L’archivio della rubrica «Russia»

Where were mr. Putin?

Lunedì 16 marzo Vladimir Putin ha interrotto la propria assenza di dieci giorni dagli eventi pubblici. Si è trattato di una assenza abbastanza curiosa (e senza precedenti), che aveva comportato, tra la gente, delle interpretazioni più buffe. Le tre più quotate erano state: la nascita di un figlio, un trauma fisico o una malattia grave e, addirittura, la morte.

Oggi commento molto brevemente le versioni appena elencate e, infine, vi comunico la mia.

1) Si era detto che la vecchia compagna (o forse la nuova moglie) di Putin, cioè l’ex ginnasta e ora parlamentare Alina Kabaeva, abbia partorito un figlio in Svizzera. Questa versione sembra una perfetta leggenda metropolitana in quanto nessuno è in grado di dire con certezza di averla vista incinta.

2) Si era detto che Putin, essendo fisiologicamente un uomo sport-dipendente, abbia avuto un grave trauma. Tanto grave da aver dovuto fare ricorso all’aiuto di un medico austriaco. In teoria (ma molto in teoria) è possibile. L’importante precisazione da fare subito è: Putin ha paura di curarsi all’estero perché, secondo egli, si tratterrebbe di una esposizione volontaria al suo assassinio sicuro. I viaggi dei medici stranieri verso la Russia, invece, sono difficili da scoprire, da interpretare e quindi da commentare su questo blog.

3) E’ inutile cercare di indovinare se Vladimir Putin abbia realmente qualche malattia più o meno grave. Dieci giorni di assenza sono troppi per curare l’influenza e troppo pochi per le malattie più serie (ricordiamo anche che Putin ha 62 anni). In ogni caso, sono almeno tre anni che tutti parlano dello stato di salute di Putin: se confrontate le sue foto recenti con quelle di 8–10 anni fa, vi stupirete dei cambiamenti «sospetti» nel suo volto.

4) Sembra che Vladimir Putin sia vivo, quindi non sembra che sia morto. Logico, no?

E, infine, la mia spiegazione. Quella che mi sembra la più logica e quindi probabile.
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Chi era Boris Nemtsov?
In Italia lo definiscono il «leader dell’opposizione». Ebbene, non lo era. Per una serie di motivi Nemtsov era uno dei rappresentanti dell’opposizione più noti, ma non un leader. L’unico oppositore del regime di Putin che oggi potrebbe realmente aspirare alla posizione di leadership è Aleksej Navalny (quello delle pubblicazioni sulla corruzione, massacrato con dei processi penali inventati). Boris Nemtsov, invece, apparteneva alla epoca dei difficili anni ’90 – quasi un dinosauro – e già per questo poco amato dalla maggioranza dei cittadini. In più, aveva fatto parte della squadra di Boris Eltzin ed era quasi diventato il suo successore disegnato alla carica presidenziale.

Sì: al posto di Putin avrebbe potuto esserci lui. La spiegazione è piuttosto lunga, per ora preferisco di saltarla. Con Nemtsov-presidente la Russia di oggi, molto probabilmente, sarebbe stata uno Stato completamente diverso, ma è andata come è andata. Il fatto che conta è: il primo mandato presidenziale di Vladimor Putin era stato il risultato del lavoro di quella squadra politica, di cui anche Nemtsov aveva fatto parte.


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Il video dell’omicidio

Per me è importante, mentre per la maggioranza di voi molto probabilmente no. Ma dato che su questo sito sono io a fare da redattore, oggi continuo a scrivere dell’assassinio di Boris Nemtsov.

Devo ammettere che sull’unico video diffuso dalla televisione russa non vede proprio un cazzo. La risoluzione è bassa, la scena è troppo lontana, il camion-spazzaneve passa davanti nel momento decisivo, troppe persone passano e tornano sul luogo del delitto senza dei motivi comprensibili. Ma, perlomeno, abbiamo una prima impressione su quanto è accaduto.


L’omicidio di Nemtsov

Gente, calmatevi. Non penso che Putin c’entri qualcosa. Almeno per questa volta evitiamo di attribuire ad egli la responsabilità per tutti i mali della Russia (anche da noi lo zoo dei cretini à abbastanza ampio). Nei prossimi giorni scrivo tutti i perché.
(E, comunque, non pensavo che a qualcuno interesasse la politca interna della Russia.)


(foto di Mitja Aleshkovskij)


L’arma chimica russa

Come forse avete già sentito, la Russia ha trovato un nuovo modo di ricattare l’Ucraina.

In sostanza, il 19 febbraio l’Ucraina aveva richiesto di portare e forniture giornaliere a 114 metri cubi entro due giorni. (Attualmente la compagnia ucraina Naftogaz è contrattualmente vincolata a anticipare i pagamenti per il gas ogni mese, avendo però il diritto di richiedere con due giorni di anticipo l’ampiezza della fornitura giornaliera).

La Gazprom, da parte sua, non ha soddisfatto la richiesta, aumentando le forniture solamente alle regioni ora controllate dai separatisti. Secondo la controparte ucraina, però, le forniture alle regioni incontrollabili (iniziate il 19 febbraio) non farebbero parte del contratto, dunque quel gas non dovrebbe essere «scalato» dalla quantità prepagata dalla Ucraina.

