La situazione è un po’ strana: da anni so dell’esistenza dei cioccolatini «Presidente», ma solo nel 2021 ho l’occasione di assaggiarli.
Il Novichok non è indicato tra gli ingredienti, quindi non vi saluto.
P.S.: sì, in teoria andrebbero mangiati bevendo la vodka «Putinka», ma io ultimamente cerco di non esagerare anche con i liquidi meno pesanti.
L’archivio della rubrica «Senza categoria»
Poco fa ho scoperto che la condizione psichica opposta alla paranoia non solo esiste, ma ha pure un suo nome ufficiale: pronoia.
La persona affetta dalla pronoia è convinta che tutto il mondo circostante stia cospirando per farla stare bene. Ora che lo sapete anche voi, potete provare a interpretare tutti gli avvenimenti sotto questa ottica. Per esempio: il social network X è stato inventato per metterci in guardia contro la gente senza cervello. Oppure: un cuoco anonimo orientale ha sperimentato in un modo originale con la carne cruda per mettere fine alla tendenza nazionale alla contraffazione. Volendo, si possono inventare tantissimi esempi più o meno positivi.
In più – o in alternativa – potete finalmente capire perché alcune persone sembrano perennemente felici: non sono dei pazzi ottimisti o drogati, ma solo dei pronoici (una situazione mentale un po’ meno grave).
Non mi stupisce il fatto che qualcuno abbia inventato, progettato e prodotto una custodia per l’iPhone avente la forma di una padella. Realizzare una idea stupida è a volte il modo migliore di liberare dello spazio operativo nella testa. Mi stupisce invece il fatto che questo oggetto sia stato ordinato da oltre mille persone. Chi sono tutti questi geni del divertimento?
Il telefono si attacca in questo modo (potete valutare anche il grado della sua «protezione»):
Mi viene in mente solo una ipotesi: gli acquirenti speravano che la custodia fosse fatta di metallo e che permettesse dunque di filmare le lotte violente in cucina da una prospettiva interessante…
Prima o poi scriverò un bel manuale su come collezionare le monete da tutto il mondo anche senza andare in terre lontane. Certo, spero che la pandemia duri ancora per poco (e che non ne capitino altre) e che si riesca presto ad andare liberamente dove si vuole, ma le possibilità temporali ed economiche resteranno comunque più o meno limitate per la maggioranza delle persone. Quindi il mio libro sarà in ogni caso utile.
Volete sapere da dove venga il nuovo pezzo della mia collezione? Continuare la lettura di questo post »
Ogni marketologo (e non solo lui) sa che gli slogan devono essere sintetici. Ogni marketologo (e non solo) senza cervello non ragiona (che sorpresa!) sulle proprie creazioni «geniali». E allora sono i nostri cervelli a subire le conseguenze.
Per esempio: in questo caso cosa ci invitano di fare? Gustare la bottiglia o riciclare il suo contenuto?
Faccio apposta a non indicare il nome della nota azienda produttrice. Anche se sospetto che qualcuno l’abbia già riconosciuta.
È da sabato mattina che non riesco a buttare fuori dalla testa un progetto diabolico.
In sostanza, ora ho una scusa per nascondere degli oggetti metallici nelle maniche delle magliette, portarmi dietro una calamita e divertirmi a prendere in giro tutta la gente ignorante che ci circonda più o meno dall’inizio della campagna vaccinale.
Pensate che possa essere uno scherzo troppo sadico o, addirittura, capace di far aumentare la quantità dei no-vax? Secondo me, no: certi limiti esistono, quindi è impossibile far stare peggio chi è già nei rapporti critici con la ragione. E non penso che una persona normale possa acquisire lo scetticismo nei confronti dei vaccini «per colpa» mia.
Quindi vado a migliorare il mondo a colpi degli scherzi di dubbia qualità…
Non so qualcuno se ne ricorda ancora, ma nel non tanto lontano 2017 sul nostro pianeta si era diffusa la strana moda del fidget spinner: quel giocattolo a base di cuscinetto che andava girato tra/con le dita. C’è ancora qualcuno che ci gioca? Non saprei…
Ma, per fortuna o purtroppo, ci sono delle manie che non passano mai di moda. Rimangono tra le preferenze delle persone ma, grazie al progresso tecnologico, si limitano a cambiare il proprio aspetto estetico. Per esempio, alcuni giorni fa sono venuto a conoscenza di una vecchia-nuova moda dei giocattoli «Pop It».
Il giocattolo consiste in una serie di semisfere morbide che possono essere schiacciate con un dito. In seguito a tale azione meccanica invertono la propria posizione e emettono un suono simile a un «clic». In sostanza, è un «pluriball eterno».
Su Amazon si trovano tantissime versioni diverse:
Ma anche su Ebay:
E su AliExpress:
Quindi le persone che fino ad oggi erano disposte a distruggere tutti gli imballaggi preziosi avvistati nelle proprie vicinanze, possono finalmente smettere di farlo e dedicare il finesettimana alla scelta del proprio giocattolo preferito.
