Il 22 marzo 1963 – quindi 55 anni fa – è uscito il primo album di studio de The Beatles: «Please Please Me». Tra i brani dell’album sono presenti anche due canzoni di Shirelles, il gruppo preferito di Ringo Starr. Quindi oggi ho pensato di mettere proprio le versioni originali di quelle canzoni.
La prima è «Boys» (dall’album «Tonight’s the Night» del 1961):
Mentre la seconda è «Baby It’s You» (dall’album «Baby It’s You» del 1962):
L’archivio della rubrica «Cultura»
Per molti anni avevo pensato che una delle canzoni più interessanti dei Simply Red fosse la «Money’s Too Tight (To Mention)».
E poi avevo scoperto l’originale: il brano soul de The Valentine Brothers avente lo stesso nome:
Comunque i primi anni dei «Simply Red» meritano un post musicale dedicato solo a essi. Più avanti lo scriverò.
Il 6 marzo Wes Montgomery avrebbe compiuto 95 anni. Per ricordarlo metterei nel post di oggi questi due brani:
«The Big Hurt» (dall’album «Just Walkin’» del 1971)
«Sunny» (sempre dall’album "Just Walkin’» del 1971)
Il film «Loveless» di Andrej Zvjagintsev era stato nominato all’Oscar, ma non l’ha vinto. Questo però non significa che non siaun gran bel film. In più, è un film fortemente consigliato da me (spero che questa ultima affermazione non venga considerata come un difetto).
Ci terrei di comunicare – a tutti coloro che conoscono già il regista – che «Loveless» rappresenta una certa anomalia nella sua filmografia. Infatti, è il suo primo film che lascia una piccola speranza allo spettatore. Si tratta di una speranza misera, ma pur sempre di una speranza.
Vorrei evitare di fare dei spoiler, quindi scrivo così: dopo aver visto il film ho continuato a pensare «ma era lui o non era lui?»
Il regista interrogato si è rifiutato di rispondere.
I Creedence Clearwater Revival, per il loro modo di suonare e cantare, mi hanno sempre fatto l’impressione di un gruppo di amici che hanno iniziato a farlo per gioco e sono diventati famosi per sbaglio. Infatti, nonostante la complessiva simpatia, il loro fenomeno mi rimane poco chiaro.
Ma questo non significa che non abbiano fatto delle canzoni meritevoli di attenzione.
Per il post musicale odierno ho selezionato queste due:
Prima di tutto la «Have You Ever Seen The Rain?» (dall’album «Pendulum» del 1970)
E poi «Gloomy» (dall’album «Creedence Clearwater Revival» del 1968, da ascoltare tutto)
Il gruppo inglese The Shadows è una delle band più anziane ancora in attività (o forse la più anziana?). Con due interruzioni – complessivamente per 14 anni – il gruppo esiste dal 1959 e suona prevalentemente musica stumentale.
Per il post musicale di oggi ho selezeonato due dei brani più noti.
Prima di tutto, «Apache» del 1961:
E poi «F.B.I.», sempre dei primi anni ’60:
Nella puntata odierna della rubrica dedicata alla musica abbiamo il chitarrista polacco Leszek Rojsza.
Non posso scrivere molto per un semplice motivo: non so quasi nulla di egli. So solo che nel 1987 si laureò in geologia, in contemporanea agli studi universitari studiò al Conservatorio di Cracovia, dove si diplomò con la lode nel 1989. Infine, posso aggiungere che è molto bravo; ma questa affermazione è più una valutazione personale.
Spero dunque di avere qualche informazione su Leszek Rojsza dai miei amatissimi lettori: dove è quando è nato, cosa fa nella vita, dove e quando suona, quanti dischi ha registrato, etc.
Io, per puro caso, sono entrato in possesso di un suo CD. Proprio da quell’album («Romantic of Ibero and Latin Guitar» del 1994) ho estratto i due brani inseriti nel post di oggi.
