L’archivio della rubrica «Russia»

Elezioni russe: alcuni particolari

Dopo il post del lunedì sulle elezioni parlamentari russe, ho pensato di pubblicare alcune nozioni sulle elezioni russe in generale. In Occidente più o meno tutti sanno che non sono proprio oneste, ma non tutti sanno esattamente in cosa consistono i difetti delle elezioni russe degli ultimi decenni.

Come saprete, con la parola elezioni non si indica solo un determinato giorno in cui la gente va in massa (più o meno grande) a mettere un segno sulla scheda elettorale. Nelle elezioni sono compresi anche la campagna elettorale e il conteggio dei voti. Di conseguenza, le elezioni non possono essere definite oneste se almeno una delle tre fasi si svolge in una maniera irregolare.

Oggi scrivo delle prime due fasi.

Parto con la seconda fase (la votazione) per sottolineare la differenza con il sistema adottato in Italia. In tutte le votazioni russe il segno sulla scheda elettorale si mette con la penna che si trova nella cabina di voto (e non con la matita come in Italia). Questa particolarità ostacola la manipolazione di ogni singolo voto: la preferenza espressa con la matita potrebbe magicamente trasferirsi da una casella all’altra nel corso della notte.

Esempio pratico № 1: in alcune zone della Russia le schede con la preferenza a favore di un partito o candidato di opposizione nel corso della notte diventano nulle perché su esse compaiono altri simboli o disegni.

Esempio pratico № 2: la maggioranza dei dipendenti pubblici russi è obbligata a votare la Russia Unita. Gli elettori in questione sono tenuti a fotografare la scheda con la preferenza espressa e inviare la foto al proprio dirigente (quest’ultimo, a sua volta, deve informare i propri superiori dei «risultati elettorali» verificatisi nella propria azienda). I trasgressori rischiano il blocco della carriera, la non-assegnazione dei premi e, in alcune situazioni, il licenziamento. Ecco, alcuni dipendenti pubblici hanno imparato a mettere la preferenza imposta con la matita per cancellarla dopo averla fotografata (ma la foto deve essere fatta in modo che non si riconosca lo «strumento» del voto finto).

La prima fase, cioè la campagna elettorale, è regolata in una maniera leggermente diversa da quella italiana. Per esempio, il giorno del silenzio (quello precedente la votazione) riguarda anche i manifesti stampati: per legge devono essere tutti strappati 24 ore prima della apertura dei seggi.

Un ricordo personale: quando ero arrivato in Italia per la prima volta, non riuscivo a capire perché non si faccia, analogamente, una cosa così logica (quasi scontata per me di allora).

E poi, in Russia, per i privati che anche durante il giorno del silenzio continuano a pubblicizzare il proprio partito o candidato preferito nei luoghi pubblici è prevista una multa, seppur non particolarmente alta: fino ai 1500 rubli (circa 20 euro secondo il tasso di cambio attuale).

Ma in cosa consistono, invece, le irregolarità della campagna elettorale che si verificano attualmente in Russia? Prima di tutto vanno menzionati finanziamenti grazie ai quali essa dovrebbe essere possibile. Andiamo per punti:

Aspetto № 1: i finanziamenti statali vanno solo a quei partiti che alle ultime elezioni legislative hanno preso almeno il 3% dei voti. Di fatto, grazie ai brogli lo Stato si riserva la possibilità di non finanziare i partiti che fanno l’opposizione reale alla Russia Unita (e altri tre partiti che la sostengono sempre in Parlamento);

Aspetto № 2: i finanziamenti provenienti dalle aziende o privati ricchi sono di fatto vietati. Quando una azienda o un privato dichiara (pubblicamente o solo ai fini fiscali) il proprio finanziamento a favore di un partito di opposizione, squilla il telefono. E la voce dalla cornetta fa una proposta che non può essere rifiutata. Gli unici a non rischiare sono gli imprenditori rifugiati all’estero (sono numericamente tanti, ma non tutti ritengono necessario/utile finanziare un partito di opposzione);

Aspetto № 3: l’unico finanziamento possibile è dunque la raccolta delle somme piccole dai propri sostenitori comuni. In tal modo è possibile, in caso di una buona organizzazione, finanziare la campagna elettorale di un candidato singolo. Per un partito, invece, i finanziamenti da pochi rubli sono praticamente inutili (come una pillola di aspirina per un elefante).

