L’archivio della rubrica «Russia»

I russi in Siria

Non posso dire che mi piaccia tanto la modalità con la quale la Russia interviene in Siria, ma non mi piacciono nemmeno le «grandi rivelazioni» sul fatto che la Russia combatte per Assad. Ebbene, finche Bashar al-Assad non si allea con l’ISIL, pure gli americani e i francesi combattono per lui. Lo fanno esattamente come la Russia: bombardando i territori nei quali prevalgono i simpatizzanti di un gruppo terroristico non a servizio dello Stato siriano.

Ma in realtà volevo scrivere di altre due stranezze. La prima consiste nella uniforme adottata dall’esercito russo impiegato attualmente nella base russa a Tartus. Ecco l’immagine riassuntiva:

La seconda stranezza consiste nel fatto che sugli aerei russi impiegati in Siria sono stati coperti i segni distintivi:

Su questo ultimo punto potete pure vedere un video:

La società discute ancora sul perché di queste misure di segretezza. Serviranno per dire «Non abbiamo mai combattuto in Afghanistan Siria»?


Precisiamo l’obiettivo

OK, il primo bombardamento russo in Siria ha colpito un territorio non controllato dall’ISIS, ha ucciso tra 30 e 38 civili e ha fatto sorgere delle perplessità in Occidente. Le domande sulla utilità bellica e il senso politico di tale impresa non devono essere rivolte a me.

La mia unica risposta pubblicabile, per ora, è questa. Dato che la coalizione internazionale anti-ISIS esiste già da tempo, i vertici militari russi hanno probabilmente compreso che la sola volontà di Putin non è sufficiente per crearne un’altra. L’ingresso in quella esistente a condizioni desiderate non è possibile per una serie di motivi politici. Quindi hanno deciso di dedicarsi più alla lotta contro i futuri migranti siriani (che costituiscono un problema molto più concreto per l’Occidente).


Video diffuso dal Ministero della Difesa russo


Putin all’ONU

Potrei commentare l’intervento fatto ieri da Vladimir Putin all’ONU, ma non ha senso. Non ha senso perché, in sostanza, non ha detto nulla di nuovo.

In primo luogo, ha ripetuto il suo vecchio concetto «sbagliano tutti tranne noi».

In secondo luogo, ha ripreso il vecchio concetto «non rompetemi i coglioni perché in Cecenia combatto contro il nostro comune nemico (il terrorismo islamico). Se non lo faccio sarà peggio per tutti, quindi accettatemi alla pari». Questa volta, però, la formula pronunciata è stata «non rompetemi i coglioni per la guerra in Ucraina che sono pronto a combattere il nostro comune nemico in Siria. Se non faccio, sarà peggio per tutti, quindi accettatemi alla pari».

Come conciliare l’ultimo concetto con il primo («sbagliano tutti tranne noi») e con l’appoggio a Assad? Dipende dalla fantasia degli occidentali. Nei prossimi mesi (o settimane?) vedremo i risultati.


Tutto il mondo

Ieri, il 17 settembre 2015, il famoso designer russo Artemy Lebedev ha compiuto, dopo tanti anni di duro lavoro, una storica impresa. E’ diventato il primo cittadino dell’ex URSS ad aver visitato tutti gli Stati e Territori del mondo. Nella sua lista ci sono ora 193 Stati facenti parte dell’ONU più 69 dei 73 territori non riconosciuti come indipendenti.

Foto di Artemy Lebedev

Purtroppo non è stato il primo in ordine cronologico.


Putin cerca USA

Tanti di voi hanno già letto o sentito che la visita del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov in Qatar era dedicata, tra l’altro, alla lotta all’ISIS. Un po’ meno persone si erano accorte della visita-«sorpresa» fatta a luglio dal presidente ceceno Ramzan Kadyrov in Arbya Saudita e dedicata allo stesso argomento.

