L’archivio della rubrica «Russia»

90 anni dello Zenit

Lunedì 25 maggio lo Zenit (la squadra di calcio di San Pietroburgo) ha compiuto i 90 anni. E i suoi fan hanno deciso di festeggiare così:

Figo. I tifosi italiani hanno mai fatto una cosa del genere?


Organizzazioni indesiderate

Chi segue in un modo almeno superficiale la politica russa, ha sicuramente letto o sentito della recente legge sulle «ONG indesiderate». Il 23 maggio, infatti, il presidente russo Vladimir Putin aveva firmato una legge (approvata il 19 maggio dalla Duma) che autorizza il Procuratore generale e i suoi Vice di bloccare l’attività e i beni delle ONG «indesiderate» (letteralmente, «pericolose per l’ordine costituzionale della Russia, le sue sicurezza e difesa») senza l’autorizzazione del giudice.

Sapete qual è il problema? Nella legislazione russa manca la definizione delle organizzazioni non governative, mentre esiste quella delle organizzazioni non a scopo di lucro. La legge firmata da Putin, quindi, introduce un termine nuovo senza fornire la sua definizione. In più, non specifica che le organizzazioni eventualmente individuate come «indesiderate» debbano per forza essere «non a scopo di lucro». Di conseguenza, anche una qualsiasi azienda straniera privata (senza la partecipazione statale) può ora essere definita «indesiderata». Può essere definita tale non perché lede gli interessi della Russia, ma semplicemente perché fa da concorrente a una azienda di qualche politico (nonostante il divieto di legge, hanno quasi tutti delle attività private). Oppure perché è in concorrenza con qualcuno sufficientemente ricco da poter corrompere gli organi statali vigilanti.

Si tratta, in pratica, di un attentato ai danni della economia russa. Quale investitore straniero serio avrà il coraggio di rischiare tanto?


I prigionieri russi

Dieci giorni fa, il sabato 16 maggio, in Ucraina sono stati fatti prigionieri (dopo essere stati feriti in battaglia) altri due militari russi: il sergente Aleksandrov e il capitano Erofeev. Appena dopo la diffusione della notizia, il Ministero della difesa russo ha dichiarato che i due si sarebbero licenziati dall’Esercito prima di partire a combattere nell’est ucraino. Si tratta di un comportamento ormai tipico dello Stato russo, in adozione almeno dai tempi della guerra in Afghanistan: quello di rinnegare i propri militari pur di non ammettere ufficialmente di partecipare a una guerra di dubbia necessità o semplicemente malvista dall’estero.

Con pochissime eccezioni alla prassi, lo Stato russo non provvede al recupero dei prigionieri e, a partire dalla attuale guerra con Ucraina, non riconosce ai caduti in battaglia il diritto ad essere seppelliti come tali. Anzi, spesso nega il diritto a un nome sulla lapide. Perché arruolarsi e prestare il giuramento, se mancano la protezione e, soprattutto, la riconoscenza?

Ma torniamo ai due prigionieri. Lo Stato avrebbe potuto dichiarare pubblicamente una cosa semplicissima: i nostri agenti si trovavano nell’area «separatista» ucraina per informarci del conflitto armato che si svolge vicino ai nostri confini. In questo modo, avrebbe comunicato una versione condivisibile dal mondo civile senza ammettere di condurre una guerra in Ucraina. Ma, per pura stupidità, si è preferito tradire i propri militari.

Ora siete un po’ più informati sulla «grandezza» della Russia.

P.S.: volevo scrivere pure dell’unica possibile (secondo me) soluzione del conflitto militare tra la Russia e l’Ucraina, ma forse mi conviene di dedicarne un testo a parte.


Tre note su hockey (e non solo)

Domenica 17 maggio si è concluso il Mondiale di hockey 2015. In merito, ci tengo a pubblicare tre brevissime note:

1. In finale il Canada ha battuto la Russia 6:1 e sono totalmente indifferente a questo fatto. Qualsiasi risultato sportivo è solo un piccolo episodio nella biografia degli sportivi che lo hanno conseguito, un loro fatto personale. Chi lo capisce vive molto più tranquillo dei «tifosi» che soffrono per i risultati altrui (o si approppriano i meriti altrui).

2. L’espressione «hockey su ghiaccio» equivale alla espressione «calcio su erba»: è una tautologia. Il hockey è su giaccio per definizione! Quindi solo le sue versioni anomale devono essere nominate per intero.

3. Il comportamento della squadra nazionale russa adottato al termine della partita è stato vergognoso e merita di essere condannato in ogni sede approppriata. Per chi non fosse al corrente: ricevute le medaglie d’argento e ascoltato l’inno russo, la squadra non è rimasta sul ghiaccio per l’inno canadese. Certo, avrebbero potuto anche pisciare sul ghiaccio, ma l’offesa è comunque stata grave.


