L’archivio della rubrica «Cultura»

Le memorie di un militare perfetto

Non mi ricordo più bene chi mi abbia consigliato il libro del generale tedesco Fridolin von Senger und Etterlin «Neither fear nor hope», ma non importa. L’importante è che oggi io posso consigliare a voi questa opera impressionante, al confine dell’incredibile. Si tratta della descrizione di alcuni singoli momenti della Seconda guerra mondiale, raccontata da uno dei loro diretti e attivi partecipanti come se quei momenti fossero un banale gioco di ruolo o una partita sportiva. Momenti raccontati nei loro aspetti puramente tecnici con quasi lo 0% delle emozioni: se non ci fossero alcune – non particolarmente frequenti – considerazioni critiche nei confronti di Adolf Hitler (non posso valutare quanto siano sincere), si potrebbe addirittura pensare che si tratti di una raccolta di rapporti scritti trasformati in un libro di divulgazione storica. Solo gli ultimi capoversi di tutto il libro appaiono, a grande sorpresa, più tipici per un romanzo di avventura che per una raccolta di memorie rigorose: pare che l’ex alto ufficiale, essendo indubbiamente una persona altamente istruita e dotata di un certo stile, segnali in tal modo la trasformazione – almeno sulla carta – di un militare in un civile.
Insomma, è uno dei libri di storia più insoliti che io abbia mai letto.

Dal punto di vista dei contenuti, non so quale parte vi possa interessare di più (anche se non penso che si possa distinguere tra quelle più e meno importanti). Nel libro si parla dell’inizio della invasione della Francia, di alcune operazione nell’URSS, nel Nord d’Italia e in Sicilia, dei lunghi combattimenti nella zona di Montecassino e, infine, della prigionia nei campi americani e britannici. Considerata la mia «specializzazione», metterei in evidenza una osservazione di von Senger poco ovvia per molti nostri contemporanei sulla guerra in Russia.
Più o meno tutti si ricordano, fin dai tempi scolastici, del famigerato Generale Inverno che avrebbe aiutato a sconfiggere tutti gli invasori della Russia. Fridolin von Senger und Etterlin aggiunge, da parte sua, che nell’esercito sovietico era presente anche il Generale Buio:

In relazione alle difficoltà di adattamento delle truppe alle condizioni locali, ho spesso ricordato una situazione analoga. Un soldato occidentale è in svantaggio rispetto alla sua controparte russa perché è meno preparato all’oscurità. Quando dovevamo operare di notte, accendevamo le luci. Mentre i russi fanno ancora la maggior parte delle loro operazioni notturne al buio: le riparazioni, i rifornimenti di carburante e le lunghe marce durante le lunghe notti invernali. La notte per loro è una copertura segreta e un alleato, ma per un occidentale è un nemico e un’ulteriore fonte di paura in battaglia.
[pezzo tratto dal Capitolo 5, traduzione mia]

Direi che consiglio questo libro a tutti gli amanti veri della storia che hanno la disponibilità mentale ad ascoltare anche la voce della parte opposta. Volendo, potete provare a cercare l’edizione italiana: so che il libro è stato tradotto (il titolo italiano dovrebbe essere «Combattere senza paura e senza speranza», se ho capito bene). In inglese, comunque, si trova senza grossi problemi.


La musica del sabato

Il compositore italiano Umberto Giordano, uno di più noti rappresentanti del verismo musicale, è conosciuto prevalentemente per le sue opere liriche. Ma non esiste alcuna legge che ci obblighi ad ascoltare solo le cose più famose, quindi ho pensato di pubblicare qualche composizione di Giordano meno ovvia… Per esempio, qualche sua composizione per il pianoforte.
Inizierei da questo valzer per pianoforte scritto nel 1907 (e suonato in questo caso da Riccardo Caramella):

E poi la composizione per il pianoforte: «Nel deserto» (suonata sempre da Riccardo Caramella):

Come al solito, spero che i due piccoli esempi riportati spingano a studiare meglio l’eredità musicale lasciataci dall’autore.