I due viaggi istituzionali hanno una spiegazione abbastanza evidente: Vladimir Putin non ha ancora abbandonato il suo sogno segreto di conquistare l’amore dei leader occidentali. Non comprendendo la reale motivazione delle sanzioni adottate nei confronti della Russia oltre un anno fa, cerca quindi ancora di dimostrarsi utile in qualche modo. E visto che gli USA rifiutano l’aiuto russo nella lotta contro l’ISIS, cerca di arrivare alla collaborazione attraverso la conquista diplomatica di alcuni loro alleati mediorientali.

Non mi sono sbagliato utilizzando la parola «amore»: in base alle attente osservazioni che abbiamo fatto in tempo a fare, Putin vorrebbe qualcosa in più rispetto a un semplice rispetto tra colleghi-politici. Vorrebbe infatti essere accettato così come è, accolto con gioia e ascoltato con la massima attenzione. Ed è ancora convinto che questo tipo di rapporto sia possibile.


Un altro obama

Gli artisti russi sensibili alla propaganda televisiva continuano a manifestare un particolare interesse verso la figura di Barack Obama. Finora ho scritto solamente di una opera, ma in realtà possiamo ricordare tanti esempi del passato più o meno recente.

Se vogliamo, invece, parlare delle opere più moderne, vediamo pure quella comparsa ieri mattina a Perm, vicino alla sede della Università cittadina.

Il cartello sul «collo» della bambola recita: «1 Obama morto = 7050 ucraini vivi». Chi avrà la sfortuna di chiedere all’autore della scritta di cosa centri il presidente statunitense con la guerra russa-ucraina, dovrà sicuramente affrontare un torrente di discorsi insensati.


BRICS 2015

Dall’8 al 10 luglio nella città russa Ufa si era svolto il summit degli Stati facenti parte del BRICS. In Russia, purtroppo, non tutti hanno ancora capito che si tratta di una organizzazione creata e guidata dalla Cina per raggiungere (o, a volte, giustificare) i suoi obiettivi economici nel mondo.
Quindi compaiono delle «opere d’arte» come questa:


Vera Frolova, olio su tela, 2015

Beh, finché si tratta delle iniziative private possiamo anche limitarci a farci due risate. Ma «nel Cremlino», a quanto pare, non si sono ancora resi conto del fatto che la Russia sta diventando un semplice fornitore di materie prime per l’economia cinese.


Colpisci Obama

Tra le varie feste da senso poco chiaro, esiste in Russia anche la Giornata della Gioventù. A partire dal 1993 si festeggia ogni 27 giugno, anche se quel giorno rimane comunque feriale. Come tutte le altre feste inutili, potrebbe essere tranquillamente ignorato da tutte le persone normali (sottolineo la parola normali), ma quest’anno non è andata proprio così.

A Bratsk, una città della Siberia centrale, tra i vari modi di far divertire i giovani è stato notato anche questo: il gioco per cosi dire sportivo dal nome «Un colpo alle sanzioni». Più in alto arrivava il colpo (in pratica, il calcio), più punti venivano attribuiti al suo autore. Il calcio alla testa valeva 5 punti.

Buona visione:


Selfie Soldiers

Il corrispondente di VICE news Simon Ostrovsky ha girato un buon documentario «Selfie Soldiers» (in inglese). Si tratta di una ennesima e buona dimostrazione della presenza dei militari russi nell’est ucraino.

Gli interessati, volendo, potreste dedicarne una parte della pausa pranzo.


“Vladimir Putin will kill you”

Le performance dei turisti russi ubriachi sugli aerei sono testimoniate in numerosissimi video: volendo, potrei pubblicarne uno al giorno. E invece, spero di limitarmi (per ora) a postare un brevissimo video girato venerdì sera. Tanto per farvi capire in quale stato mentale si trova una notevole parte della società russa (la lingua di uno ubriaco è generalmente più sciolta).

Descrivo brevemente le circostanze del caso. Venerdì 19 giugno il volo 2453 Parigi — Mosca dell’Aeroflot avrebbe dovuto partire alle 23:30, ma è stato trattenuto per circa un’ora. Bisognava, infatti, far scendere una donna fortemente ubriaca. In un inglese «approssimativo» si rivolgeva così ai poliziotti chiamati a bordo: