L’archivio della rubrica «Internet»

Un trucco primitivo

Non so se lo avete già letto: la CNN ha trovato su Facebook tre annunci pubblicitari della FBI mirati a reclutare gli agenti russi. I link di tutti gli annunci portano alla stessa pagina web che contiene un invito alla collaborazione (in inglese e in russo) e i contatti dell’ufficio di Washington della FBI.
I tre annunci su Facebook sono stati pubblicati l’11 settembre 2019 e sono tuttora attivi (si veda il cerchio verde), possono essere visti insieme nella libreria della pubblicità.
Personalmente per me una delle curiosità più grandi non è il fatto stesso di una pubblicità del genere. Lo spionaggio moderno si svolge in una notevole misura anche via l’internet, il Facebook compreso: utilizzandolo bene si possono scoprire delle cose interessantissime sulle organizzazioni, persone e sugli eventi vari. Mi incuriosiscono invece gli errori di russo commessi negli annunci di cui sopra. In sostanza, si tratta degli errori di tre tipi:
1) la sostituzione di alcune lettere con quelle graficamente simili, ma comunque diverse,
2) la mancanza di alcune lettere,
3) una maiuscola inutile nella parola ponte.
Come fanno gli esperti dello spionaggio a utilizzare un trucco così primitivo? Ha la stessa credibilità del «non ho fatto i compiti perché è morto il mio gatto preferito». Infatti, è abbastanza evidente che l’obiettivo degli «errori» sia stato quello di evitare la comparsa degli annunci nella ricerca testuale su Facebook. Minchium, ma esistono altri mille modi per ottenere i medesimi risultati!
Gentili agenti del FBI, ora vi insegno un trucco semplicissimo e noto a tutti gli studenti russi (che fino a qualche anno fa lo utilizzavano per ingannare i programmi di antiplagio). In un testo scritto in cirillico alcuni caratteri hanno la stessa forma di quelli latini (a e o p c). Facendo una semplice sostituzione, non fate comparire gli annunci tra i risultati di ricerca e, allo stesso tempo, evitate di apparire sgrammaticati.

Ah, dimenticavo: in aggiunta, i tre sulla foto dell’annuncio hanno un tipico sorriso falso/formale da americani.


I like dell’Instagram

Il 17 luglio l’Instagram aveva annunciato i test dell’oscuramento del numero totale dei like per ogni foto pubblicata. I test erano stati condotti su alcuni account in Australia, Brasile, Canada, Irlanda, Italia, Giappone e Nuova Zelanda. La settimana scorsa, invece, tale innovazione è diventata definitiva per gli utenti di tutto il mondo. È possibile continuare a mettere i like («mi piace»), ma la loro quantità non viene più indicata: si vede un nome e «altri» anonimi non calcolabili.

Lo stesso vale per le foto proprie:

L’Instagram aveva già a luglio dichiarato: «Vogliamo che i vostri amici si focalizzino sulle foto e sui video che condividete, non sulla quantità dei like ottenuti».
La spiegazione reale è però molto più banale. Il Facebook (proprietario dell’Instagram) guadagna da anni con la pubblicità target ed è totalmente disinteressato alle problematiche degli influencer (utenti popolari) capaci di guadagnare con i propri post pubblicitari. Anzi, non sapendo come «tassare» i guadagni dei propri utenti, il Facebook vorrebbe mantenere il monopolio della pubblicità. Di conseguenza, ha finalmente deciso di ostacolare l’individuazione facile delle persone popolari alle quali le aziende terze possano proporre contratti pubblicitari.
Il 27 settembre la sperimentazione della stessa misura (l’oscuramento della quantità delle reazioni: like e altri) è partita pure su Facebook. Ma per ora solo in Australia.
Insomma, d’ora in poi le persone intenzionate a guadagnare con l’Instagram e il Facebook saranno costrette, periodicamente, a pubblicare manualmente le statistiche dei propri account. Un po’ come i proprietari dei siti tradizionali che non hanno la possibilità di creare l’accesso libero ai dati statistici di Google Analytics.
La consultazione delle statistiche dei propri account è sicuramente un argomento già ben noto alle persone interessate all’argomento. Per tutti gli altri, prima o poi, scriverò una guida completa.
P.S.: cari lettori, non siate tirchi come Mark!


Un indicatore sicuro

La qualità di un sito web può essere valutata in base a molte sue caratteristiche. L’importanza di alcune caratteristiche rispetto alle altre cambia in relazione alla tipologia del sito, ma forse ho finalmente trovato la formula sintetica dell’indicatore di qualità universale.
Se alle informazioni contenute sul sito si accede più facilmente attraverso una ricerca su Google che dalla navigazione sul sito stesso, siamo di fronte a un sito di emme.
E con questa mi candido al Nobel per le scienze internautiche.
Ringrazio il nuovo sito della Università degli Studi di Milano («la Statale») per avere fatto da cavia nel corso delle sperimentazioni.


