Ho sempre pensato che il pallone da calcio classico fatto di pentagoni bianchi e neri esistesse almeno dagli anni ’50 del XX secolo.
E invece no: un Pallone da calcio di questo aspetto è stato prodotto per la prima volta appositamente per i Mondiali del 1970. Per di più, è una invenzione della Adidas. Tale modello di pallone è stato chiamato Telstar in onore del satellite, al quale assomiglia esteticamente, ed è stato concepito in quei colori per essere ben visibile sugli schermi dei televisori in bianco e nero (proprio allora il Campinato è stato trasmesso in television per la prima volta).
Mentre prima di quella occasione si giocava ancora con i vecchi palloni marroni simili a quelli da basket:
È interessante notare che pure Google in risposta alla ricerca «pallone da calcio classico» ci mostra quasi esclusivamente i palloni a pentagoni.
In pratica io non seguo il calcio (anche se ho passato un piccolo pezzo della mia vita in un ambiente dove si parlava moltissimo di questo sport), quindi comprendo di aver fatto una scoperta banalissima.
L’archivio del marzo 2018
Care lettrici, auguri a tutte voi.
Siate libere, almeno oggi (meglio se sempre), dalla applicazione degli steriotipi come questa:
Alla fine di febbraio mi ero accorto di questo adesivo comparso in alcuni punti della stazione «Duomo» sulla metropolitana milanese:
All’inizio di marzo mi sono finalmente ricordato di andare a leggere di cosa si tratta. Ebbene, sul sito della ATM è disponibile un comunicato (datato 21 febbraio) sull’avvio della sperimentazione in alcune stazioni: Duomo (da febbraio), San Babila (da marzo) e Cadorna (da aprile). Sono promesse la registrazione semplice è una velocità decente (500 Megabit al secondo) nelle prime 4 ore di utilizzo al giorno.
Ovviamente siete capaci anche voi a leggere quel comunicato. Molto più importante e interessante è, invece, sperimentare praticamente tale servizio. Io l’ho fatto martedì sera metre tornavo a casa.
Ora posso testimoniare due cose. Prima di tutto, la registrazione è veramente semplice e veloce: può essere fatta nell’arco temporale medio necessario per l’attesa del treno. Selezionate la rete tra quelle rilevate dalvostro telefono, scegliete il modo in cui autentificarvi (con un social network o inserendo manualmente il nome), fornite il vostro numero di telefono e, infine, inserite il codice di controllo ricevuto via sms.
Bene, siamo già collegati:
Per ora ho navigato poco, ma ho comunque avuto l’impressione che la velocità dell’internet «metropolitano» sia realmente buona. Vedremo se resterà tale anche con una maggiore quantità delle persone connesse. E, soprattutto, speriamo che il servizio si estenda presto a tutta la rete dei mezzi pubblici milanesi.
Ma già ora possiamo festeggiare per il fatto che, finalmente, anche Milano si sta avvicinando agli standard tecnologici del primo mondo!
[Sulla metropolitana moscovita il wi-fi è stato attivato nel 2013.]
La data odierna (forse) è un anniversario importantissimo. Secondo la versione ufficiale dei fatti, alle 21:50 (l’ora di Mosca) del 5 marzo 1953 morì Iosif Stalin. Non sappiamo quanto siano reali la data e l’ora dell’evento. Possiamo solo supporre, grazie ad alcuni indizi, che Stalin fu colpito dall’ictus la notte tra il 28 febbraio e l’1 marzo, mentre i medici furono chiamati a visitarlo solo il 2 marzo. Il primo comunicato ufficiale sul fatto della malattia di Stalin fu diffuso il 4 marzo. La notizia sulla morte, invece, fu per la prima volta data alla radio alle 6 del mattino del 6 marzo.
Avrei voluto consigliarvi un interessantissimo libro sulla cronologia degli ultimi cinque giorni di vita di Stalin, ma, stranamente, non è ancora stato tradotto in almeno una delle lingue che possiate conscere.
Nemmeno le persone capaci di leggere in russo, però, sanno con precisione se la morte sia avvenuta a causa di un avvelenamento nel corso della ubriacata di quella note con i quattro «fedeli» compagni (Berija, Khruschev, Malenkov e Bulganin) oppure, semplicemente, perché arrivò la sua ora.