La musica del sabato

Ad aprile mi era già capitato di pubblicare un post musicale dedicato agli Scorpions. In quella occasione mi ero però limitato, intenzionalmente, alla stilistica più tipica al gruppo. Oggi, invece, mantengo la promessa e pubblico due delle relativamente numerose ballate rock degli Scorpions (stranamente, esistono delle persone che conoscono solo questo lato secondario del gruppo).
Inizierei con quella più famosa, la «Still Loving You» (dall’album «Love at First Sting» del 1984):

E poi metto la «When The Smoke Is Going Down» (dall’album «Blackout» del 1982):

Come avrete notato, ho evitato una delle più famose. L’ho fatto perché in realtà non tutti – tra i lettori italiani – possono capire certi riferimenti storici e geografici contenuti nel testo. Forse un giorno ne scriverò uno specifico post dedicato.


Tarantino è diventato uno scrittore

Dicono che il libro di Quentin Tarantino «Once Upon a Time in Hollywood» sia per niente peggio del quasi omonimo film. Infatti, il regista-scrittore non ha banalmente trasportato la storia dal film sulla carta (sarebbe stata una missione persa già in partenza), ma l’ha ampliata con molti elementi aggiuntivi. E, soprattutto, l’ha raccontata in un modo puramente letterario, come un vero romanzo. Senza, per fortuna, perdere il messaggio principale del film.
Insomma, chi ha già letto il libro dice che sia realmente bello.

Ma io, personalmente, non intendo di leggerlo nei prossimi anni: aspetto di dimenticare un po’ il film (o, almeno, l’impressione — positiva! — che mi ha fatto al momento della visione) per ritornare alla storia con una mente più libera. Libera dagli inevitabili confronti tra il libro e il film.
Però non potevo non condividere con voi una informazione tanto preziosa: Quentin Tarantino si è meritato la nostra attenzione.


La musica del sabato

Il compositore russo Nikolai Amani (1972–1904) ebbe una vita relativamente breve e segnata da alcuni seri problemi di salute, la tubercolosi prima di tutto. Inoltre, iniziò a comporre seriamente non prestissimo: solo alla fine dell’800. Di conseguenza, non ci lasciò tante composizioni proprie. Ma fu comunque un compositore interessante, meritevole di attenzione (bisogna anche ricordare che è stato uno degli allievi di Nikolai Rimskij-Korsakov).
Oggi posto queste composizioni di Amani suonate da Phillip Sear:
Prima di tutto la Pièce Élégie (Op. 7).

E poi i tre Preludi (Op. 8).

Nel 1901 Nikolai Amani registrò tre sue pièce per pianoforte a Milano, alla «Ricordi». Dovrei provare a cercare le tracce di quelle registrazioni…


La musica del sabato

Ho saputo della musicista statunitense Samantha Fish dopo avere visto, quasi per caso, la sua partecipazione a un concerto con delle canzoni in stile blues. Il fatto in sé mi ha incuriosito: nella mia concezione del mondo una blueswomen è un fenomeno abbastanza raro. O, almeno, è relativamente poco frequente. Ho dunque provato ad ascoltare un po’ della musica della Fish…
Ho scoperto che il blues non è l’unico genere suonato da Samantha Fish: spesso dimostra anche delle evidenti tendenze al rock e ad alcune correnti meno note di quest’ultimo. La qualità della musica è in ogni caso spesso a un buon livello, quindi può essere pubblicizzata anche in questa sede. Data la discontinuità stilistica, non tento però di selezionare qualcosa di più rappresentativo e scelgo quasi a caso.
Inizierei con qualcosa del periodo iniziale. Per esempio, con la canzone «Money To Burn» (dall’album «Runaway» del 2011):

E poi metto la «Blood In The Water» (dall’album «Belle Of The West» del 2017):

Ok, ora nella mia collezione personale degli autori da studiare meglio c’è un nome in più.