Testare la velocità dell’internet

Molti dei miei lettori conoscono il sito speedtest.net che permette di misurare la velocità del proprio canale dell’internet. I risultati forniti da questo sito non sono però particolarmente affidabili: esso sceglie da solo a quale server connettersi e può, dunque, decidere di evitare un server che ritiene sovracaricato, connettendosi a qualche server meno potente. Si conseguenza, più misurazioni eseguite una dopo l’altra possono dare dei risultati completamente diversi tra loro.
Per fortuna, esiste un servizio molto più affidabile (e sempre gratuito): nperf.com. Oltre alle misurazioni eseguite con una scelta più intelligente del server (quindi più di qualità), sa eseguire anche più tipologie di test.

Il servizio ha anche le app per l’iOSper l’Android.
Utilizzando l’app, però, conviene scegliere l’opzione «speed test» per non aspettare troppo.


Navigate sereni e non fatevi fregare dal vostro provider dell’internet.


Gli avvisi delle e-mail

Fino a poche settimane fa non ci credevo nemmeno io. E invece no, quelle persone esistono veramente. Vivono tra di noi, lavorano, prendono le decisioni di varia portata…
Insomma, le persone che hanno bisogno di essere avvisate via messaggio (whatsapp, sms etc.) della mail a loro inviata esistono veramente. Non sono tanto in rego Non hanno un buon rapporto con le tecnologie.
Se anche a voi, in giorno, arriva un messaggio del tipo «Ciao, ti ho inviato una mail», avete tutto il diritto di offendervi. Sono sicuro della salute mentale dei miei lettori.


Testare il TON

Comunico, a tutti coloro che non lo sanno ancora, che il Telegram ha pubblicato la versione β del proprio blockchain Telegram Open Network (TON) con tutta la documentazione necessaria.
Ogni sviluppatore ha ora la possibilità di installare un nodo e il rispettivo validatore per accertarsi della velocità e della sicurezza. O solo per vedere come vengono realizzati gli strumenti del genere.
In ogni caso, per l’accordo con gli investitori la rete TON deve essere resa completamente operativa entro il 31 ottobre 2019. Non sprecate il tempo, entrate nella storia come i tester:)


Il gigarama della mostra MAKS 2019

Non so se vi sia mai capitato di sentire del bellissimo sito russo gigarama.ru
Esso è specializzato nella pubblicazione di belle foto ad altissima risoluzione da vari luoghi e/o eventi in giro per il mondo. Per qualche incomprensibile motivo il sito ha una sola versione linguistica (quella russa), ma nella maggior parte dei casi non è un fattore rilevante.
Perché ne scrivo ora? Perché hanno pubblicato una foto gigantesca del Salone internazionale dell’aeronautica e dello spazio di Mosca (MAKS) che quest’anno si è svolto dal 27 agosto al 1 settembre. Tale contenuto potrebbe essere di interesse comune alle persone di più nazionalità.
La foto può essere girata in qualsiasi direzione e ingrandita in qualsiasi punto (si vedano «+» e «–» in basso).

Per gli interessati al concetto delle visualizzazioni proposto da Gigarama metto i link ad alcuni altri esempi:
– Notre-Dame de Paris (16 aprile 2019)
– Damascus Diary (11 dicembre 2017)
– festival delle orchestre militari sulla Piazza Rossa (30 agosto 2017)


L’archivio delle vecchie mappe

Alla fine di luglio avevo trovato un sito interessantissimo che raccoglie le vecchie mappe delle varie città del mondo: retromap.ru
È disponibile anche la versione inglese del sito (si veda la bandiera in alto a destra).
Le città più rappresentate sono quelle russe ed ex-sovietiche, ma sono presenti anche molte altre. Le mappe più vecchie che ho trovato sul sito sono del X secolo.

Purtroppo, la consultazione dei contenuti è un po’ ostacolata dalla navigazione progettata male, ma le persone determinate sapranno affrontarla.


Il traffico acquatico

Tutti sanno come e dove aggiornarsi sul traffico aereo attorno al nostro pianeta.
Non tutti conoscono il sito MarineTraffic che permette di seguire il traffico delle nevi in tempo reale.

Ecco, ora tutti i miei lettori lo conoscono.


Le piccole innovazioni

Aumenta la quantità degli strumenti utili di Google:
1. Ora è possibile lanciare una monetina.
2. È possibile lanciare un dado da 4, 6, 8, 10, 12 e 20 facce.
3. È possibile girare una ruota con dei numeri o un fidget spinner.
4. È possibile regolare un metronomo.
5. Ora esistono la calcolatrice e la tavolozza.
6. C’è pure uno strumento per la regolazione del respiro.

Ora la vostra vita è molto più facile, vero?