L’archivio del 2017 год

Volere = guadagnare

Pare che le turbine a gas della Siemens arrivate in Crimea siano già quattro.

Si potrebbe entrare nei dettagli tecnico-giuridici per capire se le turbine siano da considerare dei prodotti europei per il settore energetico la cui fornitura alla Crimea è vietata dalle sanzioni dell’UE (le turbine sono prodotte da una joint production tra la Siemens e il Power Machines).

Ma oggi vorrei dedicarmi a un argomento un po’ più ampio: la reale vitalità delle sanzioni economiche europee contro la Russia.

Trovo interessante parlarne servendomi proprio del caso di cui sopra. Ripensiamo, prima di tutto, ai suoi passaggi essenziali.

La Crimea è totalmente priva della produzione propria di energia elettrica, dipendendo in tale ambito dalla Ucraina. Di conseguenza, subito dopo l’annessione in Russia fu presa la decisione di costruire due centrale termoelettriche: una in Crimea e una a Toman (dall’altra parte dello stretto di Kerc, di fronte alla Crimea).

Nell’agosto del 2015 il Technopromexport (uno dei principali appaltatori delle centrali) ordina quattro turbine della Siemens (il modello SGT-2000E), indicando che tutte servono per la centrale di Toman. In base alle caratteristiche dichiarate della centrale, però, questa ultime avrebbe avuto bisogno di sole due turbine. I mass-media iniziano a pubblicare le notizie sul presunto fatto che tutte e quattro le turbine servano per la centrale della Crimea.

Nel giugno del 2016 è stata annullata la gara d’appalto per la costruzione della centrale della Toman per l’assenza di aziende interessate. Le quattro turbine sono state messe in vendite e il Technopromexport ha ufficialmente ricordato che non possono essere utilizzate in Crimea.

Nel dicembre 2016 la Siemens ha interrotto la fornitura delle attrezzature per il funzionamento delle turbine, subendo dunque una minaccia di cause legali. Il tentativo di vendere le turbine già fornite non è andato a buon fine.

Dopo le notizie sull’arrivo delle prime due turbine in Crimea, la Siemens ha annunciato una denuncia penale nei confronti di coloro che hanno fornito le turbine alla Crimea.

Ecco, la vera bellezza economica sta proprio in quest’ultimo punto. La Siemens, dal punto di vista legale, può fare quello che le pare: non solo fare le denunce penali, ma pure chiedere il risarcimento dei danni economici o d’immagine in via civile. In ogni caso, la competenza territoriale sarà del giudice russo, cioè del giudice più indipendente al mondo. Cioè un giudice che non aspetta le istruzioni telefoniche dal Cremlino o una usb con il testo della decisione pronto proveniente da altri uffici competenti.

Voglio essere compreso bene: i dirigenti della Siemens non sono dei bambini ingenui, sanno come funzionano le cose in Russia. E non si aspettano il rientro delle proprie turbine. Ogni manager sa di essere pagato per venderei prodotti della propria azienda. Qualsiasi decisione del giudice russo darà ai manager della Siemens un motivo in più per dire «non è colpa nostra, abbiamo fatto il possibile» e, allo stesso tempo, dimostrare agli azionisti di svolgere con profitto le proprie funzioni lavorative.

Le lezioni che dobbiamo imparare noi da questa storia sono due: non dobbiamo essere idealisti; i vincoli sono fatti per essere raggirati.

Nella prossima puntata racconterò perché le sanzioni personali sono più efficienti di quelle economiche.


Il nazismo ucraino

Poco fa avevo scritto della abolizione dei visti per gli ucraini che vogliono visitare l’UE. È importante sapere che lo Stato ucraino ha trovato un modo geniale di ringraziare per il regalo.

I miei lettori che si interessano della politica internazionale in generale e dell’Est Europa in particolare si saranno già accorti che la Polonia non è proprio entusiasta a vedere l’Ucraina avvicinarsi all’UE.

Il motivo, in effetti, è molto comprensibile. Con l’inizio della aggressione militare russa nel 2014, l’Ucraina ha intensificato la ricerca degli eroi nazionali nella propria storia (per ovvi motivi aveva iniziato a farlo già negli anni ’90).

Addirittura a partire dal 1997 in Ucraina viene ufficialmente commemorata in numerosi modi la figura del collaboratore nazista Roman Shukhevych (comandante di un battaglione speciale, responsabile dello sterminio dei polacchi e degli ebrei sul territorio ucraino): monumenti, targhe commemorative, il titolo del cittadino onorario di quattro città, l’attribuzione del suo nome alle vie e addirittura intere zone delle città… L’ultima, nel senso cronologico, trovata ucraina è stata quella di attribuire il nome di Shukhevych a una delle vie di Kiev: è successo il 1 luglio 2017.

Fare un piccolo genocidio locale ammazzando 60 mila polacchi, non chiedere scusa, dedicare una via della capitale al loro assassino e andare a «integrarsi» con l’UE? Se i polacchi si oppongono con tutti i mezzi disponibili alla integrazione con uno Stato nazista, io li capisco e appoggio.

N.B. Tutto quello che ho scritto sopra non significa, naturalmente, che io appoggio o giustifico l’invasione russa in Ucraina. I nazisti che non tendono alla espansione vanno isolati nei loro confini abituali. Coloro che condividono i sempre più evidenti «valori» dello Stato restano lì, mentre gli altri si integrano anche fisicamente con gli Stati più evoluti.


Concerto-karaoke

Il 1 luglio a Kiev si è svolto un vero concerto interattivo.

