Probabilmente lo avete già letto, ma non potevo non condividere questa battuta [da guerra] geniale.
Nell’ambito della attuale intensificazione del conflitto, il 27 febbraio l’esercito pakistano ha riconsegnato all’India il pilota abbattuto e, allo stesso tempo, presentato il conto per il thè servitogli durante la breve prigionia. Nella colonna «prezzo» vediamo bene la scritta «MiG-21».
Per chi non conoscesse il «MiG-21» allego il link al rispettivo articolo della Wikipedia e una foto: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
«Questi coreani sono tutti uguali, rischiamo di confonderci», hanno detto i vietnamiti. E hanno espulso il sosia di Kim Jong Un.
Donald Trump, invece, è difficile da confondere.
Mentre ero impegnato a scrivere dei testi seri per alcuni miei lavori offline, è maturato un nuovo argomento che i miei lettori logicamente si aspetterebbero di incontrare sulle pagine del blog.
Ebbene, si avvicinano le elezioni presidenziali ucraine: il primo turno è fissato per il 31 marzo 2019. Meno di due settimane fa, l’8 febbraio, si è invece concluso il periodo della registrazione delle candidature. Ora sappiamo che qualora non dovessero esserci rinunce, sulla scheda elettorale saranno elencati 44 candidati (sì, quarantaquattro).
Queste elezioni, però, sono interessanti non per la quantità dei candidati (la maggioranza di loro sono dei «compagni di sparring» dei candidati reali). Sono interessanti non solo perché per la prima volta non si conosce in anticipo il vincitore (non si è mai stato ai livelli della Russia, ma prima il candidato più forte è sempre stato evidente). Le elezioni presidenziali di quest’anno sono interessanti perché i candidati più forti sono tre, di conseguenza non si sa nemmeno come sarà la scelta al secondo turno.
Penso che la maggioranza di voi conosca due personaggi su tre, ma provvedo presentarli comunque tutti. Continuare la lettura di questo post »
Non so se tutti si rendono conto del fatto che la moda contemporanea dei prodotti locali è una forma di nazionalismo. Potremmo chiamarlo nazionalismo alimentare, ma è sempre nazionalismo.
La concezione secondo la quale i prodotti locali sarebbero per forza più buoni, mentre il loro acquisto sarebbe più economico e «responsabile» mi fa pensare a delle analogie non molto allegre. In realtà le uniche caratteristiche dei prodotti che contano sono la qualità e il gusto. Tali caratteristiche non dipendono dalle coordinate geografiche, ma dalla capacità di utilizzare le risorse disponibili (che possono essere simili, quasi identiche o molto diverse tra le varie zone).
Avendo la possibilità di scegliere il meglio tra i prodotti generati dal nostro pianeta locale, dovremmo fregarcene dei confini amministrativi e statali.
E poi dovremmo mandare affanculo i «geni» marketing che hanno inventato il concetto del locale.
Una ricerca statunitense ha dimostrato che l’alcol è un «motore» dell’economia abbastanza potente.
E, in base alle vostre preferenze alcoliche, ora anche voi potete valutare la vostra utilità per il miglioramento dell’accrescimento del benessere economico planetario:
Io, per esempio, anni fa ho smesso di bere la birra (non mi piace più) e sono saltato subito verso la posizione del rum (se ci limitiamo alle sole bevande elencate). E, in effetti, di solito c’è una correlazione tra l’età e la capacità contributiva.
Ieri l’oppositore venezuelano Juan Guaidò ha dimostrato di avere un buon livello di fantasia, autoproclamandosi presidente ad interim. Prima di autoproclamarmi imperatore delle Isole Marshall, sovrano di Aketi e comandante delle forze armate degli oranghi di Sumatra devo constatare una cosa banalissima. La legittimità di un presidente non vale una banana senza la disponibilità dei mezzi per esercitare il potere.
