Assolutamente tutti e sempre vogliono fregare ogni sistema. Questo è uno dei principi fondamentali di amministrazione di qualsiasi cosa che bisogna tenere sempre in considerazione.
I bambini iniziano presto a cercare di fregare i genitori, uno scolaro vuole fregare l’insegnante, un lavoratore cerca i modi possibili di fregare il capo o il datore di lavoro, un cittadino cerca di fregare lo Stato. Tutti e ovunque – tranne i giusti clinici – fregano il sistema.
Cosa possiamo dedurre da questo principio? È semplice: non bisogna imporre delle regole troppo complesse, delle condizioni impossibili, delle situazioni anomale.
Lo capirà qualsiasi persona alla quale è capitato di organizzare il lavoro o la vita di altre persone. La gente infantile no.
Però alcuni non crescono…
L’archivio della rubrica «Saggezza»
La cosa più importante da sapere sulla istruzione è: tutte le conoscenze più importanti si trasmettono sempre via voce.
Si può prendere una laurea, leggere centinaia di libri e non sapere comunque cosa fare nel caso concreto complesso. Perché le conoscenze che servono vengono raccontate dal professore nel corso delle esercitazioni.
Avrei una spiegazione di tale fenomeno. Avrei anche potuto tentare di scrivere un lungo post sulle eccezioni, circostanze varie, combinazioni dei fattori, equilibrio tra gli obiettivi e le risorse spendibili e su tantissime cose ancora, ma non ho voglia. E, in ogni caso, non avrei cambiato la situazione. Tutte le conoscenze professionali realmente preziose si trasmettono a voce.
Mi è più facile spiegarlo a voce…
Ehm… a me + a voce? Boh…
Le strade di molte città del mondo sono popolate di due categorie di personaggi – in realtà molto simili tra loro – fastidiosissimi: i distributori dello spam cartaceo (volantini vari) e i promoter (compresi quelli delle varie organizzazioni no-profit).
Io sono totalmente disinteressato alle cose che mi offrono o chiedono e, di conseguenza, sono molto infastidito dai loro modi di agire. Con gli anni ho elaborato una mia metodologia semplice ed efficace del superamento di quelle barriere umane che amano tanto ostacolare le entrate/uscite della metropolitana e dei centri commerciali.
Bisogna fare come un terminator all’ufficio poliziesco: andare dritto avanti in modo convinto, come se non ci fossero delle barriere sul percorso. Non notare quelle persone, forse sorridere pure. All’ultimo momento si sposteranno da soli perché sanno: lo scontro fisico comporterà dei gravi problemi proprio a loro.
Se non adottate ancora questo metodo, provate. Funziona benissimo.
Ovviamente, non esistono le regole senza le eccezioni. Nel caso specifico trattato oggi ne riconosco solo una: le ragazze che distribuiscono i volantini d’inverno. Prendo spesso un volantino (buttandolo poi nel cestino più vicino) per permettere alla persona di tornare al caldo un po’ prima.
Anni fa, ai tempi del mio lavoro nella consulenza informatica, mi capitava spesso di essere inserito nei team delle piccole e medie imprese. E, in una quantità dei casi non trascurabile, la contemplazione dei miei colleghi temporanei mi faceva sorgere la stessa domanda: «Ma questi casi umani come hanno fatto ad essere stati assunti?» Dal punto di vista professionale erano tutti (beh, quasi) delle persone validissime, a volte pure geniali. Ma dal punto di vista umano no, proprio non tutti. Il mio stupore nasceva quindi dalla comprensione del fatto che quelle non erano sicuramente le uniche risorse disponibili sul mercato.
Crescendo, avevo però capito una cosa semplice e importante. I dipendenti vengono scelti non solo in base alle qualità professionali. Infatti, gli imprenditori, i dirigenti, i manager e i dipendenti semplici non sono dei robot programmati alla sola produzione. Pur essendo delle persone responsabili e avendo dunque in mente la necessità di produrre/fatturare, vogliono lavorare con le persone in compagnia delle quali si trovano bene. Di conseguenza, non bisogna stupirsi della esistenza dei colleghi in qualche modo strani: semplicemente, il capo si trova bene proprio con loro e non con i potenziali altri.
La comprensione di quanto appena scritto potrebbe in realtà rendere la vita più facile a un sacco di persone. Così, per esempio, non dovreste disperarvi troppo per un trasferimento d’ufficio o addirittura un licenziamento: non è detto che sia il risultato di una valutazione della vostra professionalità (ma forse della vostra capacità di relazionarsi). E, soprattutto, ricordatevi che nemmeno voi siete costretti a lavorare con dei colleghi o dirigenti umanamente non compatibili: non siete degli schiavi legati con le catene alle vostre scrivanie.
Osservando bene lo stranissimo mondo circostante, possiamo giungere, prima o poi, alla comprensione di alcuni processi psicologici solo apparentemente complessi. Per esempio, possiamo capire come nascono i desideri (o gli obiettivi) nelle nostre teste. La parola chiave è nostre: non nelle teste in generale e non nelle teste degli amici o conoscenti, ma esattamente in quel cervello che sta elaborando il presente testo.
Passiamo subito al caso pratico e curioso. Immaginiamo una bella azienda milanese, ma per questioni legali la chiamiamo con un nome di fantasia: che ne so… Mondo Codificato S.r.l. L’azienda è composta dal CEO, altri quattro dirigenti e x dipendenti. Si occupa di progetti interessanti (che non sareste mai riusciti a realizzare da soli nonostante tutta la volontà) e si trova in una zona della città quasi centrale (invece di una periferia sfigata raggiungibile solo con un trattore e una mappa satellitare).
