L’archivio della rubrica «Nel mondo»

Individuare la notizia

Come forse avete già letto, oggi la procura olandese ha finalmente incriminato le prime quattro persone per l’abbattimento del Boeing della Malaysia Airlines (il volo MH17) sopra il sud-est ucraino, avvenuto il 17 luglio 2014. Si tratta dell’ex il ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, dell’ex capo dei servizi di intelligence della medesima «repubblica», di un separatista che si trovava a capo di un’unità militare nella regione di Donetsk e, infine, di un personaggio il cui ruolo mi è rimasto poco chiaro.

Nei prossimi giorni tutti gli interessati avranno sicuramente molte occasioni di leggere qualcosa di interessante e informativo sull’argomento. Io, nel frattempo, ritengo importante sottolineare che la conferenza stampa degli investigatori olandesi ci ha fornito solo una notizia rilevante: il processo inizierà il 9 marzo 2020.
Effettivamente, non ci vuole un lavoro investigativo particolarmente approfondito per accusare quei dirigenti (anche se autoproclamati) di una entità territoriale, che già pochi minuti dopo l’incidente se ne erano attribuiti tutto il merito su Twitter. Come non ci vogliono delle capacità di analisi evolute per capire che quei quattro non verranno mai estradati per essere giudicati o almeno interrogati in patria.
Un semplice ragionamento può suggerirci, però, almeno altre due cose. Prima di tutto, la data precisa dell’inizio del processo indica la disponibilità di una alta quantità delle prove di qualità. In secondo luogo, e più nello specifico, possiamo supporre che agli inquirenti siano noti anche alcuni altri nomi (per esempio di almeno alcuni esecutori effettivi dell’abbattimento). Sarebbero i nomi delle persone non conosciute al pubblico, che non possono dunque essere nominati pubblicamente prima dell’inizio del processo. Perché? Per non far avvicinare la loro fine.


Sempre attuale

All’inizio di giugno si ricordava la protesta di piazza Tienanmen di trent’anni fa.
Io, invece, solo oggi ho trovato (per caso) una delle analisi più approfondite di quanto era successo in quelle settimane del 1989:

Come potete vedere, è sempre possibile spiegare con una sola immagine che alcuni problemi non si risolvono per decenni.


La disunione europea

Ho trovato una mappa d’Europa del 1500 ben fatta. Seguendo il link e cliccando sulla immagine che si apre, potrete studiarla in ogni dettaglio.

Colgo l’occasione per precisare: non vedo alcunché di male nella frammentazione degli Stati appartenenti alle unioni interstatali forti come, per esempio, la UE: al loro interno i confini e le appartenenze dei territori hanno sempre meno senso pratico. Per il mondo in generale tale principio, purtroppo, vale ancora in una misura minore.
Allo stesso tempo capisco che gli Stati-membri delle unioni non accetteranno mai la conservazione automatica della appartenenza alla loro unione delle regioni indipendentiste.


Un’altra vittoria attesa

Come avete probabilmente sentito da qualche parte, la domenica 9 giugno in Kazakistan si sono tenute le elezioni del nuovo Nazarbaeyev presidenziali. Kassym-Jomart Tokayev – il candidato sostenuto dall’ex presidente Nursultan Nazarbaeyev – ha vinto con appena il 70% dei voti. Si tratta del risultato peggiore di sempre per un presidente kazako: Nazarbaeyev in 30 anni di potere solo una volta era sceso sotto il 90%.
Il principale concorrente del vincitore, Amirjan Qosanov, ha preso il 16,02% dei voti ed è il miglior risultato di sempre per l’opposizione kazaka.
A questo punto devo precisare una cosa importante. Qualora vi dovesse capitare di leggere qualcosa sulle elezioni kazake, non credete a quei giornalisti occidentali che parlano di una catastrofe elettorale per il «clan» di Nazarbaeyev. Anzi, sappiate che il scrivente è un ignorante. Infatti, l’Asia, molto spesso, si misura non con i numeri ma con dei principi e tradizioni. Per esempio, non si può mostrare di avere più forza (fisica, morale, politica etc) del capo anziano. Di conseguenza, se Tokayev avesse realmente raccolto il 100% dei voti, si sarebbe resa necessaria una falsificazione per difetto. Il risultato migliore del suo padre politico Nazarbaeyev è stato del 97,7% (nel 2015).

