L’azienda britannica Dyson (nota al largo pubblico prevalentemente per gli aspirapolvere, asciugamani e ventilatori) ha pubblicato i risultati della propria ricerca annuale sulla polvere. Nell’ambito di quella ricerca vengono costantemente studiate le abitudini delle persone legate alle pulizie delle proprie abitazioni.
In particolare, la Dyson ha rilevato che nel 2021 il 95% degli intervistati ha fatto le pulizie con la stessa o maggiore frequenza dell’anno precedente, ma il 44% è motivato a fare le pulizie solo se lo sporco e/o la polvere in casa sono visibili a occhio nudo. Nella ricerca annuale precedente la seconda risposta era stata data solo dal 33% degli intervistati. Fino a questo punto non vedo alcunché di interessante (in effetti, la gente passa molto più tempo a casa), tranne il fatto che avrei potuto aspettarmi una percentuale sensibilmente più alta.
I risultati più strani sono altri: nella ricerca si pone una certa attenzione sul fatto che il 72% non usa l’aspirapolvere per i materassi e il 90% non la usa per le finestre.
Per me sono dei «risultati» strani perché non riesco a immaginare una persona mentalmente sana che decida di disfare il letto per pulire il materasso con l’aspirapolvere. Come fa la polvere a raggiungere il materasso sempre coperto da più strati di tessuto? Non diventerà più sporco di prima dopo il passaggio con l’aspirapolvere? Boh…
Non riesco a immaginare nemmeno una persona mentalmente sana che possa proporre una domanda del genere agli intervistati, ma gli interessi economici del produttore degli aspirapolvere qualcosa spiegano.
L’archivio della rubrica «Senza categoria»
Non tutti lo sanno, ma il titolo del campione olimpico è accessibile a tutte le persone capaci di alzarsi dal divano. Infatti, per diventare un campione è sufficiente praticare qualche sport caratterizzato da una concorrenza interna minima. Per diventare un semplice campione del mondo si potrebbe anche inventare uno sport nuovo (quindi con la concorrenza nulla), ma in quel caso non si riuscirebbe ad accedere alle Olimpiadi: passeranno alcuni decenni prima che la vostra invenzione venga riconosciuta dai burocrati sportivi. Quindi va cercato lo sport olimpico meno popolare…
Per le Olimpiadi invernali la scelta mi sembra ovvia: il curling! Da quante decine di persone in tutto il mondo sarà praticato? Secondo me, poche.
Con alcuni amici universitari già oltre quindici anni fa avevamo pensato di fare una squadra di curling, e da quei tempi è cambiato ben poco in termini della concorrenza. Solo la nostra pigrizia innata ci ha impedito di iniziare il nostro progetto olimpico.
Il polo oceanico dell’inaccessibilità – noto con il nome di punto Nemo – è situato nell’oceano Pacifico e ha le terre emerse più vicine a 2688 km di distanza. Se a qualcuno dovesse capitare di sostare, in qualche modo, in quel punto per un po’ di giorni, in alcuni momenti gli umani più a egli vicini sarebbero gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (l’altezza media alla quale si trova è di 384,7 km).
Ma non conviene andarci per troppo tempo o in un momento scelto completamente a caso. Infatti, il punto Nemo è anche la coordinata di rientro per i veicoli e i corpi spaziali artificiali destinati alla distruzione. I resti delle opere umane bruciate nell’atmosfera potrebbero arrivarvi in testa un po’ troppo fortemente, anche se senza alcun umano «a bordo».
La data odierna è poco adatta alle pubblicazioni divertenti: quando ci svegliamo, dobbiamo pensare solo a riprenderci dal grande divertimento appena fatto. Quindi ripetiamo una grande verità…
Probabilmente non lo sapevate.
Oppure speravate che qualcuno fosse più fortunato di voi.
Ma, in ogni caso, non fa assolutamente male ripeterlo.
