Per puro caso mi sono imbattuto, durante le ricerche su un argomento abbastanza lontano, in un articolo che racconta la cronologia degli stili architettonici delle case private che si sono succeduti negli USA negli ultimi 450 anni. A sorpresa, ho scoperto di poterne preferire ben due, molto diversi tra loro. Poi ce ne sarebbe un terzo, che potrebbe essere corretto leggermente per corrispondere ai miei criteri di bellezza.
Cape Cod Style (1600s–1950s)
Georgian Colonial House Style (1690s–1830) Continuare la lettura di questo post »
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
Sull’incontro tra Putin e Biden di ieri – tenutosi nel formato di una video call – le cose da sapere e capire sono in realtà poche e abbastanza banali. Le segreterie dei due presidenti ci hanno già fornito l’elenco degli argomenti dei quali si era parlato: come abbiamo visto, non c’è stata alcuna sorpresa o alcuna affermazione che non avremmo potuto sentire o immaginare anche qualora quell’incontro non avesse mai avuto luogo.
Prima di tutto bisogna capire che l’incontro era voluto prevalentemente da Putin: aveva bisogno di essere riconosciuto ancora una volta un politico di importanza mondiale, di importanza almeno non inferiore a quella di Xi Jinping (con il quale Biden ha recentemente parlato sempre via video). Consideratela pure una forma di gelosia. Ma non tutti si rendono conto che, di conseguenza, è il presidente americano a riconoscere o meno l’importanza di ogni politico.
In secondo luogo, Putin spera – ed è una speranza pubblicamente dichiarata – di ottenere una garanzia ufficiale scritta della non-estensione della NATO verso i confini della Russia. Non so bene come possa essere formulata giuridicamente e spiegata logicamente (da parte della NATO) una garanzia del genere. Non so nemmeno (e forse è una mancanza di conoscenza ancora più profonda) perché Putin sia così ossessionato dalla posizione geografica delle truppe della NATO: anche qualora si decidesse, per qualche stranissimo motivo, di attaccare uno Stato dotato delle bombe atomiche, una alleanza geograficamente estesa e tecnologicamente moderna avrebbe trovato il modo di organizzarsi senza preoccuparsi di qualche centinaio di chilometri in più o in meno… So solo che vuole vivere, a livello internazionale, in un mondo antico, simile a quello creato dagli accordi di Yalta, un mondo diviso nelle aree di influenza. Quindi è costretto a collocare le truppe al confine per allarmare la controparte e costringerla a un dialogo diretto. Costringerla per essere riconosciuto un politico di livello mondiale.
Insomma, l’incontro tra Biden e Putin è stata una cosa inutile, senza senso, al fine di sé stessa. Di conseguenza, è inutile dedicarle troppe parole.
Nel 2005 l’americano Bob Inner aveva creato – assieme ad alcuni amici – il sito RentAHitman.com. Doveva essere un esercizio pratico (e allo stesso tempo scherzoso) per prepararsi ad aprire una azienda di cyber-security. I progetti imprenditoriali non si erano però realizzati, non si era nemmeno riuscito a rivendere il dominio del sito. Di conseguenza, Bob aveva deciso di tenersi quel sito solo come un ricordo…
«RentAHitman» propone di risolvere i problemi dei propri clienti con l’aiuto di uno dei suoi 17.985 agenti sul campo altamente qualificati (in realtà il suddetto numero è la quantità approssimativa delle stazioni di polizia negli USA) e nel rispetto della legge «Sulla tutela dell’anonimato dei killer» del 1964. Inoltre, il sito riporta le recensioni dei presunti clienti soddisfatti.
Ebbene, qualche anno dopo Bob Inner aveva deciso di controllare la casella postale associata al sito per verificare se è arrivata qualche proposta d’acquisto per il dominio. Ma ha trovato circa trecento mail inviate dalle persone realmente interessate a ingaggiare un killer. Ora i giornali scrivono che Bob avrebbe trasmesso le richieste ricevute alla polizia, dando il via ad alcuni arresti e condanne penali.
Tutta questa storia è sicuramente curiosa e divertente, ma io ho due domande. No, ormai non chiedo più perché nel mondo ci siano tante persone incapaci di comprendere lo humor: ne conosco tantissime pure io e, purtroppo, sono costretto a considerarle quasi come dei portatori di una certa forma di disabilità. Prima di tutto mi chiedo: chi ha dimostrato – tra i «clienti» sfortunati e i loro avvocati (ma pure altre parti del processo penale) – la più grave incapacità di comprendere lo humor? La seconda domanda: perché l’autore del sito era tanto convinto della serietà dei visitatori del sito da decidere di denunciarli? Boh…
L’idea del sito, comunque, è divertente. Potete andare a vederlo con i propri occhi.
