L’archivio della rubrica «Nel mondo»

100 giorni di Trump

Tutti si chiedono: per cosa saranno ricordati i primi 100 giorni della presidenza di Donald Trump?

Io penso di conoscere la risposta, anche se, allo stesso tempo, devo ammettere di essere d’accordo con una delle affermazioni dello stesso Trump sulla presunta importanza simbolica di quei giorni: tale importanza è veramente bassa.

E ora la mia risposta.

I primi 100 giorni della presidenza di Trum saranno ricordati per il fatto che gli USA sono stati governati da Donald Trump.

Non vi sembra che sia già un evento eccezionale?


Giovani, imparate!

Cosa ci insegna il primo turno delle elezioni presidenziali francesi? A noi per ora nulla.

Ai più giovani, però, da una lezione importante: ragazzi, provateci con le vostre insegnanti del liceo. Se va male, al massimo sarà lei ad andare in galera. Se va bene e – seconda condizione – un giorno finirete in politica, la gente vi voterà e vi commenterà facendo più attenzione ai vostri fatti personali familiari che alle solite qualità politiche.

Ecco, per ora non c’è altro da dire sul primo turno delle presidenziali francesi. Tutte le possibili analisi che leggo e sento in questi giorni scivolano presto nelle bassezze di fronte alle quali pure la Le Pen è un esempio della serietà.


Votate il ritrattista

Le idee e i valori, buoni o cattivi che siano, se ne vanno. I ritratti, invece, restano. La morale: alle prossime elezioni (o referendum) votate un ritrattista.

Oppure trasferievi in Corea del Nord: il rispetto delle tradizioni ormai c’è solo lì…


Trasporto spaziale

Dopo il post sul Giorno dei cosmonauti di ieri, provo a rimanere, in qualche modo, nell’argomento spaziale. Ecco la comparazione dei costi di trasporto di 1 kg di beni per razzi.

Non tutti gli imprenditori privati sono in grado di investire in un settore così economicamente impegnativo. Ma quelli che ci riescono, dimostrano che l’iniziativa privata è sempre più efficiente.


Un pezzo del futuro

Non so se vi siete già resi conto dell’evento epocale di ieri.

Elon Musk è ufficialmente riuscito a trasformare un razzo-vettore in un mezzo di trasporto vero e proprio.

I sogni degli scienziati e ingegneri, le fantasie degli scrittori e registi si stanno avverando.

Bellissimo! Che altro posso dire?

A tutti gli scettici che hanno qualcos’altro da dire propongo un piano d’azione:

Quando decolla il Falcon1 ne parliamo.
Quando trovano almeno un cliente, ne parliamo.
Quando riescono a ottenere un contratto con la NASA, ne parliamo.
Quando decolla il Falcon9, ne parliamo.
Quando costruiscono la propria navicella, ne parliamo.
Quando riescono ad arrivare alla ISS, ne parliamo.
Quando lanceranno i loro satelliti geostazionari, ne parliamo.
Quando capiscono come far atterrare i razzi, ne parliamo.
Quando riescono a capire come farne atterrare almeno uno, ne parliamo.
Quando riescono a farne atterrare uno su una piattaforma, ne parliamo.
Quando imparano a farli atterrare dopo un viaggio sulla GTO, ne parliamo.
Quando riescono a lanciare un razzo già utilizzato per la seconda volata, ne parliamo.
>>>>>>>>>>>>VOI SIETE QUI<<<<<<<<<<<<<<<<<<
Quando riescono a lanciare il Falcon Heavy, ne parliamo.
Quando riescono a fare il Dreagon2, ne parliamo.
Quando iniziano a trasportare le persone, ne parliamo.
Quando lanciano il Red Dragon, ne parliamo.
Quando riescono a fare un atterraggio su Marte, ne parliamo.
Quando fanno andare le persone su Marte, ne parliamo.
Quando colonizzano Marte, ne parliamo.
Quando riescono a terraformare Marte, ne parliamo.

Ah, e non dimenticatevi di confrontare questo elenco, o almeno la sua prima parte con a) la durata della vita umana, b) con quello che siete riusciti a realizzare voi nella vostra misera esistenza.


Realtà istituzionalizzata

La gente è talmente impegnata a detestare Donald Trump, che si dimentica un principio vitale importantissimo: si può imparare da tutti. Anche un coglione fenomenale la persona più antipatica ha delle conoscenze pratiche o teoriche prezioыe o, almeno, è capace di inventare qualche trucco utile per la vita quotidiana.

