Jon Lord è uno dei miei compositori contemporanei preferiti (e avevo già tentato di spiegare il perché), quindi oggi dedico a egli un’altra puntata della mia rubrica musicale. Questa volta ho pensato di postare due sue opere brevi.
Che la prima sia la «Air On the Blue String» (dall’album «To Notice Such Things» del 2010)
E poi la «From the Windmill» (dall’album «Pictured Wihin» del 1998)
L’archivio del luglio 2019
Non so dire con precisione se il fatto dell’esistenza del sito Know Your Meme si era completamente cancellato dalla mia memoria, oppure non ci era mai stato. Ognuna delle ipotesi mi sembra molto, molto strana.
Di conseguenza, scrivo il presente post per due motivi: 1) per non dimenticarmi più di questo sito; 2) per informarvi della sua esistenza.
A tutti i lettori con dei vuoti di memoria simili ai miei ricordo che il Know Your Meme è una enciclopedia dei meme, abbastanza ricca e regolarmente aggiornata nei contenuti (mentre il design mi ricorda la fine degli anni ’90). È utilissima per scoprire l’origine, la storia, l’età reale e il contenuto reale di molte immagini (e non solo) che periodicamente vediamo su internet.
La mia (ri)scoperta del sito è avvenuta proprio grazie a questa gif.
È l’estate, quindi anche i ricercatori universitari passano allo studio degli argomenti particolarmente seri. Così, per esempio, tre ricercatori (mi sto trattenendo dalle battute) della Cornell University hanno analizzato 22.484 siti porno e hanno scoperto (meno male che non lo sto dettando) che il 93% di essi raccoglie le informazioni sui visitatori per poi trasmetterle ad altre aziende. Non si salvano nemmeno gli utenti che utilizzano la modalità anonima.
Il Google e le aziende da esso controllate acquisiscono le informazioni dal 74% dei siti porno utilizzati, il Facebook dal 10% dei siti e la Oracle dal 24% dei siti analizzati.
Solo il 17% dei siti analizzati protegge i dati degli utenti e fornisce le informazioni sul trattamento dei dati personali. Nella ricerca citata e in un articolo del New York Times si sostiene che i dati raccolti sarebbero anonimi, ma in base ad alcuni indicatori indiretti possono essere ricondotti ai profili degli utenti concreti. Quei dati verrebbero dunque utilizzati per migliorare il targeting pubblicitario.
I miei cari lettori, naturalmente, non rischiano alcunché: hanno letto questo posto solo come una testimonianza etnografica sul mondo universitario.
Buon finesettimana a tutti.
Passatelo nel mondo reale.
Gli scontrini fiscali cartacei è una delle cose più inutili al mondo.
Appositamente per gli ecologisti aggiungo che l’emissione degli scontrini è uno dei modi più fastidiosi di sprecare la carta e moltiplicare la quantità dei rifiuti.
Non escludo che a qualcuno gli scontrini possano anche servire. Ma non a me. Eppure i commercianti continuano a molestarmi tutti i giorni con la loro stampa.
Quando compro un pacchetto di caramelle da due euro, cosa mi faccio dello scontrino?
Quando faccio un acquisto serio pagando con una carta bancaria, mi arriva una notifica via sms e ne rimane pure una nota sul mio internet banking (per sempre). Cosa mi faccio dello scontrino?
Quasi la totalità degli scontrini finisce nella spazzatura entro tre secondi dalla loro stampa. Ma non escludo che qualcuno di voi possa conservarli per mesi, anni o decenni con lo scopo di farsi rimborsare le spese all’uscita definitiva da questo mondo.
Certe notizie vanno lette in coppia…
Vedo che in Italia ci sono delle persone scontente per la elezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea (che cattiva: sostiene che non si può spende più di quello che si ha).
