Per scoprire quante cose sa Facebook sull’Utente X (al posto della X immaginate il proprio nome), è sufficiente cliccare sul link https://www.facebook.com/help/1701730696756992.
Seguendo la giusta combinazione dei link presenti sulla pagina che si apre, potrete richiedere l’archivio delle informazioni relative alla vostra persona. Il link all’archivio arriverà via mail: cliccandoci sopra potrete scaricarlo per poi aprirlo e scoprire quanto bene siete stati spiati.
Dopo tale consiglio pratico potrei darvi una bella informazione e un altro consiglio utile.
La bella informazione non costituisce in realtà un grande segreto: il Facebook raccoglie e analizza costantemente tutte le informazioni relative ai propri utenti (che hanno già superato i due miliardi nel mondo). Questa attività è utile alla crescita e la conseguente attrattività per i venditori della pubblicità. Ed è inutile, dunque, preoccuparsi per le notizie sulla vendita delle informazioni degli utenti del Facebook alle aziende terze. Siete in ogni caso seguiti e analizzati con un microscopio socio-economico.
Il consiglio utile promesso è altrettanto banale (ma allo stesso tempo sconosciuto a molti per un motivo a me incomprensibile). Se siete preoccupati per la sicurezza dei vostri dati/informazioni su internet, la soluzione è semplicissima: non inseriteli su internet. L’internet, compresi anche i social networks, possono essere utilizzati al 100% anche senza l’utilizzo delle informazioni sensibili. È sufficiente avere un po’ di fantasia.
L’archivio della rubrica «Internet»
In sostanza, la signora Nasim Najafi Aghdam è andata a sparare negli uffici di YouTube perché il suo canale era stato, precedentemente, classificato come «per aduti» e, di conseguenza, diventato meno frequentato e meno redditizio.
Da questa storia triste possiamo imparare due cose importanti.
In primo luogo, non bisogna costruire la propria vita solo sulla base della propria popolarità. Quest’ultima non è una professione, ma solo una delle possibili conseguenze del suo buon svolgimento.
In secondo luogo, la ricerca dei motivi del calo della popolarità va effettuato a partire dall’interno. Un qualsiasi autore diventa sempre meno seguito non quando subisce una qualche forma di censura, ma quando smette di inventare (tutti giorni!) qualcosa di nuovo e interessante per le masse. Chi non è pronto/disposto a operare in base a tale logica, dovrebbe rassegnarsi ad uno stile di vita comunemente definito normale.
A questo punto qualcuno potrebbe cedere alla tentazione di attribuire la colpa all’internet, cioè quel strumento che ci avrebbe resi dipendenti dalla ricerca dei «15 minuti di gloria». E invece no: l’internet è solo uno trasmettitore impassibile. Quindi la stupidità fatale delle persone viene diffusa allo stesso modo della loro popolarità positiva. Facciamo in modo che la conoscenza di questo fatto ci sia da stimolo nella vita.
Alla fine di febbraio mi ero accorto di questo adesivo comparso in alcuni punti della stazione «Duomo» sulla metropolitana milanese:
All’inizio di marzo mi sono finalmente ricordato di andare a leggere di cosa si tratta. Ebbene, sul sito della ATM è disponibile un comunicato (datato 21 febbraio) sull’avvio della sperimentazione in alcune stazioni: Duomo (da febbraio), San Babila (da marzo) e Cadorna (da aprile). Sono promesse la registrazione semplice è una velocità decente (500 Megabit al secondo) nelle prime 4 ore di utilizzo al giorno.
Ovviamente siete capaci anche voi a leggere quel comunicato. Molto più importante e interessante è, invece, sperimentare praticamente tale servizio. Io l’ho fatto martedì sera metre tornavo a casa.
Ora posso testimoniare due cose. Prima di tutto, la registrazione è veramente semplice e veloce: può essere fatta nell’arco temporale medio necessario per l’attesa del treno. Selezionate la rete tra quelle rilevate dalvostro telefono, scegliete il modo in cui autentificarvi (con un social network o inserendo manualmente il nome), fornite il vostro numero di telefono e, infine, inserite il codice di controllo ricevuto via sms.
