Il gruppo tedesco CAN non è famosissimo – soprattutto ora, a distanza di 40 anni dallo scioglimento – ma ci ha comunque lasciato un po’ di musica meritevole di attenzione. Io preferisco quel loro periodo in cui iniziarono ad abbandonare il krautrock a favore di una stilistica più tradizionale.
Di conseguenza, la prima canzone dei CAN selezionata per oggi è la «She brings the rain» (dall’album «Soundtracks» del 1970):
E la seconda è la «One More Night» (dall’album «Ege Bamyasi» del 1972):
A volte è bello sentire qualcosa di non comunemente noto, qualcosa che non sembra noto dalla prima all’ultima nota già dai primi accordi.
L’archivio del 2019 год
Un modo interessante di fare un sondaggio tra i fumatori:
Le persone che butteranno i mozziconi «a caso» potrebbero essere distratti proprio a causa di una delle due opzioni elencate (quindi può essere considerato un fattore di correzione).
P.S.: il fumo fa male, non iniziate se non lo avete ancora fatto.
Di tutta la storia sulla caduta del governo austriaco mi interessa veramente tanto solo un dettaglio: chi è realmente la tipa con la quale stava «trattando» l’ex vice-cancelliere. Nel nostro mondo profondamente informativo lo scopriremo presto, ne sono certo.
Nell’attesa di tale scoperta vi propongo un gioco molto probabilmente ancora più interessante. Immaginate che ci sia un governo europeo che volete far cadere. Io so come aiutarvi!
Il mio piano è molto semplice:
1) mi autoproclamo nipote di Vladimir Putin (egli preferisce non pubblicizzare le proprie parentele, dunque nessuno potrà contraddire me);
2) mi incontro con un qualsiasi ministro del governo da voi scelto e gli prometto dei finanziamenti in cambio di qualche favore da parte sua (per esempio, gli chiedo di poter comprare le sigarette senza pagare le accise);
3) faccio filmare di nascosto le mie trattative con il suddetto ministro e poi carico il video su YouTube.
4) il governo del suddetto ministro cade.
Per l’attuazione del piano che avete appena letto mi serve solo una modesta somma di denaro motivazionale. Sul mio sito troverete la lista dei metodi di fornirmela:)
Possiamo imparare molto dai metodi di Donald Trump di tutelare la «sicurezza nazionale». Leggiamo, per esempio, l’interessantissimo articolo «Trump’s latest explanation for the Huawei ban is unacceptably bad» e prestiamo l’attenzione alla seguente citazione:
TRUMP: Huawei is something that’s very dangerous. You look at what they’ve done from a security standpoint, from a military standpoint, it’s very dangerous. So it’s possible that Huawei even would be included in some kind of a trade deal. If we made a deal, I could imagine Huawei being possibly included in some form, some part of a trade deal.
REPORTER: How would that look?
TRUMP: It would look very good for us.
REPORTER: But the Huawei part, how would you design that.
TRUMP: Oh it’s too early to say. We’re just very concerned about Huawei from a security standpoint.
Tenuto conto anche degli avvenimenti precedenti, possiamo osservare che secondo Trump l’azienda Huawei è pericolosissima per gli Stati Uniti, è il nemico numero uno. Ha vilato l’embargo dell’Iran, spia gli americani a favore della Cina, risponde direttamente al Governo e i servizi segreti cinesi etc etc. Quindi il mostro va fermato.
Subito dopo, però, Trump afferma che può cancellare la Huawei dalla lista nera qualora dovesse andare a buon fine la trattativa sugli accordi commerciali con la Cina. Gli accordi commerciali favorevoli agli USA farebbero automaticamente diventare la Huawei non pericolosa per gli americani…
Almeno c’è da riconoscere che è un tipo stupidamente onesto: non nasconde che le sanzioni contro la Huawei sono solo uno strumento diplomatico e non una conseguenza della preoccupazione maniacale per la sicurezza.
P.S.: nei giorni scorsi avete sicuramente letto o sentito che in seguito alle sanzioni americane la Huawei dovrebbe perdere l’accesso — tra le altre cose — alla licenza dell’Android e di altri strumenti della Google. Ebbene, dovrei tranquillizzare i possessori dei telefoni Huawei: i vostri apparecchi non smetteranno di funzionare ma, al massimo, avranno dei problemi con gli aggiornamenti. Alle persone che stanno invece pensando di comprare un nuovo smartphone in questo periodo, consiglierei di optare verso altre marche.
P.P.S.: da quello che vedo, il mercato degli smartphone contemporaneo è diviso in due fronti: gli iPhone da una parte e qualche migliaio di telefoni quasi identici tra loro dall’altra. Quindi la scelta mi sembra scontata.
Una delle cose più stupide al mondo è accusare un film della alterazione dei fatti trattati.
Ogni film è una finzione artistica, non un prodotto di video-cronaca.
Le persone desiderose di vedere dei film sulla realtà non redatta possono installare una webcam al parcheggio più vicino.
Giovedì è stato pubblicato il primo trailer ufficiale del nuovo — settimo — film su Terminator («Terminator: Dark Fate»). A questo punto, ormai, mi interessa solo un determinato personaggio/attore (compare nel video ma evidentemente non avrà il ruolo centrale), ma, allo stesso tempo, non riesco a capire come fanno i creatori a non stufarsi di sfruttare la stessa storia per così tanti anni?
Secondo me avrebbero fatto bene a fermarsi al secondo.
Anche l’esempio di un grande compositore come Niccolò Paganini ci insegna che in questo mondo nulla viene inventato da zero. Ogni cosa nuova è costruita con dei mattoncini delle esperienze passate: viste o vissute. Così, per esempio, «Le Streghe» (una delle composizioni più famose di Paganini) è stata scritta dopo l’ascolto de «Il noce di Benevento» del compositore austriaco Franz Xaver Süssmayr al Teatro alla Scala. Paganini fu particolarmente colpito dal ballo delle streghe e dunque scrisse una propria variazione:
In qualità del «B-side» del post musicale odierno metto la «Grande sonata per violino e chitarra» di Paganini:
Non so se succede anche in Italia, ma in Russia Paganini è uno dei compositori più utilizzati nelle prime fasi dello studio del pianoforte. Ancora adesso non riesco a capire come sono riuscito a non odiarlo (anzi!).
Pare che sia finito il «Trono di Spade» del quale scrivono pure gli analfabeti.
Io, che non ne ho visto nemmeno una puntata, mi sono guadagnato un posto al museo: in qualità del pezzo da esporre.
Non sono proprio l’unico? Potrebbe anche essere. Allora mi candido alla posizione di colui che vede una serie ogni due anni e non sa bene cosa sia il Netflix (valuto troppo caro il proprio tempo).
Però, conoscendomi, non escludo che tra cinque o dieci anni mi possa venire la curiosità di vedere un paio di episodi del «GoT». Tanto per capire le cause della moda.
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Crespi d’Adda di aprile.
Ringrazio infinitamente il lettore che mi ha ricordato di questa località interessante: ne avevo sentito parlare qualche anno fa, ma poi, per qualche strano motivo, mi ero dimenticato di inserirla nella lista dei posti da visitare.
I consigli sui posti interessanti sono sempre benvenuti.