L’archivio del ottobre 2018

Google minus

Senza provare alcun sentimento particolare, ho appreso dal blog ufficiale di Google che tra 10 mesi (quindi entro la prima metà dell’agosto 2019?) verrà chiuso ai privati il social network Google+.
Potrei provare una specie di nostalgia perché nel sempre meno vicino 2011 — l’anno di apertura del Google+ — avevo guadagnato la possibilità di registrarmi un account quando lo si faceva ancora solo su invito (come nel periodo iniziale del Facebook). Ma non riesco proprio a provare questa nostalgia: non ho mai capito a cosa possa servire un social network privo di alcuna funzionalità interessante e di utenti attivi. Secondo i dati dello stesso Google, non sono l’unico: più del 90% degli utenti registrati passa al massimo 5 secondi al giorno su Google+.
Da diversi anni Google continua, con un buon ritmo, a partorire e uccidere delle creature di qualità e popolarità molto varie. Di solito si tratta di un processo tecnico giustificabile almeno dalla necessità di proporre delle sfide nuove al proprio team di programmatori e manager. Inoltre, si tratta sempre dei gesti di enorme fiducia nella capacità dei propri clienti di arrangiarsi. L’assassinio più noto, triste e pianto dalla gente è stato quello di Picasa. Ora, invece, è finalmente arrivata la prima constatazione della morte. Quella di Google+, appunto.


Inerario, § 11

Nel nuovo paragrafo di Inerario (§ 11) illustro come può essere realizzato il reindirizzamento (redirect 301) tramite il file di configurazione del server: .htaccess e web.config.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo11/


I lacci sicuri

L’azienda californiana Zubits propone un attrezzo interessante e banale che permette di legare i lacci solo una volta nella vita (delle scarpe):

Sui vari siti di e-commerce queste calamite costano circa venti euro. Se avessi qualche certezza in più sulla loro buona tenuta, potrei anche testarle sulle scarpe sportive. Ma senza le certezze trovo un po’ costosa questa lotteria.


La musica del sabato

Ca**o, mi sono ricordato che in un certo periodo – breve – della mia adolescenza mi piacevano i Kansas… Non ho una spiegazione razionale a questo fatto della mia biografia. Ma dedico comunque la edizione odierna della mia rubrica musicale a questo gruppo. Almeno per dimostrare che gli sfasamenti dovuti alla crescita di una persona vengono [quasi] sempre superati con successo.
La prima canzone scelta è «Dust in the Wind» (dall’album «Point of Know Return» del 1977):

Mentre la seconda canzone è «Carry on Wayward Son» (all’album «Leftoverture» del 1976):


La lingua nazionale

Da dove arrivarono gli antenati degli statunitensi: la nazionalità dominante nei quadrati del territorio 100×100 miglia.

Al giorno d’oggi negli Stati Uniti quasi 50 milioni di persone si autodefiniscono discendenti degli immigrati tedeschi: molti più di quelli originari del Regno Unito. Nella maggioranza delle città americane esisteva almeno un giornale locale in lingua tedesca; a New York ce n’erano dodici.
Nel 1917, però, gli USA entrano nella Prima guerra mondiale e l’uso del tedesco diventa anti-patriottico. Cambiano molti termini comunemente diffusi (per esempio, frankurter diventa hot dog) e cognomi (per esempio, Schmidt diventa Smith), in molti Stati viene vietato l’insegnamento della lingua tedesca nelle scuole (a volte anche nelle scuole private). Nel 1923 la Corte Suprema riconosce l’incostituzionalità di tutte le limitazioni, ma il danno ormai è fatto. La lingua tedesca è quasi completamente sparita dall’uso nei luoghi pubblici e quindi nella vita quotidiana.
A causa di una aggressiva politica imperiale russa lo stesso succede oggi nelle ex Repubbliche sovietiche con la lingua russa.
Alla base c’è sempre la stupidità.


