L’archivio della rubrica «Cultura»

La musica del sabato

Il chitarrista/cantante Leslie West (è uno pseudonimo, in realtà si chiama Leslie Weinstein) viene spesso elencato tra i musicisti che hanno influenzato, negli anni ’70, l’affermazione negli USA del hard-rock e del heavy metal. Questa definizione non deve però ingannarvi: lo stile musicale prevalente di Leslie West è sempre stato in qualche modo tendente al cosiddetto hard blues-rock.
La notorietà iniziale – ma non vorrei dire «principale» – di Leslie West è dovuta alla sua partecipazione al gruppo Mountain, ma oggi vorrei dedicare un post musicale a una parte della sua carriera da solista.
Il primo brano selezionato per oggi è «Sea of Fire» (dall’album «Alligator» del 1989):

Mentre in qualità del «side B» metterei il brano strumentale «All of Me» (sempre dallo stesso album):

Seguirà la continuazione…
P.S.: ieri Leslie West avrebbe compiuto 76 anni.


La musica del sabato

Scrivendo del compositore Nikolai Amani avevo pensato: perché non pubblico da così tanto tempo qualcosa di uno dei suoi maestri, Nikolai Rimskij-Korsakov? Solo una volta avevo postato la sua suite sinfonica «Shahrazād» diretta da Valerij Gergiev. Eppure, Rimskij-Korsakov è uno dei miei compositori preferiti.
È arrivato il momento di correggersi. Oggi vi propongo il quadro sinfonico «Sadkò» (del 1867), una delle prime composizioni orchestrali di Rimskij-Korsakov. L’idea di questo quadro sinfonico appartiene al critico musicale V. V. Stasov, il quale la propose in precedenza ad alcuni altri compositori, senza però riuscire a farli interessare.
Sadkò è il nome di un personaggio leggendario russo – sarebbe stato un commerciante e musicista del XII secolo – imprigionato dal fiabesco proprietario del lago nel suo regno subacqueo e liberatosi grazie all’aiuto di San Nikolai. Tra gli altri elementi musicali, nel suddetto quadro sinfonico sono presenti anche le melodie che intonano il suono di gusli, lo strumento musicale di Sadkò.

Venticinque anni più tardi Nikolai Rimskij-Korsakov utilizzò parzialmente le idee musicali di «Sadkò» per comporre la propria opera lirica chiamata sempre con lo stesso nome: «Sadkò».


Qualche tempo fa ho scoperto un interessante termine giapponese: kuchisabishii. Esso si riferisce alla situazione in cui una persona «non ha fame, ma mangia perché la sua bocca si sente sola».
Effettivamente, esistono delle persone che «visitano» il frigo più volte al giorno solo perché non hanno niente di interessante da fare. E, al contrario, si dimenticano di mangiare quando sono impegnati in qualche impresa di alta importanza.
(Al posto di persone potete mettere, se preferite, situazioni).

P.S.: quale augurio si potrebbe fare in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione? Per esempio, posso augurare a tutti di avere sempre qualcosa da fare: in tal modo avrete qualcosa da mangiare e, allo stesso tempo, non cercherete di riempire il vuoto con il cibo superfluo.


La musica del sabato

Gregg Allman è prevalentemente noto come membro del gruppo The Allman Brothers Band (fondato con il fratello Duane), dove ha ricoperto il ruolo del cantante e del tastierista. Il gruppo aveva ottenuto un buon successo e lo stesso può essere detto anche di Gregg Allman da solista. In questo ultimo caso, in particolare, la musica di Gregg sembra essere di una stilistica più universalmente apprezzata – rispetto al gruppo – senza spesso perdere molto di qualità.
Ma, avendo riflettuto per un po’ di tempo sull’argomento, ho pensato di «far debuttare» Gregg Allman nella mia rubrica musicale proprio con delle canzoni stilisticamente potenzialmente più popolari.
Per esempio, la canzone di Gregg Allman solista più riuscita dal punto di vista commerciale è la «I’m No Angel» (dall’album «I’m No Angel» del 1987):

Dallo stesso album potrei selezionare la canzone «Evidence of Love» che spiega, secondo me, il successo commerciale del disco intero:

In ogni caso, penso di poter ancora tornare in futuro alla musica di Gregg Allman.


La musica del sabato

Come probabilmente sapete, la settimana scorsa in Germania si sono tenute le elezioni politiche. Indipendentemente dal loro risultato definitivo e dagli accordi successivi tra i partiti, sapevamo già da tempo che Angela Merkel non avrebbe continuato a fare la cancelliera dopo la formazione di un nuovo governo (anche se tecnicamente avrebbe potuto continuare). Vi state chiedendo come c’entra tutto questo con un post musicale? Ma è elementare!
Qualcuno dei presenti potrebbe anche sapere che il soprannome popolare di Angela Merkel è Mutter (madre in tedesco), quindi ho pensato di rendere onore ai quasi sedici anni di servizio della Mutter Angela con una canzone di un noto gruppo tedesco che si chiama proprio così…
Oggi propongo la canzone «Mutter» dei Rammstein (è contenuta nell’album «Mutter» del 2001):

In qualità della tradizionale seconda canzone del post musicale metterei la «Feuer Frei!» dallo stesso album. Non so come collegarla con gli eventi attuali: provate a farlo voi.

