L’archivio del 2016 год

Il Bene

Oggi vediamo un brevissimo cartone sul Bene.

Dall’altro lato, sarebbe utile imparare a farlo non solo per essere ringraziati.


Cin cin

Mi è capitato diverse volte di sentire, in Italia, la domanda del tipo «Ma è vero che i cinesi si offendono quando si dice „cin cin“?»

Non ho mai saputo come rispondere. Ma ecco che un giorno, passando in via Paolo Sarpi a Milano (il cuore della Chinatown milanese), ho notato questo bar:

Scusate la qualità della immagine: il mio cellulare d’epoca non è capace di fare di meglio.


Lo scambio dei condannati

Come forse sapete, ieri a Kiev sono stati condannati a 14 anni di reclusione due militari russi (Yevgeny Yerofeyev e Alexandr Alexandrov) per aver partecipato ai combattimenti contro l’esercito ucraino nel sud-est della Ucraina stessa. Come nei casi di tutti gli altri militari russi imprigionati, feriti, uccisi o semplicemente fotografati nell’area del conflitto, il Ministero della difesa russo ha da subito sostenuto che i due si sarebbero licenziati prima di andare a combattere in Ucraina.

Il fatto storicamente provato che la Russia ha sempre lasciato soli i propri militari finiti in difficoltà nel corso di una missione merita un testo serio a parte. Oggi volevo scrivere sul possibile scambio di militari fatti prigionieri e condannati dalle corti dei due Stati-parte del conflitto.

Yerofeyev e Alexandrov condannati in Ucraina, una volta finiti nelle mani degli ucraini, hanno ammesso di fare parte dell’esercito regolare. Ma, visto che il loro datore di lavoro nega tutto, formalmente avrebbero potuto essere processati per il terrorismo internazionale. Processati e condannati a una pena ben più grave.

Nadezhda Savchenko, al momento del suo rapimento, era una militare ucraina: non lo nega lei e non lo nega lo Stato ucraino. Quindi Savchenko è stata condannata a 22 anni di reclusione per avere combattuto contro gli invasori. Processata e condannata dagli invasori stessi. Si trova qualcosa di simile nella storia militare?

Ora il presidente ucraino Poroshenko propone di fare uno scambio: Yerofeyev e Alexandrov per Savchenko. Tale proposta fa ridere per due motivi. Prima di tutto, nessuno dei dirigenti dello Stato ucraino è realmente interessato, in questo periodo storico, a rivedere la Savchenko in patria. La sua popolarità (l’immagine della ucraina) è troppo facilmente convertibile in un consistente capitale politico. Non è detto che sia in grado di convertirla lei, ma ci sono dei partiti pronti ad aiutarla nella traballante situazione politica ucraina. Mi riferisco, in particolare, al partito della miracolosamente risorta Yulia Timoshenko.

Il secondo motivo è l’interesse dei dirigenti dello Stato russo verso i propri cittadini. Come ho scritto poco prima, un semplice militare non ha alcun valore e può essere lasciato dove sta per l’eternità. Un commerciante di armi (Viktor Bout) o un trafficante-grossista di droga (Konstantin Yaroshenko), essendo evidentemente legati a più personaggi di spessore russi, hanno invece un valore altissimo. In più, il presidente Putin trova molto più interessante trattare con l’Occidente che con il governatore di un territorio «storicamente russo». Un territorio che per uno spiacevole equivoco si chiama, per ora, Ucraina.

L’interesse mediatico e politico verso la sorte della Savchenko fa comunque da garanzia di un suo ritorno in patria prima dell’esaurimento della pena.


Cretini creativi

Come ho scritto la settimana scorsa, in Russia il 12 aprile si festeggia il Giorno dei cosmonauti: è il giorno del volo orbitale di Yuri Gagarin. In occasione del cinquantacinquesimo anniversario i festeggiamenti hanno avuto delle forme molto varie…

A Penza, per esempio, hanno avuto questa forma:


Apriti Terra

E’ uno dei video che potrei vedere all’infinito: l’esplosione nucleare sotterranea.


Non tentate di ripeterlo a casa

In questa notizia mi piace tutto, ogni dettaglio.

