Come avete già probabilmente letto o sentito, dal mese di ottobre l’Australia è colpita dai gravi incendi forestali. E non è ancora stato trovato il modo di fermarli.
Negli ultimi giorni mi è capitato – forse anche a voi – di leggere di alcune iniziative per la raccolta dei soldi da destinare alla lotta contro gli incendi australiani e i loro effetti. Ma la storia più paradossale è quella legata alla donazione annunciata dal fondatore e amministratore delegato dell’Amazon Jeff Bezos.

In sostanza, Bezos ha comunicato della donazione da parte dell’Amazon di un milione di dollari australiani (circa 690.000 dollari statunitensi) per la lotta contro gli incendi. E si sono subito manifestate delle menti alternative persone scontente: qualcuno è scontento per la somma «bassa» e qualcuno per il fatto che i soldi donati siano quelli dell’azienda e non personali.
Sarebbe troppo banale sottolineare che la beneficenza è una azione volontaria sia nella azione stessa sia nella sua entità.
È molto più importante sottolineare che il mondo è pieno di gente che si sente autorizzata di dettare le regole di altruismo finanziario senza avere ne voglia ne capacità di dare un buon esempio. Come se le persone che sanno lavorare e guadagnare fossero perennemente in debito con chi non lo sa fare. Di conseguenza, ricordo a tutti una semplicissima regola: la beneficenza deve essere sempre anonima, non pubblicizzata. Lo sanno bene le persone e le aziende ricche costantemente assediate da mendicanti di vario livello (fondi, organizzazioni etc.), impariamolo anche noi servendoci del triste esempio di Bezos.
Al massimo, se qualcuno dovesse rompervi troppo con delle pretese finanziarie, limitatevi a rispondere con una frase semplicissima: «sostengo già il fondo XYZ».
L’archivio della rubrica «Nel mondo»
Nonostante tutto, parlando della eliminazione del generale iraniano Qasem Soleimani bisogna riconoscere due cose.

In primo luogo, ricordiamo che era pur sempre una figura istituzionale. È stato un personaggio particolare, ma è stato eliminato per il volere del Presidente di un altro Stato.
In secondo luogo, dobbiamo renderci conto del fatto che si tratta di un evento prevalentemente di politica interna statunitense. Si tratta di una mossa del gioco politico interno di una persona concreta: Donald Trump.
Trump, infatti, si è svegliato il 1 gennaio del 2020 con la chiara comprensione del fatto di avere dei seri problemi. È vero che nella situazione politica attuale l’impeachment non verrà mai portato a termine: lo impedirebbe la maggioranza repubblicana al Senato. I democratici, però, sfruttano l’assenza di una indicazione precisa circa i termini temporali del voto nel Senato e insistono nel chiedere ai repubblicani di garantire l’interrogatorio delle personalità ritenute complici dei fatti incriminati a Trump.
Trump, da parte sua, ha inventato una sua versione della via d’uscita dalla situazione scomoda: il rischio della guerra nel Medio Oriente (e le conseguenti minacce per gli USA) che dovrebbe unire attorno alla sua figura il popolo e il mondo politico americani.
È una situazione talmente banale e trasparente che non rientra nemmeno nella categoria delle dietrologie da bar. È banale come l’analogia con l’operato pluriennale di un noto collega di Trump: Vladimir Putin. La perenne ricerca del nemico esterno — la cui esistenza giustificherebbe molti comportamenti — è un punto comune tra gli USA e la Russia che non mi sarei mai aspettato di scoprire.
Negli ultimi tre anni ho sempre pensato che esistessero due Donald Trump quasi completamente indipendenti uno dall’altro. C’è un Trump che scrive su Twitter e c’è un Trump che adotta il comportamento trampista, pensavo io. Non penso che sia necessario definire i due concetti.
Ieri mattina, dopo avere letto le prime notizie sulla eliminazione del generale iraniano Qasem Soleimani, mi sono però ricordato del tweet del 31 dicembre e ho pensato che forse i due Trump a volte si mettono d’accordo tra loro. Bisogna seguirli con più attenzione perché chissà quali alter cose dovrà pagare il mondo (non solo l’Iran).
….Iran will be held fully responsible for lives lost, or damage incurred, at any of our facilities. They will pay a very BIG PRICE! This is not a Warning, it is a Threat. Happy New Year!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) December 31, 2019
Trovandomi ancora nel periodo delle semi-vacanze forzate (come, presumo, anche una parte dei miei lettori), dedico il post di oggi a una bellissima video-intervista. Il protagonista del video, l’astrofisico Konstantin Batygin, farà almeno due cose importantissime:
1) risponderà alle domande sullo spazio che molti hanno paura di fare,
2) dimostrerà che le interviste con gli scienziati possono essere divertenti.
Cliccate sul simbolo dei sottotitoli per vedere quelli in inglese:
Molto probabilmente, qualche pregiudizio interno impedisce alla redazione del «Time» mettere in copertina la stessa persona per più volte in un periodo di tempo ristretto.
Eppure, facendo un bilancio del quasi finito 2019, mi convinco sempre di più che l’uomo dell’anno è Vladimir Zelensky (definito a metà dicembre «L’uomo in mezzo»). Non una buffona scelta come strumento pubblicitario inconsapevole da una determinata corrente politica, ma il più efficiente tra i politici-Joker che abbiamo visto comparire negli ultimi anni. [Indovinate un po’ qual è, nella mia classifica personale, il film dell’anno.]
Infatti, ha vinto le elezioni sfruttando il malcontento popolare per la vecchia classe politica nazionale e, allo stesso tempo, facendosi invidiare dal vecchio populista oltre il confine dell’est: ha ottenuto le percentuali alte senza brogli. A ovest, invece, ha evitato di cercare l’aiuto a ogni costo funzionando, in un certo senso, da scintilla per l’impeachment di un altro collega. Ma l’aspetto più importante è: nonostante tutte le problematiche ereditate, Zelensky appare attualmente essere il primo presidente ucraino realmente intenzionato a dirigere uno Stato indipendente. A dirigere uno Stato per il quale la scelta del miglior sponsor tra i due possibili (l’Occidente o la Russia) non è per la prima volta nella storia il tema principale della politica estera e interna.
Guidando, con successi alterni, l’Ukraina su quella strada, Zelensky adotta un comportamento e un linguaggio moderato (in molti lo hanno notato, per esempio, nella occasione del primo incontro con Putin), dimostrando di prendere in considerazione le possibili reazioni future del proprio elettorato.
Sul territorio post-sovietico si è accesa una nuova stella sta tentando di nascere un nuovo Stato normale. Sarebbe stato brutto non riconoscere i meriti del suo creatore, indipendentemente dal suo futuro politico.