P.S.: si dice che i «Pop It» siano stati sviluppati per correggere le abilità tattili dei bambini con anomalie di sviluppo. Ma, conoscendo la popolarità del prototipo pluriball, inizio a chiedermi chi siano le persone realmente anomale…
Alcuni giorni fa ho visto, in uno dei servizi della BBC dedicato ai viaggi internazionali nel periodo storico corrente, un viaggiatore (presumo) che camminava per la sala di un aeroporto con una valigia stranissima. Avevo subito ipotizzato a cosa servisse quell’oggetto, ma — non avendo mai visto una cosa del genere — sono andato a controllare su internet.
Ebbene, ho scoperto che esistono delle valigie apposite per il trasporto delle biciclette sull’aereo. Sono abbastanza compatte perché richiedono lo smontaggio di entrambe le ruote, ma allo stesso tempo sono abbastanza rigide per proteggere bene il contenuto. E all’interno hanno abbastanza spazio per aggiungere anche tanti altri oggetti.
Certo, sarebbe stato facile immaginare — se mai mi fossi posto la questione prima — che i vari sportivi professionali (o quasi) abbiano un modo di trasportare le loro attrezzature anche sui mezzi pubblici volanti. Ma non avrei mai immaginato che l’industria della valigeria sia evoluta fino a questo punto.
Bene, ora sapete di poter facilmente portare in vacanza qualsiasi cosa. Anche se andate in aereo dall’altra parte del mondo. Chissà quando, però…
Il Binance, una delle più grandi piattaforme per la compravendita delle criptovalute, all’inizio di febbraio aveva lanciato il proprio sistema dei pagamenti digitali Binance Pay. Questo sistema si distingue per la possibilità di pagare in 30 criptovalute e in 5 valute legali (tra le quali anche l’euro). Dal 12 marzo il sistema è accessibile a tutti gli utenti registrati sul sito della piattaforma: quindi ai privati e alle aziende che operano sul mercato «tradizionale».
Perché tale notizia dovrebbe interessare anche i lettori lontani dal mondo finanziario? Perché fa logicamente pensare che ci sia ancora una possibilità di saltare sul treno delle criptovalute. Queste ultime sono diventate un popolare bene-rifugio (ma niente di più serio: non illudiamoci) nella situazione odierna delle incertezze finanziarie. Di conseguenza, se qualcuno di voi dovesse avere una somma di denaro che nel peggiore dei casi non dispiacerebbe perdere (ci sarà qualcuno fortunato, ahahaha), può provare a entrare con gli euro e uscire con i bitcoin.
I bitcoin avranno ancora i picchi di crescita. Ma non so se Binance Pay possa diventare, un giorno, uno strumento utile nella vita quotidiana come lo è il Pay Pal.
Tanti anni fa un mio amico universitario aveva lavorato, per un po’ di tempo, in una nota catena di distribuzione degli articoli sportivi. Non era proprio un dirigente, ma aveva comunque una reputazione professionale e intellettuale abbastanza alta da poter proporre al capo del suo reparto di ordinare (e dunque mettere in vendita) delle nuove categorie di merci. Quale sarà stata una delle prime idee? È ovvio: le mazze da baseball!
In un primo momento il capo non si era mostrato particolarmente convinto e aveva pure espresso dei dubbi circa l’impatto sull’ordine pubblico nella zona… Ma alla fine aveva ceduto di fronte a una argomentazione assolutamente logica: qualsiasi oggetto, anche quello più banale e/o di uso quotidiano, può essere usato male. Di conseguenza, aveva ordinato una partita di duecento mazze (se mi ricordo bene il numero).
Alcuni giorni dopo l’arrivo della nuova merce, un cliente si era avvicinato al mio amico con una domanda semplice e allo stesso tempo un po’ prevedibile: «Ma secondo te con questa mazza posso anche picchiare il mio vicino?»
«Non lo so e non lo voglio sapere», aveva risposto il mio amico. «Noi non ci interessiamo alla vita privata dei nostri simpaticissimi clienti».
[la citazione non è precisa, ma rende bene il senso generale e la forma della risposta fornita]
In una decina di giorni tutta la partita di mazze da baseball era stata venduta. Il mio amico aveva avuto una piccola soddisfazione professionale e nessun rimorso per avere fornito una potenziale arma a quel cliente «particolare» di cui sopra. Perché? Perché nell’indifferenza di tutti le mazze erano l’unico (!) attrezzo per il rispettivo sport in vendita, ma nella zona (come in tutta la Milano) non si era verificato alcun fenomeno di massa legato all’uso improprio degli articoli sportivi.
La morale: nei limiti del decente e del legale, fate pure ciò che vi piace e che vi fa guadagnare. Tantissime persone vi pagheranno solo per sentirsi fighe.