Di conseguenza, mentre tutto il mondo si agita, io sto cercando di capire se Juan Guaidò avesse deciso di a) costringere gli Stati esteri a fornirgli un aiuto concreto, b) intensificare la lotta tra le due metà della popolazione o c) semplicemente presentare l’autoproclamazione ai propri seguaci come un «risultato raggiunto».
L’unica cosa che so di certo è ancora una volta semplice: Nicolas Maduro non ha i cogl…ni da Augusto Pinochet, quindi non riesco a immaginarlo dire «Ho perso, me ne vado».
Ma gli imperatori delle Isole Marshall sono sempre stati noti per la propria bontà. Quindi spero di sbagliarmi di Maduro almeno questa volta.
Come avete già sicuramente letto, dopo la bocciatura del progetto dell’accordo della Brexit il governo della Theresa May ha ottenuto – dallo stesso Parlamento – anche la fiducia. È una coincidenza prevedibile e rassicurante perché dimostra un fatto semplicissimo.
Jeremy Korbyn fa tanto il figo, ma non ha proprio la voglia di occuparsi della Brexit in prima persona. Ora che ne abbiamo avuto una ulteriore conferma, come l’ha avuta anche la May, comprendiamo che quest’ultima ha in realtà molta più libertà di azione di quanto si possa pensare.
Continuo a non prevedere delle grandi sorprese sul risultato finale.
Alcune buone notizie da tutto il mondo che sono avvenute in giro per il mondo nel corso dell’anno passato:
La Germania ha annunciato un piano ambizioso per il riciclaggio dei rifiuti. Nel corso dei prossimi quattro anni si prevede di riciclare il 63% di tutti i rifiuti prodotti sul territorio, rispetto al 36% di oggi.
Dal 2010, il tasso di diffusione dell’AIDS è diminuito del 16% tra gli adulti e del 35% tra i bambini. La maggior parte dei Paesi sta per sradicare la malattia entro il 2030.
La Tunisia è stata la prima nazione araba ad adottare la legge sull’uguaglianza delle donne e degli uomini nei diritti di successione abolendo le leggi della Sharia in tale settore.
Jean Paul Gaultier ha rinunciato all’uso nelle sue collezioni di pellicce naturali, unendosi a Gucci, Versace, Armani e quasi tutte le grandi case di moda (non sono un animalista, penso solo che il pelo naturale sia un materiale tecnologicamente superato e quindi obsoleto).
Il tasso di suicidi del mondo è diminuito del 38% dal 1994, con conseguente salvataggio di quattro milioni di vite. Questo è quattro volte il numero delle vittime di guerre nello stesso periodo.
La Repubblica del Congo ha creato un quinto parco nazionale per la protezione dei gorilla, scimpanzé, elefanti e altri animali selvatici in via di estinzione.
Gli Stati Uniti chiudono 22 centrali elettriche a carbone in 14 Stati con una capacità totale di 15,4 GW.
Negli ultimi due decenni, le mutilazioni religiose dei genitali femminili sono diminuite dal 57,7% al 14,1% nel Nord Africa, dal 73,6% al 25,4% nell’Africa occidentale e dal 71,4% all’8% nell’Africa orientale.
Il Nepal è diventato il 54° Stato al mondo e il primo Stato in Asia Meridionale ad adottare una legge che vieta le punizioni corporali per i bambini.
Il Parlamento portoghese ha approvato una legge che vieta l’uso di animali selvatici nei circhi entro il 2024 (l’addestramento degli animali nei circhi è molto crudele).
La Malesia ha abolito la pena di morte per tutti i reati.
Per la prima volta nella storia, più della metà deli abitanti del pianeta sono i rappresentanti della classe media.
Il consumo di alcol tra gli adolescenti è diminuito in tutta l’Europa.
La Danimarca ha adottato una legge sul divieto delle auto a benzina e diesel entro il 2030, e di quelle ibride entro il 2035.
271 milioni di persone in India sono uscite dalla povertà negli ultimi dieci anni, e il tasso di povertà nel Paese è stato ridotto di quasi due volte.