Allo stesso tempo non vedo le persone scontente per il fatto che la commissaria per la concorrenza Margrethe Vestager continui, nonostante il mandato quasi scaduto, a perseguitare quelle aziende le cui popolarità e grandezza sono dovute proprio alla concorrenza (sì, intendo il caso Amazon).
Quanto si starebbe bene in una Europa indebitata piena di aziende inefficienti…
Visto che l’ho fatta (sulla base delle recenti notizie), la pubblico anche qui. Potrebbe esservi utile o semplicemente divertente.
E poi aggiungo che la storia presenta degli elementi di ciclicità un po’ in tutto il mondo. Fino a quasi trent’anni fa lo Stato-predecessore della Russia finanziava i partiti di un certo indirizzo politico quasi in tutto il mondo. L’efficienza dell’impiego di quei finanziamenti variava da Stato a Stato (in Europa, per esempio, i risultati «migliori» erano raggiunti in Italia e in Francia), mentre la sponsorizzazione politica russa odierna deve ancora essere studiata bene. Per fortuna, nel mondo di oggi le informazioni si ottengono e si diffondono molto più facilmente del secolo scorso, quindi non dovremmo aspettare tanto.
Per ora mi è assolutamente chiaro solo il principio politico di base: la Russia investe nelle forze politiche occidentali destabilizzanti. Non riuscendo, come anche prima, a produrre dei modelli da imitare, cerca di frammentare la comunità politica estera per strappare dalla sua famiglia dei singoli piccoli alleati. Gli alleati di dubbia qualità politica e morale, per di più fedeli solo perché e finché pagati, hanno una dubbia utilità pratica, ma, evidentemente, si tratta di un concetto ancora non compreso da molti.
La settimana scorsa ho scoperto un bellissimo traduttore online: https://www.deepl.com/translator
La sua efficienza diventa particolarmente evidente quando si inserisce un testo lungo con delle frasi non semplicissime. Così, per esempio, nella traduzione ottenuta è possibile cliccare su una singola parola per scegliere un sinonimo più adatto e vedere autocorreggersi tutta la frase.
Molto più figo del Google Translate.
Ma le lingue vanno comunque studiate, almeno per controllare la qualità dei traduttori.
Cosa succede a un pappagallo che cresce e vive in mezzo ai cani:
Il video è stato girato da un residente di Roodepoort (Sudafrica).
Penso che si tratti di uno strumento molto efficace: qualsiasi ladro sarà terrorizzato da un pappagallo che abbaia.
Anni fa ho dovuto riconoscere l’esistenza di un concetto che da tanto fastidio ai fan più fedeli di tutti i musicisti del mondo. Tale concetto è semplice: non è sempre detto che l’originale sia per forza migliore di tutte le interpretazioni altrui.
Tutte le valutazioni dipendono dai gusti musicali, ma provo comunque a fare un esempio concreto.
Una delle canzoni più famose del cantante australiano Jimmy Barnes è la «Too Much Ain’t Enough Love». Quindi cominciamo con l’ascolto dell’originale (preso dall’album «Freight Train Heart» del 1987):
E ora proviamo ad ascoltare la versione di Joe Bonamassa (inclusa nel suo album «Driving Towards the Daylight» del 2012):
Non so se sentite la differenza come la sento io.
Di recente ho scoperto una comparazione molto dettagliata di Telegram, Viber e Whatsapp. Era abbastanza prevedibile la vittoria del Telegram secondo quasi tutti i parametri, mentre la vera grande sorpresa sono alcune interessanti funzionalità dei messenger in generale che non avrei mai potuto immaginare. Ora si potrebbe testarle.
La tabella comparative di cui sopra, però, non spiega uno dei misteri più grandi del mondo: perché quella m…da obsoleta di Whatsapp è ancora così popolare in Europa? E quella m…da inclassificabile di Viber perché è ancora utilizzata nel mondo? Boh…
Quando diventerò il Presidente del mondo, obbligherò tutti i miei amici e conoscenti europei a utilizzare il Telegram.