In secondo luogo, va considerata la possibilità di accedere ai canali televisivi federali e gli spazi pubblicitari fisici.

TV statale: per legge, nel periodo pre-elettorale devono essere garantite delle quote del tempo giornaliere uguali a tutti i partiti. In più, ogni emittente ha la possibilità di «vendere» tempo ulteriore a tutti i partiti o candidati interessati (dichiarandolo pubblicamente). Naturalmente, le quote dedicate alla opposizione si distribuiscono sempre nelle ore più strane della giornata (intendo le 24 ore), mentre il tempo aggiuntivo «spiacenti, è già tutto prenotato/comprato da altri».

Gli spazi pubblicitari sui cartelloni: per l’opposizione la risposta è «spiacenti, è già tutto prenotato/comprato da altri».

La magica frase, alla base della quale può essere anche la paura della telefonata di cui sopra, vale anche in tante altre situazioni.

Ecco, ho cercato essere sintetico, ma comunque mi è venuto un romanzo.

To be continued!


Elezioni russe 2016

Come saprete, ieri in Russia si sono tenute le elezioni parlamentari.

Alle 15:16 di oggi (l’ora di Mosca) erano stati contati 97,3% dei voti. Secondo i risultati provvisori la soglia di sbarramento del 5% sarebbe stata superata dai quattro partiti che già componevano la Duma della legislazione terminata.

Bisogna precisare, però, che a differenza delle elezioni precedenti (del 2011) è stata questa volta adottato un sistema misto. Durante le elezioni di ieri 225 deputati venivano eletti secondo il sistema maggioritario e altri 225 secondo il sistema proporzionale (candidati singoli in 225 circoscrizioni).

Di conseguenza, i risultati dei quattro partiti sono i seguenti:

partiti voti per le liste voti per i candidati totale
Russia Unita 54,17% (140 eletti) 203 343
Partito Comunista della Federazione Russa 13,42% (35 eletti) 7 42
Partito Liberal-Democratico di Russia 13,24% (34 eletti) 5 39
Russia Giusta 6,18% (16 eletti) 7 23

Un facile calcolo dimostra che la Russia Unita avrebbe più del 76% dei posti della camera bassa. Nella legislazione terminata ne aveva 52,88% (238 deputati).

Il 18 settembre 2016 nemmeno un rappresentante della opposizione è stato eletto. Ed è a questo punto importante chiarire che i tre partiti diversi dalla Russia Unita rappresentati nella Duma non sono di opposizione: votano sempre come il partito di governo per non essere esclusi dal Parlamento alle elezioni successive. Le forze politiche che dichiarano e effettivamente cercano di mettere in pratica una certa contrarietà all’operato della Russia Unita in sostanza hanno poca abilità nel fare politica.

Alle elezioni politiche del 2011 i più noti leader della opposizione avevano invitato i propri sostenitori a votare la Russia Giusta perché, secondo il loro ragionamento, «se non possiamo essere eletti a causa dei brogli, eleggiamo un partito diverso dalla Russia Unita». Nel 2011, quindi, la Russia Giusta aveva preso il 14,22% dei voti ma aveva approvato quasi interamente tutte le proposte Russia Unita. Alle elezioni del 2016, tenendo conto dell’errore di cinque anni prima (che secondo me poteva essere facilmente evitato), la maggioranza degli stessi leader di opposizione aveva invitato a votare il più grande (ma pure il più vecchio e più noto) partito di opposizione per farne eleggere almeno alcuni membri e, allo stesso tempo, rendere difficili i brogli.

Questa volta è andata peggio di cinque anni fa. Nessuno degli oppositori che nel 2011 si era candidato con la Russia Giusta è stato eletto nel 2016. Sono stati determinanti tre fattori:

1) I brogli massicci (prima o poi li descrivo a parte);

2) Una affluenza bassa (47,7% contro i 60,2% del 2011);

3) L’incapacità di conquistare gli elettri (oltre alla incapacità di farli votare).