Ebbene, ho una notizia triste per voi: in tutto il mondo occidentale – e non solo per voi – il primo gennaio è una giornata inesistente.
La gente si sveglia di pomeriggio, si rende conto di non poter bere o mangiare, non sa di preciso cosa avesse fatto prima di essersi addormentata e cosa dovrebbe fare ora. Nel momento in cui le persone riacquistano una minima parte della capacità di intendere e volere, è già la sera.
Nel frattempo le vie delle città restano vuote, non succede alcunché in giro per il mondo.
In sostanza, sui libri scolastici si potrebbe tranquillamente scrivere che un anno normale ha 364 giorni. E ciò sarà vero.
In conclusione del post illuminante di oggi vorrei esprimere le mie più sincere condoglianze a tutti coloro che l’1 di gennaio sono costretti ad andare al lavoro. Nella prossima vita verrete premiati generosamente.
P.S.: oh, ma posso vedere il trailer del 2022?!
Potrebbe sembrare strano, ma le truffe via sms esistono ancora. Anzi, non solo esistono, ma negli ultimi mesi mi sembrano addirittura più «attive» di prima. Sicuramente un giorno pubblicherò la mia collezione degli esempi migliori, ma oggi volevo raccontare di un caso recentissimo e stilisticamente molto diverso da quello che mi capita, solitamente, di ricevere.
Ebbene, un truffatore (truffatrice?) ha finalmente deciso di fingersi una persona privata che, all’apparenza, dovrebbe essermi nota:
Il bello è all’inizio della settimana aspettavo di essere contattato di una persona che non conoscevo ancora di persona. Però dovevo essere contattato per un motivo abbastanza formale, quindi un messaggio del genere non sarebbe dovuto arrivare…
Ma secondo questo (questa?) genio – l’autore del messaggio – non sono andato a controllare le chiamate senza risposta sul telefono e sui vari messenger? Dirò di più: come al solito, sono pure andato a cercare entrambi i numeri su Facebook (molti account sono legati al numero del proprietario, quindi si riesce a vedere di chi è il numero sconosciuto) e su Google. Quest’ultimo, in particolare, già tra i primi risultati mi ha fornito una risposta banalissima: il messaggio strano mi stava proponendo di chiamare un numero a pagamento.
Qual è la morale di questa storia? Ce ne sono ben due. Prima di tutto, state attenti con i messaggi sospetti. E poi, non pensate che sia del tutto inutile cercare su internet i numeri sconosciuti.
P.S.: se avete bisogno di sfogarvi insultando qualcuno, scrivete pure al numero italiano in cima all’immagine ahahahaha
L’idea di imporre delle limitazioni «da zona gialla / arancione / rossa» solo alle persone non vaccinate ha una sua logica interna e, in un certo senso, anche un po’ di giustizia nel suo senso supremo. Chi, dopo oltre un anno e mezzo della pandemia, non si è ancora convinto della utilità del vaccino ha sicuramente fatto due cose: ha calcolato tutte le possibili conseguenze (almeno quelle burocratiche) e si è moralmente preparato a subirle. Il comportamento di queste persone continua a essere irresponsabile e irrazionale, ma noi, ormai, ci possiamo fare poco.
Purtroppo – per tutti noi – ci possono fare poco anche gli ideatori delle restrizioni riservate ai non vaccinati. Infatti, posso anche immaginare, più o meno, come possano essere codificate dal legislatore, ma non riesco a immaginare come possano essere messi in pratica. Per esempio: durante le «zone rosse» e «arancioni» passate (compreso anche il periodo strano del maggio 2020) nessuno mi aveva mai chiesto l’autocertificazione (anche se la preparavo quasi sempre). Chi e come farà i controlli con tutta la gente in giro?
Insomma, non vorrei mandarvi in depressione, ma io sul Natale 2021 vedo già delle brutte ombre.
Il Shrine of Remembrance a Melbourne fu inizialmente dedicato ai militari caduti nella Prima guerra mondiale. Col tempo, poi, è diventato un monumento a tutti gli australiani caduti nelle guerre.
