L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Esce pure l’Ucraina

Vladimir Zelensky ha firmato un decreto che attua la decisione del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa della Ucraina di ritirarsi dalla Convenzione di Ottawa del 1997 che vieta le mine antiuomo. Lo ha dichiarato il deputato Roman Kostenko (del partito Golos):

Questo è un passo che è stato richiesto da tempo dalla realtà della guerra. La Russia non è parte di questa Convenzione e usa massicciamente le mine contro i nostri militari e i civili. Non possiamo rimanere legati a condizioni in cui il nemico non ha freni.

L’Ucraina non è (stranamente, e lo dico seriamente) il primo Stato est-europeo che negli ultimi mesi decide di ritirarsi da quella Convenzione. Ma proprio ora sarei curioso di vedere: in quanti faranno finta di avere dimenticato che le mine antiuomo moderne non sono più quelle che si intendevano nel contesto della Convenzione del 1997?
Lo spoiler numero 1: le mine antiuomo moderne hanno una «data di scadenza», nel senso che dopo un certo periodo di tempo si disattivano da sole.
Lo spoiler numero 2: l’esercito Russo usa le tecnologie vecchie, spesso addirittura raccolte nei vari vecchi depositi dell’epoca sovietica.
Lo spoiler numero 3: dimenticare della esistenza delle tecnologie moderne e farlo dimenticare agli altri conviene a…


La lettura del sabato

La «lettura del sabato» di questa volta ha un argomento un po’ diverso dal solito… Non aggiungo la parola «finalmente» perché l’argomento è sempre per niente allegro: un breve riassunto di quanto hanno raccontato i detenuti politici bielorussi liberati il 22 giugno sul modo in cui erano trattati nel carcere.
Segnalo l’articolo non solo perché almeno uno dei personaggi liberati ha una certa notorietà internazionale: lo faccio anche perché le testimonianze pubbliche del genere non sono particolarmente frequenti.


Le rivelazioni di Trump

Ho scoperto che Trump ha detto ai giornalisti, al vertice NATO dell’Aia, che agenti israeliani avrebbero visitato l’impianto nucleare iraniano di Fordow dopo il bombardamento:
Sapete che ci sono persone che sono state lì dopo l’attacco e hanno detto che l’impianto è stato completamente distrutto.
La cosa più interessante di questa dichiarazione non è tanto il fatto che Trump sia in qualche modo sicuro che il resto del mondo crederà alle sue parole e/o non si preoccuperà di contraddirle pubblicamente.
La cosa più interessante è: come fa Trump a immaginare una visita a un impianto nucleare presumibilmente bombardato con tutto il suo contenuto? E come immagina una visita del genere fatta in un modo inosservato dalle autorità locali?
O ha completamente dimenticato pure il programma scolastico di fisica (sarà andato a scuola, no?), o ha quasi confermato uno dei principali argomenti di scherzi degli ultimi giorni: che in realtà la parte iraniana era stata avvertita dell’attacco e aveva avuto il tempo di spostare tutto il materiale pericoloso dagli impianti.
Non so nemmeno quale delle due ipotesi sia peggiore.


Putin fortunato ancora una volta

Il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov ha risposto alle critiche secondo le quali la Russia non avrebbe fatto abbastanza per sostenere l’Iran:
«La Russia ha effettivamente sostenuto l’Iran con la sua chiara posizione che è stata presa».
Mi chiedo come lo Sato russo avrebbe potuto sostenere l’Iran?
Inviando truppe di cui non dispone nemmeno per una guerra che è in corso già da tempo? E cosa avrebbero fatto lì le truppe contro i missili in arrivo? E come avrebbero fatto a raggiungere l’Iran in modo rapido e inosservato?
Inviando le armi che la Russia stessa acquista dall’Iran? O quelle scarseggianti che non è chiaro dove reperire e come consegnare in modo sicuro?
Oppure avviando una attività diplomatica, che non avrebbe potuto non contenere delle maledizioni contro quel Trump che ha inviato i bombardieri? Questa opzione è ancora più brutta e più pericolosa delle prime due.
Ma Putin è stato ancora una volta molto fortunato: tutto sembra essere temporaneamente finito, e non ha dovuto sostenere o meno uno dei suoi pochi fornitori di armi. Così Peskov può ora pronunciare senza timore qualsiasi tipo di stronzata sull’argomento in questione.


Tikhanovsky liberato

Una notizia che rischia – ingiustamente – di perdersi in mezzo a quelle globali: l’altro ieri in Bielorussia sono stati rilasciati 14 prigionieri politici, tra i quali anche l’attivista della opposizione Sergei Tikhanovsky, marito della ex candidata alle presidenziali 2020 Svetlana Tikhanovskaya.

