Molto probabilmente, in questi giorni avremo il primo motivo [serio] per essere contenti del Brexit finalmente avvenuto.
In Inghilterra, infatti, da oggi è vigore un nuovo lockdown: nonostante la campagna di vaccinazione avviata prima degli altri Stati europei e la pericolosità inferiore (per la salute della persona) del nuovo ceppo virale.
Ma, allo stesso tempo, poco prima della fine del 2020 abbiamo visto che proprio quel ceppo – uno di tanti esistenti, apparentemente meno dannoso e, soprattutto, noto già da settembre – era diventato uno strumento politico per «punire» ancora una volta uno Stato che lascia l’UE, per promuovere la firma dell’accordo di Brexit poco favorevole alla Inghilterra. Di conseguenza, possiamo ragionevolmente sperare che l’Inghilterra non possa più fare da esempio per i vertici degli Stati europei.
A volte l’idiozia politica incontra lungo il proprio percorso una rotonda, ci entra, compie il giro completo e arriva in un punto di apparente normalità per il solo fatto di avere invertito il senso di marcia. Spero…
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
Il periodo tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio da anni (o forse decenni) si caratterizza anche per la pubblicazione di raccolte fotografiche del tipo «l’anno passato in immagini».
Tutte le raccolte intitolate «il 2020 in foto» sono, naturalmente, di una tristezza infinita e si differenziano tra loro solo per la qualità tecnica delle immagini selezionate dai redattori. Ma proprio questa volta abbiamo un motivo in più per studiare attentamente quelle raccolte. Infatti, dobbiamo servirci di esse ricordarci che nel corso dell’anno scorso si erano verificati anche altri – rispetto a quello ben noto – eventi importanti e interessanti. Eventi per i quali il 2020 sarebbe comunque rimasto nella nostra memoria.
Quindi vediamone qualcuna – per esempio, quella di The New York Times – e imponiamo un po’ di pluralismo alla nostra memoria.
Foto di Doug Mills (New York Times)
In ogni caso, spero che il 2021 sia un anno un po’ più ricco di eventi.
Il Twitter informa che gli account presidenziali ufficiali saranno «consegnati» al nuovo presidente Biden con follower azzerati. Non so se tutti se ne accorgono, ma si tratta di una scelta potenzialmente pro-repubblicana. Infatti, né Joe Biden né la sua squadra (o, almeno, la sua parte già annunciata) sembrano delle persone particolarmente adatte per (ri)acquistare la popolarità in Internet. Non per le loro qualità politiche, ma, purtroppo, a causa dei fattori di età e formazione.
Allo stesso tempo, la velocità di crescita della quantità dei lettori (anche quando si parte dallo zero) è un bel indice di popolarità di un qualsiasi politico. Quindi le persone particolarmente interessate alla politica statunitense possono iniziare — a gennaio — a osservare il facilmente reperibile numero dei follower.
P.S.: Barack Obama, nel 2016, aveva esplicitamente chiesto di far mantenere i vecchi follower al suo successore. Donald Trump preferisce usare il twitter personale e, forse, anche per questo non è particolarmente interessato alla questione.
Come probabilmente sapete già da tempo, dalla mappa dell’Austria sta per sparire un toponimo famosissimo: l’1 gennaio del 2021 il paesino Fucking cambierà il nome in Fugging. Tale cambiamento è stato voluto dai residenti stufi dei turisti attirati dalla sonorità inglese dell’attuale nome (i turisti provenienti da tutto il mondo si facevano delle foto, rubavano il cartello, a volte facevano pure delle cose che non posso nominare nell’orario pomeridiano).
Ecco, posso anche capire gli abitanti di Fucking, ma penso che abbiano potuto essere più creativi. Per esempio, avrebbero potuto aggiungere la scritta «2020» al nome attuale del paese (ma poi il censured 2020 non è probabilmente l’anno migliore per cambiare un nome del genere; inoltre, bisogna anche lasciare un ricordo ai posteri di quanto è successo ai poveri noi). Oppure, i… ehm… fuckinggesi avrebbero potuto trasformare il censured turismo in una fonte di reddito (lo humor di basso livello va tassato). Ma la mancanza di fantasia è un difetto diffusissimo, è anche una fonte infinita delle fregature di ogni genere da parte del destino.