Bene, siamo già collegati:
Per ora ho navigato poco, ma ho comunque avuto l’impressione che la velocità dell’internet «metropolitano» sia realmente buona. Vedremo se resterà tale anche con una maggiore quantità delle persone connesse. E, soprattutto, speriamo che il servizio si estenda presto a tutta la rete dei mezzi pubblici milanesi.
Ma già ora possiamo festeggiare per il fatto che, finalmente, anche Milano si sta avvicinando agli standard tecnologici del primo mondo!
[Sulla metropolitana moscovita il wi-fi è stato attivato nel 2013.]
Saprete che in molte città del mondo sono installate delle webcam che trasmettono in modo continuato i video di ciò che succede per strada. Dal punto di vista dell’utente tali webcam hanno sempre almeno uno dei due difetti: 1) la qualità del video è molto bassa, 2) la quantità della pubblicità supera ogni limite ragionevole. La manutenzione delle webcam capaci di trasmettere in qualità HD (ce ne sono poche in giro per il mondo) è naturalmente un affare molto costoso, il che comporta l’aumento quantitativo della pubblicità.
Ma alcuni giorni fa ho scoperto il fenomenale progetto Sochi.Camera (indovinate il nome della città dalla quale trasmette i video).
Prima di tutto, sul loro sito è possibile scegliere, in piena libertà, tra 267 webcam installate su tutto il territorio di Sochi, comprese le zone Continuare la lettura di questo post »
Il web developer Isaiah Odhner, essendo evidentemente stimolato dalla cattiva interpretazione di una notizia di sei mesi fa, ha creato e pubblicato la versione web dell’editor di grafica MS Paint.
Dal punto di vista grafico la creatura di Odhner corrisponde al Paint facente parte di Windows 98 (quindi alla versione che l’80% dei nostalgici ha imparato a usare in giovane età).
Il JS Paint del quale vi ho appena raccontato, ha la maggior parte delle funzionalità del prodotto originale.
L’elenco delle funzionalità ancora realizzate ma pianificate e il codice sorgente del prodotto sono disponibili su Github.
Finalmente è successo: mi sono iscritto su Telegram. Ecco il link:
https://t.me/eugigufoblog
Sfrutto l’occasione per ricordarvi alcuni altri link inutili:
il mio Facebook (se volete aggiungermi tra amici ma ci conosciamo poco, per sicurezza presentatevi)
il mio Instagram
il mio sito (sul quale è presente anche la versione originale del blog)
l’elenco completo dei miei account sparsi per la Rete
Un anno fa, raccontando la storia della figura del Babbo Natale, avevo specificato che in Russia il suo collega Ded Moroz mette i regali sott’albero la notte del Capodanno e non per il Natale. Tradizionalmente, infatti, il Capodanno è una grande festa familiare per la maggioranza dei russi (come il Natale in Occidente), mentre il Natale ortodosso si caratterizza da due aspetti importanti:
1) viene festeggiato solo dalle persone religiose (quindi gli altri non sono costretti a fingere di esserlo per non essere esclusi dalla grande festa invernale);
2) non è una festa «commercializzata» (quindi a differenza dell’Occidente in generale e dell’Italia in particolare, i religiosi non hanno un motivo per lamentarsi almeno della corsa ai regali), perché i regali, appunto, si fanno per il Capodanno.
Ebbene, quest’anno sono quasi riuscito a raggiungere lo zen: di tutti i regali che pianifico di fare per il Capodanno (ma anche di quelli che ho già fatto per il Natale in Italia), solo uno ne ho comprato in un negozio offline. Per il 2018 prometto di fare il bravo e portare al 100% la quota degli acquisti online.
In effetti, non capisco l’attaccamento di così tante persone ai negozi fisici: questi ultimi hanno i prezzi più alti, la scelta meno ampia e rubano un sacco di tempo all’acquirente (calcolate il tempo per gli spostamenti da un negozio fisico all’altro nella ricerca dell’oggetto giusto, per l’ascolto del comesso fastidioso che sta cercando di farvi comprare una cosa che non vi serve, per le file alla cassa e per il rispetto degli orari di apertura).
