L’archivio della rubrica «Russia»

(Ri)trovato il colpevole

In seguito all’abbattimento del Su-24 russo da parte della Turchia, il mercoledì 25 novembre a Mosca c’era stata una manifestazione piuttosto curiosa. Circa 600 manifestanti con l’abbigliamento e le maniere tipiche hanno lanciato, sotto l’osservazione attenta della polizia, pietre, vernice e altri oggetti vari contro l’Ambasciata turca.

Prima di procedere con la lettura potete vedere il relativo video.


Video di Lenta.ru

Non mi sarei mai impegnato a scrivere un posto solo per fare delle constatazioni banali sul ruolo che la polizia si era assunta in quella situazione. Allo stesso tempo, non trovo necessario consumare ulteriormente la tastiera per scrivere che una certa manifestazione di rabbia sarebbe stata comprensibile. Tenete però in mente il legame tra i due gruppi (uno dei quali rappresenta lo Stato ufficialmente).

Ecco, oggi mi hanno fatto notare una curiosità della quale non mi ero proprio accorto prima. Sulla foto seguente possiamo vedere un cartello, stampato in alta risoluzione, che testimonia l’interpretazione da parte di certi elementi della bandiera dell’ISIL. Certo, l’immagine è stata copiata da un sito islamico, ma dovrebbe essere noto a tutti che appena 69 anni fa si è concluso un processo che ha dato un netto giudizio a tale interpretazione del mondo circostante.

Pubblico questa immagine per le persone ancora convinte che Putin abbia la capacità di interpretare adeguatamente la realtà e agire in modo sensato di fronte alle prove che quella realtà gli propone.

La frase del tipo «lui non sa nulla, è una iniziava popolare» è una stronzata. Purtroppo inciampa su cadaveri quasi tutti i giorni.


Niente paura

Ieri è stato interessare notare, su Facebook, che un possibile conflitto armato tra la NATO e la Russia fa molta più paura dell’ISIL e del terrorismo islamico in Europa.

Se siete preoccupati anche voi, smettete pure di esserlo: la Russia non è attualmente in grado di condurre una guerra seria. Può vincere il confronto con la Georgia (vedi la guerra del 2008), può annettere una regione ucraina (vedi la Crimea), può mandare dei «ex-militari» nelle regioni dell’est ucraino (sono ancora lì).

Quando, invece, un membro della NATO abbatte un suo aereo, la Russia si limita a sconsigliare ai propri turisti di viaggiare verso quello Stato-membro. Ah, no: ha pure vietato l’import del pollo turco.

Rimane, certamente la bomba atomica, ma Putin non mi sembra ancora tanto disperato e deluso per il «tradimento dell’amico Erdogan» da tentare un suicidio. Si sente offeso, è incazzato, ma non ancora fino a tal punto. Non preoccupatevi.

Preciso, infine, che non sto chiedendo dei fiumi di sangue turco: preferisco le guerre commerciali a quelle vere e proprie.


Avete bisogno di soldi?

Nel frattempo l’FSB promette 50 milioni di dollari statunitensi a chi fornisce le informazioni utili alla cattura dei responsabili della caduta dell’A321 sul Sinai.

Propongo di fornire all’Ente tanto generoso la testa l’indirizzo del Gran Mufti della Russia Talgat Tadzhuddin. Infatti, il 3 aprile 2003, in occasione della dichiarazione di jihad agli USA (!), aveva dichiarato: «I musulmani russi sono molto influenti negli Stati Uniti – ha detto il Mufti – useremo le nostre leve. Per ora raccoglieremo fondi per acquistare armi da impiegare contro gli americani e cibo per gli iracheni» (link in italiano).

Quelle organizzazioni per quali i musulmani russi avevano raccolto fonti sono tuttora attive. Anzi, i risultati del loro costoso operato si possono ora «apprezzare» in tutto il mondo. Pure in Europa.

Ieri, il 16 novembre 2016, Vladimir Putin aveva dichiarato di avere una lista di circa 40 Stati che finanziano l’ISIL. Vorrei vedere la lista completa…


Foto di A. Pospelov


Lada XRAY

La settimana scorsa l’AutoVAZ ha presentato il nuovo SUV Lada XRAY, la cui produzione in serie dovrebbe partire a metà dicembre. Per ora non vi dico nulla sulle caratteristiche tecniche: aspetto che compaiano i primi esemplari da testare. Oggi voglio limitarmi a fare una piccola osservazione sul design esterno…

Anche a voi sembra una Nissan Qashqai presa a martellate?


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La leggenda chiamata FSB

Magari lo avete già letto o sentito: stanotte l’"artista" russo Petr Pavlensky ha incendiato il portone della sede centrale di FSB (l’ex KGB)…

Non ho molta voglia di descrivere tutte le sue opere cretine (se volete, leggetevi l’articolo su Wikipedia). Di quelle normali non ne ha, quindi non dovrebbe essere definito un artista. Vorrei sottolineare un’altra cosa.

