La settimana scorsa c’era stata una grande nevicata sulla costa est degli USA. Qualcuno era riuscito a sfruttarla come si deve:
Molto probabilmente avete già visto questo video, quindi lo pubblico solo per non perderlo.
La settimana scorsa c’era stata una grande nevicata sulla costa est degli USA. Qualcuno era riuscito a sfruttarla come si deve:
Molto probabilmente avete già visto questo video, quindi lo pubblico solo per non perderlo.
Negli ultimi anni in Italia hanno aperto tantissimi negozi specializzati nell’acquisto dell’oro usato. All’inizio pensavo che si trattasse di una normale reazione alla crisi, ma la quantità degli esercizi continua a crescere nonostante il fatto che i più bisognosi avrebbero già dovuto vendere tutto. Non mi è tanto chiaro, poi, cosa facciano di tutta la merce acquistata e, di conseguenza, come riescano a campare avanti. Magari in alcuni casi sono quei negozi che servono solo per legalizzare i contanti…
Vabbè, non è di questo che volevo scrivere. Volevo avvisare i miei lettori di due cose. Prima di tutto vi ricordo che l’alto prezzo di mercato dell’oro non è più una certezza: sta lentamente scendendo da anni.
In secondo luogo, ricordatevi che non sono i negozi del genere ad essere sempre i posti migliori per vendere o valutare i vostri oggetti preziosi. Per conoscere e/o ottenere il valore reale, rivolgetevi a qualche gioielliere di conoscenza/fiducia.
Per puro caso ho scoperto che ormai da più di 24 anni un corpo di poliziotti moldavi si chiama «carabinieri». Evidentemente, è una ennesima manifestazione della malattia mentale diffusasi in tutta ex URSS nei primi anni ’90 del XX secolo e tuttora persistente in alcuni piccoli Stati. In sostanza, i popoli affetti da questa malattia sono convinti che per vivere come in Europa (cioè come nel «Paradiso terrestre») basta chiamare tutto con i nomi europei.
Il fatto che la polizia moldava non centri nulla con i carabinieri non ha alcuna importanza per gli ideatori della ridenominazione. Essendo malati, sono convinti di essere fighi, non sfigati.
Nelle settimane precedenti vi ho già illuminati sulla differenza tra le cifre e i numeri e sull’uso corretto dei numeri nei testi. Oggi è arrivata l’ora di imparare a scrivere i numeri in cifre.
Non c’è bisogno di troppe parole per spiegare una semplicissima regola:
10 000 = 10 – infatti, gli spazi servono per dividere le parole (numeri) scritte con le lettere (cifre).
10,000 = 10 – infatti, la virgola serve per dividere la parte intera dalla frazione decimale. Se la frazione decimale è pari a zero, essa va indicata solo nei testi finanziari o scientifici, cioè laddove è richiesta una certa formalità e/o precisione. In altri tipi di testi conviene semplificare per non stancare il lettore.
10.000 =10000 – infatti, quello con i punti è l’unico modo corretto di facilitare la lettura dei numeri con più di quattro cifre. Non si applica ai numeri con 4, 3 e 2 cifre, i quali si scrivono senza alcun divisore tipografico.
1.000 = ERROR – infatti, non esiste: vedi il punto precedente. Lo stesso vale per 1.00 e 1.0.
A questo punto facciamo due precisazioni sulle frazioni decimali:
12.654 = 12654 – come abbiamo già visto, quelli con il punto sono dei numeri interi;
12,654 = 12,654 – come abbiamo già visto, la virgola serve per separare la parte intera dalla frazione decimale.
Conclusione. Se, passando davanti a un concessionario della Ferrari, notate un cartello con la scritta «Ferrari FF 246,334 euro» – date pure 250 euro al commesso: dovrà consegnarvi la macchina e 3,664 euro di resto.
Ogni bella idea può essere dannegiata dal nome sbagliato attribuitole. Non sono gli occhiali razzisti, sono gli occhiali stereotipici.
Il giorno in cui avrò un bisogno assoluto di un biglietto gratuito per Mosca, pubblicherò la foto seguente accompagnata dal commento «è così che voglio guardare le città italiane!».
Ah, la città nel visore è Erba. Il relativo reportage verrà pubblicato al più presto.
Ho letto una curiosa notizia sul premio Oscar.
Che dire… Qualcuno deve spiegare agli organizzatori degli Oscar che la valutazione (selezione, distinzione etc) degli attori in base al colore della pelle ha un nome preciso: razzismo. Candidare o addirittura premiare un attore (o un regista) solo perché è nero, indipendentemente dai suoi risultati artistici dell’ultimo anno o dal parere della Giuria (nella quale sono presenti tanti neri), è una manifestazione di razzismo.
Purtroppo le minoranze, non solo quelle razziali, faticano a comprendere il concetto.
Settimana scorsa avevo già scritto della differenza tra le cifre ed i numeri: stranamente è sconosciuta a un sacco di gente. Oggi, invece, ho pensato di trattare un altro argomento importante: le approssimazioni.
Quando su un giornale leggiamo una frase del tipo «ogni giorno vengono consumati 2 milioni di litri di benzina» dobbiamo intendere che la valutazione è molto approssimativa. Infatti, possono essere, per esempio, anche 2.214.563 litri.
Quando, invece, un sindacato pubblica una comunicazione del tipo «alla manifestazione si sono presentate più di 1.200.000 persone» si sottintende una precisione unitaria. In questo contesto il numero deve essere interpretato come un intervallo tra 1.200.001 e 1.200.009. E quindi non si capisce perché gli autori del comunicato non hanno avuto la voglia di contare un po’ meglio.
Avrebbero dovuto scrivere «con noi erano 1 milione 200 mila persone». In questo caso è evidente che ci può essere un piccolo errore di conteggio, ma è perdonabile: gli autori del comunicato hanno dato una idea approssimativa sulla quantità dei partecipanti. E allora le parole «più di» non servono proprio.
Quando gli autori dei testi vogliono dare un senso ai propri scritti, scrivono esattamente quello che vogliono dire. Mentre i maniaci del marketing rincoglioniti vogliono dare più enfasi possibile al proprio testo scrivono un sacco di zeri: 000.000.000.000. «L’anno scorso la nostra società ha fatturato 123.000.000.000.000 di euri» — si sentono fichi e se ne fregano del fatto che il testo è diventato illeggibile. In effetti, sono proprio scemi.
Bene, anche la lezione di oggi è finita.
Il video domenicale di oggi proviene da una telecamera installata sul propulsore di un Shuttle.
L’ho visto per la prima volta; mi ha incuriosito; ora lo condivido con voi.