Leggendo la lista delle 50 persone del 2021 stilata da The Bloomberg mi sono reso conto di avere perso – proprio completamente – più di una decina di eventi…
Ma non so se sia un fatto positivo o negativo, perché grazie alla stessa lista mi sono ricordato di un inevitabile carattere molto soggettivo di ogni elenco o classifica del genere. Spero che ve ne ricordiate anche voi, ogni qualvolta vedete una lista almeno parzialmente strana dei «migliori», «più importanti» etc..
Ieri, il 28 novembre, il presidente ceco Miloš Zeman ha nominato Petr Fiala nuovo primo ministro del Paese. Non so quanto vi possa interessare la notizia in sé. La curiosità sta nel fatto che durante la cerimonia di nomina Zeman era seduto dentro un cubo di plastica trasparente:
Questo è dovuto al fatto che a Zeman, che è stato ricoverato circa sei settimane fa a causa di una malattia cronica, è stato diagnosticato il Covid. Ma per me è troppo facile immaginare che questa soluzione (interessante e responsabile) possa presto essere imitata in qualità di una misura preventiva, diventare popolare tra i personaggi particolarmente soggetti al panico.
Sarà interessante osservarli e, ovviamente, sperare di non finire anche noi rinchiusi nelle simili gabbie in vista delle nuove varianti del virus.
La WHO è allarmata per una nuova variante del Covid-19 scoperta nel Sud dell’Africa.
Dato che le varianti del Covid, come di tutti gli altri virus del mondo, possono essere centinaia (se non migliaia), e non sappiamo ancora quante di esse possano essere valutate particolarmente pericolose, invito tutti a iniziare di studiare l’alfabeto khmer. Perché? Perché è l’alfabeto più lungo al mondo: ha ben 74 lettere. Mentre quello greco ne ha soltanto 24.
So trasmettere l’ottimismo, vero?
In base a un comunicato governativo francese del 23 agosto – letto con attenzione da taluni solo in questi giorni –, il noto a molti dei miei lettori Pavel Durov avrebbe ottenuto la cittadinanza francese:
O, almeno, si tratta di una persona che ha lo stesso nome ed è nata lo stesso giorno dello stesso anno nella stessa città (10 ottobre 1984, Leningrado).
Dal 2014 – l’anno della fuga dalla Russia – Durov ha già la cittadinanza di Saint Kitts e Nevis (per via degli investimenti nella economia nazionale), la quale gli permette di viaggiare in quasi tutto il mondo; dal 2017 vive a Dubai.
Perché tale notizia dovrebbe interessarci? Perché voglio vedere tra quanto tempo qualcuno inizia a proclamare il Telegram un messenger europeo, seppure questo abbia la sede ufficiale sempre a Dubai. È veramente curioso che la relativa tranquillità sociale e politica comunitaria continui ad attirare le persone private, ma non permetta la nascita e lo sviluppo naturali delle aziende realmente innovative. Ma non sembra che qualcuno se ne accorga o se ne preoccupi.
Nella natura mediatica esistono delle notizie che non si riesce a non notare nemmeno volendo. Per esempio: alcuni giornalisti si sono preoccupati per la scomparsa di una tennista cinese… Oppure non è scomparsa, non si capisce molto.
Però si può facilmente presumere che il Governo cinese abbia imparato a sfruttare — non saprei dire da quando — una certa incapacità degli occidentali a distinguere gli orientali…
Ma non insisto troppo sull’argomento perché potrei sembrare un po’ troppo politicamente scorretto. In compenso, preciso che sono capace di distinguere tutti i miei amici e conoscenti cinesi!
Ci sono molti aspetti della questione dei migranti sul confine tra la Belorussia e la Polonia che i miei lettori potrebbero (volendo, ovviamente) scoprire anche da soli. Ma l’ultima opera del caricaturista russo Sergej Ëlkin dove la scoprite? Solo da me!
Tutti i personaggi – animati e non – dovrebbero essere facilmente riconoscibili.
È curiosa questa notizia. La radio Europe 1 comunica (mentre Le Parisien e Le Figaro confermano) che il presidente francese Macron ha cambiato la tonalità del blu sulla bandiera nazionale francese già a luglio del 2020. Ma nessuno se ne era accorto fino ad ora.
Precedentemente la tonalità del blu sul tricolore francese era più chiara. Fu introdotta dal presidente francese Valéry Giscard dʼEstaing nel 1976 per far coincidere — in parte — la bandiera francese con quella della Comunità economica europea (la quale è poi diventata lʼUnione europea). Macron, invece, ha restituito la tonalità più scura del blu utilizzata sulla bandiera francese dalla Rivoluzione francese fino al 1976. Allo stesso tempo, non ha annunciato pubblicamente il cambiamento nella tonalità e non ha avviato la sostituzione di tutte le bandiere nazionali del Paese. La nuova versione della bandiera è in uso durante i discorsi ufficiali di Macron dal 2018.
Detto tutto questo, riconfermo la mia percezione del fatto che Macron possa diventare il nuovo «capo» informale dell’UE dopo l’abbandono definitivo della Merkel. Vediamo se qualche pazzo lo accusi del suddetto gesto antieuropeista…