Vabbè, almeno dopo i risultati elettorali come questo non potranno accusare l’opposizione di tutti i propri errori. I problemi economici e sociali in Russia stanno aumentando con una velocità impressionante. Trovarsi da soli al comando in una situazione del genere non è una scelta tanto furba per la propria aspettativa di vita.

Concludo con uno degli interessantissimi video di ieri (guardate cosa succede a destra).


Il corsivo

Mi capita spesso di sentire o leggere (da parte degli occidentali) delle lamentele sulla scarsa comprensibilità del corsivo russo.

Cari occidentali, vi capisco benissimo… Potreste aiutarmi a leggere il corsivo gotico? Dai, è il vostro alfabeto «nativo»!


Un patto con la giustizia

Il 26 ottobre 2012 il Governo russo aveva emanato un decreto (il № 1101), in base al quale l’ente Roskomnadzor (cioè il Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa) acquisisce la competenza di bloccare, sul territorio della Federazione russa, l’accesso ai singoli siti-web anche prima che un giudice si pronunci su ogni caso specifico.

In generale, i motivi del blocco possono essere di vari tipi: la diffusione delle immagini pedopornografiche, terrorismo, commercio o informazioni sulla preparazione delle droghe etc… In alcuni casi (ma per fortuna ancora pochi) nel Registro dei siti-web da bloccare sono stati inseriti anche dei siti in qualche modo legati alla opposizione politica interna. Ma non era di questo che volevo scrivere.

Uno dei dettagli curiosi consiste nella particolarità che ho già menzionato: un qualsiasi giudice (per esempio un giudice di Blagoveščensk) può con la propria sentenza di bloccare un qualsiasi sito sull’intero territorio russo. E una buona parte dei giudici russi, da ormai quasi 16 anni, non si distingue per la propria imparzialità.

Per fortuna, la gente se ne sbatte [immaginate cosa] di tutti i blocchi perché sa usare i VPN.

E gli amministratori dei siti bloccati molto spesso hanno un buon senso di humor:

UPD: Roskomnadzor ha deciso di fare una figura di merda di una portata internazionale:


L’ombra della multa

Più o meno frequentemente, ma tutti i sistemi automatici di rilevazione sbagliano la lettura o l’interpretazione di qualche dato. Non so bene quanto spesso sbaglino i sistemi automatici di registrazione delle infrazioni automobilistiche in Italia. Però so che in Russia questi tipi di strumenti periodicamente fanno degli errori abbastanza pesanti (o, se preferite, curiosi). Questa settimana, dopo un caso ampiamente discusso in internet e sulla stampa, gli automobilisti russi hanno iniziato a rendere pubbliche le proprie esperienze comiche con le multe generate dagli strumenti automatici.

Io vi racconto di tre esempi moscoviti. Ma prima preciso che l’attraversamento di una linea continua parallela alla carreggiata in Russia è sempre da multa (a meno che il fatto non venga compiuto in una situazione di emergenza o da un speciale mezzo autorizzato).

1. Il 20 luglio 2016 a un automobilista è arrivata la notifica di una multa perché il riflesso dei fari sull’asfalto bagnato a attraversato la linea continua.

2. Il 25 luglio 2016 a un automobilista è arrivata la notifica di una multa perché l’ombra del camion che viaggiava davani alla sua auto ha attraversato la linea continua.

3. Il 25 agosto 2016 a un automobilista è arrivata la notifica di una multa perché l’ombra della sua auto ha attraversato la linea continua.

Per fortuna, la polizia moscovita ha annullato manualmente queste multe dopo le segnalazioni degli automobilisti direttamente interessati.