P.S.: Lo stesso principio vale anche per i risultati elettorali di Putin e di altri dirigenti russi.


Un principio universale

Il nuovo presidente ucraino Vladimir Zelensky è in carica solamente dal 20 maggio, ma si trova già in una situazione particolare. Nonostante il fatto che il suo programma elettorale avesse avuto alcune tendenze al populismo, dopo la inaugurazione Zelensky ha intrapreso una serie di passi concreti per la realizzazione del suddetto programma (no, non è ancora questa la grande particolarità). Il suo obbiettivo è ben comprensibile: con il proprio operato deve aiutare il proprio partito neocostituito a raggiungere un buon risultato alle elezioni parlamentari anticipate del 21 luglio (sperando che si facciano).
Ecco, la particolarità della situazione di Zelensky consiste in una statistica triste: al giorno d’oggi il Parlamento ucraino attualmente in carica si è rifiutato di discutere di tutte le sue proposte di Legge. Tra queste ultime si trovano anche la Legge sull’arricchimento illegittimo dei funzionari statali e sulla procedura di impeachment.
La morale della storia è semplice: non chiedete troppo alle persone che avete promesso di licenziare appena avete assunto la propria carica da Grande Capo. Il principio vale in tutto il mondo e in tutte le organizzazioni.


Ho un piano

Di tutta la storia sulla caduta del governo austriaco mi interessa veramente tanto solo un dettaglio: chi è realmente la tipa con la quale stava «trattando» l’ex vice-cancelliere. Nel nostro mondo profondamente informativo lo scopriremo presto, ne sono certo.
Nell’attesa di tale scoperta vi propongo un gioco molto probabilmente ancora più interessante. Immaginate che ci sia un governo europeo che volete far cadere. Io so come aiutarvi!
Il mio piano è molto semplice:
1) mi autoproclamo nipote di Vladimir Putin (egli preferisce non pubblicizzare le proprie parentele, dunque nessuno potrà contraddire me);
2) mi incontro con un qualsiasi ministro del governo da voi scelto e gli prometto dei finanziamenti in cambio di qualche favore da parte sua (per esempio, gli chiedo di poter comprare le sigarette senza pagare le accise);
3) faccio filmare di nascosto le mie trattative con il suddetto ministro e poi carico il video su YouTube.
4) il governo del suddetto ministro cade.
Per l’attuazione del piano che avete appena letto mi serve solo una modesta somma di denaro motivazionale. Sul mio sito troverete la lista dei metodi di fornirmela:)


Raggiungere la sicurezza

Possiamo imparare molto dai metodi di Donald Trump di tutelare la «sicurezza nazionale». Leggiamo, per esempio, l’interessantissimo articolo «Trump’s latest explanation for the Huawei ban is unacceptably bad» e prestiamo l’attenzione alla seguente citazione:

TRUMP: Huawei is something that’s very dangerous. You look at what they’ve done from a security standpoint, from a military standpoint, it’s very dangerous. So it’s possible that Huawei even would be included in some kind of a trade deal. If we made a deal, I could imagine Huawei being possibly included in some form, some part of a trade deal.
REPORTER: How would that look?
TRUMP: It would look very good for us.
REPORTER: But the Huawei part, how would you design that.
TRUMP: Oh it’s too early to say. We’re just very concerned about Huawei from a security standpoint.

Tenuto conto anche degli avvenimenti precedenti, possiamo osservare che secondo Trump l’azienda Huawei è pericolosissima per gli Stati Uniti, è il nemico numero uno. Ha vilato l’embargo dell’Iran, spia gli americani a favore della Cina, risponde direttamente al Governo e i servizi segreti cinesi etc etc. Quindi il mostro va fermato.
Subito dopo, però, Trump afferma che può cancellare la Huawei dalla lista nera qualora dovesse andare a buon fine la trattativa sugli accordi commerciali con la Cina. Gli accordi commerciali favorevoli agli USA farebbero automaticamente diventare la Huawei non pericolosa per gli americani…
Almeno c’è da riconoscere che è un tipo stupidamente onesto: non nasconde che le sanzioni contro la Huawei sono solo uno strumento diplomatico e non una conseguenza della preoccupazione maniacale per la sicurezza.

