L’archivio della rubrica «Cultura»

La musica del sabato

Il compositore Gaetano Donizetti è meritatamente noto in tutto il mondo per le sue opere (melodrammi). Ne scrisse quasi settanta e una buona parte di esse è ancora apprezzata dal pubblico e dai musicisti. Molto probabilmente, lo studio delle sue doti fu il vero motivo del furto del suo cranio dalla tomba. Purtroppo, però, i risultati di quella ricerca ci restano sconosciuti, quindi ci concentriamo sulla musica.
Considerate la specializzazione del compositore, oggi adotto un metodo un po’ anomalo per la mia rubrica musicale. Inizio con il brano «Il segreto per esser felici» tratto dalla opera «Lucrezia Borgia» (data per la prima volta il 26 dicembre 1833 al Teatro della Scala)…

(Il teatro degli Arcimboldi di Milano, 2011)
… e poi metto l’opera intera per i più interessati:

La sceneggiatura è, in questo caso, un po’ particolare ma a me interessa prevalentemente la musica.


Un interessante risultato collaterale delle mie recenti ricerche su internet è la seguente tabella per il controllo della vista (San Francisco, anno 1907):

La prima cosa che da all’occhio (che battuta, ahahaha) è la pluralità delle lingue previste: le lettere latine tradizionali, il gotico usato all’epoca dai tedeschi, il giapponese, il cinese, il cirillico e l’ebraico.
Ho saltato la colonna centrale? Infatti. Ma è proprio quella che trovo molto più interessante del «multiculturalismo» spiccante. Perché costituisce uno di quei piccoli e banali dettagli della vita quotidiana dell’epoca, che quasi la totalità degli appassionati di storia non immagina nemmeno di dover accertare. Perché spesso il nostro livello culturale ci impedisce di immaginare le tipiche, diffusissime problematiche del passato.


La musica del sabato

Per un periodo relativamente lungo della mia vita, ormai concluso (pare), molte persone mi hanno chiesto se io fossi un amante del metal in generale e dei Metallica in particolare. Il motivo della domanda è stato quasi sempre lo stesso: «Assomigli tantissimo a James Hetfield». Addirittura, il mio esame universitario di diritto privato era iniziato con una bella risata del professore: «Ma Lei sa che assomiglia a … ?»
Per una serie di motivi, alcuni dei quali potreste immaginare anche da voi, non sono mai stato felicissimo della presunta somiglianza. Ma non avevo nemmeno dei motivi seri per ribellarmi.
Passando alla tematica strettamente musicale, direi prima di tutto che l’unica canzone dei Metallica che mi è sempre piaciuta sembra poco metallara: è la «Nothing Else Matters».

Durante il periodo relativamente breve della mia passione verso la musica pesante preferivo il hard rock, quindi la musica dei Metallica nel suo complesso mi è rimasta poco nota. In qualità del secondo video metterei la canzone «I Disappear» (utilizzata nel film «Mission Impossible 2»):

Ah, domani il gruppo – secondo la sua storia ufficiale – compie 38 anni. Auguri!


A chi serve un buon lavoro?

So che pochissimi lettori di questo post hanno i requisiti per candidarsi, ma vi racconto comunque di una curiosa offerta di lavoro.
Una ricca famiglia russa sta cercando un maggiordomo in stile Jeeves ed è disposta a pagarlo il triplo del Buckingham Palace: da quattro a sei mila euro al mese.
La «fregatura» sta nelle richieste al candidato: bisogna essere residente a Londra, essere pronti a lavorare in UK, Francia, Italia e Russia, conoscere almeno l’inglese, il francese e il russo, conoscere e apprezzare la serie televisiva britannica «Jeevse and Wooster» (molto bella, ma i libri di Wodehouse sono ancora meglio – nota mia) per sapere cosa si aspetta il cliente, intendersi delle tecnologie e dei film. L’abilità nei rapporti con i bambini è stata messa al penultimo posto: subito prima dei segni zodiacali (mah…).
Guardate pure la lista completa delle richieste e pensateci su. Il vero Jeeves sarebbe riuscito a ottenere il posto anche partendo da un punto di formale svantaggio.
I candidati (auto)scartati possono darsi alla lettura dei romanzi di Pelham Grenville Wodehouse (spero) o alla visione della serie televisiva citata, arricchendo dunque il proprio bagaglio culturale. Un posto di lavoro non ottenuto non è sempre una perdita.