Immaginiamo anche che un bel giorno il CEO della azienda abbia trovato il vostro cv su un sito specializzato e abbia deciso di invitarvi per un colloquio. Dalla descrizione del lavoro sembrerebbe che non siete il candidato ideale, ma se invitano per iniziativa propria, perché non andarci? Dopo il colloquio conoscitivo non venite più ricontattati, ma eravate già moralmente preparati a tale esito. E poi nel mondo esistono anche altre aziende belle.
Quattro mesi dopo venite contattati da uno dei dirigenti della stessa azienda: vi invita per un colloquio conoscitivo! Beh, può capitare a tutti, non sono mica obbligati a tenere una lista dei candidati scartati… Però è una bella chance di entrare nella bella azienda nonostante il primo tentativo fallito. Ma dopo la vostra mail «avverto di essere già stato da voi» il dirigente scompare, non si fa più sentire. Capita…
Altri quattro mesi dopo vi contatta un altro dirigente della stessa azienda per lo stesso motivo! E la storia si ripete!
Ricordando che oltre al CEO ci sono quattro dirigenti nella famosa azienda, potete facilmente calcolare che vi restano ancora due tentativi e otto mesi di tempo. Inoltre, interpretando i continui inviti come dei segnali di una presunta divinità, sentite ormai il dovere di corrispondere al disegno supremo. Nella vostra testa si forma la convinzione di essere destinati a finire proprio in quella azienda. Diventate impazienti e iniziate a costruire dei piani fantasiosi.
In realtà l’interpretazione corretta dovrebbe essere leggermente diversa. Bisogna iniziare a pensare su come riuscire a corrispondere agli standard di quella azienda e su come comunicare ai suoi dirigenti dei progressi fatti. Ma questo sarà, si spera, l’argomento del prossimo capitolo della saga.
Si avvicina il periodo tradizionale delle vacanze (o siete già in vacanza?), quindi è il momento di ricordare i vecchi trucchi:
Ormai quasi tre anni fa, il 3 giugno 2016, avevo scoperto che con un po’ di fantasia è possibile trovare un nome bellissimo anche per una agenzia viaggi. Infatti, a Calolziocorte avevo visto l’agenzia «Uscita d’emergenza».
Per trovare un nome di qualità paragonabile avevo dovuto viaggiare per quasi due anni e mezzo. Alla fine di dicembre avevo trovato – ad Arona – l’agenzia «Nuova mente viaggi». Non è una battuta elegante come la prima, ma una severa verità.
Presumo che in questo periodo denso di festività (ben tre in undici giorni) tutti, anche coloro che non hanno pianificato le ferie, abbiano più tempo libero del solito. Provate a fare un viaggio almeno alla città più vicina che non avete mai visitato: la vostra mente starà molto meglio.
Come ben sapete, non è necessario essere ricchi per viaggiare. Chi non ha abbastanza denaro per un volo intercontinentale, può benissimo prendere il terno, l’autobus, la bicicletta, il motorino o la macchina e andare a vedere uno dei luoghi più vicini ancora sconosciuti.
Un sacco di gente, prevalentemente con delle tendenze sinistrose, ha una concezione perversa e sbagliata della natura dei soldi. Partono dal presupposto che nel mondo esista una quantità limitata e costante dei soldi (spesso chiamati anche risorse o ricchezza) distribuiti tra la popolazione del pianeta: «se i soldi di Mario aumentano, quelli di Giuseppe diminuiscono».
È dunque importante comprendere e ricordare il concetto: i soldi vanno guadagnati e non distribuiti. Il valore aggiunto delle merci e dei servizi della azienda X non toglie dei soldi alle merci e ai servizi della azienda Y.
I soldi sono come le loro amiche strette idee. Se nella mia testa è nata una idea, non ne è scomparsa una dalla testa di qualcun altro. Se nella mia testa sono nate mille idee, non devo certo preoccuparmi di chi ne ha avute solo due.
Chi accende la testa non riempie solo essa. Chi non la accende, vive con le briciole delle idee altrui.
Tutti sanno dell’effetto placebo: si verifica quando consumando, per esempio, una pillola vuota la persona si sente meglio solo perché è convinta che quella pillola faccia bene alla salute. L’effetto placebo è sfruttato da due industrie potentissime: quella omeopatica e quella degli integratori alimentari.
Nella fase dei test di una nuova medicina alla metà dei pazienti viene data la medicina testata e all’altra metà il placebo. Se la medicina testata dimostra un risultato migliore, può essere considerata efficiente. Allo stesso tempo l’effetto placebo funziona su circa il 20% dei pazienti partecipanti al test: tantissimi.
Non tutti sanno che esiste anche l’affetto nocebo. Esso è l’opposto di placebo e ha la stessa natura: l’autosuggestione. Le persone si sentono peggio anche se nella «medicina» che hanno preso non è contenuto alcunché di dannoso. Semplicemente si aspettavano di sentirsi male.
Nella vita quotidiana vedo tantissime persone convinte di essere intolleranti a qualcosa, non solo alle sostanze farmacologiche. E non solo alle sostanze.
Non tutti se ne rendono conto, ma ogni persona dispone di una sveglia naturale molto efficiente che può essere molto utile nelle situazioni eccezionali.
Se dovete, per esempio, necessariamente svegliarvi molto presto la mattina di domani (che ne so, per prendere un volo delle 5:37) e non vi fidate tanto del vostro sistema delle sveglie, fate una cosa semplicissima.
Prima di andare a dormire bevete un litro d’acqua. In tal modo il risveglio è garantito al primo suono della sveglia.
Questa sveglia naturale non fa male alla salute, ma va usata con moderazione per non creare delle pericolose abitudini.