È successo non perché Lukashenko è improvvisamente è diventato più buono, ma solo perché lo ha chiesto Keith Kellogg (l’inviato speciale di Trump) in visita a Minsk.

Certi personaggi non cambiano.
In questo caso non intendevo Trump e la sua squadra.


La lettura del sabato

In alcuni momenti della nuova fase della vecchissima guerra si potrebbe quasi dubitare se tra un po’ a qualcuno servirà ancora il petrolio…
Ma proviamo a rimanere ottimisti almeno su questo aspetto e proviamo a seguire come e perché cambiano i prezzi di quella risorsa in seguito agli ultimi avvenimenti.
Almeno proviamo a distrarci un po’.


Di quale «accordo» parla in questa fase storica è un grandissimo mistero (con chi? su cosa? con quali speranze realistiche?), quindi non perdiamo tempo con le fantasie inutili. L’unica cosa da constatare è che «due settimane» è l’unico principio fisso nella sua testa:

Ah, e poi: qualcuno non si è ancora accorto che la «grande potenza» / «poliziotto del mondo» si è ritirato da mesi in pensione e il mondo è abbandonato a sé stesso?


Il Canada ha imposto sanzioni contro 70 persone fisiche e giuridiche legate alla Russia e ha definito tale misura «il più importante pacchetto di sanzioni contro la Russia dall’inizio dell’invasione della Ucraina».
Quali sono le persone che hanno reso questo pacchetto così importante? Per esempio, Lyudmila Putina (la ex moglie di Putin) e il suo nuovo marito Arthur Ocheretny, il nipote di Putin Mikhail Shelomov, il direttore d’orchestra Valery Gergiev, l’ex alto funzionario economico Anatoly Chubais, l’ex ministro degli Esteri austriaco Karin Kneissl che vive in Russia, l’ex direttore di «North Stream-2» Matthias Warnig, la figlia di Boris Yeltsin Tatiana Yumasheva e il suo marito Valentin Yumashev.
È abbastanza sorprendente quali persone sono state scelte dal Canada per sanzionare la promozione della guerra. Posso anche capire Gergiev, Kneissl o Warnig, che dopo l’inizio della guerra si sono schierati dalla parte della propaganda della politica di Putin. I Yumashev sono stati tra coloro che hanno portato Putin al potere, ma si trattava di un male di vecchissima data. Chubais ha lasciato la Russia all’inizio della guerra, non si sa bene dove si trova e cosa fa nella vita (non ho sentito parlare della sua attività politica).
In generale, ho la sensazione che il Canada abbia improvvisamente deciso di competere con l’UE nell’inutilità delle sanzioni. Na non so perché.
Voglio dire, capisco che sia necessario creare l’apparenza di un’attività. Ma continuo a non capire il perché.


Il solito comportamento di Trump

L’agenzia Reuters scrive che l’amministrazione del Presidente Trump ha di fatto sciolto il gruppo di lavoro interagenzie istituito (a marzo 2025) per sviluppare una strategia di pressione sullo Stato russo per porre fine alla guerra in Ucraina. Già a maggio, il gruppo di lavoro avrebbe «perso forza» quando ai suoi partecipanti è diventato chiaro che Trump non era interessato a una posizione conflittuale nei confronti di Mosca. «Il colpo finale» al gruppo di lavoro è stata la decisione di Trump di tagliare lo staff del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che comprendeva il team direttamente coinvolto nella guerra Russia-Ucraina.
Non ho l’intenzione di inventare delle scuse (nemmeno quelle negative) per Trump, quindi non dico che lo abbia fatto apposta. Osservandolo, suppongo che, come al solito, non è stato capace di collegare nella propria mente due eventi: la riduzione del personale e il blocco del lavoro del gruppo. O, più semplicemente ancora, non si ricorda cosa ha fatto o detto anche pochi giorni fa.
Ormai, non è una caratteristica che può essere corretta con l’età…


Puntavano alla quantità

Insomma, è andata come sospettavo (e non era proprio difficile indovinare) fin dall’inizio. Come hanno dimostrato le analisi di investigatori ed esperti, durante lo scambio di corpi di militari uccisi svoltosi secondo gli accordi di Istanbul, la Russia ha consegnato alla Ucraina, tra gli altri, i corpi di soldati russi.
In cosa speravano quegli idioti che hanno «restituito» i primi corpi raccolti a caso o che pensavano di poter superare l’attenzione della parte ucraina? Che dopo più di tre anni di guerra qualcuno avrebbe creduto alla loro «parola d’onore»? E che non farà alcun controllo? O che gli ucraini non saranno in grado di controllare?
In generale, i miei sospetti confermati sono un’altra «bella» illustrazione del famoso Z-slogan «Noi non abbandoniamo i nostri». Mi dispiace che quasi nessuno tra la popolazione russa se ne accorga.