Il noto cantante russo Dolphin (il vero nome completo è Andrey Vyacheslavovich Lysikov) aveva visitato la Crimea questo inverno (nel suo caso per un concerto, ma non importa), quindi in base a una legge ucraina del 15 aprile 2014 non può più entrare in Ucraina. Doveva però partecipare al festival Atlas Weekend svoltosi dal 28 giugno al 2 luglio 2017. I suoi musicisti, che non erano mai stati in Crimea dopo l’annessione del 2014, sono stati accettati al confine, mentre egli no.

Il concerto, però, si è svolto comunque. A suonare erano i musicisti, mentre a cantare era il pubblico. Il concerto interattivo – possiamo anche definirlo un concerto-karaoke – è stato reso possibile anche grazie alla proiezione dei testi sullo schermo dietro ai musicisti.

C’è una soluzione a tutto!


Come pesare i bagagli

Periodicamente riscopro che non tutte le persone sanno come pesare i bagagli con una semplice bilancia del tipo «pesapersone» da casa. In effetti, molto spesso non si riesce ad appoggiare sulla bilancia una valigia/borsa/zaino in modo che non cada o che non schiaccia su un lato della bilancia più che su un altro.

Eppure il metodo di pesare i bagagli è semplicissimo.

Bisogna salire normalmente sulla bilancia e misurare il proprio peso. Poi scendere dalla bilancia, azzerare il valore, prendere in mano il bagaglio, risalire sulla bilancia e misurare di nuovo il peso. Facendo la differenza tra i due valori ottenuti, scoprite facilmente il peso del vostro bagaglio.

Come avreste fatto senza la mia smisurata saggezza?


Strappati dalla realtà

Alcuni partecipanti del festival «Stenograffia» (dedicato allo street-art), durante la tappa di Ekaterinburg, hanno dipinto una Moskvich-408 e un box leggero per l’auto.

Ma non so se tutti capiranno la battuta…


L’arte contemporanea

In aprile dell’anno scorso avevo scritto dell’americano Stan Herd che crea delle enormi immagini con l’aiuto di un trattore.

Oggi ho scoperto della esistenza di un suo «collega» notevolmente più scarso dal punto di vista artistico: il veneto Dario Gambarin (ecco il suo sito).

Come ho fatto a scoprirlo? L’ho scoperto leggendo della sua recentissima opera. Questa:

Si dice che in precedenza avrebbe già creato i ritratti di Donald Trump e Hillary Clinton.

La fama artistica dell’Italia non ha bisogno di nemici esterni…


Anche i cinesi sbagliano

Pare che la storia dell’interessante progetto cinese TEB (Transit Elevated Bus) sia già finita.

Pensandoci bene, posso constatare che anche nel caso di successo sarebbe l’invenzione in questione sarebbe stata applicabile solo nelle città di recente costruzione (quindi prevalentemente quelle asiatiche)… Ma mi dispiace comunque per il dissolversi di questo sogno futuristico del XXI secolo.

Avevo espresso alcuni dubbi sulle caratteristiche di quel mezzo di trasporto già in occasione del suo primo viaggio.


Solo uno strumento

Oggi ho letto di un ennesimo curioso fatto che mi permette di spiegarvi bene un concetto poco chiaro a molti: la legge è uno strumento che va utilizzato in maniera corretta, quindi al raggiungimento del miglior risultato con il minor sforzo.

A metà giugno nella contea di Buckinghamshire (in Inghilterra) faceva molto caldo. Quindi il tipo di nome Joey aveva deciso di presentarsi al lavoro con i shorts, ma era rispedito a casa dai dirigenti per cambiarsi. I pantaloni corti, infatti, violavano il dress code aziendale.

A quelpunto Joey aveva deciso di mettersi un vestito da donna non vietato dal dress code aziendale.

Dopo alcune ore l’azienda aveva diffuso tra i lavoratori un comunicato in base al quale gli uomini erano autorizzati a portare i shorts di colore nero, blu scuro o beige. A Joey era stato proposto di passare di nuovo a casa per cambiarsi. Egli, però, si era rifiutato e aveva dunque passato il resto della giornata lavorativa vestito così:

Gli ordinamenti giuridici di tutti gli Stati democratici rispettano un importante principio: tutto ciò che non è vietato è permesso. Ma io, nella vita reale, conosco tantissime persone che conducono una esistenza noiosissima per la sola paura di violare dei divieti inesistenti.

Complimenti a Joey per la libertà mentale.

Sii come Joey!

Ahahahahaha


L’autocurling

Dal 17 al 24 giugno si è svolto l’annuale festival internazionale della creatività «Leoni di Cannes» (quello dedicato alla pubblicità). Tra i premiati ci sono state anche alcune agenzie pubblicitarie russe.

Nella sezione «Promo&Activation», per esempio, al terzo posto si è classificata l’agenzia «Voskhod» con il suo progetto «Curling con le auto» sviluppato per l’agenzia pubblicitaria «Smartpolis» di Ekaterinburg.

Vediamo subito un esempio:

Le auto utilizzate per realizzare il video sono tutte VAZ 1111 «Oka».


Caselle pulite

Indipendentemente dal sito sul quale avete le vostre caselle postali e da come sono organizzate queste ultime, potete approfittarvi di un bel trucco che vi sto per suggerire.

Provate a filtrare le mail attraverso la ricerca della parola «unsubscribe»: vi troverete di fronte alla lista di tutte le mail pubblicitarie e appartenenti alle mail list che avete ancora nella casella postale.

Raccogliendole in tal modo, potete anche cancellarle tutte con pochissimi clic.