L’archivio della rubrica «Russia»

Ursus Sapiens

Il video non è recentissimo, ma io l’ho visto solo pochi giorni fa. Non serve comprendere la lingua russa per capire quanto succede. Vi do giusto qualche dato di input: tre amici salgono sulla macchina (nuova!) di uno di loro e vanno a pescare. Arrivati sul posto, fanno un incontro piuttosto curioso…


Quale poteva essere il primo video da postare nell’anno nuovo? Ovvio: il discorso di capodanno del presidente russo Vladimir Putin (sottotitoli in italiano).

Avrei voluto farvi ascoltare pure il discorso del presidente ucraino Petro Poroshenko, ma non ho trovato alcun video con i sottotitoli in italiano o in inglese. Chi lo trova mi faccia sapere. Io, intanto, vi dico che nel proprio discorso Poroshenko aveva parlato dell’attentato alla indipendenza e alla integrità dell’Ucraina operato da parte del «terribile nemico» e delle tante prove da superare nell’anno nuovo.

Prevedo che anche per tutti coloro che seguono la politica internazionale, il 2015 sarà un anno molto divertente.

Infine, per il solo dovere di cronaca, allego il discorso di Poroshenko in lingua ucraina.
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Una trappola diplomatica

L’odierno Regolamento del Consiglio EU 1351/2014 che introduce le sanzioni europee contro la Crimea è uno dei pochi documenti sensati in materia (ecco il testo completo). Almeno in parte. Di fatto vieta qualsiasi forma di turismo organizzato in Crimea per gli europei. Ed è una cosa logica, considerato che per la Russia l’unica possibilità di rendere la penisola annessa economicamente sana è quella di rilanciare le sue strutture turistiche (popolarissime ai tempi dell’URSS e decadenti oggi). Il potenziale turistico a parte, la Crimea è una regione totalmente inutile: non ha un caz…o di economicamente valido/attraente.

Quello che mi ha sorpreso un po’, è l’elenco delle cose che non possono più essere fornite alla Crimea (inizia alla pagina 5 del documento). In sostanza, non riconoscendo la Crimea come una parte della Russia, non hanno potuto vietare la fornitura di quelle merci con l’utilizzo della Russia come l’intermediario. Di conseguenza, qualche grossa azienda russa, «magari» creata apposta da qualche imprenditore simpatico a Putin, potrà guadagnarci sopra.

A questo punto ricordo che in precedenza la maggior parte delle sanzioni europee di carattere economico era indirizzata proprio contro le aziende e grandi imprenditori russi. Con le sanzioni contro la Crimea, dunque, l’UE è entrata in un conflitto di logica con se stessa.


Volete vedere la crisi vera?

Il valore del rublo russo continua volare sempre più in basso. Nella vita reale la situazione di ieri era questa:

Quindi tutti coloro che per qualche strano motivo avevano ancora i rubli in tasca o sul conto, avevano reagito in questo modo: Continuare la lettura di questo post »


Turisti russi, parte 2

Ho una notizia fresca e brutta per un po’ di gente. In tre mesi esatti l’euro è cresciuto del 50% rispetto al rublo russo. L’11 settembre per 1 euro si davano 48,0636 rubli. Oggi, invece, 1 euro vale 68,2942 rubli. Nelle settimane precedenti l’11 settembre la diminuzione del valore del rublo era notevole, ma non così veloce e, direi, catastrofica. Insomma, il valore del rublo continua a volare giù e non sembra che la tendenza possa invertirsi in un periodo medio-breve. In più, l’economia russa, in stagnazione già da due anni, sta ricevendo il colpo di grazia a casa della caduta del prezzo del petrolio.

Cosa significano queste considerazioni per gli italiani? Significano che Continuare la lettura di questo post »


Il perché della visita di Hollande

Nella notte tra il venerdì 5 dicembre e il sabato 6 dicembre un An-124-100 russo aveva fatto un atterraggio di emergenza nell’aeroporto nigeriano di Kano. Le possibili cause sono tre e ora non ci interessano.

Ci interessa, prima di tutto, il fatto che l’aereo appartiene a 224LO, una azienda controllata dal Ministero della Difesa russo. Da più di vent’anni questa azienda si occupa del traporto aereo commerciale nelle zone di guerra in tutto il mondo. Guadagnando, naturalmente, delle somme importanti per il Ministero.

In secondo luogo ci interessa il fatto che l’aereo in questione (numero RA-82038) stava effettuando il volo dalla capitale della Repubblica Sudafricana Bangui verso la capitale del Ciad N’Djamena. A bordo c’erano 18 russi e 2 francesi, 2 elicotteri Gazelle e le eliche di scorta, un fuoristrada blindato, diverse casse con i Kalashnikov etc. Tutto il carico era destinato, in teoria, alla base francese Istres-Le Tubé. A questo punto potete pure vedere il relativo manifesto di trasporto.

La prima reazione del Ministero degli Esteri russo è stata, come spesso capita, curiosa. In un primo momento è stata negata l’appartenenza dell’aereo alla Russia. In un secondo momento si è sostenuto che si tratterrebbe di un aereo russo con l’equipaggio francese. Poi, finalmente, è stata ammessa pure la composizione del personale a bordo. I due francesi, come ora sappiamo, erano degli ufficiali che stavano accompagnando il carico alla destinazione.