La musica del sabato

Il compositore austriaco Franz Schubert ebbe una vita breve (morì a 31 anni) e una carriera musicale intensa (iniziò a comporre musica solo a 13 e, nonostante ciò, solo le sue composizioni vocali sono circa seicento). Anche per questo motivo è stato considerato, nonostante l’altissima qualità delle sue opere, un giovane promettente morto prematuramente. Tra una grandissima varietà stilistica delle sue opere, per il post di oggi ho scelto la «Grande» Sinfonia n. 9 in Do maggiore. In questo caso specifico è suonata dalla Orchestra filarmonica di Vienna diretta da John Eliot Gardiner.


La musica del sabato

È veramente strano che Chuck Berry non sia mai comparso nella mia rubrica musicale. Oggi provvedo a correggere questo errore e posto due brani dal suo secondo album, il «One Dozen Berrys» del 1958.
Il primo brano è il super hit dell’epoca «Sweet Little Sixteen»:

E poi metterei il brano strumentale «Blue Feeling»:


La musica del sabato

Qualche settimana fa ho fatto una scoperta in materia dei video musicali personalmente per me quasi scioccante. Ho scoperto che il video della canzone «My Favorite Game», il quale ricordavo dai tempi di adolescenza, inizia e finisce con le scene che in televisione sono sempre state inspiegabilmente tagliate. Ma quelle scene influiscono sensibilmente sul senso del video:

[in effetti, mi ero sempre chiesto come facesse ad andare avanti con la macchina anche allontanandosi dai comandi].
A questo punto, in qualità della seconda canzone dei Cardigans metterei la «Carnival» (scelta a caso) dall’album «Life» del 1995.

A volte i ricordi giovanili diventano, per qualche strano motivo, più importanti della musica.


La musica del sabato

Perché non ho mai pubblicato, nella mia rubrica musicale, qualcosa di Petr Tchaikovsky, uno dei compositori russi più noti? Non saprei. Ma oggi recupero.
La Sinfonia n. 6 in Si minore è l’ultima sinfonia scritta da Tchaikovsky. Finita ad aprile del 1893, due mesi prima della morte dell’autore, è stata da egli stesso chiamata Patetica perché contrappone gli argomenti della vita e della morte.
In questo caso specifico è suonata dalla orchestra del teatro Mariinsky (San Pietroburgo) diretta da Valery Gergiev.


Le mie scoperte: tsundoku

Qualche giorno fa ho scoperto una bella parola giapponese: tsundoku. Essa indica i libri che una persona compra ma poi non legge nemmeno una volta.
E quindi mi sono chiesto: nelle lingue occidentali esistono delle parole di questo tipo? Non è necessario che si riferiscano ai libri. Per esempio: come definire le app «belle e potenzialmente utili» che una persona scarica ma poi non utilizza? Oppure i nuovi social networks sui quali ci si registra senza poi collegarsi nemmeno una volta?
Insomma, si può ipotizzare e definire con un termine specifico tantissime situazioni.
P.S.: i libri digitali conservati sul mio computer (ma poi li leggo con il Kindle) sono organizzati in una serie di cartelle: alcune sono chiamate con i nomi degli autori, alcune altre con il nome dell’argomento o della tematica. La cartella con il nome «Nessuno li ha letti» contiene alcuni grandi classici dei quali tutti parlano senza, appunto, averli letti (per esempio, «Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni» di Adam Smith).
Ora so come rinominare quella cartella. Anche se ho letto i libri in essa contenuti.


La musica del sabato

Alla maggioranza delle persone, secondo le mie osservazioni, Sting è ben noto, ma solo grazie alle sue canzoni pubblicate tra la metà degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Uno degli esempi migliori è la «Englishman in New York» (dall’album «… Nothing Like a Sun» del 1987):

Nonostante i naturali mutamenti dovuti all’età (non solo quella di Sting), penso che a volte riesca ancora a produrre qualcosa di interessante. Tra le canzoni meno vecchie potrei scegliere, per esempio, la «I Love Her But She Loves Someone Else» (dall’album «The Last Ship» del 2013):