In ogni caso, oggi pubblico uno dei video-motivi per i quali gli abitanti di Fucking detestano il nome del proprio paese:
Ecco, non mi sono trattenuto nemmeno io.
Ora, dopo il voto dei grandi elettori, Joe Biden è un Presidente eletto anche dal punto di vista formale: non è una grossa sorpresa.
La vera e deludente sorpresa è l’atteggiamento di Donald Trump e del suo team nelle settimane seguite alla votazione popolare. Infatti, ci avevano promesso una battaglia legale seria contro tutti i «brogli elettorali» (nella terminologia trumpista l’espressione indica il risultato favorevole a Biden), ma alla fine ci hanno privati di questo grande divertimento. Uno spettacolo divertente nel senso migliore, quindi uno spettacolo interessante da seguire. Uno spettacolo sostituito da una stranissima buffonata di ricorsi giuridicamente mal preparati, «testimoni» ubriachi e avvocati-ex-sindaci avventurati in dichiarazioni discutibili.
Non volevo che Trump si attaccasse al potere con tutti i mezzi disponibili. Volevo che il 2020 fosse rimasto nei libri di storia mondiale con più di un argomento. E invece no: si vede che è proprio impossibile.
P.S.: dal punto di vista socio-politico, comunque, l’operato distruttivo di Trump è stato neutralizzato abbastanza facilmente dal Sistema. Certo, questa esperienza comporterà la formalizzazione di alcuni principi politici (o, se preferite, democratici) americani che prima si riteneva sufficiente applicare semplicemente per tradizione, ma, complessivamente, si può dire che poteva andare molto peggio.
È abbastanza nota e curiosa l’idea del milionario statunitense Forrest Fenn di nascondere un tesoro in un luogo segreto e di pubblicare dei suggerimenti utili per il ritrovamento.
Ma ancora più interessante è il modo in cui la realizzazione dell’idea è giunta al suo logico finale.
In sostanza, mentre gli amanti dello scrocco stanno per ammazzarsi tra loro, gli osservatori esterni capaci di guadagnare con le proprie forze sono sempre più vicine alle fortune economiche decisamente superiori. Chissà in quante belle opere letterarie, cinematografiche o teatrali, in quanti giochi per il computer o altre forme può essere raccontata la caccia moderna al tesoro. Come si specifica spesso, «tratto da una storia vera».
«L’isola del tesoro» del XXI secolo potrebbe essere un dramma vero e coinvolgente.
Pensateci.
Come ben sapete, da quando sul nostro pianeta è iniziata la pandemia del SARS-CoV-2, molte persone e organizzazioni si divertono pubblicando le loro previsioni sulla organizzazione della vita nel dopo-Covid. La maggioranza di quelle previsioni mi sembrano banalmente stupide e basate sui presupposti sbagliati.
Ma, come se non bastasse, ci sono pure dei numerosi indovini che trovano troppo allegro il momento corrente e si sfidano, apparentemente, nella gara delle previsioni più grigie. L’esempio più recente è quello della banca d’investimenti danese Saxo Bank che ha pubblicato una lista di «10 Previsioni Oltraggiose»…
Chi, se non io, può restituire un po’ di tranquillità ai miei lettori? (ahahaha) Ebbene, c’è da dire che non sono solo i mass media di tutto il mondo a trovare una certa soddisfazione nell’alimentare il panico con l’unico scopo di attirare l’attenzione della gente ingenua. L’attenzione è un bene desiderato da tutti ed è ben noto che si conquista più facilmente con delle dichiarazioni negative. Ma tutte le previsioni fantasiose, negative o positive che siano, sono uniti dalla stessa caratteristica: i loro autori sanno che tutte le previsioni generalizzate non avverate si dimenticano presto. Di conseguenza, non comportano delle responsabilità e possono essere pubblicate serenamente solo per imitare un intenso lavoro intellettuale svolto (e in questo periodo storico molti non hanno nulla di meglio da fare).