Torniamo alla figura di Trump. Come sapete, è un imprenditore (probabilmente non sapete che nei Paese realmente sviluppati la bancarotta è uno strumento economico e non un indicatore di sfiga, ma non importa), un imprenditore che deve per la sua natura essere sempre al passo coi tempi. Allo stesso tempo, sapete (o almeno immaginate) che i familiari di un qualsiasi politico sono informati sugli affari di Stato molto più dei cittadini comuni. Lo sono semplicemente perche in famiglia se ne parla con una fonte diretta. Non solo si parla, ma anche si discute, si fa uno scambio di opinioni.

In questa ottica le lamentele sul fatto che Ivanka Trump non avrebbe alcun incarico ufficiale sono prive di senso. Il suo status è quello della familiare del presidente. Donald Trump ha semplicemente riconosciuto un dato di fatto portandolo a un nuovo livello politico. E vuole pure dare a Ivanka un ufficio alla Casa Bianca.

Quindi abbiamo da imparare anche da Trump. Impariamo a riconoscere pubblicamente lo stato reale delle cose.


Festa anche per noi

In Olanda il partito VVD del premier Mark Rutte ha mostrato il risultato migliore alle elezioni di ieri: 21,2% dei voti corrispondenti ai 33/150 seggi. Il partito PVV di Geert Wilders è secondo con 13,1% dei voti (20 seggi): nonostante tale risultato sarà sicuramente escluso dalla coalizione di governo.

Dopo la dimostrazione della inadeguatezza professionale dei sondaggisti emersa nelle occasioni del Brexit e del «great again», finalmente vediamo concretizzarsi una piccola speranza nella salvezza di questo mondo.

Non abbiamo però avuto l’ennesima conferma del fatto che le società benestanti sono meno vulnerabili al populismo. Non l’abbiamo avuto perché un Governo liberale è riuscito a battere i populisti proprio sul loro campo: vietando al regime turco di dubbia qualità di fare propaganda su un pezzo, seppur molto limitato, dell’Europa.

I fatti concreti, sensati e utili possono vincere ancora sulle parole. Festeggiamo questo fatto, visto che non dipendiamo direttamente dal risultato delle elezioni olandesi.


World Press Photo 2017

Alla fine di dicembre avevo detto a qualcuno che le foto come questa (dell’assasino dell’ambasciatore russo ad Ankara) di solito vincono il premio Pulitzer:

Beh, ho appena scoperto che ha vinto il World Press Photo 2017.

Se volete scommettere soldi sull’andamento del mercato fotografico, contattatemi pure in privato.


Presidentegrafia comparata

Tra i vari sociologi e politologi statunitensi è molto popolare l’indice Presidential Job Approval, calcolato quotidianamente a partire dal secondo dopoguerra da Gallup. Su questa pagina del progetto, per esempio, è possibile trovare i valori di due variabili: l’"approvazione del lavoro presidenziale" e la «disapprovazione del lavoro presidenziale». Per tutti i presidenti a partire da Eisenhower: http://www.gallup.com/interactives/185273/presidential-job-approval-center.aspx

Dall’andamento dei due valori si vede che ogni presidente all’inizio del proprio mandato gode di un buon sostegno popolare, ma col passare del tempo il grado della disapprovazione cresce. Naturalmente, varia nel tempo, ma mediamente cresce rispetto al periodo iniziale. A un certo punto il grado della disapprovazione può superare il 50% Questo significa che la maggioranza della popolazione non approva il lavoro del Presidente.

Osservando i dati storici, possiamo constatare che il grado di disapprovazione non superò mai il 50% per Eisenhower, Kennedy e Gerald Ford (quest’ultimo, però, ricoprì l’incarico per soli due anni e mezzo circa).

Gli altri Presidenti hanno superato la soglia del 50% della disapprovazione nei seguenti momenti:

Lyndon Johnson — al giorno di lavoro numero 900
Richard Nixon — al giorno di lavoro numero 1659
Jimmy Carter — al giorno di lavoro numero 851
Ronald Reagan — al giorno di lavoro numero 727
George H. W. Bush — al giorno di lavoro numero 1136
Bill Clinton — al giorno di lavoro numero 537
George W. Bush — al giorno di lavoro numero 1205
Barack Obama — al giorno di lavoro numero 936
Donald Trump — al giorno di lavoro numero 8

Non so cosa aggiungere…

Probabilmente, potrei aggiungere che anche il populismo è un mestiere che non va fatto proprio con il ventunesimo dito.


La firma di Trump

Ieri sera, guardando il servizio di Euronews sul blocco dei migranti negli aeroporti statunitensi, mi ero chiesto sul perché Trump ci mettesse tanto a mettere la propria firma sulle ordinanze. Non intendo il processo preparatorio, ma esattamente l’esecuzione fisica della firma.
Ora ho capito il perché:

Gli esperti ti psicologia, psichiatria e calligrafia possono iniziare a divertirsi.