E poi non so se mi sarebbe mai capitata una occasione più opportuna per postare qualcosa dei Rammstein…


La musica del sabato

Formalmente l’autunno è già iniziato? Da quando siamo a settembre, per me è iniziato automaticamente. Di conseguenza, per la scelta della musica del sabato applico la stessa logica dell’estate e della primavera.
Oggi ascoltiamo le composizioni «autunnali» di Pyotr Ilyich Tchaikovsky scritte per il suo ciclo per il pianoforte «Le stagioni» (del 1876):
«Settembre. La caccia»:

«Ottobre. La canzone autunnale»:

«Novembre. Con la troika»:

Gli interessati conoscono (o sono capaci a trovare) le altre nove parti…


La musica del sabato

Il 12 agosto 1991 era uscito il cosiddetto «The Black Album» dei Metallica. Il vero nome ufficiale dell’album è semplicemente «Metallica», ma la copertina totalmente nera ha determinato il nome popolare del disco. Si tratta dell’album di maggiore successo commerciale del gruppo.
In occasione del trentesimo anniversario dell’album, i Metallica hanno pubblicato una raccolta delle cover delle canzoni contenutevi. Tale raccolta si chiama «The Metallica Blacklist» e contiene 53 brani interpretati da diversi gruppi e cantanti singoli. Ogni brano dell’album originale è rappresentato almeno una volta nella raccolta delle cover…
Come potete facilmente immaginare, la canzone dei Metallica più cantata anche dagli altri artisti è la «Nothing Else Matters». Dalla raccolta «The Metallica Blacklist» ho scelto l’interpretazione di Dave Gahan (quello dei Depeche Mode):

Ma in realtà una cosa molto più interessante è la versione della «The Struggle Within» suonata dai Rodrigo y Gabriela:

I Metallica hanno promesso di destinare tutti i ricavi delle vendite della raccolta alla beneficenza.


Le persone sulle monete

Questa estate, mentre mettevo in ordine alcune mie collezioni, avevo rivisto due dei miei oggetti quasi numismatici preferiti. E ho pensato di condividere con voi le relative immagini.

Sul portachiavi a sinistra vediamo Konstantin Tsiolkovskij: un ingegnere russo che tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900 fu il primo a condurre delle ricerche scientifiche – prevalentemente ancora teoriche – sulla possibilità di esplorare lo spazio con l’uso dei missili.
Sull’amuleto a destra vediamo il ritratto di Ernesto Che Guevara, uno dei rivoluzionari più idealizzati (ingiustamente) al mondo. Lo conoscono quasi tutti.
Sicuramente avete già capito che in origine erano due monete cognate in due Stati facilmente immaginabili. E, infatti, si tratta di Continuare la lettura di questo post »


La musica del sabato

I membri rimanenti del gruppo irlandese The Cranberries hanno pubblicato un video musicale per la loro canzone del 2001 «Never Grow Old» (dall’album «Wake Up and Smell the Coffee»). Il video è dedicato alla memoria della defunta cantante della band, Dolores O’Riordan, che il 6 settembre 2021 avrebbe potuto compiere 50 anni.

Il video è composto da alcuni pezzi delle esibizioni filate dei Cranberries, dalle interviste e dai filmati con la partecipazione di O’Riordan e dei suoi compagni di band. Sarebbero stati inclusi anche dei filmati d’archivio che non erano mai stati pubblicati prima.
Inoltre, gli amici e i familiari di O’Riordan hanno compilato una playlist in sua memoria. Tale playlist include 15 brani dei Cranberries:


L’Afghanistan nel cinema russo

È di nuovo arrivato il momento dei miei consigli cinematografici. Questa volta vi propongo ben tre film uniti dallo stesso argomento dettatoci dai recenti avvenimenti di una certa importanza.
La settimana scorsa mi è stato chiesto – non tanto a sorpresa – un commento/valutazione sul film italo-sovietico «Afghan breakdown» (regia di Vladimir Bortko, 1991). In Italia potrebbe essere conosciuto, tra l’altro, anche per la partecipazione di Michele Placido. Ma penso che sia conosciuto ingiustamente poco – per non dire dimenticato – perché, effettivamente, è un buon film che merita di essere visto almeno una volta nella vita. Si tratta di un film di guerra – non particolarmente violento ma drammatico – che parla dell’ultimo periodo del ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan nel 1989. Consiglio l’"Afghan breakdown" con una certa tranquillità a tutto il pubblico adulto.
(La versione italiana del film si trova pure sui siti russi, quindi non penso che riscontriate dei particolari problemi nel recuperarlo.)

Il secondo film riguardante l’intervento militare sovietico in Afghanistan che consiglio sempre a tutti è  Continuare la lettura di questo post »