Cosa posso dire sull’argomento? E’ ovvio che se l’Ucraina considera le regioni di Donetsk e Lugansk come proprie, dovrebbe pagare il gas fornito a esse. Allo stesso tempo, però, sono delle regioni occupate sul territorio delle quali gli agenti dell’ucraino Naftogaz non possono verificare l’effettivo adempimento del contratto e il volume reale del gas richiesto da parte dei consumatori finali. Di conseguenza, le due regioni possono facilmente essere trasformate in una specie di «buco nero».

La difficile situazione creatasi avrà delle conseguenze per l’Europa. Nel peggiore dei casi arriverà meno gas dalla Russia. Nel migliore dei casi l’Europa dovrà sponsorizzare l’Ucraina, fornendole i soldi pretesi dalla Russia per il gas fornito ai propri combattenti sul territorio ucraino.


Il design di GAZ 24 Volga

Chiedo perdono a tutti i miei lettori appassionati di automobilismo. Nel mio articolo dedicato alla GAZ 24 Volga avevo scritto una stronzata particolarmente grande. Avevo infatti sostenuto che il suo design sarebbe di invenzione russa. E invece no…

Il design della GAZ 24 Volga (prodotta dal 1969 al 1992) è stato copiato da due auto americane degli anni ’60:

1. Ford Falcon (la versione prodotta dal 1962 al 1970)

2. Plymouth Valiant (la versione prodotta dal 1963 al 1966)

Il mio articolo verrà dunque presto adeguato aggiornato con le informazioni scoperte.


Il compleanno del secolo

Martedì, purtroppo, non avevo fatto in tempo a scriverne, quindi recupero oggi. Prima di leggere quanto vi voglio raccontare, guardate questa foto del 10 febbraio 2015:

Il 10 febbraio Vladimir Zeldin, un famoso attore russo, aveva compiuto 100 anni. Il solo fatto di arrivare ad una età così avanzata non è certo un merito (lo stesso Zeldin sottolinea che non dipende assolutamente da egli). E’ eccezionale invece il fatto che si tratta, molto probabilmente, dell’attore in attività più anziano al mondo.

In cinema è sempre stato impegnato relativamente poco (ma forse un giorno posto qualche filmato), mentre la sua carriera teatrale ebbe inizio nel 1935 ed è tutt’ora abbastanza intensa. Guardate, per esempio, questa scena tratta dallo spettacolo «L’uomo da La Mancia» e ricordatevi che l’attore ha 100 anni.


Tre dati sulla crisi ucraina

Sulle trattative tra Merkel, Hollande, Poroshenko e Putin bisogna sapere tre cose abbastanza semplici.

1. Hollande si sta sbattendo tanto per non essere considerato in Patria un Presidente totalmente fallito. In più, l’ipotetico ritorno di Sarkozy in politica lo spaventa. Merkel, invece, ha in mente l’esempio di Kohl, il quale è spesso considerato in riunificatore dell’Europa: non vorrebbe essere considerata lei la demolitrice della stessa Europa. E nessuno dei due rappresenta l’Europa, la quale non ha una posizione unica nei confronti della Russia (la Polonia è la più aggressiva per motivi geografici e storici, mentre la Grecia manifesta di essere disposta ad essere «comprata» dalla Russia).

2. Tutto dipende solo dalla volontà di Putin, per il quale il ritiro dalla Ucraina non ha alcun costo politico: avendo eliminato ogni forma di vera opposizione interna, ha la possibilità di uscire dalla crisi con un semplice «ci ho ripensato». Poroshenko, invece, non può dire «tenetevi pure l’est della Ucraina e smettiamola di litigare» perché questo sancirebbe la sua morte politica.

3. Ogni forma di mediazione occidentale è destinata a fallire. Perché Putin vede nelle relazioni internazionali con gli Stati occidentali l’unico senso della propria vita politica ma, allo stesso tempo, usa una logica da teppista. Infatti, il fatto che due leader occidentali si siano presentati da egli per trattare, viene da Putin interpretato come un segno di loro debolezza. Questo gli permetterà di non rispettare gli accordi raggiunti o non giungere ad alcun accordo.


Ursus Sapiens

Il video non è recentissimo, ma io l’ho visto solo pochi giorni fa. Non serve comprendere la lingua russa per capire quanto succede. Vi do giusto qualche dato di input: tre amici salgono sulla macchina (nuova!) di uno di loro e vanno a pescare. Arrivati sul posto, fanno un incontro piuttosto curioso…


Quale poteva essere il primo video da postare nell’anno nuovo? Ovvio: il discorso di capodanno del presidente russo Vladimir Putin (sottotitoli in italiano).

Avrei voluto farvi ascoltare pure il discorso del presidente ucraino Petro Poroshenko, ma non ho trovato alcun video con i sottotitoli in italiano o in inglese. Chi lo trova mi faccia sapere. Io, intanto, vi dico che nel proprio discorso Poroshenko aveva parlato dell’attentato alla indipendenza e alla integrità dell’Ucraina operato da parte del «terribile nemico» e delle tante prove da superare nell’anno nuovo.

Prevedo che anche per tutti coloro che seguono la politica internazionale, il 2015 sarà un anno molto divertente.

Infine, per il solo dovere di cronaca, allego il discorso di Poroshenko in lingua ucraina.
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