In particolare, i disastri economico-finanziari predetti dalla Saxo Bank sembrano poco probabili. Non solo perché ogni momento di difficoltà è naturalmente seguito dalla ripresa, ma anche perché le politiche economiche statali e interstatali sembrano ben progettate per salvare il salvabile già oggi.
Insomma, di previsioni catastrofiche in questo 2020 ne ho lette tantissime. Se ne dovesse avverarsi almeno l’1%, io sarò infinitamente sorpreso.
Mentre il mondo occidentale è concentrato sulle questioni ben diverse, il Singapore è diventato il primo Stato che ha autorizzato il commercio della carne artificiale. Quel tipo di carne viene prodotto nei bioreattori e costa molto più della carne naturale se non prodotta nelle grandi quantità (per ora non raggiungibili a causa della domanda ridotta).
Io non sono particolarmente interessato alla carne di pollo (del quale si parla specificatamente nell’articolo) e, comunque, avrei comprato un prodotto artificiale solo se, alla pari della qualità percepibile, costasse meno di quello naturale. Mi interessa, invece, la possibile reazione popolare alla inevitabile diffusione mondiale del cibo artificiale.
Per esempio: i vegetariani e i vegani inizieranno finalmente a mangiare la carne e altri prodotti che prima evitavano? Per la loro salute fisica, spero di sì. Mentre la loro salute psichica potrebbe risultare ulteriormente alterata.
Oppure: inizieranno le battaglie tra i vegetariani e i sostenitori del cibo naturale? Entrambi gli schieramenti (sì, anche i primi!) si metteranno a proporre delle argomentazioni a favore del consumo del «proprio» tipo di carne? Sarà uno spettacolo abbastanza curioso.
Io, intanto, aspetto la creazione della carne artificiale del pipistrello, ahahaha
Io – come, immagino, anche la maggioranza di voi – ho rischiato di perdere una notizia curiosa. In vista delle elezioni politiche del 6 dicembre, il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha dettato in diretta televisiva il proprio numero di telefono e ha invitato tutti di aggiungerlo nei gruppi su WhatsApp e Telegram. Non importa che una delle app sia di produzione statunitense: l’obiettivo di Maduro sarebbe quello di «lottare per la verità» sulle vicine elezioni.
Non voglio ora ipotizzare quante migliaia di messaggi sarebbe costretto a scrivere ogni giorno se gestisse in persona la missione annunciata.
Sarei invece molto curioso di vedere quali messaggi arrivano a lui da quei gruppi. Perché dire che sotto la sua guida la Venezuela sia arrivata in una situazione difficilissima è come non dire niente.
Ma, ovviamente, non vi invito a divertirvi inviando delle espressioni troppo pesanti al numero di Maduro +5804262168871
Siete tutti delle persone adulte e responsabili, quindi capaci di prendere le decisioni con la testa propria.
¡Ajá Venezuela! Me incorporo a la batalla de ideas en WhatsApp y Telegram con el número #04262168871. Súmenme a todos sus grupos y vamos juntos a la batalla por la defensa de la verdad de Venezuela. pic.twitter.com/vCZcrOdRHb
— Nicolás Maduro (@NicolasMaduro) November 29, 2020
Io vorrei avere qualche altro numero, ma so che non esiste…
Molto probabilmente alcuni dei miei lettori si ricordano la colossale esplosione in un deposito portuale di Beirut che il 4 di agosto aveva quasi distrutto una notevole parte della città. Erano morte 190 persone, più di trecento mila persone avevano perso le proprie abitazioni. I danni economici si stimano tra tre e cinque miliardi di dollari, in seguito alla tragedia il Governo si era dimesso. Ma non è proprio di tutto questo che volevo scrivere oggi.
Il momento della esplosione è finito su numerosi video ripresi in vari punti della città. Quindi l’agenzia investigativa britannica Forensic Architecture ha utilizzato quei materiali per elaborare una ricostruzione della esplosione e dei crolli:
Forensic Architecture è una struttura della Università di Londra, si specializza nella creazione di modelli architettonici e multimediali che poi vengono utilizzati dai gruppi di investigazioni internazionali e relatori speciali delle Nazioni Unite.