Imprenditori responsabili

Come forse vi ricordate, tra la Russia e l’Occidente vige una serie di sanzioni politiche ed economiche. Le maggior parte delle sanzioni occidentali è stata introdotta in risposta alla annessione russa della Crimea e alla guerra nelle due regioni dell’est ucraino. La Russia, in risposta a quelle sanzioni, ha introdotto alcune sanzioni contro l’Occidente vietando, tra l’altro, l’import di alcuni prodotti alimentari dall’Europa. Non so di preciso quanto abbiano perso i produttori europei, ma in Russia i prezzi degli alimenti continuano a crescere con dei ritmi spaventosi, la qualità dei prodotti nazionali scende, la quantità dei prodotti di qualità continua a scendere. Detto ciò…

La migliore notizia russa di ieri è quella su una banda di contrabbandieri operante nella provincia di Smolensk. Si è saputo che all’inizio di agosto quei simpatici signori hanno riparato una vecchia strada di campagna (prima di allora in condizioni spaventose), adattandola al passaggio dei mezzi pesanti. Perché lo hanno fatto? Ovvio: per importare i prodotti alimentari dalla Polonia aggirando la postazione fissa della dogana russa.

Purtroppo gli imprenditori socialmente responsabili sono stati già fermati. Ma il FSB dichiara di non intendere a chiudere la strada «regalata allo Stato». Gli utenti dei social networks, indipendentemente dalle proprie preferenze politiche, chiedono in massa di premiare i riparatori della strada con la liberazione.


Rio2016: i risultati russi

OK, le Olimpiadi di Rio sono finalmente finite. Come molto probabilmente ho già scritto, il 99,99999% dello sport non mi interessa affatto, dunque non ho visto nemmeno un secondo delle ultime Olimpiadi (lo stesso vale per tante altre che si sono svolte nel periodo della mia vita non particolarmente lunga). L’unico sport che seguo e pratico con una relativa costanza, diventerà olimpico nel 2020: in occasione dei giochi di Tokyo.

Quindi per mi accontento dello studio delle quantità e qualità delle medaglie che hanno preso le squadre dei vari Stati. Vediamo, per esempio, la Russia (siete sorpresi per la mia scelta, vero?). A Rio de Janeiro la Russia ha preso 56 medaglie, delle quali 19 d’oro, 18 d’argento e 19 di bronzo. Per quanto riguarda gli sport nei quali è stata raggiunta la maggiore quantità dei risultati, i russi si sono particolarmente distinti in ginnastica ritmica, scherma, judo e altri tipi di lotta.

In sostanza, la Russia è messa bene proprio con quegli sport, che non sono assolutamente stati coinvolti nel scandalo sul doping di Stato. Il fatto appare strano solo a prima vista. Infatti, tutti gli sport «fortunati» hanno in Russia dei propri «responsabili» di peso.

Judo è lo sport preferito di Vladimir Putin, quindi la scarsa preparazione della relativa squadra è una offesa imperdonabile al presidente (lo stesso valeva, per esempio, per il tennis ai tempi di Eltsyn o per il hockey ai tempi di Breznev).

Taekwondo e lotta greco-romana piacciono tanto a Ramzan Kadyrov, quindi vale l’osservazione già fatta per il judo.

La scherma è curata dal miliardario Alisher Usmanov: il signore in questione, essendo una creatura degli anni ’90 e non di Putin, ha una forte motivazione a contribuire al prestigio dello Stato (non è un sinonimo del benessere dello Stato).

La ginnastica ritmica è curata dalla moglie di Alisher Usmanov, quindi vale l’osservazione fatta per la scherma.

Di conseguenza, possiamo concludere che in Russia gli sport si dividono in quelli amministrati (di successo) e quelli sfigati (quindi affidati al doping).

Si potrebbe, logicamente, proporre di affidare i vari sport «sfigati» ai vari ricchi dipendenti del Cremlino. Per ora, però, mi viene in mente solo l’affidamento del basket a Mikhail Prokhorov (il quale è un grande esperto in materia).


25 anni di libertà

Ieri, il 19 agosto, tanti russi hanno festeggiato i 25 anni di vittoria su quegli otto vecchi gerarchi comunisti che tentarono, tra il 18 e il 21 agosto del 1991, un colpo di Stato in URSS.

Gli autori del colpo di Stato vollero tentare il ritorno a una versione abbastanza antiquata e repugnante dell’URSS, il ritorno a quella realtà in cui si affermarono — decenni prima — dal punto di vista partitico e nel quale avrebbero continuato ad avere il loro grande peso politico, basato sulle sole fedeltà di facciata alla ideologia e il clima di paura nel Paese. Tanti ormai quasi ex cittadini sovietici, invece, capirono di non voler proprio tornare in quella epoca grigia. Anzi, decisero di manifestare la propria volontà di andare nella direzione esattamente opposta.