L’ambasciatore francese a Lagos, intanto, aveva precisato che l’aereo doveva trasportare solo i due elicotteri Gazelle con le eliche.

E’ abbastanza logico supporre, a questo punto, che tutte quelle armi il cui trasporto la Francia non aveva ordinato, erano in realtà un carico aggiunto di nascosto e destinato ad essere scaricato allo stesso modo in Nigeria. Perché è evidente che il movimento terroristico Boko Haram, attivo nella regione, pur non essendo in grado di produrre armi e munizioni (come tutto il resto, tranne le banane) se li procura da qualche parte. E tutti i Governi africani arrestano con una certa periodicità quegli aerei che trasportano i carichi bellici sospetti.

Evidentemente, questa volta i diplomatici russi e francesi sono riusciti a convincere il Governo nigeriano della appartenenza di tutto il carico all’esercito francese. Infatti, la sera dell’8 dicembre l’An-124-100 era stato rilasciato. A questo punto, però, dobbiamo chiederci sui veri motivi della visita improvvisa di François Hollande a Mosca il 6 dicembre.


Lo stop su South Stream

Come saprete dalle notizie dei giorni scorsi, la realizzazione del progetto South Stream è stata congelata da Vladimir Putin. Il motivo formale è costituito dagli ostacoli burocratici posti dalla Bulgaria. Questi ostacoli, però, derivano dalla posizione dell’Unione Europea che ha insistito, tra l’altro sulla modifica tecnica del progetto.

Ora che la decisione è stata presa e tutti (l’UE compresa) si sono agitati, io vorrei fare tre osservazioni:

1) Se l’Europa vuole ridurre la propria dipendenza dal gas russo, dovrebbe essere contenta della chiusura del progetto;

2) Se invece la costruzione il South Stream avrà (prima o poi) inizio, come si potrà conciliare l’esecuzione dei lavori con le future sanzioni promesse «contro la Russia»?;

3) La storia assomiglia tanto a quella delle sanzioni attualmente già applicate. Quando, per esempio, l’UE vieta la fornitura alla Russia dei macchinari e loro componenti per l’estrazione del petrolio, dobbiamo ricordare una cosa semplice: devono essere prodotti, trasportati e installati. Dunque si tratta di una sanzione che colpisce oggi l’Europa e solo tra qualche anno la Russia. Con South Stream potrebbe succedere la stessa cosa: l’UE di fatto blocca il progetto, quindi tra circa un anno la Russia non inizierà a vendere più gas, mentre le società europee già oggi perdono i contratti relativi alla costruzione del gasdotto.


Ogni uomo deve…

Oggi posto un video un po’ più attuale del solito, direi che è stato il video della settimana in Russia.

Il fatto è successo martedì 25 novembre nell’aeroporto della città di Igarka (la quale si trova all’interno del circolo polare, nella Regione di Krasnojarsk). Un TU-134, rimasto fermo per oltre 24 ore, doveva fare un volo di linea per trasportare 70 passeggeri. Fuori, però, è già l’inverno: ci sono la neve ed i –52°C. A questo punto le testimonianze iniziano a variare.

Secondo i testimoni oculari, l’aereo è stato fissato al suolo dal giaccio formatosi attorno al carrello. Secondo la versione della compagnia proprietaria (UTair), invece, è stato il rimorchiatore a non riuscire a superare la neve accumulatasi nella zona del parcheggio.

Ma il fatto rimane: i passeggeri hanno dovuto scendere a terra e spingere a mano l’aereo. Come scherza uno dei presenti, un uomo deve fare tre cose nella vita: «Piantare un albero, educare un figlio, spingere un aereo».


Il credito nazionale

Nel finesettimana appena passato ho appreso una notizia secondo me abbastanza divertente.

In pratica, alla fine di settembre una banca russa (FCRB) aveva concesso al noto partito francese «Le Front National» un prestito di 9 milioni di euro. Due di questi sono già stati trasferiti al partito di Marine Le Pen.

Potrei fare solo due piccole osservazioni su questa storia. La prima è abbastanza banale: ma è normale che un partito nazionalista (o quasi) si faccia finanziare dall’estero?

La seconda, invece, è di carattere storico. Una volta c’era l’URSS che finanziava la sinistra francese (e non solo quella), la Russia di oggi finanzia invece l’estrema destra. Cambia l’orientamento del finanziato ma il risultato voluto rimane il medesimo: avere il rappresentante (o il difensore) delle proprie posizioni politiche nella tana occidentale.

So che la legge francese consentirebbe le donazioni ai partiti politici solo da parte dei privati. E’ per questo che si parla di un credito. Ma un qualsiasi partito politico, come potete ben immaginare, è un buco nero finanziario: non ripagherà mai alcun debito.


Abbattuto con il Photoshop

Come tanti di voi sanno, un giorno prima del summit del G20 a Brisbane in Australia la televisione di Stato russa ha diffuso la seguente immagine:


(ecco la stessa immagine in un formato più grande)

Si è sostenuto che sarebbe una fotografia satellitare americana che testimonierebbe l’abbattimento del tristemente famoso Boeing di Malaysia Airlines da parte di un caccia (ucraino?). Tutti ormai sanno che si tratta di fake, piuttosto mal realizzato, ma io vi spiego brevemente il perché. Magari il mio racconto vi servirà per creare delle opere un po’ più credibili.
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