La società californiana SplashData da anni ci fornisce la classifica delle password peggiori del mondo. Si tratta di quelle combinazioni di caratteri troppo banali o facili che possono essere indovinate semplicemente per tentativi. In moltissimi casi i furti dei dati personali, soldi, accounts e tanto altro avvengono proprio grazie all’utilizzo di queste password, ma gli scemi di tutto il mondo sono uniti nel non cambiarle con qualcosa di più sicuro. Le password inefficienti da sempre popolarissime sono, per esempio, queste:
– admin
– password
– 123456
– qwerty
– iloveyou
Ma ogni anno ci sono anche delle new-entry. Così, per esempio, nel 2018 sono entrate nella Top25 delle password stupide più usate:
– donald
– password1
– 666666
– qwerty123
– princess
Almeno tre di queste sono delle novità finte (facilmente immaginabili), mentre la prima è una vera sorpresa. Perché mai è stata «inventata» da così tanta gente proprio in questo periodo storico?
A questo punto ritengo utile precisare che una password realmente originale è impossibile da indovinare «a mente», semplicemente provando a schiacciare i tasti della tastiera a caso. Si tratterebbe di scegliere la variante giusta in un insieme infinito delle possibilità. Di conseguenza, non è detto che una buona password debba necessariamente essere lunga e/o contenente numeri e lettere maiuscole. Indovinare le password «ozzac» e «eFjkC7o» è ugualmente difficile.
L’importante è non mettere una password stupida come una di quelle della lista delle peggiori.
Durante le lunghe festività natalizie dedicate pure un po’ di tempo al controllo delle vostre password.
L’archivio della rubrica «Internet»
Dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che per fare la spia non è necessario fare la vita da James Bond (almeno quello cinematografico). Anzi, in molti casi tale stile diventa dovrebbe risultare controproducente.
Facciamo un esempio pratico. Il ricercatore statunitense Matt Korda della Federazione degli Scienziati Americani ha comparato le mappe di Google e Yandex.ru. Voleva controllare se il concorrente russo di Google applicasse veramente dei ritocchi grafici alle mappe: ne ha trovati veramente tanti sulle mappe della Turchia e dell’Israele. Gli stessi luoghi sulle mappe di Google, invece, si vedono con la risoluzione massima di due metri. Korda deduce, quindi, che si tratta dei due modi di seguire gli standard internazionali derivanti dalla «Kyl-Bingaman Amendment (KBA)» sulla non visualizzazione delle basi militari israeliane.
Confrontando gli stessi luoghi sulle mappe dei due siti è comunque possibile individuare con una certa precisione (in base ai ritocchi) la localizzazione delle basi militari segrete in Turchia e Israele.
Leggete pure l’articolo originale, potrebbe esservi interessante.
Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 14) è dedicato alla costruzione di un file robots.txt corretto e ottimale. Come ben sanno i miei lettori, dal file robots.txt dipende — in una buona misura — il posizionamento delle pagine dei siti tra i risultati di ricerca su Google e altri «motori».
Il testo è di una lunghezza leggermente superiore alla media, ma tocca tutti gli aspetti che un amministratore, developer o addetto al SEO dovrebbe trovarsi ad affrontare nelle condizioni di lavoro medie.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo14/
L’altro ieri, il 3 dicembre, alcuni miei conoscenti hanno condiviso su Facebook questo articolo:
Alcune altre persone mi hanno chiesto se la notizia fosse giunta anche a me.
Ebbene, il livello di fake di questa notizia è talmente alto che mi rifiuto di mettere il relativo link. Nel paese russo chiamato Oymyakon si erano realmente raggiunti —89°C, ma nel 2013 e non «nei giorni scorsi». In base alle informazioni diffuse dal servizio meteorologico russo, all’inizio di dicembre la temperatura più bassa è stata raggiunta in Jacuzia: solo —52°C.
A questo punto mi permetterei di dare tre consigli ai miei amatissimi lettori: siate sereni, copritevi bene e non credete alla prima stronzata che capita sullo schermo.
Il creatore della prima criptovaluta – Bitcoin – si è sempre nascosto dietro lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. da quasi dieci anni, cioè dal momento della pubblicazione della prima versione il 3 gennaio 2009, tantissime persone cercano di svelare la vera identità di Nakamoto.