Con le cuffie

Nel nostro mondo imperfetto esistono due categorie delle regole: le regole importanti e le regole del terzo piede.
Nella regolamentazione del traffico automobilistico, per esempio, è assolutamente inutile la P gigantesca applicata sulle auto dei guidatori inesperti. Guidando, incontro spesso degli «esperti» che fanno le cose immaginabili anche per i terroristi dell’ISIL. Di conseguenza, quando si guida bisogna essere attenti a tutte le auto incontrate.
E poi esiste il pericolo reale: il guidatore con le cuffie. Le cuffie, stranamente, non sono contemplate dal codice della strada. Quindi dal punto di vista formale un automobilista, un camionista, un motociclista o un ciclista che ascolta la musica con le cuffie non viola alcuna norma. Eppure quei personaggi sono pericolosissimi!
Un guidatore (di qualsiasi mezzo) con le cuffie ha una capacità ridotta di orientarsi nello spazio: non sente l’arrivo di altri mezzi, il suono del clacson altrui, il grido della vecchietta investita etc. Ma la legge non vieta le cuffie. Allo stesso tempo la legge vieta di parlare al telefono, cioè una attività abbastanza innocua.


Comunicare

È abbastanza curioso scoprire quante persone occupate nell’IT non conoscono il potentissimo mezzo di comunicazione chiamato e-mail. Ovviamente capisco che si tratta di uno strumento di recente invenzione (è nato relativamente pochi decenni fa) e non tutti hanno già avuto modo di scoprirlo o solamente sentirlo nominare. Allo stesso tempo, una persona che lavora in uno dei settori più soggetti al progresso dovrebbe dimostrare una maggiore capacità di aggiornarsi. Indipendentemente dal fatto che sia un lavoratore dipendente non licenziabile, un precario, un lavoratore autonomo o il capo/proprietario di una azienda privata.
Porco Byte, posso non avere la possibilità di rispondere alla telefonata per 1024 motivi. Sto dormendo perché lavoro di notte. Sto intensamente pensando sulla soluzione di un problema colossale. Sto scrivendo una poesia per la donna dei miei sogni (oppure sto rimediando le conseguenze della sua lettura). Sto guidando una auto semi rotta in mezzo a un campo minato seguendo una mappa usurata. Assomiglio tantissimo all’autore di questo blog che odia parlare al telefono. Banalmente, non mi sono accorto della telefonata.
Apprezzo tantissimo tutti quei miei clienti e datori di lavoro che mi contattano (spesso sin dalle prime volte) via e-mail o altri messaggi scritti. Dimostrano di avere il rispetto del mio tempo.


Scoperte irrelevanti

Il fisico Alessandro Strumia è stato sospeso dalla CERN per le «dichiarazioni sessiste». In sostanza, nel corso di una conferenza ha mostrato le statistiche che mostrano quanto siano i risultati scientifici delle donne inferiori a quelli degli uomini.
Penso che tutti gli scienziati seri del mondo debbano indignarsi per quanto è successo. Anziché essere sospeso per l’inadeguatezza professionale (cioè per aver esposto una scoperta scientificamente irrelevante, una banalità comunemente nota e noiosa), è stato definito un sessista. I dirigenti della CERN dovrebbero trattenersi dall’inseguire quella stupida moda…
Insomma, hanno sbagliato entrambi.


Per i poeti di oggi

Sono portato a pensare che il progresso tecnologico tocchi tutti i mondi più o meno allo stesso modo. Di conseguenza, la differenza sostanziale tra il paradiso e l’inferno nei quali finiranno le persone del XXI secolo, si esprimerà non nei termini della sofferenza fisica.
Volete un esempio concreto? Leggete. All’inferno del XXI secolo non avremo la possibilità di saltare l’annuncio dopo n secondi. Mentre al paradiso saremo totalmente liberi dalla pubblicità.
Tutto qui.