L’archivio della rubrica «Internet»

Satoshi?

Il creatore della prima criptovaluta – Bitcoin – si è sempre nascosto dietro lo pseudonimo Satoshi Nakamoto. da quasi dieci anni, cioè dal momento della pubblicazione della prima versione il 3 gennaio 2009, tantissime persone cercano di svelare la vera identità di Nakamoto.
Si sa che fino al 2010 Satoshi Nakamoto fu molto attivo su alcuni forum riguardanti i vari aspetti della sua creatura, ma poi smise per sempre di farlo.
Il portafoglio nel sistema Bitcoin appartenente a Satoshi contiene una somma equivalente a circa 10 miliardi di dollari. Ma negli ultimi cinque anni su quel portafoglio non fu registrata alcuna attività.
Il motivo di queste due manifestazioni di «assenteismo» dovrebbe essere semplice e triste: «Satoshi Nakamoto» è morto il 26 aprile 2013 all’età di 46 anni. Il suo vero nome è Dave Kleiman: lo possiamo affermare in base ai due fatti resi pubblici nel corso del 2018.
In primo luogo, Ira Kleiman (fratello di Dave) a febbraio ha fatto una causa all’autoproclamato Nakamoto Craig Wright, presentando in qualità di prova la corrispondenza tra Dave e Craig. Da tale corrispondenza emerge che l’autore del Bitcoin è proprio Dave Kleiman.
In secondo luogo, la settimana scorsa Jeff Garzik (uno dei principali sviluppatori del Bitcoin) nella intervista al Bloomberg affermò di essere stato in contatto via email con Satoshi Nakamoto e incontratosi personalmente con Dave Kleiman. In base a molti indizi si trattava della stessa persona.
È molto probabile che le chiavi del portafoglio di Dave Kleiman siano quella unica cosa che egli riuscì a portare via da questo mondo. Ma non saprà mai che la sua creatura è cresciuta di valore di milioni di volte e quanto ricco avrebbe potuto diventare.


La densità

Un altro progetto interessante: ThePudding. Esso consiste in una mappa sulla quale è visualizzata la densità della popolazione in vari punti del nostro pianeta. Cambiamenti avvenuti a partire da quel anno. È possibile confrontare gli ultimi dati disponibili con quelli del 1990 oppure studiare i La funzionalità del sito è molto simile a GoogleMaps.
Ecco, per esempio, una porzione del Nord Italia e delle zone estere confinanti:

Questa, invece, è l’Estremo Oriente russo: possiamo notare la differenza con le due Coree e una parte della Cina:

Ripeto il link: ThePudding


Dollar street

Trovo abbastanza interessante il progetto «Dollar street», i creatori del quale entrano nelle case e negli appartamenti privati e fotografano tutti i loro dettagli. E lo fanno per mostrarci come vivono le persone di varie fasce di reddito in vari Paesi del mondo.
Sono già state scattate circa 30 mila foto in 264 famiglie di 50 Stati.

Ripeto il link: https://www.gapminder.org/dollar-street/matrix


L’epidemia dilaga

Una delle leggi della natura digitale può essere formulata in questo modo:

Gli sviluppatori di un qualsiasi sito lo migliorano fino a renderlo inutilizzabile.

Il noto — e apprezzato da tanti — sito ebay non è stato risparmiato dalla suddetta legge. Alcuni giorni fa mi sono accorto che la sezione del mio account dedicata alle vendite è stata notevolmente «migliorata». In particolare, per esempio, sono stati ridisegnati i bottoni: ora sono giganteschi come se i designer avessero deciso di seguire la moda di quasi dieci anni fa. Ma il miglioramento molto più interessante è la scomparsa delle azioni di gruppo: non c’è più modo di applicare la stessa azione — tranne «elimina» — a più oggetti in vendita selezionati, bisogna fare una lunga procedura per ogni singolo oggetto.
I miei sinceri complimenti a quei sviluppatori che sono finalmente riusciti a farmi pensare a una piattaforma alternative!


La mappa dei campi

L’Onesoil è un curioso progetto belorusso.
Consiste in una mappa molto dettagliata dei campi agricoli europei e statunitensi degli ultimi tre anni. Possiamo osservare cosa, dove e su quali superfici viene seminato, come evolve l’agricoltura occidentale.
Anche se non vi importasse alcunché della agricoltura, potreste trovare le mappe belle almeno dal punto di vista estetico (quando ingrandite, aspettate qualche frazione di secondo il caricamento dei nuovi dettagli).

Ripeto l’indirizzo del progetto: https://map.onesoil.ai/


Inerario, § 12

Nel nuovo paragrafo di Inerario (§ 12) illustro come può essere realizzato il reindirizzamento dei visitatori del sito tramite gli script in HTML, PHP, JavaScript e JSP
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo12/


Google minus

Senza provare alcun sentimento particolare, ho appreso dal blog ufficiale di Google che tra 10 mesi (quindi entro la prima metà dell’agosto 2019?) verrà chiuso ai privati il social network Google+.
Potrei provare una specie di nostalgia perché nel sempre meno vicino 2011 — l’anno di apertura del Google+ — avevo guadagnato la possibilità di registrarmi un account quando lo si faceva ancora solo su invito (come nel periodo iniziale del Facebook). Ma non riesco proprio a provare questa nostalgia: non ho mai capito a cosa possa servire un social network privo di alcuna funzionalità interessante e di utenti attivi. Secondo i dati dello stesso Google, non sono l’unico: più del 90% degli utenti registrati passa al massimo 5 secondi al giorno su Google+.
Da diversi anni Google continua, con un buon ritmo, a partorire e uccidere delle creature di qualità e popolarità molto varie. Di solito si tratta di un processo tecnico giustificabile almeno dalla necessità di proporre delle sfide nuove al proprio team di programmatori e manager. Inoltre, si tratta sempre dei gesti di enorme fiducia nella capacità dei propri clienti di arrangiarsi. L’assassinio più noto, triste e pianto dalla gente è stato quello di Picasa. Ora, invece, è finalmente arrivata la prima constatazione della morte. Quella di Google+, appunto.


Inerario, § 11

Nel nuovo paragrafo di Inerario (§ 11) illustro come può essere realizzato il reindirizzamento (redirect 301) tramite il file di configurazione del server: .htaccess e web.config.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo11/


Per i poeti di oggi

Sono portato a pensare che il progresso tecnologico tocchi tutti i mondi più o meno allo stesso modo. Di conseguenza, la differenza sostanziale tra il paradiso e l’inferno nei quali finiranno le persone del XXI secolo, si esprimerà non nei termini della sofferenza fisica.
Volete un esempio concreto? Leggete. All’inferno del XXI secolo non avremo la possibilità di saltare l’annuncio dopo n secondi. Mentre al paradiso saremo totalmente liberi dalla pubblicità.
Tutto qui.


La festa globale

Vi sarete sicuramente accorti che giovedì 27 settembre Google ha festeggiato i primi 20 anni di vita. L’azienda è stata fondata il 2 settembre 1998 e il dominio è stato registrato ancora prima: il 15 settembre 1997. Per dei motivi che non mi sono del tutto chiari, però, il compleanno è già stato festeggiato in due date diverse da quelle appena indicate: il 7 e il 27 settembre.
Ma il presente post non è dedicato alle ricerche della cronologia scientificamente esatta. Il vero argomento è la portata dei festeggiamenti. Prima di tutto vediamo il doodle del 27 settembre 2018:

E ora vediamo il logo di uno dei suoi maggiori concorrenti (Yandex.ru aperto il 23 settembre 1997), cambiato per l’occasione nella stessa data:

Questo è l’internet che mi piace.