Pensate un po’: da diversi decenni il FSB viene considerato una organizzazione onnipotente che tiene sotto controllo tutto e tutti all’interno della Russia ed è capace di competere (e spesso battere) con CIA, Mossad etc. Poi una notte davanti alla sua sede centrale si presenta un tipo armato di una semplice tanica piena di benzina: bagna bene con la benzina il portone, lo incendia, si fa fotografare con la nuova «opera» sullo sfondo… Non importa quanti complici aveva (ma pare che erano appena due). Nessuno lo ha fermato mentre ha solo pensato di poter fare del genere. Nessuno lo ha fermato mentre stava progettando o realizzando il piano. Solo un sfigatissimo vigile, a un certo ponto, si è messo a gridare «Fermatelo!».

Se mi chiamassi Vladimir Putin, avrei già fucilato di persona tutti i dipendenti del FSB per l’offesa alla storia e alla immagine della organizzazione.


Auguri a Seghei Guriev

Con un imperdonabile ritardo mi complimento con Serghei Guriev per la sua elezione, avvenuta il 3 ottobre, a capo economista della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Si tratta di un evento paragonabile, per la sua importanza, all’assegnazione del Nobel per l’economia: per ogni economista sarebbe un grandissimo riconoscimento dei meriti scientifici. E’ interessante sottolineare, a questo punto, che Guriev è un economista che si è formato del punto di vista accademico e professionale in Russia. Infatti, nessun altro economista russo è riuscito a compiere una simile «scalata».

Considerando, poi, che la BERS opera prevalentemente nell’Europa dell’Est, avremmo potuto dire che si tratta pure di una grande conquista per la Russia. E invece no: nella primavera del 2013 aveva dovuto fuggire in Francia a causa delle pressioni giudiziarie. Non penso che siate tutti interessati a mille dettagli del caso, quindi riassumo in pochissime parole: si era rifiutato di confermare la popolare tra gli inquirenti russi idea, secondo la quale il conseguimento del profitto da parte di una azienda privata (nel caso specifico la Yukos) costituisce un motivo sufficiente per una persecuzione penale.

Insomma, un altro genio è stato perso dallo Stato russo in una maniera clamorosa.


Hurghada

Ho appena letto una curiosa notizia che non posso non condividere con i miei amatissimi lettori. I media russi comunicano oggi che «Stanotte i servizi di terra dell’aeroporto di Hurghada hanno circondato Airbus-321 guasto di Ural Airlines impedendogli di decollare. Le stesse macchine hanno poi accompagnato l’aereo al box per le riparazioni necessarie».

Si tratta del volo U6-3028 per la città di Perm. L’aereo è stato «rilasciato» solo dopo la conclusione dei lavori (a quanto pare, si trattava solo di un indicatore bruciato).

A questo punto ricordo a tutti i lettori che oggi non è il 1 aprile.

P.S.: se avete paura di volare, fatelo più spesso possibile e scegliate sempre le grosse compagnie occidentali. In questo modo la paura scompare in fretta.


A321

Sicuramente lo sapete già: la mattina del 31 ottobre in Egitto è caduto un aereo russo con 224 persone a bordo. Sicuramente ne avete già letto tutto quello che volevate leggere.

Io non voglio sfruttare un argomento tanto triste: l’aereo è già caduto, posso solo esprimere le mie condoglianze. Ne riparleremo se si scopre qualche dettaglio anomalo (anche se l’ISIL non mi sembra tanto attrezzato o abile da poter abbattere aerei a 9000 metri di quota).

Quindi mi limito a fare una dichiarazione: i giornalisti che erano andato all’aeroporto Pulkovo (San Pietroburgo) per fare ai parenti distrutti delle vittime le domande del tipo «Come avete saputo?» o «Dove eravate in quel momento?» sono degli animali.


Il primo riconosciuto

Il diciannovenne Vadim Kostenko è la primo militare russo, la cui morte in Siria è stata ufficialmente riconosciuta dall’inizio dell’intervento. Era un tecnico addetto alla manutenzione degli aerei nella base russa a Lattakia. E’ morto sabato 24 ottobre 2015.

Secondo il comunicato ufficiale del Ministero della Difesa russo, si tratterrebbe di un suicidio dovuto a un rapporto sentimentale finito male. Ma siccome negli ultimi anni il Ministero appena nominato mente poco più spesso che sempre, nessuno crede alla versione del suicidio. Le prime indagini confermano i dubbi.


Il mese ideale

Questa domenica pubblico un video che hanno già visto praticamente tutti (e quasi tutti me ne hanno parlato). Ebbene sì, l’ho visto anche io il giorno stesso della messa in onda. Quindi lo pubblico da me solo per trovarlo più facilmente in futuro.

«Russia 24» è un canale televisivo russo di proprietà statale, viene diffuso a livello federale e, via satellite, in tutto il mondo (ma non vi consiglio di andare a cercarlo). Per pura curiosità pubblico pure la versione originale del filmato:
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