovo molto deboli tutte le spiegazioni razionali di tale mossa che mi è capitato di leggere e sentire negli ultimi giorni.
L’aumento dei cittadini russi nel sud-est ucraino potrebbe essere una giustificazione della annessione? Gli anni di conflitto in quei territori hanno dimostrato che la Russia non ha bisogno di alcuna giustificazione.
Vladimir Putin vorrebbe premiare gli ucraini che hanno combattuto contro il Governo ucraino in quei territori? Si è sempre ritenuto libero da alcun debito materiale o morale nei confronti dei veterani e dei famigliari dei militari russi uccisi nei vari conflitti.
Si vorrebbe in tal modo aumentare la base elettorale del partito «Russia Unita»? (Secondo le stime dei giornalisti si tratterrebbe di almeno 3,8 milioni di nuovi cittadini grati per il regalo.) La realtà dimostra che il partito è capace di vincere anche in assenza delle manifestazioni materiali del voto a suo favore.
Insomma, mi sembra che la distribuzione dei passaporti sia più un gioco da bullo, un modo di infastidire in modo divertente la classe politica occidentale.
Penso che la maggioranza dei miei lettori conosca queste targhette dei numeri civici a basso costo:
Nel periodo pasquale ho scoperto che nella natura urbana esiste anche la loro versione in 3D:
Essendo molto più bella della versione piatta (in 2D) meriterebbe anche una vernice più resistente.
Non so come, ma all’epoca mi ero perso la notizia: nel novembre del 2016 il Parlamento del Tagikistan escluse il 1° maggio dalla lista delle giornate festive non lavorative. Si tratta di un caso incredibile e unico nel quale tutto il mondo dovrebbe prendere l’esempio da uno Stato non particolarmente distinto per il benessere dei lavoratori (Tagikistan è una delle fonti principali della manodopera non qualificata a bassissimo costo per la Russia).
Secondo l’ideologia grazie alla diffusione della quale divenne possibile l’esistenza stessa della Festa del lavoro, è proprio nel lavoro che un essere umano si realizza, si forma, si guadagna il proprio posto nella comunità. È una visione della realtà parziale, ma condivisibile. Proprio per questo trovo assolutamente illogico privare le persone del lavoro esattamente nella data in cui esso si festeggia.
Il 1° maggio deve essere sempre e per tutti una giornata lavorativa. Anche quando cade di domenica. Per cazzeggiare (o sognare di poterlo fare) ci sono tutti gli altri giorni dell’anno.
P.S.: in Kazakistan a partire dal 1996 ogni 1° maggio si festeggia non la Festa del lavoro, ma la Festa della unità del popolo di Kazakistan. Il nome della nuova festa è una pesantissima presa in giro politico-sociale, ma ne parlerò, prima o poi, in un testo apposito.
Dopo il recente dramma architettonico parigino mi sono ricordato, anche se non subito, la storia del Kinkaku-ji (Tempio del Padiglione d’oro) di Kyoto costruito nel 1397. Tutto il padiglione, tranne il piano terra, è coperto di foglie d’oro puro. Dal 1994 è un bene culturale protetto dall’UNESCO.
Attualmente ha questo aspetto:
Il tempio bruciò due volte nel XV secolo durante la guerra degli Ōnin e poi nel 1950 (incendiato dal monaco Hayashi Yoken intenzionato a suicidarsi).
Lo scrittore inglese Douglas Adams, durante la sua visita al Kinkaku-ji, fu sorpreso per il suo buono stato di conservazione. Dopo le precisazioni dell’interprete circa gli incendi, ebbe luogo il seguente dialogo (riporto il senso delle battute secondo la mia memoria):
«Quindi non è l’edificio originale?»
«Naturalmente è originale».
«Ma il tempio fu bruciato».
«Sì».
«Due volte».
«Più volte».
«E ogni volta fu ricostruito da zero».
«Naturalmente. È un monumento importantissimo per la nostra cultura».
«E ogni volta l’edificio fu ricostruito con dei materiali nuovi?»
«Certamente. Bruciò completamente».
«Come può essere lo stesso tempio?»
«È sempre lo stesso edificio».
Adams rimase sbalordito dall’idea che il concetto del tempio è per i giapponesi più importante dei materiali con i quali è costruito.
È veramente strano che alcune leggende continuino a vivere nelle teste delle persone nonostante la facilità assoluta della loro smentita.
Molte persone, per esempio, sono convinte che la lingua, intesa come organo del corpo, sia divisa in zone «competenti» per il riconoscimento dei vari gusti (la punta per il dolce, i lati per l’acido, la parte posteriore per l’amaro, una zona intermedia per il salato). Chiunque può toccare per esempio il sale con la punta della lingua e poi con qualsiasi altra sua parte.
Dopo una settimana lavorativa meno impegnativa di molte altre, il video domenicale può anche trattare un argomento un po’ più serio del solito. Quali sono le difficoltà del portare i rifiuti radioattivi sul nostro Sole:
Sono sempre stato solo un ascoltatore occasionale degli Eurythmics. Occasionale fino al punto di ascoltarli solo nei momenti quando alla radio viene trasmessa qualche loro canzone.
Però non mi è mai dispiaciuto di sentire quelle poche loro canzoni che conosco. Quindi per il post musicale di oggi ho selezionato due brani famosissimi.
Il primo è «Sweet Dreams» (dall’album «Sweet Dreams (Are Made of This)» del 1982):
E il secondo è «Here Comes the Rain Again» (dall’album «Touch» del 1984):
Non so se i miei sentimenti antireligiosi siano più offesi dagli auguri di buona Pasqua ricevuti la settimana scorsa da molti amici e conoscenti europei, l’augurio di buona preparazione alla «Pasqua vera» ricevuto da una conoscente russa sempre la settimana scorsa o gli auguri di buona Pasqua ortodossa ricevuti la settimana in corso da alcuni altri. In ogni caso, è abbastanza curioso che non tutti si siano ancora accorti del mio agnosticismo.
Allo stesso tempo, so che in questo ambito non tutti, purtroppo, sono come me.
Sì, quest’anno la Pasqua ortodossa è capitata una settimana più tardi di quella cattolica: il 28 aprile. Quindi sfrutto l’ultima occasione utile per fare gli auguri a tutti coloro che, appartenendo a una delle due correnti del cristianesimo, attribuiscono anche una importanza minima a tale festa.
Infine, ammetto che di tutte le feste religiose mi piace solo una cosa: il cibo buono e raro. Anzi, due cose: il cibo e la possibilità di mangiarne più del normale.
Nel passato, il digiuno durante i periodi particolari dell’anno e la possibilità di mangiare bene durante feste religiose erano due metodi primitivi (ma proprio per questo comprensibili e convincenti per le masse) di illustrare l’"importanza" della religione alla gente analfabeta, ma oggi noi, per fortuna, siamo messi infinitamente meglio. Mangiamo per mantenere viva la mente razionale.
Le automobili autopilotate vengono testate ormai da anni negli USA e in Europa. Uno degli obiettivi principali dei test è verificare e perfezionare la capacità di quelle auto ad orientarsi sulla strada allo stesso modo dei guidatori umani: vedere gli ostacoli, interpretare la segnaletica etc..
La grande verità consiste nel fatto che è molto più facile adattare le strade alle automobili autopilotate che al contrario. Quando, finalmente, tale concetto diventerà evidente alla maggioranza degli ingegneri, imprenditori e amministratori (di vario rango territoriale), il futuro diventerà molto più vicino.
Sì, l’innovazione non è necessariamente solo un pezzo di elettronica.