L’archivio della rubrica «Cultura»

La musica del sabato

«Help!», una delle canzoni più note de The Beatles, è stata pubblicata per la prima volta il 19 luglio del 1965 negli USA e il 23 luglio 1965 in UK. John Lennon avrebbe scritto il suo testo per dare uno sfogo allo stress accumulato «per colpa» di una crescita troppo veloce della popolarità del gruppo.

Come tutte le canzoni famose, anche la «Help!» è stata successivamente interpretata da diversi gruppi e artisti. Per esempio, è particolarmente strano sentirla nella interpretazione dei Deep Purple (che l’hanno inclusa nell’album «Shades of Deep Purple» del 1968). Rispetto all’originale, questa versione della canzone è più lenta. E solo nella seconda metà si riconoscono veramente i Deep Purple.

Tra le altre versioni più o meno anomale della «Help!» io sceglierei quella strumentale in stele jazz della orchestra di Count Basie (inclusa nell’album «Basie’s Beatle Bag»). Bella, anche se per molti poco abituale…

E poi esistono tante altre versioni che sarete capaci, volendo, di trovare anche da soli.


La musica del sabato

Il compositore tedesco Georg Böhm è entrato nella storia culturale mondiale per almeno due motivi: in parte perché è stato uno dei maestri più importanti di Johann Sebastian Bach (esercitando anche una grande influenza sulla attività giovanile di quest’ultimo) e in parte perché è per il suo contributo allo sviluppo della forma della partita corale. Inoltre, la musica di Böhm è interessante perché scritta in uno «stile fantastico», cioè uno stile basato sull’improvvisazione.
Oggi cercherei quindi selezionare qualcosa che possa illustrare le principali caratteristiche del compositore. Böhm è noto per le sue composizioni per l’organo e il clavicembalo (principalmente preludi, fughe e partiture), ma molte delle sue opere possono essere suonate su diversi strumenti alternativi, a seconda di ciò che il musicista-esecutore ha a disposizione. Di conseguenza, è molto probabile che qualcuna delle musiche di oggi vi possa sembrare nota, ma interpretata in un modo poco abituale.
Inizierei con questo preludio e fuga in do maggiore:

E poi metterei il preludio corale «Nun bitten wir den heilgen Geist»:

Ci voleva un po’ di allegria del ’600, vero?


Petr Mamonov

Il musicista e attore russo Petr Mamonov è già stato protagonista di alcuni miei post italiani. In più, so di certo che alcuni dei miei lettori lo hanno in almeno due film. Di conseguenza, non posso non scrivere che, purtroppo, ieri Petr Mamonov è morto in un ospedale moscovita a causa del Covid-19. Aveva 70 anni.

Per me, personalmente, è una grande perdita anche perché Mamonov è stato tra le sole tre persone che mi hanno insegnato ad ascoltare e capire la musica. Egli, in particolare, lo aveva fatto attraverso il suo programma radiofonico settimanale, dove faceva ascoltare la buona musica di ogni genere e corrente. Quindi lo ringrazio anche per la capacità trasmessami di cercare il bello praticamente ovunque. E io cercherò di trasmettere questa capacità agli altri.
O, forse, ho già iniziato tempo fa?


Un libro rientrato

È una storia abbastanza curiosa: qualche tempo nella biblioteca della cattedrale di Sheffield è stato restituito un libro preso in prestito nel relativamente lontano 1709… Esatto: ben 312 anni fa. Per il solo dovere di cronaca aggiungo che si tratta di una ristampa de «The Faith and Practice of a Church of England Man» del 1704.
Ma il punto più interessante è un altro. Il vice priore della cattedrale (felicissimo per il ritrovamento del libro) si è messo a ipotizzare — per scherzo! — l’entità della multa da infliggere agli eredi del lettore ritardatario. Ebbene, dovrebbe utilizzare il sistema adottato nelle biblioteche italiane (almeno quelle che conosco io): sanzionare il ritardatario con due giorni della interdizione al prestito per ogni giorno di ritardo.
Ehm, forse i giorni di blocco sono più di due… non mi ricordo… non mi è mai capitato di consegnare con un ritardo sufficientemente grave… Spero di avere presto delle informazioni precise dai bibliotecari di mia conoscenza.
In ogni caso, la risposta «italiana» al suddetto grave ritardo sarebbe l’unica realmente simmetrica e allo stesso tempo sufficientemente divertente. Scrivo subito una mail, ahahaha

P.S.: in quanti hanno pensato che si sarebbero tenuti il libro?