Foto e video di Rustem Adagamov


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Cikatilo e la Vittoria

In aprile il Ministero della cultura russo aveva revocato la licenza per la proiezione pubblica del film «Il bambino numero 44» («Child 44» in inglese) perché essa «non è ammissibile all’indomani dei festeggiamenti del 70esimo anniversario della Vittoria».

Non è chiaro come possa centrare un film su Andrej Cikatilo ambientato nel 1952 con l’anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale. Gli americani, seguendo la stessa pseudo-logica, avrebbero dovuto vietare la proiezione/trasmissione de «Il silenzio degli innocenti» all’indomani del giorno dell’Indipendenza.

Ma qualcuno di voi ha già visto «Il bambino numero 44»? Merita di essere visto?


70 anni di Vittoria

Del Gorno della Vittoria russo (9 maggio) a me fa schifo la festa di Stato e piace tantissimo quella umana. Sì, negli ultimi 15 – 20 anni lo Stato ha tentato di rubarcela per farla diventare una ufficiosa festa militarista, una festa dell’aggressore che combatte contro tutto il mondo in tutti i modi possibili. Mentre per noi umani è tutt’ora un giorno per ricordare una delle più grandi tragedie nella storia mondiale, russa e quella di ogni famiglia con la quale siamo in parentela o in amicizia. Perché quella guerra, in qualche modo, aveva toccato tutti. Ne approfittiamo per chiamare una volta in più i pochissimi veterani rimasti ancora in vita e per ricordare quelli che non sono più tra noi.

Per le persone comuni è sempre stata una festa incentrata non sulla presunta superiorità dello Stato sovietico/russo o sull’altrettanto presunto eroismo dei militari, ma su uno dei peggiori episodi della vita personale. Le persone si sono sempre incontrate con i parenti e amici per condividere i ricordi personali su quella guerra e per vedere cosa si è riusciti a fare negli anni che ne sono seguiti.

Oggi è domenica, il giorno dei video sul mio blog. Ho quindi deciso di mettere il video dei tradizionali fuochi d’artificio della sera del 9 maggio: sono sempre essi a rappresentare la fine della giornata di festa passata tra parenti e amici. Comunque sia il tempo, si va sempre fuori a vederli dal vivo.


R.I.P. Maya Plisetskaya

Maya Plisetskaya (20.10.1925 – 2.5.2015). Era fenomenale.


I Lupi notturni

Nei giorni scorsi avete probabilmente sentito o letto del club motociclistico russo «Lupi notturni», i membri del quale vorrebbero percorrere la tratta Mosca – Berlino per commemorare i 70 anni della vittoria sulla Germania nazista. In particolare, avevano programmato di attraversare in moto i territori di Bielorussia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Germania. Tre di questi Stati (Polonia, Repubblica Ceca e Germania) hanno già dichiarato di non voler far passare il gruppo.

Il perché è umanamente comprensibile: non vogliono ospitare sul proprio territorio un gruppo che in 26 anni di storia (il più antico moto club russo) è mutato prima in un gruppo puramente criminale e poi in una agenzia di propaganda anti-occidentale e pro-bellica (quest’ultima in articolare dopo la seconda rivoluzione ucraina) a servizio di Cremlino. Una «agenzia» che spesso usa la forza fisica e le minacce contro l’opposizione russa. Una «agenzia» che intende fare un viaggio commemorativo con l’evidente scopo manifestare una presunta superiorità della Russia sugli Stati attraversati.

Quindi in Europa, almeno in questo caso, hanno trovato la forza di chiedersi: «Se uno mi insulta, perché dovrei ospitarlo?»


12 aprile 1961

Oggi è una coincidenza fortunata: l’ennesima puntata del video domenicale sul mio blog capita nel giorno del 54esimo anniversario del famoso viaggio di Yuri Gagarin. Quindi pubblico un breve video riassuntivo:

P.S.: buona Pasqua a tutti coloro che la festeggiano oggi.


In diagonale

Il Primo ministro russo Dmitry Medvedev ha firmato oggi una piccola riforma del codice della strada russo. Il documento apporta 6 novità alle regole esistenti, ma io vorrei menzionarne solo una.

Ebbene, anche in Russia sono state autorizzate le strisce pedonali in diagonale agli incroci. Chi di voi pensa che fosse una cosa di dubbia utilità, provi a ricordare quante volte dovette fare un percorso fastidiosamente lungo per arrivare dall’altra parte di un grosso incrocio.

A questo punto vi propongo di lottare affinché anche in Italia venga fatta una riforma altrettanto ragionevole.