Sappiamo molto bene, però, che i preparativi alla sua morte furono eseguiti con una grande precisione. Infatti, nei mesi precedenti alla morte Stalin fu privato (grazie alle «segnalazioni» di Berija) dei collaboratori più fedeli che selezionò e addestrò nel corso dialcuni decenni: prima di tutto il suo medico di fiducia (professor Vinogradov), il suo capo della sicurezza (il generale Vlasik) e il suo segretario personale (il maggior generale Poskrëbyšev). Nei giorni successivi alla morte, invece, avvenne la eliminazione dei possibili testimoni scomodi: i dipendenti della residenza dove avvenne il tutto, il figlio di Stalin Vasilij (il quale dichiarò pubblicamente che il padre sarebbe stato avvelenato).
I principali quattro testimoni dei fatti di quella notte tra il 28 febbraio e l’1 marzo – cioè le personalità partitiche più importanti dopo Stalin: Berija, Khruschev, Malenkov e Bulganin – ebbero, a quanto pare, dei motivi assolutamente comprensibili per partecipare senza alcun rimorso all’intera impresa. Ebbero bisogno di anticipare una nuova «grande pulizia» staliniana tra i vertici del Partito.
Tre di loro – Khruschev, Malenkov e Bulganin – ebbero l’intelligenza capire che alla morte di un dittatore molto spesso segue la comparsa di un altro. Di conseguenza, dopo appena 16 settimane organizzarono, con l’aiuto dei militari, l’arresto del loro compagno di avventura Berija (troppo impegnato nella conquista del potere personale). Dopo altri sei mesi Berija fu condannato a morte per spionaggio a favore di un grande numero di Stati esteri. Non sappiamo tuttora se sia stato fucilato immediatamente dopo la condanna o già il giorno dell’arresto. Non sappiamo nemmeno che fine abbia fatto il suo corpo. Ma nel 2002 la Sezione militare della Corte Suprema russa confermò quella condanna del 1953.
Quello che mi interessa ora, però, è risultato positivo di quegli eventi dei primi di marzo del 1953: sono state salvate le vite di alcuni milioni dei cittadini sovietici. Anche se i 29 anni della peranenza al potere di Stalin produssero degli effetti catastrofici.
Possa il suo nome essere cancellato.
I Creedence Clearwater Revival, per il loro modo di suonare e cantare, mi hanno sempre fatto l’impressione di un gruppo di amici che hanno iniziato a farlo per gioco e sono diventati famosi per sbaglio. Infatti, nonostante la complessiva simpatia, il loro fenomeno mi rimane poco chiaro.
Ma questo non significa che non abbiano fatto delle canzoni meritevoli di attenzione.
Per il post musicale odierno ho selezionato queste due:
Prima di tutto la «Have You Ever Seen The Rain?» (dall’album «Pendulum» del 1970)
E poi «Gloomy» (dall’album «Creedence Clearwater Revival» del 1968, da ascoltare tutto)
Saprete che in molte città del mondo sono installate delle webcam che trasmettono in modo continuato i video di ciò che succede per strada. Dal punto di vista dell’utente tali webcam hanno sempre almeno uno dei due difetti: 1) la qualità del video è molto bassa, 2) la quantità della pubblicità supera ogni limite ragionevole. La manutenzione delle webcam capaci di trasmettere in qualità HD (ce ne sono poche in giro per il mondo) è naturalmente un affare molto costoso, il che comporta l’aumento quantitativo della pubblicità.
Ma alcuni giorni fa ho scoperto il fenomenale progetto Sochi.Camera (indovinate il nome della città dalla quale trasmette i video).
Prima di tutto, sul loro sito è possibile scegliere, in piena libertà, tra 267 webcam installate su tutto il territorio di Sochi, comprese le zone Continuare la lettura di questo post »
Il post di oggi mi è stato dettato dal Capitan Ovvio.
In russo la parola buran significa «un forte vento della steppa che trasporta grandi quantità di neve».
Si potrebbe aggiungere che il termine è di origine turca, ma ora non ci interessa. Ora ci interessano altre applicazioni della parola buran. Prima di tutto, come saprete, è il nome Continuare la lettura di questo post »