L’archivio della rubrica «Cultura»

La festa del cinema russo

Poco fa ho scoperto che il 27 agosto si celebra – in Russia – la Giornata del cinema russo. È stata istituita nel 2001 in qualità della festa professionale dei cineasti russi e, allo stesso tempo, della festa degli amatori del cinema russo. Tale festa esistette già ai tempi dell’URSS tra il 1986 e il 1991 e fu fissata per il 27 agosto perché in tale data nel 1919 fu nazionalizzata l’industria cinematografica della Russia sovietica.
Per festeggiare la versione contemporanea della cine-festa potremmo rivedere qualche film russo bello girato dopo il 2001. Facciamo che sia «Tesnota» (2017) del giovane regista Kantemir Balagov. Pianificavo di consigliarvelo prima o poi, ed ecco che è arrivata una buona occasione.
È un film di qualità e mi sembra che lo abbiano anche tradotto in italiano (e pure mostrato nei cinema italiani ad agosto di quest’anno).

Non è certamente una commedia, ma non induce nemmeno di fare un passo oltre la finestra come alcuni film dei miei consigli precedenti.


La musica del sabato

Quel pochissimo che ho sentito della Annie Lennox solista mi è piaciuto molto meno di quel poco che ho sentito nel corso della mia vita degli Eurythmics (dei quali è stata la voce Lennox). Qualche canzone ascoltabile, comunque, ha raggiunto anche le mie orecchie.
Una volta postata la musica del gruppo, non potevo non postare la musica della componente più famosa, vero?
La prima delle due canzoni selezionate per oggi è la «Why» (dall’album «Diva» del 1992):

Mentre la seconda è la «Into the West» (registrata nel 2003 per il film «Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re»):


La musica del sabato

Wolfgang Amadeus Mozart ebbe una vita breve, ma molto «produttiva» dal punto di vista professionale-musicale.
Come posso scegliere solo una sua opera per il post?
Direi, a caso.
Quindi oggi sentiamo il Concerto per violino e orchestra № 1 (KV 207):


Tenetevi anche questa

Un appello alle donne dal lontano 1955:

Volendo potete stamparlo e appenderlo all’ingresso della spiaggia più vicina.
Io non sono un frequentatore delle spiagge, ma sulla base delle mie osservazioni urbane posso ipotizzare che manca poco alla soddisfazione della suddetta richiesta anche per le vie delle nostre città.


La musica del sabato

Esistono i cantanti che sanno cantare (relativamente pochi).
Esistono i cantanti che non sanno cantare ma si ostinano nel tentare di farlo (tantissimi, direi la maggioranza schiacciante).
Esistono i cantanti che non sanno cantare, lo sanno e quindi per non fare una brutta figura semplicemente parlano, cercando di seguire il ritmo della musica (numerosi, ma non tantissimi).
Tra i rappresentanti della terza categoria dei cantanti a volte capitano degli esempi interessanti, meritevoli di attenzione. Il post musicale di oggi è dedicato a uno di loro: Mark Knopfler.
La sua prima canzone selezionata per oggi è la «Silvertown blues» (dall’album «Sailing to Philadelphia» del 2000):

Mentre la seconda è la «What It Is» (dallo stesso album):


Gli emoji pre-digitali

È stato trovato un vero e proprio libro (si potrebbe definirlo monografia) sulle origini «antiche» dell’ASCII Art. Si tratta delle decorazioni fatte con le machine per scrivere, quindi, in molti casi, degli smiles e emoji che i nostri nonni scrivevano sulla carta.

Ripeto il link: https://loriemersondotnet.files.wordpress.com/2014/01/artyping.pdf


Imparare non è mai tardi

La mia ennesima piccola scoperta linguistica è tanto tardiva solamente perché riguarda il lessico e l’argomento a me poco tipici.
Una spia direbbe: «Thanks god!»
Un madrelingua direbbe: «Thank god!»
PS: god doesn’t exist.


La musica del sabato

Johannes Brahms, che ha composto la musica di ogni genere tranne l’opera lirica, ha guadagnato la fama mondiale prevalentemente per le sue sinfonie. L’obiettivo della mia rubrica musicale è però la condivisione della musica che piace a me e non necessariamente quella più famosa. Anche per questo oggi pubblico le due rapsodie di Brahms scritte nel 1879.
La Rapsodia № 1 in si minore, Agitato (suonata da Murray Perahia):

La Rapsodia № 2 in sol minore, Molto passionato, ma non troppo allegro (suonata da Arthur Rubinstein):

A volte non riesco a capire perché Brahms fosse stato tanto criticato da alcuni suoi colleghi famosi (per esempio Chaikovskij), ma essi sono infinitamente più esperti di me, quindi hanno altri criteri di valutazione.


Il logico fallimento

Gli organizzatori del festival «Woodstock 50» si sono arresi: l’evento non si farà perché mancano la location e gli sponsor, mentre alcuni degli artisti più famosi hanno ritirato la propria disponibilità a parteciparvi.
Tale fallimento epocale ci ricorda ancora una volta almeno due cose, abbastanza banali:
È controproducente cercare di ripetere i successi del passato; l’obiettivo minimo è quello di saper adattarsi ai tempi correnti. Solo così si fa qualcosa che resta nella memoria.
Non ha senso pianificare di fare qualcosa di epocale per una data precisa (penso che in molti conoscano o ricordino le magiche frasi «dal prossimo semestre inizio a studiare sul serio», «smetto di fumare da lunedì», «vado a conoscerla dopo le vacanze» etc). Contano l’interesse delle parti e alcune altre circostanze fortunate (cercate delle conferme nella vostra stessa memoria: ne troverete).
Il primo Woodstock illustra benissimo entrambi i principi. Gli organizzatori, stranamente, non sono riusciti a capirlo nemmeno in cinquant’anni.


Gli automobilisti nei film

Una delle stupidità cinematografiche più grandi al mondo è un attore che «guida» senza guardare la strada. Parla con la tipa accanto per cinque minuti e solo una volta, per mezzo secondo (e per sbaglio), da uno sguardo a quello che succede davanti.
Capisco che nei film è tutto relativo, ma così è troppo. A questo punto si potrebbe autorizzare l’attore a staccare le mani dal volante e girarsi verso il/la compagno/a del viaggio come si starebbe al bar. Tanto la macchina viaggia su una piattaforma.