Il mio umorismo non scenderebbe mai ai livelli di quello di Ray, ma di battute ne faccio. Meno male che la mia donna è armata solo di padelle…


L’artista del trattore

Quando uno non si ricorda più dove ha messo il pennello ma ha a disposizione un trattore, può comunque dedicarsi sin da subito all’arte. L’esempio dell’americano Stan Herd (ecco il suo sito) insegna, però, che il trattore non è sufficiente: ci vuole anche un aereo dal quale fotografare e opere realizzate.

Se non sapete guidare un aereo, chiedete in famiglia.

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Supermayor

E’ veramente curioso, a volte, apprendere delle notizie sulla vita quotidiana italiana dai blog russi.

Il cartello della foto seguente (pubblicata da Artemy Lebedev), per esempio, apprendiamo che il sindaco di Borgosesia (in provincia di Vercelli) è convinto di essere un Superman. Anzi, un Supermayor. Il suo nome deve rimanere nella storia universale, non solo quella clinica: Gianluca Buonanno.

Ah, non fateci caso allo slogan: è una banalissima scoreggia politica. L’autore avrebbe potuto formulare il proprio pensiero in qualche modo più interessante.


I sosia politici

Esistono dei politici che fanno ridere per quello che dicono. Esistono, ma molti meno, politici che fanno ridere per quello che fanno. Alcuni politici fanno ridere, questa volta solo nel senso positivo e simpatico, per il proprio aspetto fisico. Indipendentemente dalle loro azioni o dichiarazioni politiche, non riesco a guardarli senza ridere perché assomigliano troppo a qualcuno.

Riporto i due esempi più famosi.

L’ormai ex premier ucraino Arseniy Yatsenyuk assomiglia tantissimo al musicista Moby.

L’attuale premier turco Ahmet Davutoğlu assomiglia tantissimo a Super Mario.

Vorrei fare una bella raccolta di somiglianze, ma per ora non me ne vengono in mente altre.


Yuri Gagarin

La Russia contemporanea ha ereditato dall’URSS una serie di feste, la maggior parte delle quali non ha mai avuto alcun senso. Alcune di queste fortunatamente sono state abrogate (come, per esempio, la festa dalla rivoluzione), altre non sono più delle festività ufficiali. Qualcuna, come la «festa del difensore della patria» (23 febbraio), sopravvive ancora.

Solo due feste del periodo sovietico sono generalmente riconosciute dai russi: il Capodanno (ritenuto importante quanto il Natale in Europa) e il Giorno dei cosmonauti (che si festeggia il 12 aprile).

Appena (?) 55 anni fa, il 12 aprile 1961, è stato lanciato nello Spazio il primo uomo della Storia, Yuri Gagarin. A partire dalle 10:48 (l’ora di Mosca) di quel grande giorno Gagarin è una delle persone più strumentalizzate del mondo: lo è stato in sette anni di vita che gli erano rimasti, in occasione della morte, ma pure ora. Oggi, per esempio, anche negli Stati che non festeggiano l’anniversario del suo famoso volo orbitale si parlerà molto di lui. Solo oggi e solo di lui: al suo nome si associa uno dei pochissimi successi positivi sovietici. Nonostante la competizione nel settore spaziale abbia condannato a decenni di fame l’intero popolo, oggi il volo di Gagarin è un successo che non viene messo in discussione nemmeno dai più critici. Ma lui, Gagarin, fu stato solo fortunato: lo scelsero tra altri 20 candidati per il sorriso fotogenico. E, soprattutto, fu il primo uomo a essere tornato vivo dallo Spazio.

Non è stato altrettanto fortunato Sergei Korolev, il progettista dei primi razzi, satelliti e navicelle sovietici. E’ stato lui a far compiere alla umanità il passo più grande: quello la portò nello Spazio. Oggi, purtroppo, è festeggiato da pochissimi. Eppure lo Stato che grazie ad egli ottenne una delle feste più belle, rischiò di ammazzarlo con le proprie mani nei campi di lavoro. Viste le statistiche delle repressioni staliniane, c’è da chiedersi quanti altri korolev non sono proprio sopravvissuti.

Ah, e noi, nonostante le fantasie di moltissimi scrittori, non ci siamo ancora allontanati dal sistema solare.