Non posso dire che la «rivoluzione anti-comunista» sia stata fatta dal popolo: tutti gli scontri di piazza accaddero in una area di pochi chilometri quadrati del centro di Mosca, lungo l’asse che collega il Cremlino e la Casa Bianca (all’epoca era la sede del Governo centrale). La maggioranza dei cittadini residenti in altre zone (addirittura fuori dal centro di Mosca) seppe dei fatti accaduti solo dopo la ripresa del funzionamento della TV centrale e la ricomparsa dei giornali nelle edicole. Dirò di più: in nessun caso un regime cadde in Russia per mano del popolo (ma questa è un’altra storia). Il popolo comprese però il senso e l’importanza delle varie libertà negategli nei decenni dell’URSS. Non ebbe la possibilità fisica di conquistarle, ma almeno la forza morale per uscire di casa e iniziare a lottare.

Quella comprensione, a quanto pare, è diminuita un po’ negli ultimi anni.

I tentativi di costruire un’altra Unione sul territorio dell’ex URSS che stiamo osservando con chiarezza dal 2011 dovrebbero mostrarci, entro un tempo relativamente breve, quanto sono ancora richieste quelle libertà.

P.S.: gli otto vecchi golpisti si dimostrarono dei puzzoni senza coglioni e non seppero andare fino in fondo nella loro impresa. La loro buffonata di agosto fu in un certo senso da permesso per abbandonare la nave: la dissoluzione dell’URSS accelerò.


Le notizie dello sport

Nella città russa Blagoveščensk c’è uno stadio che si chiama «Amur». Tale stadio ha un recinto. Sul recinto sono appesi dei banner con le foto di vari sportivi russi. Il più noto di questi sportivi è Michael Phelps…

Non sapevate che fosse russo? Guardate la bandiera:

La foto originale è stata scattata nel 2008 a Pechino:

La vice-preside dello stadio Irina Korotovskaya ha detto che il banner è stato appeso all’inizio di giugno e che «forse è stato commesso un errore».


La caccia ai terroristi ucraini

In questi giorni vi è sicuramente capitato di leggere del presunto «gruppo diversivo ucraino» che avrebbe tentato di introdursi in Crimea per compiere degli atti terroristici. Si tratta di una «notizia» diffusa dalle istituzioni russe: pur essendo un comunicato che ha una scarsa credibilità anche agli occhi delle persone più ingenue, merita di essere commentato.

Prima di tutto bisogna sottolineare il fatto che la descrizione della «invasione» ha subito dei cambiamenti radicali nel corso di un tempo molto breve. Il gruppo ha attraversato il confine supportato dal fuoco della artiglieria (per attirare attenzione?), no, anzi, di nascosto. Il gruppo aveva un notevole carico di armi ed esplosivi, no, anzi, questi dovevano essere portati da un secondo gruppo non ancora arrivato. Il gruppo aveva l’obbiettivo di fare un attentato in una fabbrica (ops, appartiene a un oligarca ucraino), quindi no, voleva fare un attentato al passaggio delle auto istituzionali (ops, all’est ucraino occupato succede anche senza di loro), quindi no, volevano fare delle esplosioni sulle spiagge per compromettere la stagione turistica (ops, siamo già a metà agosto), quindi no… Etc, etc.. E, ovviamente, il gruppo non sapeva della massiccia presenza di militari e esponenti del FSB sulla penisola: triplo ahahahaha. Insomma, la storia è piena di dettagli mal progettati.

La spiegazione della comparsa di una notizia simile è molto semplice: le massime cariche istituzionali russe hanno inventato un modo di evitare il prolungamento delle sanzioni europee a partire dall’inizio del 2017. Come? Facendo passare l’Ucraina per uno Stato-terrorista, uno Stato che avrebbe delle sue grosse responsabilità nel fallimento di tutti gli accordi di pace presenti e futuri. Se non dovesse funzionare, se gli interessi della Russia in quella area geografica non dovessero dunque essere riconosciuti legittimi, allora all’inizio del 2017 si passerà alle azioni veramente forti. Ma non prima.