Abbastanza presto, già nel corso della nostra vita, i negozi fisici però moriranno, come stanno già morendo le agenzie di viaggio o i giornali cartacei, o come sono già morti i dizionari stampati.
Amen
Ho scoperto una grave epidemia diffusa sui social networks. Ne sono contagiati i genitori che prima di pubblicare una foto dei/con i propri figli coprono in modo grafico i volti di questi ultimi. Ho riflettuto a lungo su questa devianza mentale cercando di comprendere le motivazioni che spingono quei genitori ad agire in un modo tanto strano. Alla fine ho elaborato quattro versioni, ma non so quale di esse sia la più vicina alla realtà:
– i figli sono bruttissimi, quindi i genitori si vergognano di mostrarli al mondo;
– i figli sono stati comprati sul mercato nero o rubati agli zingari;
– i figli si sono infiltrati senza permesso in una foto di importanza planetaria;
– i figli vengono in tal modo protetti dal dover apparire sulle foto compromettenti con i genitori deficienti/delinquenti/mostri.
Certo, in ognuno dei quattro casi elencati la soluzione più semplice sarebbe quella di non pubblicare le foto dei/con i figli, ma in tal caso si dovrebbe fare lo sforzo di inventare un altro modo di esibire la propria scarsa salute mentale.
Il post di oggi è dedicato alle persone che vogliono/devono pianificare dei viaggi.
Sono ormai ben affermati nella nostra vita i siti per il noleggio delle auto (nei Paesi più sviluppati anche per la scelta e la chiamata dei taxi), per l’acquisto del cibo o dei biglietti aerei, per la prenotazione degli alberghi… Per ogni settore della vita umana esiste ormai una pluralità di siti che permettono di comprare o prenotare, dunque siamo costretti a consultarne più di uno per trovare l’offerta migliore. Un modo di agire come questo sta diventando un po’ scomodo.
Grazie ai meccanismi della economia moderna, però, stanno nascendo dei siti capaci di raccogliere tutte le offerte presenti su internet. Uno di questi è il RoomGuru.
Il RoomGuru non è un sistema di prenotazione, ma un sito che raccoglie tutte le offerte pubblicate su internet in una unica lista (prendendole da Booking.com, Agola.com, Hotels.com e altri siti simili e dai singoli alberghi collegati). Una volta trovata l’offerta soddisfacente, si passa al sito dell’albergo per effettuare la prenotazione vera e propria.
Faccio subito un esempio. Ipotizziamo che voglio andare a Venezia per il ponte di Sant’Ambrogio. Dalla ricerca risulta che il prezzo migliore per due notti è di 62 euro:
In fondo al screenshot sovrastante potete notare il link «Confronta 6 siti web». Cliccandoci sopra (per pura curiosità) possiamo scoprire quanto cambiano i prezzi in base al sito di prenotazione. Abbiamo evitato di pagare troppo!
Bisogna riconoscere che i prezzi alti non sempre testimoniano l’avidità del proprietario del sito. A volte le differenze sono dovute agli accordi dei singoli con i singoli siti.
Alla semplice ricerca su RoomGuru possono essere applicati tantissimi filtri di selezione (come su un sito di e-commerce): potete trovarli in pila sotto la form di ricerca:
Clicchiamo dunque su «visualizza l’offerta» dell’albergo e del prezzo che ci sono piaciuti…
Ed ecco che siamo stati reindirizzati sulla pagina della prenotazione…
Il resto dovreste saperlo fare da voi.
Viaggiate sereni e ottimizzate le spese.
Ole-ole, nei giorni scorsi Donald Trump ha deciso di fare una promessa che sarebbe riuscito a mantenere in breve tempo…
Battute a parte, la notizia vera è realmente curiosa: poche ore fa negli Stati Uniti sono finalmente stati resi pubblici 2891 documenti sull’omicidio del Presidente John Kennedy. Non mi va di raccontare i primi riassunti fatti da altri, quindi mi limito a comunicarvi che i documenti in questione sono ora liberamente scaricabili.
I grafomani e i detective da divano hanno un sacco di nuove fonti di ispirazione!
Bisogna festeggiare.