«El ultimo tremolo» (compositore A. B. Mangoré)
«Asturias» (compositore I. Albéniz)
N.B.: entrambi i video sono di produzione mia, quindi non arrabiatevi troppo per la qualità grafica.
Questo palazzo con un balcone è tra i più noti al mondo (anche se non tutti lo hanno visto dal vivo):
Invece questo palazzo in mattoni, situato a poche decine di metri dal primo, è noto quasi quanto un palazzo qualsiasi situato in un punto qualsiasi del nostro pianeta (anche se sarebbe stato abitato da un personaggio noto quanto quello del palazzo precedente):
Il 99,99% delle persone che visitano la città nella quale si trovano i due palazzi va a vedere solo il primo (si osserva un affollamento costante). Il secondo sembra essere totalmente disprezzato dalla umanità (la via è quasi sempre deserta).
Conoscete il perché di questo fenomeno? Io sarei portato a ipotizzare la cosa più ovvia: il primo sarebbe stato abitato da una giovane donna, mentre il secondo da un giovane uomo. Perché debbano ancora essere solo le donne a stare sul balcone e aspettare le folle di ammiratori?
Ma noi non siamo più nel XVI secolo! Dobbiamo abbandonare le abitudini e le tendenze obsolete! Quindi propongo di fare una cosa molto semplice.
Ogni 14 febbraio (o qualche altra data?) bisogna raccogliere più gente possibile, andare a Verona, organizzare una grande adunata sotto la casa di Romeo e boicottare invece quella di Giulietta. Sperando di riuscire, almeno, a pareggiare con il proprio esempio la popolarità delle due abitazioni.
P.S.: ovviamente avete riconosciuto le due abitazioni anche senza il mio suggerimento, vero?
P.P.S.: il fotoracconto sul mio viaggio a Verona sarà scritto e pubblicato non prima della seconda metà di marzo perché per ora sto cercando di gestire un carico eccezionale di lavoro (un lavoro che mi permette, però, di avere un balcone sotto e sopra il quale passare dei bellissimi momenti).
Uno dei brani più noti dei Simple Minds è, probabilmente, «Alive and Kicking» (facente parte dell’album «Once Upon a Time» del 1985). Esso corrisponde, spesso, allo stile spesso associato al gruppo in questione.
Secondo me, però, è ingiustamente trascurato uno degli album migliori della storia del gruppo: «Good News from the Next World» del 1995 (anche se c’è da dire che in quel periodo il gruppo ebbe la forma di un duetto). Dell’album appena citato metterei la canzone «Hypnotized».
Alla prossima.
Dato che, a rare eccezioni, i musicisti (e la musica) greci non sono proprio tra i più noti e seguiti al mondo, questo sabato continuo a pubblicizzare gli esempi meritevoli di attenzione. Nella edizione odierna della mia rubrica musicale c’è Yanni (Yannis Hrysomallis), un musicista e compositore autodidatta.
Da ragazzo Yanni fu uno sportivo promettente ma, per la sua e per la nostra fortuna, si appassionò di musica durante gli studi universitari. Di conseguenza, ha risparmiato la propria salute fisica e intellettuale, facendo allo stesso tempo divertire noi. Ha imparato da solo a suonare il pianoforte e ha inventato – non sapendo leggere le note – un proprio sistema di registrare sulla carta la musica da egli stesso composta. [Conosco un gruppo musicale strumentale, famoso e di qualità, composto da alcuni operai che non sapendo suonare decisero di farlo «così come sentiamo noi la musica». Ma di essi scriverò un’altra volta.]
Prima di tutto, la «Nostalgia» (il video è della esebizione al Royal Albert Hall nel 1995):
E poi «Truth of Touch», suonato il 16 dicembre 2011 a El Morro, in Puerto Rico.
Ringrazio un mio fedele lettore per avermi suggerito di scrivere anche di questo artista.