P.S.: nei giorni scorsi avete sicuramente letto o sentito che in seguito alle sanzioni americane la Huawei dovrebbe perdere l’accesso — tra le altre cose — alla licenza dell’Android e di altri strumenti della Google. Ebbene, dovrei tranquillizzare i possessori dei telefoni Huawei: i vostri apparecchi non smetteranno di funzionare ma, al massimo, avranno dei problemi con gli aggiornamenti. Alle persone che stanno invece pensando di comprare un nuovo smartphone in questo periodo, consiglierei di optare verso altre marche.
P.P.S.: da quello che vedo, il mercato degli smartphone contemporaneo è diviso in due fronti: gli iPhone da una parte e qualche migliaio di telefoni quasi identici tra loro dall’altra. Quindi la scelta mi sembra scontata.


L’importanza di essere originale

Avrete già letto che da ieri Vladimir Zelensky è ufficialmente il nuovo presidente ucraino.
Una delle sue prime mosse politiche era già stata annunciata tempo prima, ma mi fa sorridere comunque. Il nuovo presidente ha presentato un piano di provvedimenti da far approvare al Parlamento nei prossimi due mesi e, allo stesso tempo, ha annunciato il suo scioglimento e le elezioni politiche anticipate per il 21 luglio.

Boh, io avrei scelto una delle due.


Un suggerimento alle spie

Non penso che qualcuno dei miei lettori sia a conoscenza dell’arresto di Oleg Tischenko, un programmatore presso la  Eagle Dynamics (azienda che produce i giochi-simulatori degli aerei militari).

In sostanza, a partire dal 2011 Tischenko comprava su ebay manuali d’uso e guide tecniche degli aerei da combattimento americani per ampliare le proprie conoscenze e rendere dunque più realistici i simulatori che progettava. Dopo l’acquisto della documentazione per i F16, A10, F35 e F22 è stato accusato negli USA per violazione della legge che proibisce l’esportazione delle armi e il complotto contro gli USA. È stato dunque arrestato sul territorio georgiano nel 2018 e, all’inizio del 2019, estradato verso gli USA (perché non c’è un accordo sulla estradizione con la Russia). Può essere condannato a 10 anni di carcere.
Gli interessati ai dettagli possono leggere questo articolo sull’argomento.
Io, da parte mia, posso sottolineare due cose. Prima di tutto, banalmente, devo constatare che le reali motivazioni degli acquisti potrebbero anche coincidere con quelli dichiarati dall’arrestato. Il quale è stato una vittima molto sfortunata dei limiti assurdi alla circolazione della conoscenza (assurdi perché si tratta delle tecnologie non proprio recenti).
In secondo luogo, ricordo che gli interessati alla documentazione degli aerei militari americani possono accertarsi del fatto che essa viene comunque liberamente venduta su ebay. Fatela comprare dai vostri amici residenti negli USA per poi esportarla nel doppio fondo della valigia come ai vecchi tempi.


I passaporti russi in regalo

Tutti coloro che avessero già letto dei passaporti russi in regalo – per decreto presidenziale – ai cittadini ucraini devono sapere che si tratta di una ennesima scelta politica più tattica che politica. E, soprattutto, provocatoria: si fa solo perché si può farlo.
Infatti, trovo molto deboli tutte le spiegazioni razionali di tale mossa che mi è capitato di leggere e sentire negli ultimi giorni.
L’aumento dei cittadini russi nel sud-est ucraino potrebbe essere una giustificazione della annessione? Gli anni di conflitto in quei territori hanno dimostrato che la Russia non ha bisogno di alcuna giustificazione.
Vladimir Putin vorrebbe premiare gli ucraini che hanno combattuto contro il Governo ucraino in quei territori? Si è sempre ritenuto libero da alcun debito materiale o morale nei confronti dei veterani e dei famigliari dei militari russi uccisi nei vari conflitti.
Si vorrebbe in tal modo aumentare la base elettorale del partito «Russia Unita»? (Secondo le stime dei giornalisti si tratterrebbe di almeno 3,8 milioni di nuovi cittadini grati per il regalo.) La realtà dimostra che il partito è capace di vincere anche in assenza delle manifestazioni materiali del voto a suo favore.
Insomma, mi sembra che la distribuzione dei passaporti sia più un gioco da bullo, un modo di infastidire in modo divertente la classe politica occidentale.