Si sa che fino al 2010 Satoshi Nakamoto fu molto attivo su alcuni forum riguardanti i vari aspetti della sua creatura, ma poi smise per sempre di farlo.
Il portafoglio nel sistema Bitcoin appartenente a Satoshi contiene una somma equivalente a circa 10 miliardi di dollari. Ma negli ultimi cinque anni su quel portafoglio non fu registrata alcuna attività.
Il motivo di queste due manifestazioni di «assenteismo» dovrebbe essere semplice e triste: «Satoshi Nakamoto» è morto il 26 aprile 2013 all’età di 46 anni. Il suo vero nome è Dave Kleiman: lo possiamo affermare in base ai due fatti resi pubblici nel corso del 2018.
In primo luogo, Ira Kleiman (fratello di Dave) a febbraio ha fatto una causa all’autoproclamato Nakamoto Craig Wright, presentando in qualità di prova la corrispondenza tra Dave e Craig. Da tale corrispondenza emerge che l’autore del Bitcoin è proprio Dave Kleiman.
In secondo luogo, la settimana scorsa Jeff Garzik (uno dei principali sviluppatori del Bitcoin) nella intervista al Bloomberg affermò di essere stato in contatto via email con Satoshi Nakamoto e incontratosi personalmente con Dave Kleiman. In base a molti indizi si trattava della stessa persona.
È molto probabile che le chiavi del portafoglio di Dave Kleiman siano quella unica cosa che egli riuscì a portare via da questo mondo. Ma non saprà mai che la sua creatura è cresciuta di valore di milioni di volte e quanto ricco avrebbe potuto diventare.
Un altro progetto interessante: ThePudding. Esso consiste in una mappa sulla quale è visualizzata la densità della popolazione in vari punti del nostro pianeta. Cambiamenti avvenuti a partire da quel anno. È possibile confrontare gli ultimi dati disponibili con quelli del 1990 oppure studiare i La funzionalità del sito è molto simile a GoogleMaps.
Ecco, per esempio, una porzione del Nord Italia e delle zone estere confinanti:
Questa, invece, è l’Estremo Oriente russo: possiamo notare la differenza con le due Coree e una parte della Cina:
Ripeto il link: ThePudding
Trovo abbastanza interessante il progetto «Dollar street», i creatori del quale entrano nelle case e negli appartamenti privati e fotografano tutti i loro dettagli. E lo fanno per mostrarci come vivono le persone di varie fasce di reddito in vari Paesi del mondo.
Sono già state scattate circa 30 mila foto in 264 famiglie di 50 Stati.
Ripeto il link: https://www.gapminder.org/dollar-street/matrix
Una delle leggi della natura digitale può essere formulata in questo modo:
Gli sviluppatori di un qualsiasi sito lo migliorano fino a renderlo inutilizzabile.
Il noto — e apprezzato da tanti — sito ebay non è stato risparmiato dalla suddetta legge. Alcuni giorni fa mi sono accorto che la sezione del mio account dedicata alle vendite è stata notevolmente «migliorata». In particolare, per esempio, sono stati ridisegnati i bottoni: ora sono giganteschi come se i designer avessero deciso di seguire la moda di quasi dieci anni fa. Ma il miglioramento molto più interessante è la scomparsa delle azioni di gruppo: non c’è più modo di applicare la stessa azione — tranne «elimina» — a più oggetti in vendita selezionati, bisogna fare una lunga procedura per ogni singolo oggetto.
I miei sinceri complimenti a quei sviluppatori che sono finalmente riusciti a farmi pensare a una piattaforma alternative!
L’Onesoil è un curioso progetto belorusso.
Consiste in una mappa molto dettagliata dei campi agricoli europei e statunitensi degli ultimi tre anni. Possiamo osservare cosa, dove e su quali superfici viene seminato, come evolve l’agricoltura occidentale.
Anche se non vi importasse alcunché della agricoltura, potreste trovare le mappe belle almeno dal punto di vista estetico (quando ingrandite, aspettate qualche frazione di secondo il caricamento dei nuovi dettagli).
Ripeto l’indirizzo del progetto: https://map.onesoil.ai/
Nel nuovo paragrafo di Inerario (§ 12) illustro come può essere realizzato il reindirizzamento dei visitatori del sito tramite gli script in HTML, PHP, JavaScript e JSP
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo12/