La libreria mobile

Qualcuno dei presenti pensava di avere lasciato nel lontano (e per qualcuno pure terribile) passato anche il solo nome del Libraccio? Allora sarà il Libraccio a venire da voi a ricordare della propria esistenza, ahahaha… E, comunque, la maggioranza degli ex scolari cresciuti prima poi dovrà tornarci per sentire altri tipi di dolori.

In realtà, la scelta della nota catena di vendita dei libri di testo mi sembra più che ovvia in questi tempi particolari. Meno male che gli amministratori sono riusciti a inventare (o copiare da altre attività commerciali) questa mossa poco originale. Oppure, originale per una libreria vera.

P.S.: mi ricordo bene come, oltre dieci anni fa, durante la guerra non dichiarata tra due librerie universitarie una di queste ultime finì allagata con tutta la merce nel magazzino (mentre l’altra, «per un miracolo divino», ebbe in quel momento il magazzino completamente vuoto). E allora io e un mio amico… Ah, no, nonostante tutto non mi conviene raccontare certe cose…


La musica del sabato

Il compositore polacco Krzysztof Penderecki è stato un fenomeno abbastanza raro nella musica classica contemporanea: nonostante la sua tenza più o meno costante a sperimentare qualcosa di nuovo (per esempio, nell’avanguardia musicale), la musica di Penderecki è sempre rimasta facilmente e piacevolmente ascoltabile anche per il largo pubblico. Probabilmente, un giorno pubblicherò qualche sua composizione più innovativa. Oggi, invece, dedicherei il mio post musicale a quelle più famose.
Quindi inizio con la «Trenodia per le vittime di Hiroshima» (scritta nel 1960), il cui nome è stato in realtà assegnatole solo dopo la fine della composizione:

E poi metterei il «Requiem polacco», le diverse parti del quale sono state scritte tra il 1980 e il 2005:

Direi che è almeno da mettere nella lista delle cose da ascoltare…


La musica del sabato

«Help!», una delle canzoni più note de The Beatles, è stata pubblicata per la prima volta il 19 luglio del 1965 negli USA e il 23 luglio 1965 in UK. John Lennon avrebbe scritto il suo testo per dare uno sfogo allo stress accumulato «per colpa» di una crescita troppo veloce della popolarità del gruppo.

Come tutte le canzoni famose, anche la «Help!» è stata successivamente interpretata da diversi gruppi e artisti. Per esempio, è particolarmente strano sentirla nella interpretazione dei Deep Purple (che l’hanno inclusa nell’album «Shades of Deep Purple» del 1968). Rispetto all’originale, questa versione della canzone è più lenta. E solo nella seconda metà si riconoscono veramente i Deep Purple.

Tra le altre versioni più o meno anomale della «Help!» io sceglierei quella strumentale in stele jazz della orchestra di Count Basie (inclusa nell’album «Basie’s Beatle Bag»). Bella, anche se per molti poco abituale…

E poi esistono tante altre versioni che sarete capaci, volendo, di trovare anche da soli.


La musica del sabato

Il compositore tedesco Georg Böhm è entrato nella storia culturale mondiale per almeno due motivi: in parte perché è stato uno dei maestri più importanti di Johann Sebastian Bach (esercitando anche una grande influenza sulla attività giovanile di quest’ultimo) e in parte perché è per il suo contributo allo sviluppo della forma della partita corale. Inoltre, la musica di Böhm è interessante perché scritta in uno «stile fantastico», cioè uno stile basato sull’improvvisazione.
Oggi cercherei quindi selezionare qualcosa che possa illustrare le principali caratteristiche del compositore. Böhm è noto per le sue composizioni per l’organo e il clavicembalo (principalmente preludi, fughe e partiture), ma molte delle sue opere possono essere suonate su diversi strumenti alternativi, a seconda di ciò che il musicista-esecutore ha a disposizione. Di conseguenza, è molto probabile che qualcuna delle musiche di oggi vi possa sembrare nota, ma interpretata in un modo poco abituale.
Inizierei con questo preludio e fuga in do maggiore:

E poi metterei il preludio corale «Nun bitten wir den heilgen Geist»:

Ci voleva un po’ di allegria del ’600, vero?