Al centro dell’edificio che vedete sulla prima foto si trova la Pietra di Commemorazione (Stone of Remembrance) con la frase Continuare la lettura di questo post »
Non ho mai capito quelle strane persone che spengono i telefoni per la notte. Non solo perché si privano da soli di una sveglia abbastanza comoda, ma anche perché la modalità «Non disturbare» funziona benissimo senza mandare il telefono nell’offline: i messaggi e le chiamate arrivano, ma non fanno suonare e/o vibrare il telefono.
Io, comunque, molto spesso non attivo nemmeno questa funzione perché se una delle poche persone autorizzate a telefonarmi dovesse decidere di farlo di notte, io presumo che abbia un motivo realmente serio per farlo. E, ovviamente, capisco quanta «fortuna» abbia avuto per riuscire a scegliere per la chiamata esattamente una di quelle cinque ore del mio sonno…
P.S.: chissà se le stesse persone che spengono i telefoni, staccano / staccavano dalla presa anche i telefoni fissi.
Esistono le persone convinte che sia molto facile evitare gli scarichi di polvere in aria durante la trapanatura delle pareti: basterebbe avvicinare il tubo dell’aspirapolvere acceso alla punta del trapano. E poi esistono le persone (forse la maggioranza) che usano l’aspirapolvere dopo la fine dei lavori.
Qualche tempo fa ho scoperto che entrambe le categorie di persone sbagliano. Di conseguenza, sbagliavo pure io.
La polvere di cemento, di calcestruzzo e di mattoni è molto sottile, quindi una certa quantità di essa oltrepassa tutti i filtri e finisce direttamente nel motore dell’aspirapolvere. Intasando inevitabilmente i cuscinetti, la polvere fa morire l’elettrodomestico. La tipologia dell’aspirapolvere domestico non ha alcuna importanza: la suddetta polvere passa ogni tipo di filtro, compresi i sacchetti di carta o di tessuto.
Provate a vedere la documentazione del vostro aspirapolvere. Al 99,99% troverete una nota, più meno chiara, secondo la quale la garanzia non si applica più se esso è stato utilizzato per raccogliere la polvere edilizia.
Non avendo mai prestato attenzione a quel genere di avvisi, non lo sapevo (ma ora capisco il perché della morte di almeno un esemplare). E l’ho scoperto relativamente poco fa grazie al post di un amico tecnico, il quale ricorda l’opportunità di utilizzare gli aspirapolvere speciali per l’edilizia. Io, da parte mia, aggiungerei che in realtà si potrebbe anche usarne uno vecchio normale (che ormai è prossimo alla morte naturale) oppure uno nuovo a basso costo (per la morte del quale non si piangerebbe troppo).
Sul manuale del vostro aspirapolvere, probabilmente, si dice poco sull’argomento:
Mentre le condizioni di garanzia sono già un po’ più chiare:
Spero che sia una informazione utile a qualcuno.
Ogni stagione… Anzi, ogni mese dell’anno si possono fare delle scoperte gastronomiche molto specifiche. Così, la mia scoperta di questo agosto – pur non potendo essere collocata nell’ambito dell’alta cucina – è abbastanza specifica, caratteristica di questo periodo dell’anno.
Ho scoperto che ora in Italia viene venduta la Coca-Cola al limone. Le rispettive bottiglie sono facilmente riconoscibili dal colore giallo del tappo e della etichetta.
Per quanto riguarda il gusto, si tratta in sostanza di una normale Coca-Cola con una sensibile (ma non esagerata) presenza del limone. Potrebbe essere ideale per gli amanti di tale mix che non hanno la voglia o la possibilità tecnica di aggiungere con le proprie mani del succo di limone appena spremuto. E, soprattutto, mi è sembrata assolutamente bevibile. Direi buona.
Per gli appassionati delle etichette informative aggiungo, comunque, anche questa foto: Continuare la lettura di questo post »