La musica del sabato

Prima o poi in molti potrebbero chiedersi: Michele Novaro ci ha lasciato – da compositore – qualche musica importante oltre a quella dell’inno italiano? A me sembra di no…
Ma possiamo comunque provare ad ascoltare qualche altra sua composizione.
Per esempio, la gran polka nazionale «Roma e Venezia» (una composizione per il pianoforte non tanto originale, ma ascoltabile):

E poi possiamo provare qualche composizione per l’orchestra con una voce. Per esempio, «La livornese» (testo di Francesco dall’Ongaro)

Non so quale percentuale dei lettori abbia appreso delle conoscenze totalmente nuove da questo post, ahahaha


Il film “Nobody”

Oggi anche nei cinema italiani esce il film «Io sono nessuno» (titolo originale «Nobody»), girato dal regista russo Ilya Naishuller su invito dello studio americano 87North. Io l’ho già visto qualche settimana fa, quindi ora ho la possibilità di scrivere qualche commento per le persone potenzialmente interessate.
Non essendo un grande esperto dei film d’azione, non posso dire con certezza se sia una parodia («John Wick»?), un film d’azione comico nel senso puro o, in forza al genere scelto, solo un esempio del trash cinematografico. Lo potrete determinare voi. Io, invece, devo constatare che nel film è presente una buona quantità di riferimenti al mondo criminale russo che uno spettatore occidentale non saprebbe interpretare correttamente (e in alcuni casi nemmeno notare).
Nel post odierno evidenzierei tre aspetti.

1. Il locale preferito dall’antagonista (e dai suoi «colleghi») si chiama «Malina». Non è un caso. Nel gergo dei ladri professionali russi – da oltre un secolo – la parola malina (l’accento si mette sulla i; la parola si traduce letteralmente come lampone) indica un bordello, un luogo segreto dove si riuniscono gli elementi criminali (non necessariamente della stessa «banda») e dove spesso vengono temporaneamente nascosti i beni rubati. Secondo una delle leggende metropolitane la parola malina utilizzata nel senso appena descritto provenga dalla parola ebraica malon, che significa hotel.
2. La musica preferita dell’antagonista (diciamo pure che è interpretato dal grande Alexei Serebryakov) è dello stile particolarmente popolare – tra le persone di una certa categoria – nell’URSS tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Da questo dettaglio, combinato al fatto che il film sia ambientato nei giorni nostri, possiamo dedurre che il personaggio appartenga alla cosiddetta «mafia russa» (entità quasi mitologica), formata dagli esponenti dell’ultima ondata di immigrazione dall’URSS.
3. La parola obtshak – sempre nello stesso gergo dei ladri russi – indica una specie del fondo per l’assistenza reciproca all’interno di una grande porzione della comunità criminale. Esistono due tipi dell’obtshak: in carcere e fuori dal carcere. Ogni ladro può partecipare anche a entrambi tipi. In base alla «legge dei ladri», i contributi all’obtshak devono essere volontari, anche se sulla pratica questo requisito non è sempre rispettato da chi ama i rapporti particolarmente rischiosi con i «colleghi». L’obtshak viene affidato a un leader criminale autorevole che gode della fiducia di tutti gli altri ladri (e viene definito «ladro di diritto» o «supervisore»). Le violazioni delle regole per la raccolta, la conservazione e l’uso dell’obtshak sono severamente punite.
Bene, ora siete un po’ più preparati alla visione del film.


La musica del sabato

In molte cuffie funzionanti in giro per il mondo capita, più o meno frequentemente, la musica che potrebbe essere definita poco tipica per il proprietario. Nelle mie cuffie, per esempio, un giorno è capitato il primo album di Jamey Johnson. Ho pensato che a questo punto potrebbe essere sfruttato per la rubrica musicale del sabato.
La prima canzone selezionata è «The Dollar» (dall’album «The Dollar» del 2006, appunto):

Mentre la seconda canzone è "Ray Ray’s Juke Joint (sempre dallo stesso album):

Forse un giorno darò una possibilità anche agli altri album di Jamey Johnson, ma non so ancora se e quando…


Sono quasi dispiaciuto per avere saputo del libro «Prisoners’ Inventions» solo ora e non sedici mesi fa. Avrei potuto provare – grazie anche ai disegni riportati – a «ripeterlo a casa» almeno in una minima parte…

Ma è interessante non solo dal punto di vista tecnico. È interessante anche vedere quali sono gli oggetti realmente importanti per i detenuti californiani; come sono capaci le persone a organizzare una vita normale (almeno dal loro punto di vista) anche nelle condizioni di vita più anomale.


Non si smette mai di imparare

Seriously? Si può dire «18 PM»?! Allora avvisatemi quando scattano le «18 AM»…

Non c’è un limite a… alla fantasia degli umani…


La musica del sabato

Dalle temperature non si direbbe, ma l’estate inizia solo dopodomani (almeno, secondo gli amanti di una delle due formalità esistenti). Meno male che a noi interessa sempre lo stato reale delle cose. Proclamo dunque l’estate iniziata già da tempo e scrivo il post musicale seguendo la logica già applicata all’inizio della primavera.
Oggi ascoltiamo le composizioni «estive» di Pyotr Ilyich Tchaikovsky scritte per il suo ciclo per il pianoforte «Le stagioni» (del 1876).
«Giugno. La barcarola»:

«Luglio. La canzone del falciatore»:

«Agosto. La raccolta»:

Gli interessati conoscono (o sono capaci a trovare) le altre nove parti…