Non si tratta di una questione di importanza locale, come alcuni potrebbero pensare.
È sempre interessante studiare le mappe politiche e amministrative, anche quelle attuali.
Negli USA, per esempio, i confini di molti Stati sono tracciati in un modo banalissimo: seguendo le latitudini e le longitudini. Due Stati, addirittura, hanno i territori perfettamente rettangolari (Colorado e Wyoming).
In Africa, soprattutto al nord, delle enormi porzioni del deserto sono state spartite con l’uso di un semplice righello: tanto, non pare che ci sia qualcosa di utile per l’attività umana in quei territori.
In Russia, solo il confine tra la Repubblica di Komi e la Regione autonoma di Nanetsia sembra, in alcuni tratti, una linea retta (guardate la parte destra dell’area grigia sulla mappa).
In Italia i confini tra le Regioni non sono assolutamente retti.
Cosa possiamo dedurre da tutto ciò? Possiamo dedurre che le zone in tutti i sensi inutili e noiose sono state divise con un righello. Le zone interessanti, belle e ricche, invece, sono state divise seguendo qualche principio più complesso: per esempio, seguendo il rilievo geografico (fiumi, catene montuose e etc.) o le opere umane. L’applicazione pratica di quanto dedotto è molto ampia, pensate alla sola pianificazione dei viaggi turistici.
La mappa degli USA:

La mappa dell’Africa: Continuare la lettura di questo post »
Sapendo (vabbè, sperando) che tra i miei lettori non c’è nemmeno una persona paranoica, consiglio a tutti una interessantissima ricerca sulla raccolta, sulle modalità di utilizzo e di protezione dei dati biometrici in 50 Stati del mondo.
Qualora interessati, scoprirete tutti i dettagli dall’articolo. Io, nel frattempo, pubblico solo due dati.
Prima di tutto, la classifica dei cinque Stati peggiori:

E poi la classifica dei cinque Stati migliori:

Considerando che gli Stati migliori hanno il punteggio di 11 e quelli peggiori il punteggio di 25, l’Italia non è messa così male con i suoi 15 punti.
Il lunedì 2 dicembre si è ufficialmente conclusa in Corea del Nord la costruzione di una nuova città: Samjiyon. Considerati il suo aspetto estetico, la collocazione vicino alla montagna-simbolo Paektu e la presenza degli alberghi, si potrebbe dedurre che si tratti di un parco di divertimento per i turisti occidentali creduli.

Quindi studiate l’argomento: si sono impegnati per voi!
Stamattina ho pensato di essere diventato un daltonico:

Ma poi ho scoperto che è invece un fenomeno normale, che la mela diventa rossa per le Giornate mondiali contro l’AIDS. E quindi passiamo alle cose più interessanti.
È vero che la maggioranza delle persone non è particolarmente aggiornata sulle infezioni da HIV, ma non so quanto possa essere socialmente utile l’iniziativa neozelandese di creare una banca di sperma per gli uomini positivi.
Mentre ci penso, leggete pure voi l’articolo: https://www.nzherald.co.nz/nz/news/article.cfm?c_id=1&objectid=12287990
Nella seconda metà di ottobre si era diffusa su internet la notizia di una misura radicale contro le copiature all’esame adottata in un college dello Stato di Karnataka (in India):

(la fonte 1 e la fonte 2)
Io, da parte mia, prometto pubblicamente di organizzare degli esami nel corso dei quali gli studenti dovranno cercare, selezionare e interpretare delle informazioni. Utilizzando tutti i mezzi disponibili a una persona normale. Qualora mi dovesse mai venire in mente l’idea di diventare un insegnante scolastico, applicherei comunque lo stesso metodo.
Allo stesso tempo, molte cosa vanno capite, imparate e conservate nella testa. Mentre I professori vorrebbero accertare l’efficienza del proprio lavoro. Quindi ho pensato di raccogliere nello stesso post un po’ di esempi noti e simili a quello trattato oggi. Meno male che i professori e gli insegnanti sono poco aggiornati sui modi altamente tecnologici di copiare!

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