Il tasso di criminalità tra i giovani in California è sceso così drasticamente che molte prigioni statali, costruite negli anni ’90 in attesa della ondata di criminalità, restano vuote.
Negli ultimi tre decenni, 200.000.000 alberi sono stati piantati in Niger
Nonostante l’accoglienza di centinaia di migliaia di rifugiati, il numero di crimini in Germania è diminuito del 10% nel 2017, scendendo al livello più basso degli ultimi 30 anni.
Dopo i risultati giudicati positivi di un test durato per cinque anni nella capitale, l’Estonia sarà il primo Stato al mondo a rendere il trasporto pubblico gratuito per tutti.
L’India ha portato l’elettricità in ogni villaggio del Paese.
Nel 1990, il 70% dei residenti urbani dell’Africa e il 50% di quelli in Asia e America Latina vivevano nelle baraccopoli. Entro il 2014, questi indicatori sono scesi rispettivamente al 56%, al 35% e al 25%.
Ci sono più di 100 città nel mondo che ricevono almeno il 70% di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In Russia, il consumo di tabacco e alcol è diminuito del 20% negli ultimi dieci anni (ma comunque la frase «fuma come un russo» resta ancora più precisa di «fuma come un turco»).
Dopo la legalizzazione della marijuana medica negli Stati Uniti, nelle zone di confine con il Messico il numero delle rapine è diminuito del 19%, quello degli omicidi del 10% e quello omicidi legati alla droga del 41%.
Nel Regno Unito, le sole centrali eoliche producono il doppio dell’energia rispetto di quelle al carbone (e ora sarebbe il momento di rendere quelle eoliche almeno un po’ meno brutte).
Nel mondo odierno, inondato dalla informazione e dalle persone incapaci di trasformare l’informazione nella conoscenza, a volte capitano degli eventi apparentemente piccoli ma in realtà utilissimi ai fini della trasformazione di cui sopra.
Oggi, per esempio, si è saputo della fuga dell’ambasciatore facente funzioni della Corea del Nord a Roma (quindi non di una persona qualsiasi, affamata o priva di prospettive vitali ma un funzionario non di bassissimo livello, una persona ben informata e per questi due motivi particolarmente osservato dal proprio Stato). Cosa ci insegna tale evento? Ci insegna che tutti i discorsi sul riavvicinamento delle due Coree e sull’ammorbidimento del regime nordcoreano sono ancora più fantasie che prognostici meritevoli di attenzione. Per analizzare gli eventi grandi bisogna fare attenzione a quelli apparentemente piccolo.
Mi dispiace di avere deluso la gente ingenua…
Sappiamo tutti, almeno per sentito dire, quanto è ben affermato il cattolicesimo nella Polonia contemporanea. Come in tante altre parti del mondo, anche in Polonia la grande religiosità viene esibita con delle opere il cui valore simbolico di appartenenza molto spesso prevale nettamente su quello estetico. E, soprattutto, nemmeno con un microscopio si vedono altre loro utilità.
Sicuramente la maggioranza dei miei lettori è da tempo informata sella esistenza della statua di Cristo Re, eretta sul territorio della città polacca Świebodzin. L’altezza complessiva del monumento è di 52 metri (mentre, per esempio, la statua brasiliana di Cristo Redentore è alta, assieme al piedistallo, appena 39,6 metri).
L’aspetto della statua di Cristo Re di Świebodzin è questo:
Per scoprire tutte le caratteristiche tecniche della statua esiste la Wikipedia. Solo un fatto – quello più importante e interessante – viene taciuto da quasi tutte le versioni linguistiche del relativo articolo. Ebbene, sono qui per illuminarvi!
All’interno della corona della statua sono installati i trasmettitori tecnici del Wi-Fi.
Cristo che condivide l’internet con la gente bisognosa è una immagine piena di simbolismo.
P.S.: i preti italiani stanno ancora pensando a come far tornare la gente nelle chiese?